Apostolo

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« È stato giusto optare per Barabba libero: io me la cavo molto meglio come centravanti! (Lo so, è vecchia come il cucco, ma anch'io non scherzo). »
(Gesù)


Il presente articolo contiene molte più informazioni rispetto al corrispondente articolo presente su Wikipedia. Leggere per credere: Apostolo
« Molla tutto e seguimi! E muoviti! »
(Gesù durante il casting per il corso di apostolato.)
(L'apostolo Pietro sopravvaluta le sue possibilità.)

Gli Apostoli (dal greco απόστολος, mandato lontano, inviato) sono tradizionalmente dodici individui che Gesù mandò ai quattro angoli[1] della Terra, dopo avergli fatto svolgere un lungo ed estenuante addestramento teorico-pratico con tirocinio formativo cumulabile a fini pensionistici, perché diffondessero per ogni dove la parola di Quelo. Le notizie su questi insuperabili venditori porta a porta sono fornite, per la verità con poca dovizia di particolari, dai Vangeli canonici. Noi siamo riusciti a scoprire qualcosa in più grazie all'innata capacità di vedere oltre il nostro naso, ma anche grazie ad alcuni canali informativi alternativi.

Una doverosa precisazione

   La stessa cosa ma di più: Maria di Magdala.
Ok, ragazzi, voi andate pure a pescare! Io vi raggiungo a piedi.

È convenzione universalmente accettata rappresentare gli Apostoli in numero di dodici, ma è bene chiarire subito che tale numero va ritoccato verso l'alto[2], dal momento che vengono riconosciuti come Apostoli anche San Mattia, che subentrò a Giuda Iscariota dopo aver vinto una sfida a pari e dispari contro un altro candidato; i due evangelisti San Luca e San Marco; Saulo di Tarso, altrimenti noto come San Paolo, in compagnia del suo sodale San Barnaba. Non mancherebbe poi, secondo alcune fanzines che circolavano nel sottobosco metropolitano della Galilea, un discepolo di sesso femminile, da identificarsi nella notissima Maria Maddalena, ma questa è un'altra storia, e se ne parla altrove. Così, ridendo e scherzando, siamo arrivati ad enumerare ben diciassei Apostoli. E adesso ce li vediamo tutti, uno per uno[minaccia necessaria].

I titolari

Gli Original Twelves, come venivano chiamati già ai loro tempi, seguirono Gesù nelle sue predicazioni in terra d'Israele conseguendo, al termine di un faticosissimo percorso, la licenza di compiere miracoli come resuscitare gl'ignudi e vestire i morti; battere il Diavolo a poker; piegare forchette e cucchiai con la forza del pensiero; fischiare col naso; leccarsi i gomiti; far scomparire in un battibaleno enormi quantità di pani e pesci riuscendo a concimare un ettaro di terreno l'indomani semplicemente mangiando; trasformare ettolitri di vino in altrettanti ettolitri di urina semplicemente bevendo.

Pietro

   La stessa cosa ma di più: S. Pietro.

Simone, figlio di un certo Giovanni Tirasberla, era un pescatore di plancton della Galilea. Quando fu avvicinato da Gesù era intento a lavare col collutorio la sua rete da pésca, costituita da un intreccio di fanoni di balena.

- Gesù: “Da oggi ti chiamerai Cefa. Molla tutto e seguimi! Altro che plancton: grazie a me pescherai tanti di quei tonni...”
- Simone: “Ma... intanto trovo che Simone sia un nome troppo figo, mentre Cefa, se permetti, fa leggermente cagare. Per i tonni sono disposto a seguirti, ma Cefa proprio no. Non se ne parla!”
- Gesù: “Occhèi, occhèi, da oggi ti chiamerai... ehm... fammi pensare... Pietro, va bene?”
- Simone: “Si può fare. Però quando peschiamo i tonni mi tengo la ventresca!”
- Gesù: “Va bene, tu sì che hai il senso degli affari.”
- Simone: “E voglio anche la bottarga!”
- Gesù: “Come vuoi, basta che ti sbrighi! Hurry up, please!”
- Simone (mormorando tra sé): “Mi sa tanto che l'ho fregato!”

