Assemblea d'ateneo

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Un'assemblea d'ateneo è un particolare tipo di festa universitaria.

Svolgimento dell'assemblea

Se la vostra università è grossa, l'assemblea potrebbe assomigliare a questa. A sinistra il microfono, a destra colui che ci litigherà gridando frasi piene di rabbia e vuote di significato.

L'assemblea di ateneo è un rito antico e complicato, codificato in secoli di storia, e si svolge secondo un'elaborata liturgia. Chiunque abbia assistito ad una di esse cambia completamente: la sequenza dei gesti, ognuno dei quali con un preciso significato nascosto, la disorganizzazione e la rottura di palle rimangono per sempre impressi nella mente dei malcapitati spettatori.

Convocazione

Altri tagli all'istruzione pubblica? Altro aumento delle spese di rappresentanza del rettore (ora potrà permettersi quattro studenti di agraria che lo portino sulle spalle)? Ennesima negazione dell'ennesima sospensione della didattica necessaria per recuperare ore di sonno? Allora sapete già cosa succederà. Ed iniziate ad avere paura.

Le bacheche universitarie si popolano di fogli tutti uguali, con minor utilità rispetto ai classici dodici (ma anche redici) manifesti elettorali identici in fila. Annunciano che sta per accadere un evento unico, per la terza volta in un mese, la panacea per tutti i mali e la soluzione a tutti i problemi non solo della vostra università, ma dell'Italia intera: un'Assemblea d'Ateneo.

Viene chiesta una sospensione della didattica, puntualmente negata. Mezz'ora dopo l'orario d'inizio prefissato inizia ad affluire gente nell'aula prescelta per il grande evento: l'assemblea può iniziare.

Arrivo delle persone

Le persone arrivano a piccoli gruppi e, non appena sedute, si accendono una sigaretta. Tutti quanti fumano nervosamente per l'intera durata dell'assemblea, nonostante si tratti di un inno al fancazzismo. I capi, sempre gli stessi da quindici anni, sono già seduti alla cattedra cercando di capire come funziona un microfono.

Si vedono diverse tipologie di persone. Addentriamoci più a fondo in questa strana fauna.

I capi

Tipico capo dell'assemblea: vecchio, sporco e drogato.

I capi sono quelli che hanno convocato l'assemblea ed hanno già scritto il documento finale, perché da ogni assemblea deve uscire un documento che ribadisca la nostra ferma contrarietà a tutte le politiche di una-cosa-molto-brutta-cacca-pupuzzazione che questo governo/rettorato/portiere di lettere vuole imporci. Sì, avete capito bene: le assemblee non servono ad un cazzo, tanto è già tutto deciso. Sono studenti fuoricorso che per un particolare legame affettivo con la propria università decidono di non dare più esami, legame che manca a quelli che intervengono, fuoricorso pure loro ma meno hard-core. Fumano più di tutti e in anni di militanza non hanno ancora capito come funziona un impianto di amplificazione.

Quelli che intervengono

Fuoricorso che danno un esame all'anno, giusto per non dare dispiacere ai genitori che li mantengono (che comunque se ne fottono); in compenso hanno molto tempo libero che spartiscono equamente tra assemblee d'ateneo ed esercizi di retorica. La loro situazione li rende poco credibili quando parlano di precarietà, ma tanto la maggior parte di quelli che ascoltano sono pure loro fuoricorso mantenuti. Quando intervengono non riescono a non urlare, nonostante il microfono finalmente fatto funzionare per miracolo. Se uno spettatore solleva un dubbio su un punto del loro discorso scoppiano a piangere e si ritirano in un angolino; il giorno dopo sono pronti a dare tutti gli esami arretrati e una parvenza di senso alla loro vita.

I comunisti

La maggior parte di quelli che vanno alle assemblee d'ateneo sono comunisti; la parte restante ha comunque idee di sinistra ma sa che dichiararsi comunista non rende figo. Quando un comunista interviene è la fine: il pubblico è costretto a sorbirsi dettagliate analisi sbagliate del processo produttivo e del modo in cui esso influisce sulla mancanza di gessi in aula studio. I dreadlocks sono d'obbligo; la canna, nonostante la credenza generale, no.

