Animalista
Un animalista è, come dice la parola stessa, un amante degli animali. Si tratta di una sottospecie di esseri umani denominata Homo Attentio Vogliosus: il suo QI maggiore di zero[citazione necessaria] gli impone di rompere le palle al 99% della popolazione mondiale, rinunciando pubblicamente al suo status di specie dominante nella catena alimentare per poi dire a tutti frasi del tipo:
Sono permeati da un sentimento di amore verso tutti gli esseri viventi, tranne ovviamente per chi osa pensarla in maniera differente. Per la gran parte sono laureati in Tuttologia e sempre aperti al dialogo, contraddistinguendosi per la pacatezza con cui argomentano le loro idee.
Tipi di animalisti
Riconoscerli è piuttosto semplice, mentre evitarli risulta molto più arduo. Vediamo, quindi, di fare un po' di chiarezza individuando i principali sostenitori di queste dubbie teorie.
Animalista Facebook dipendente
Meglio noto come Animalista fancazzista, si trova prevalentemente in pagine chiamate Olocausto: Animali > Ebrei, Morte ai vivisettori o Mangiamo i sassi: anche le piante hanno sentimenti!. È spesso oggetto di pesanti insulti da parte degli iscritti alle pagine che, quando ha un momento libero, riempie di discorsi seri ed oltremodo originali, supportati da fonti autorevolissime. Crede fermamente nei dogmi dispensati dagli scienziati della Lega Anti Vivisezione (nota ai più come LAVacessi) laureati in Scienze Di Parte all' Università del Kurdistan; in tale famosissimo ateneo, si trova l'ancor più famoso Albero delle Medicine il quale è sorvegliato giorno e notte dagli agenti segreti delle lobby farmaceutiche che non vogliono far trapelare nessun'informazione che possa compromettere il loro piano di conquista mondiale.
Animalista anti-specista
Costui è l'animalista per antonomasia, il quale ritiene essere la specie umana al pari delle altre specie e che propone in continuazione ai suoi simili di tornare a vivere nelle caverne, per preservare l'ambiente dall'indegno operato umano. Tuttavia, ritiene se stesso e gli altri anti-specisti al di sopra dei comuni mortali dotati di mente pensante e, per tale motivo, augura loro tutto il male possibile. È ritenuto dagli scienziati un fulgido esempio di bipensierismo Orwelliano e, non avendo la benché minima idea di cosa si tratti, lo si trova spesso a vantarsene, attribuendo a tale termine il significato che più gli fa comodo.
- Anti-specista ingenuo: “Quei cattivi mi hanno dato del bipensierismo Orueliano!”
- Anti-specista furbo: “Vai tranquillo, vuol dire che rispetti le liane!”
Animalista disneyano
Questo è l'esemplare più curioso della specie, il quale crede che un leone, un suricato ed un facocero possano convivere pacificamente senza sbranarsi tra loro. Eterno bambino, rifugge la naturale bastardaggine degli animali preferendogli una più tranquilla indole pacifista. Messo di fronte all'evidenza, accampa scuse tirando in mezzo l'operato umano (il quale pare essere un argomento evergreen, insieme al rettilianesimo ed al mangiapiantesimo): egli crede, infatti, che la cattiveria animale derivi dall'uomo. Ovviamente anche per i rinoceronti della Savana, nella quale com'è noto pullulano le città.
Animalista disinformato
Questo animalista ci tiene particolarmente ad informarsi male e, soprattutto, ad informare male gli altri. Spaccia assurdità del calibro di «L'Aulin fa male» o «La mafia esiste» per verità assolute, come neanche lo spacciatore di Quarto Oggiaro.
Ma questo riguarda la media degli animalisti (e non si parla certo di birra), i veri animalisti si informano sempre a dovere sugli ultimi scoop. Un chiaro esempio è la notizia circa il brutale assassinio di triceratopi da parte di un famoso regista americano. Fonti ufficiali, ovviamente.
Lavori da animalisti
- I macellai adorano abbracciare conigli, galline e mucche, solitamente con l'animale in una mano e un coltello nell'altra.
- Il torero fa letteralmente delle avances ai tori, poi si comporta come una donna con un uomo: gli rifila un due di picche, anche se molto spesso una spadata ben assestata è più che sufficiente.
- Anche il campanaro provava una gioia spropositata un tempo (e alcune volte anche tuttora), nel salire sulla propria torre con gli anfibi per non affogare nel guano... Inoltre, dalla cima del campanile è molto più comodo fare il tiro al piccione.