La carriera apostolica di Pietro fu esemplare: Gesù lo nominò suo luogotenente e ne fece il primo papa della storia. Venne brutalmente martirizzato a Roma, dove era considerato più petulante dei Testimoni di Geova, mediante crocefissione reverse, vale a dire a testa in giù, come da sua richiesta: l'ultimo desiderio di un condannato a morte, escluso aver salva la vita, va sempre esaudito.

Andrea

San Giovanni appena decollato.

Nato a Betsaida, fratello di Pietro e pescatore di plancton anch'egli, decise di seguire Gesù perché gli era stato raccomandato da Giovanni il Battista, di cui era discepolo:

« Così la smetterà, finalmente, di assillarmi col suo tanfo di ascelle![3] »

Così avrebbe detto il Battista poco prima di attaccarsi ad un narghilè pieno di foglie di belladonna, locuste e miele selvatico, lieto per essersi liberato del suo discepolo dalla sudorazione acida. Avrebbe fumato a pieni polmoni solo per pochi giorni, poiché di lì a poco sarebbe diventato il principale protagonista di una delle più riuscite decollazioni della storia.

Anche Andrea divenne dunque pescatore di tonni. Dopo la morte di Gesù si recò in Grecia per diffonderne la parola. Subì il martirio a Patrasso, dove fu crocifisso nel luogo in cui, molti secoli dopo, sarebbe sorto il primo passaggio a livello delle ferrovie elleniche. La sua croce, curiosamente a forma di X, è tuttora il simbolo dei passaggi a livello senza barriere.

Matteo

- Levi: “Rabbi, ho visto che hai dato un altro nome a Simone. Potrei cambiarlo anch'io? Che so... Matteo! Che ne dici?”
- Gesù: “Questa non è la legione straniera, comunque, se proprio ci tieni...”

Levi, nativo di Cafarnao, era un pubblicano, ossia un esattore delle tasse che operava per conto della Equigalilea, l'agenzia di riscossione tributi creata in loco dagli invasori Romani. Per questa sua occupazione era parecchio malvisto dalla popolazione, che a un certo punto si coalizzò contro di lui e gli tese un agguato con l'intento di linciarlo sulla pubblica piazza. Scampato rocambolescamente all'attentato, si unì a quello che lì per lì gli parve un gruppo di fricchettoni. Ne approfittò anche per cambiare nome, tanto per essere ancora più sicuro. Matteo era l'unico degli apostoli ad avere una certa cultura, l'unico che sapesse scrivere, e infatti scrisse: fu l'autore del primo vangelo, che tentò di diffondere in Etiopia. Qui fu bollito e mangiato, e i suoi scarti, sotto forma di reliquie, sono conservati in svariate chiese d'Italia. Come ci siano arrivati, non se ne ha la più pallida idea.

Giacomo il Maggiore

« Non scassatemi gli zebedei! »
(Il padre di Giacomo e Giovanni difende la sua prole.)
Foto di gruppo della famiglia di Zebedeo: Giacomo è a sinistra e Giovanni a destra.

Giacomo detto il Maggiore, per distinguerlo dall'omonimo apostolo, che era effettivamente più basso di almeno dieci centimetri, era fratello maggiore dell'altro apostolo nonché evangelista Giovanni. Figlio di Zebedeo, faceva il pescatore di alghe sul lago di Genesareth. Abbandonò subito il suo noioso lavoro per unirsi a Gesù, ed oggi viene ricordato come esempio di fede cieca ed assoluta: durante le sue predicazioni a Gerusalemme, la palese ostentazione del suo essere cristiano lo condusse in brevissimo tempo dapprima alla flagellazione, quindi alla lussazione delle articolazioni, infine alla spremitura dei testicoli. Venne quindi affidato al cuoco romano Erode Agrippa[4], famoso per la sua ottima coda alla vaccinara, che provvide a disossarlo e a tritarlo finemente. Quindi lo confezionò in ventiquattro salami, che furono inviati per la stagionatura in Spagna, in una vecchia cantina dove in seguito sarebbe stato edificato il famoso santuario di Santiago de Compostela, che conserva ancora oggi i salumi le reliquie derivate dall'apostolo.