I ciellini

I ciellini non partecipano MAI alle assemblee d'ateneo, ma il loro netto rifiuto merita di essere esaminato in dettaglio. Il ciellino è l'unico essere che anche durante una rivoluzione potrebbe invocare il sacro "diritto a seguire le lezioni" e per questo disprezza le assemblee, le occupazioni, i picchetti, i cortei, le vacanze accademiche e qualunque altra occasione in cui ci sia un blocco della didattica. Infatti un ciellino studia sempre, tranne la domenica mattina quando va a messa e il mercoledì sera quando si trova nel gruppo dei suoi simili a spaccarsi le corde vocali e a scegliere il prossimo presidente della Lombardia. Per andare a queste riunioni chiede il permesso dei genitori poiché l'educazione impedisce loro di contrastare qualunque tipo d'autorità. Qui alcuni esempi paradigmatici:

Situazione: Università in sciopero contro i tagli al fondo per il diritto allo studio.

Reazione del ciellino: Il ciellino evoca il diritto allo studio chiedendo di poter andare a lezione.

Situazione: I bagni della facoltà sono occupati in risposta alla scadente qualità dei cibi della mensa.

Reazione del ciellino: Il ciellino evoca il diritto allo studio chiedendo di poter andare in bagno. La cosa è per lui seccante: aveva già chiesto un analogo permesso al professore dell'ora per poter lasciare l'aula.

Situazione: Tutti e soli gli edifici dell'ateneo sono stati distrutti da una razza di alieni provenienti dalla stella M. Gemini.

Reazione del ciellino: Il ciellino evoca il diritto allo studio chiedendo di poter andare a lezione e viene distrutto pure lui.

Un'occupazione per un ciellino è il penultimo passo verso l'anarchia; per questo vengono ridicolizzati persino dagli abbonati al 30 e lode che non disdegnano queste occasioni per staccare pure loro un paio di giorni. Oltre alla categoria in esame, solo un'altra creatura leggendaria che si aggira per la giungla universitaria è in grado di lamentarsi per le sospensioni della didattica, ed è il normalista. I peggiori ovviamente sono i normalisti ciellini, che, nonostante tutte le previsioni, esistono.

Gli altri

Nei rari casi in cui un'assemblea viene convocata per validi motivi, ci vanno anche altre persone oltre a quelle finora descritte, ingenuamente convinte dell'importanza dell'evento. Passeranno il tempo a rompersi le palle nell'inutile attesa di un intervento costruttivo e nello scacciare dalla faccia le fastidiose nuvole di fumo. Se ne vanno per primi promettendosi di non rifarlo mai più, salvo ricascarci alla prossima occasione.

Gli interventi

Dopo una buona mezza giornata, finalmente si inizia a discutere. Le persone che parlano sono sempre le stesse, sempre nello stesso ordine. Si inizia con un riassunto dell'ordine del giorno da parte di uno dei capi, che non manca di aggiungerci un pizzico di retorica. Gli interventi successivi iniziano sempre con "Mi riallaccio a quello che è stato detto nei precedenti interventi", dopodiché vengono dette le stesse frasi in un ordine diverso. Ma non tutti gli interventi sono così: alcuni conservano l'ordine. Dopo ogni orazione, per quanto possa essere stata stupida o ripetitiva, partono 92 minuti di applausi. Ecco un discorso da assemblea d'ateneo:

Tipico intervento

Mi riallaccio a quello che è stato detto nei precedenti interventi. Noi siamo stufi di questa situazione! Scusatemi il termine, ma faremo vedere le palle! Perché non ci piegheremo ancora una volta! Andremo avanti finché la situazione non cambierà!


Per vedere quello che dirà il prossimo a parlare, basta ricaricare la pagina!

Fine

L'assemblea è finita, il documento finale è stato approvato all'unanimità e la gente si accende la sigaretta finale. Alla prossima Assemblea!

Interventi costruttivi

Dopo che tutti sono andati ad ubriacarsi (le assemblee spesso finiscono in tarda serata), arriva il momento degli interventi costruttivi: il personale tecnico pulisce l'aula altrimenti vuota tirando qualche bestemmia.

Voci correlate