Allghoi Khorhoi
Lombricus mongolus mortiferus | |
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Un esemplare di L. m. mortiferus. | |
Classificazione scientifica | |
Regno | Bufalia |
Phylum | Pisellida |
Famiglia | Schifodea |
Genere | Salsicius |
Il lombricus mongolus mortiferus o verme mongolo della morte, all’anagrafe Allghoi Khorhoi, è l’unica specie del genere Salsicius. Il nome non ha alcuna attinenza con la sua intelligenza, ma indica il fatto che questo animale vive in Mongolia, più precisamente nel deserto del Gobi, vicino a Piazza degli Unni.
Si tratta di uno degli animali più pericolosi al mondo, che può uccidere una persona in cinque modi differenti. Ci si stupisce, infatti, che esso non viva in Australia, ma piuttosto in Mongolia, dov’è, per altro, l’animale simbolo della nazione.
Il verme mongolo della morte è al centro di una disputa nel modo scientifico tra chi sostiene che esso esista, chi afferma il contrario, e chi sostiene che stia meglio con il rosmarino piuttosto che con l’origano. In realtà è noto che in Mongolia questo animale è stato avvistato svariate volte dai cugini di molti abitanti, quindi non v’è motivo di dubitare della sua reale esistenza.
Etimologia
Il termine mongolo Allghoi Khorhoi può essere tradotto letteralmente come “vermicello birbantello”, ma esisteno altre varianti come Olgoi Khorkhoi che ha un significato piuttosto volgare, e Al Gore Korohi che sta per “salame non commestibile”.
Storia e avvistamenti
Il primo acceno letterario - in una lingua comprensibile - all’Allghoi Khorhoi si trova in un libro di un certo Roy Chapman Andrews, che nel 1919 condusse una spedizione scientifica in Mongolia per studiare la fauna locale e cercare di impagliare quanti più animali poteva. Durante un incontro con il premier mongolo Gengive Skharne, questi, dopo tre bottiglie di vino e quattro barzellette zozze, raccontò ad Andrews dell’esistenza del verme, di come un cugino di un suo amico l’avesse visto e fosse rimasto ucciso per ben due settimane. Al sentire la descrizione di quello strano animale, Andrews pensò che il premier parlasse per via dell’alcol; ma due ore dopo egli si trovava con una giovane prostituta autoctona e anch’essa gli raccontò che una sua collega aveva visto l’Allghoi Khorhoi, a detta sua la salsiccia più strana che avesse mai visto. Dunque Andrews si convinse che con ben due testimonianze di seconda mano qualcosa di vero doveva pur esserci dietro quel mistero. Allora convinse il gruppo della spedizione a fare una gita nel deserto del Gobi per trovare quel verme, ma metà di essi morì di arsura la mattina, e gli altri morirono di ipotermia la notte. Solo Andrews sopravvisse a quella sciagurata spedizione e, per evitare di doversi assumere la responsabilità dell’inadeguato abbigliamento dei compagni, raccontò di essere sopravvissuto ad un attacco da parte di un branco di vermi mongoli della morte.
Diversi decenni più tardi l’Allghoi Khorhoi fu riportato in auge da un certo Ivan Mackerle, un appassionato di salumi e fantascienza che trovò nel verme la sua ragion d’essere. Egli rimase affascinato dall’aneddoto di Andrews e, dato che a quanto pare i mongoli ed i biologi non erano abbastanza furbi da riuscire a trovare un esemplare di verme, egli stesso andò nel deserto del Gobi a cercarlo. Ispirato da Kevin Bacon, Mackerle provò a far emergere i vermi dalla sabbia usando la dinamite, il tip-tap, la musica trance ed un percussore automatizzato che non servì a niente, ma che più tardi fece la sua fortuna nell’industria dei sex-toys. Mackerle alla fine non trovò il verme, ma il verme trovò lui nel 2013 e lo uccise.
Questo capitolo si chiama “Storia e avvistamenti”, ma il lettori si saranno accorti che finora di avvistamenti non ce ne sono stati. Ebbene, oggi abbiamo la fresca testimonianza di un lettore di Nonciclopedia, un certo Egidio, che ha scritto alla redazione:
«Ciao amici, volevo raccontarvi la mia esperienza con il verme mongolo della morte. Proprio l’estate scorsa mio cugino Calibrando è stato in Mongolia e la sua macchina è rimasta in panne, causa batteria scarica, proprio vicino al deserto del Gobi. Già si era arreso al suo destino quando un simpatico verme mongolo della morte lo approcciò e si offrì di ricaricagli la batteria con una scarica elettrica. Grazie a lui mi cugino è potuto tornare a Barrafranca, però poi è morto perché gli aveva mischiato l’AIDS.»
Aspetto e peculiarità
Il verme si presenta come una salsiccia non cotta di lunghezza variabile tra i 60 e i 180 cm, a seconda del tempo che fa. È piuttosto grosso, di colore rosso che vira sul verde se sta male, sul giallo se si vergogna e sul blu quando è felice. Apparentemente la testa non si distingue dal culo, e spesso striscia all’indietro per far confondere l’osservatore e farsi quattro risate. Sulle estremità sono presenti degli aculei che servono a lanciare scariche elettriche da 40.000 volt o a captare segnali radio, infatti si è scoperto che molti vermi migrano verso le zone dove si prende meglio la radio, specialmente se passano musica reggae.
Il verme si muove da solo, è un disilluso e la compagnia non gli serve a niente. Si sposta sotto la sabbia, e si può seguire osservando le tracce che lascia in superficie, come i mozziconi di sigaretta. Di notte è facile individuarlo con un radiomicrofono se si riesce a captare il suo verso, che è un continuo corcoi corcoi.
Il verme è un predatore carnivoro. Si nutre di grossi animali, specialmente di saiga tatarica, che considera ridicolmente brutta. È un animale letale e può uccidere le sue prede in cinque modi diversi:
- Lanciando una scarica elettrica da 40.000 volt, e se il primo colpo non funziona gli bastano pochi minuti per ricaricarsi - grazie alla sua pelle con funzione fotovoltaica - e finire il lavoro.
- Sputando il suo micidiale veleno, talmente potete da potere uccidere una balenottera azzurra e più acido del sangue di uno xenomorfo.
- Emettendo potentissime radiazioni ionizzanti che uccidono nel giro di un’ora e cuociono la preda a puntino.
- Fingendosi un bel pezzo di salsiccia abbandonato, aspetta che qualcuno lo tocchi. L’ingorda vittima muore non appena entra in contatto con il verme.
- Istigando al suicidio con cyberbullismo e telefonate notturne.
Apparizioni
- L’Allghoi Khorhoi appare nel videogioco The Legend of Zelda: Majora's Mask sotto forma di un boss chiamato Twinmold.
- È presente anche nella serie di videogiochi Pokémon con il nome di Korkoimon.
- Appare ogni tanto sulla tavola di qualche ricco cinese, ignaro che il verme si vendicherà uccidendo tutti i suoi futuri discendenti.