Giovanni

- Giovanni (in tono canzonatorio): “Pietro, per favore, andresti a comprarmi una boccetta di olio di gomito?”
- Pietro (con fare minaccioso): “Ma vaffanculo, figlio di puttana, mi ci hai mandato due giorni fa! Adesso ti metto le gambe a tracolla!”
- Gesù (in tono di bonario rimprovero): “Pietro, smettila di importunare Giovanni!”

Anche Giovanni, come suo fratello Giacomo il Maggiore, era figlio di Zebedeo e pescatore di alghe a Betsaida. Dotato di una spropositata autostima e di un carattere alquanto vanesio, si autoproclamò discepolo prediletto di Gesù, senza curarsi del fatto che i suoi colleghi erano del tutto all'oscuro che egli avesse organizzato questa speciale classifica. Il suo vangelo trabocca di auto-citazioni redatte in forma auto-celebrativa, ma abbondano anche le situazioni in cui Pietro viene dileggiato e messo in cattiva luce a causa dei suoi modi grossolani e dell'impulsività del suo carattere. Tuttavia Giovanni si prese cura della madre di Gesù, quando questi venne crocifisso. Morì ad Efeso, vecchissimo, probabilmente di morte naturale, caso unico fra gli apostoli. Nonostante fosse braccato da orde di farisei, pagani, buddisti e catari, riuscì sempre a farla franca perché aveva imparato a mimetizzarsi sotto la sabbia, come le sogliole.

Filippo

Betsaidiano come Giacomo e Giovanni, Filippo viene ricordato perché è l'unico fra tutti gli apostoli a non aver mai capito appieno il meccanismo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Le poche volte che gli riuscì ottenne solo due acciughine e un pacchetto di crackers. Ogni volta che qualcuno dei suoi colleghi lo eseguiva correttamente, Filippo stringeva i pugni, incrociava gli avambracci ed esclamava con gli occhi sbarrati:

« Stregoneria! »

Di intelletto non particolarmente brillante, fu l'apostolo che si diplomò col punteggio più basso, e venne inviato a predicare in luoghi sperduti e desolati come la Samaria e la Frigia. Fu martirizzato forse a Gerapoli[Dove?] e gli imperatori romani Domiziano e Traiano si contendevano l'onore di averne decretato la crocefissione.

Bartolomeo

Le terme di Nazareth.

Bartolomeo, chiamato anche Natanaele, era figlio di Tolomeo Tholmai, pescatore di sabbia di Betsaida. Fu convinto dall'amico Filippo a seguire Gesù ma, almeno inizialmente, si mostrò piuttosto diffidente e riluttante, anche a causa del campanilismo che imperversava tra Nazareth e Betsaida:

« Io seguire un fannullone di Nazareth? Ma neanche per sogno! In quel posto si lavano col fango e si profumano con lo sterco, me l'ha detto mio cugino! »

Gesù vinse le sue reticenze esclamando:

« Leggiti il disclaimer sui contenuti del mio programma didattico: se c'è qualcosa che non ti aggrada vai pure a rincalzare i cavoli, ma non mettere in giro voci false e tendenziose sui miei concittadini. E adesso, per piacere, passami quel secchio di letame: mi sento un po' sporco e vorrei darmi una ripulita! »

Bartolomeo tacque, abbassò il capo e lo seguì. Divennero inseparabili[5]. Dopo la morte del suo maestro predicò in luoghi remoti come Frigia, Ponto, India e Armenia, coronando il suo percorso col martirio: fu spellato vivo, decapitato semivivo e crocifisso morto.

Simone il Cananeo

- Pietro: “Eccheccazzo! A lui non gliel'hai cambiato il nome! E chi sono io, il figlio della serva?”
- Gesù: “A parte il fatto che a lui non gliel'hai non si dice, adesso cominci a rompere! Toh, tieni le chiavi del Regno dei Cieli, trastullatici un po' e vedi di darti una calmata!”

Definito anche lo Zelote, e tuttora si ignora se questo fosse un insulto o un complimento, Simone, nativo di Cana, è probabilmente il meno noto degli Original Twelves. Fu voluto personalmente da Gesù, che si era reso conto che in effetti, come aveva detto Pietro, Simone era un nome che piaceva, che "tirava", e sarebbe potuto essere uno stimolo per ulteriori proseliti. Lo stesso Simone era molto fiero del nome che portava, e non mancò mai di rinfacciarlo a Pietro, che era stato costretto a cambiarlo. I due si detestavano cordialmente, e non si scambiarono mai neanche gli auguri di Natale. Simone trascorse i suoi anni predicando in Mesopotamia e in Persia, dove conquistò il suo martirio-premio a prezzo di indicibili fatiche: lui predicava a più non posso, ma nessuno se lo cagava.

Tommaso

No, Tommaso! Non mi sto eccitando per niente. Non so per cosa lo hai scambiato ma togli quel cazzo di dito, che mi fa infezione!
- Tommaso sgama di brutto Gesù durante le nozze di Cana[6]: “Capo, a me mi vuoi fregare? Dì la verità, per fare il vino hai usato le polverine!”
- Gesù: “Primo: a me mi non si dice; secondo: capo lo dici a tu' sorella; terzo... guarda là, un disco volante!”
- Tommaso: “Disco volante? Mia sorella? Non esiste l'uno e non esiste l'altra! Capo, va tutto bene? Devo chiamare il 118?”
- Gesù, levando gli occhi al cielo: “O Gesù, aiutami tu... ah, già! Che scemo!”

Tommaso, detto Didimo, cioè "gemello[7]", anche se in realtà era figlio unico, fu anch'egli pescatore sul lago di Genesareth. Per la precisione, pescava le cose perse in acqua dagli altri pescatori, cosa che gli aveva fatto raggiungere un tenore di vita inusitato per i pescatori di quel tempo. Seguì volentieri Gesù perché si era appena separato dalla moglie ed era finito sul lastrico per pagarle gli alimenti. È ricordato per essere il più diffidente tra gli apostoli, fama che si era guadagnata poiché cercava sempre una spiegazione logica e scientificamente attendibile per i prodigi messi in atto da Gesù. Riuscì, a suo dire, a svelare i trucchi di almeno ventundici presunti miracoli, e Gesù ebbe il suo daffare per mantenere tra i suoi discepoli un livello di credibilità accettabile. Si stava creando una pericolosa corrente razionalista che non ebbe seguito solo perché di lì a poco si sarebbe verificato il tradimento che avrebbe condotto Gesù sul Golgota. Dopo la morte del suo maestro, Tommaso predicò in tutta l'Europa orientale e subì il martirio in India per aver osato cavalcare una vacca sacra.

Giacomo il Minore

(Giacomo il Minore poco prima di essere lapidato.)

Di Giacomo detto il Minore si sa per certo che vantava un'illustre e sospettosa parentela: era cugino di Gesù, essendo figlio di Alfeo, come Giuda Taddeo. Il suo è un eclatante caso di nepotismo, dal momento che egli sfruttò l'albero genealogico per accedere alle massime cariche della nuova religione. Svolse il corso di apostolato da perfetto imboscato, diplomandosi col massimo dei voti e col minimo sforzo, ed in breve fu vescovo a Gerusalemme. Secondo la tradizione, sarebbe stato lapidato dai sacerdoti del Tempio, stufi della sua spocchia.

Giuda il Babbeo Taddeo

« Ehi, io non c'entro niente con quello lì: a quell'ora faccio sempre la pipì! »
(Giuda il Taddeo produce un alibi a prova di bomba.)

Giuda, fratello di Giacomo il Minore e quindi cugino di Gesù, veniva detto Taddeo, derivante da Thad, "dolce", perché era diabetico dalla nascita[8]. Costretto ad una dieta ferrea e ad iniettarsi tre dosi giornaliere di insulina, seguì Gesù perché questi gli aveva promesso la guarigione dalla sua malattia, cosa che avvenne durante le famose Nozze di Cana, in cui proprio Giuda era lo sposo: Gesù effettuò su di lui un trapianto di pancreas a velocità supersonica. Giuda Taddeo ringraziò di cuore il cugino e lo seguì al termine del ricevimento nuziale, dopo aver divorziato a tempo di record. Per festeggiare la sua nuova vita brindò con i suoi nuovi compagni, utilizzando il vino che Gesù aveva appena ottenuto con un semplice miracolo sull'acqua.

- Giuda Taddeo: “Non è per criticare, caro cugino, ma questo vino che hai portato adesso fa un po' schifo... sembra fatto con le polverine!”
- Gesù: “Anzitutto caro cugino lo dici a tu' sorella, poi... guarda là, un disco volante!”
- Giuda Taddeo: “È vero! C'è un disco volante lassù!”
- Pietro, che era lì accanto: “E guarda laggiù, c'è un nano con tre palle! Oh, 'sto vino farà schifo, ma stona di brutto!”

Giuda, dal canto suo, fu un buon apostolo, anche se ebbe qualche difficoltà iniziale per via della sua ingombrante omonimia con uno dei suoi colleghi. Predicò in Libia, Mesopotamia e Persia, dove sembra sia stato martirizzato insieme con Simone il Cananeo. Questi, appena crocifisso, vide il collega sulla croce di fronte, e lo salutò:

« Ehilà, chi non muore si rivede! »

Giuda l'Iscariota

   La stessa cosa ma di più: Giuda Iscariota.
Sono un siliquastro, mi chiamano "albero di Giuda", ma non l'ho ucciso io: è stata la corda.
« In verità vi dico... l'ultimo che arriva paga il conto. »
(Gesù agli Apostoli prima dell'ultima cena.)
« Ebbene sì, la talpa sono io! »
(Giuda si rivela al termine dell'ultima puntata cena.)

Giuda era figlio di Simone Colasbura, ma è più noto come Iscariota, termine che deriva dal francese escargot, "lumaca", poiché lasciava dietro di sé una lunga scia bavosa. Faceva il pescatore di meduse e possedeva una spiccata predisposizione all'algebra e al calcolo. Non gli mancava un elevato senso dell'economia e del risparmio, ragion per cui Gesù trovò opportuno affidargli la contabilità e la cassa del gruppo apostolico. Fu un apostolo come gli altri, finché un giorno si accorse che i conti erano inspiegabilmente in rosso di ben trenta denari. Giuda fece due conti a mente: gli ammanchi si verificavano da quando il suo Rabbi aveva preso l'abitudine di condire i suoi pasti con la glassa Ponti che, per il suo costo elevato, aveva un peso eccessivo nel bilancio apostolico. Ciò vanificava tutti gli sforzi di Giuda per mantenerlo in pareggio. Fu allora che decise di tradire Gesù: i conti in ordine venivano prima di qualsiasi altra cosa. Aveva pattuito di denunciarlo alle autorità in cambio dei trenta denari che gli servivano per pareggiare i conti. Secondo l'accordo, Gesù doveva essere portato in caserma per una rapida identificazione, la glassa in suo possesso doveva essere posta sotto sequestro e, dopo una notte in guardina, doveva essere rilasciato. Come ben sappiamo, le cose non andarono così. Giuda si rese conto che la faccenda gli era sfuggita di mano e pose fine al suo rimorso ed alla sua vita appendendosi ad un siliquastro[9].

La riserva

Mattia

« Io mi alleno tutti i giorni per farmi trovare sempre pronto: se il mister deciderà di mandarmi in campo, saprò ripagare la sua fiducia! »
(Mattia intervistato dal settimanale sportivo Guerin Cafarnao.)

Mattia aveva assistito alla resurrezione di Gesù insieme ad altre persone, ma fu ammesso lui a prendere il posto di Giuda, dopo una sfida vincente a pari e dispari, sulla cui regolarità permangono tuttora forti dubbi. Resta il fatto che Mattia sarà comunque messo ai margini del gruppo, all'interno del quale non si integrò mai per via del suo carattere borioso e tracotante. Fu costretto a pagare i suoi aguzzini per ottenere un martirio almeno simile a quello dei suoi colleghi, lasciapassare indispensabile per accedere alla santità.

L'escluso

Ritratto molto fedele di Giuseppe-Barsabba.

Giuseppe detto Barsabba

« Anche lui si merita due paroline! »
« Chi scegliete dunque, Gesù o Barsabba? »
(Ponzio Pilato fa uno scherzetto a Giuseppe.)

Giuseppe faceva l'oste al Bar Sabba, pub di Gerusalemme pacchianamente arredato in stile Halloween. Da qui il nomignolo di Barsabba, ma era più noto come Giusto perché era uno dei pochi che non annacquava il vino e non pisciava nella birra. Fu escluso dagli apostoli a vantaggio di Mattia dopo una sfida persa a pari e dispari ma, come detto, i sospetti di brogli parrebbero più che fondati. Giuseppe tornò quindi ad occuparsi del suo locale, che pare fu il primo a lanciare la moda della lap dance.

Gli outsiders

Costoro non dovrebbero essere considerati apostoli in senso stretto: il fatto è che si sono autoproclamati tali con una semplice autocertificazione, senza esibire titoli di particolare rilevanza. Ebbero ragione dei pochi oppositori ed in breve si fregiarono del titolo apostolico, senza aver fatto alcunché per meritarlo. Le conseguenze di questo discutibile modo d'agire sono sotto gli occhi di tutti.

Luca

Nato ad Antiochia, medico di professione, Luca era dapprincipio pagano, seguace del culto del Grande Cocomero. Quando si convertì, fece ciò che fanno tutti i medici quando si stancano del proprio mestiere: si buttò in politica. Per sostenere le spese della campagna elettorale pubblicò un suo Vangelo che riscosse un discreto successo, ma fu trombato alle primarie. Allora si diede alla pittura, con risultati sconcertanti: i suoi quadri erano così brutti che subì il martirio a causa di quelli, più che per la sua mission evangelica.

Marco

Marco, che in realtà si chiamava Giovanni Marco, ma così era un nome troppo lungo[10], era di origine greca, essendo nato a Cirene. Scrisse il suo Vangelo scopiazzando quello di Matteo, con parecchie omissioni, distorcendo la realtà dei fatti e massacrando impietosamente l'ortografia. Ciò gli costò il martirio. Secoli dopo, a seguito di numerose peripezie, le sue spoglie furono portate a Venezia, dove sono ancora oggi custodite in un'anonima chiesetta, sita in un oscuro campiello, in una delle isole meno frequentate della città lagunare.

Paolo

Paolo insegnava Tai Chi davanti al Sinedrio
   La stessa cosa ma di più: Paolo di Tarso.

Saulo, o meglio, Paolo[11], essendo nato a Tarso, nell'Asia Minore, può essere considerato a buon diritto un metatarso. Inizialmente fervente anticristiano, un giorno fece una sosta in un autogrill sull'autostrada Vladivostok-Damasco. Qui mangiò un camogli avariato e fu preda di violente allucinazioni. Si convertì al cristianesimo per intervalla insaniæ, finendo per essere martirizzato mediante decapitazione a Roma. La sua testa rimbalzò per tre volte a terra, prima di essere depositata in rete con uno splendido cucchiaio magistralmente eseguito da Pupone Tottius.

Barnaba

Barnaba si chiamava in realtà Giuseppe, nacque a Cipro, dove fu trovato sotto un cavolo, nell'orto di una famiglia levitica. Aveva conosciuto Paolo di Tarso durante una sosta all'autogrill ed aveva mangiato anch'egli un camogli avariato. Fu preda anch'egli degli stessi deliri psichedelici e garantì per Paolo, che si era appena convertito, davanti alla propria comunità. Insieme predicarono in lungo e in largo per l'Eurasia, per poi separarsi: Barnaba si autonominò primo vescovo di Milano, dato che nessuno ci aveva pensato prima, mentre Paolo proseguì per Roma. Barnaba continuò comunque a predicare e trovò la morte a Salamina, nella natìa Cipro, seppellito da un carico di pietre da costruzione inspiegabilmente sfuggito di mano ad alcuni muratori giudei dall'alto del ponteggio su cui lavoravano.

Considerazioni finali

« In verità ti dico: ho come l'impressione di aver solo perso tempo con quelle teste di legno! E hai visto che casino per un po' di glassa Ponti? Neanche fosse stato caviale... »
(Gesù a rapporto da suo padre.)

Quella che ab initio era solo un'accozzaglia di luridi barboni sfaccendati, è diventata in breve tempo una vera e propria loggia massonica, con infiltrazioni praticamente ovunque ci sia qualcosa o qualcuno su cui comandare. Tale interpretazione distorta degli insegnamenti di Gesù deriva senza alcun dubbio dalle ridotte capacità mentali degli apostoli, che badavano esclusivamente al sodo tralasciando gli aspetti etici e spirituali della loro missione. Praticamente l'esatto contrario di quanto predicato dal loro maestro. Nonostante questi si scervellasse di continuo per rendere il più elementare possibile la sua dottrina[12], gli apostoli rielaboravano il tutto in modo molto personale, così che ne risultasse, casualmente, sempre un tornaconto personale. A ben guardare, forse il più onesto di tutti è stato proprio Giuda Iscariota. Le apparizioni di Gesù risorto si diradano progressivamente nel tempo, fino a cessare del tutto, proprio per questo motivo: alla fine, anch'egli non ne poteva più. Il vangelo di Matteo si chiude con la frase: "Io sono con voi, fino alla fine del mondo", ma tra gli angeli del Paradiso corre voce che Gesù abbia esclamato, una volta tornato lassù:

« Col cazzo! »
L'Ultimo Dopocena, ossia quando Gesù andò un attimo a piagnucolare nell'orto dei Getsemani

Note

  1. ^ Quindi, tre per angolo. Ma la matematica è sempre un'opinione.
  2. ^ Secondo la questura, peraltro, erano solo in otto. E la pagina sarebbe stata più corta.
  3. ^ Non è molto risaputo, ma Giovanni il Battista aveva parecchia puzza sotto il naso.
  4. ^ Il cui slogan culinario era: "Riempiti di trippa/cucinata da Agrippa".
  5. ^ Misteri insondabili della natura umana.
  6. ^ Quelle, per intenderci, dell'acqua tramutata in vino.
  7. ^ Altro mistero insondabile della natura umana.
  8. ^ Da alcuni era detto anche Lebbeo, "valoroso", ma con molta ironia perché era in realtà un cacasotto.
  9. ^ Chi volesse ampliare le proprie conoscenze botaniche, può farlo qui.
  10. ^ Lo riconosceva lui stesso.
  11. ^ Ma questo era un errore dell'impiegato dell'anagrafe, dato che il suo nome era davvero Paolo.
  12. ^ Le parabole sono talmente semplificate da risultare comprensibili anche alle piante grasse.
Questa è una voce in latrina, sgamata come una delle voci meno pallose evacuate dalla comunità.
È stata punita come tale il giorno 22 maggio 2016 con 100% di voti (su 7).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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