Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto
Gaiano Giuliano Cesariano Ottaviano Cesaroni, seguitissimo su Twitter come @AugustusVXIII (Roma, 23 settembre 63 a.C. - Las Vegas, 19 agosto 14) è il più grande culattone raccomandato della storia; abbastanza da divenire il primo barbone di Roma.
Siccome le desinenze dei suoi nomi avevano indotto i cittadini romani a pensare che al loro nuovo imperatore piacesse fare la fine del topo, il Senato decise di soprannominarlo "Augusto" al fine di evitare spiacevoli inconvenienti.
Biografia
Giovinezza
Augusto era un ragazzo molto eccentrico e dopo la morte dei genitori venne adottato dallo zio Giulio Cesaroni. Egli, ben presto, si rivelò un figlio ingrato: quando zio Cesare gli prestava la macchina al sabato sera, lui gliela riportava sempre a secco di benzina, faceva sparire i soldi che lo zio lasciava sul proprio comodino, si metteva le dita nel naso e sopratutto non alzava mai la tavoletta del cesso prima di pisciare.[1] Come colpevolizzare però il povero Augusto, i suoi comportamenti erano solo dettati dalla solitudine e dalla carenza d'affetto; Cesare era sempre in giro per affari ed il povero ragazzo, abbandonato a sé stesso, si ritrovò ben presto a frequentare cattive compagnie e fare uso di sostanze stupefacenti. Augusto ebbe molte divergenze con Cesare riguardo alla propria carriera lavorativa; Augusto avrebbe voluto fare l'attore mentre il padre adottivo lo obbligò ad intraprendere le sue orme. La vita di Ottaviano non era come l'avrebbe desiderata, il che scatenò in lui una terribile depressione ed in un incremento delle sniffate mattutine. L'11 ottobre 2005 è stato ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale Mauriziano di Torino, in seguito ad una overdose di stupefacenti, che lo ha colto in casa di una transessuale. Dimesso dall'ospedale, si è trasferito negli Stati Uniti dove ha iniziato una terapia in Arizona, seguita da un periodo di convalescenza nella residenza di famiglia a Miami in Florida. Fu proprio qui che Ottaviano apprese dell'uccisione dello zio e decise di tornare a Roma per reclamare i suoi diritti di figlio adottivo e di erede di Cesare.
Ascesa al potere
Erede di Cesare
Con la morte di Cesare si chiudeva finalmete l'età repubblicana e si apriva quella di Age of Empires. Tornato a Roma il 21 maggio 44 a.C., Augusto si rese conto, ora che era morto il padre adottivo, di essere libero di intraprendere la carriera cinematografica.[2] Fece il suo primo debutto nel celebre film "La Febbra" in cui interpretava il termometro rettale usato dal protagonista; ma questo ruolo non gli diede molta notorietà. Recitò poi in "Io sono leggenda" nel ruolo di una pulce del cane; ma nemmeno questo film fece decollare la carriera di Augusto. Fu allora che si rese conto che le sue doti teatrali facevano completamente cagare e decise quindi di intrapendere le orme paterne.
Il secondo triumvirato
Siccome non poteva fare tutto da solo, Augusto, aiutato dal manager, riuscì ad avere un colloquio privato con Bud Spencer e Terence Hill, da cui nacque un accordo fra i tre della durata di cinque anni. Si trattava del "secondo triumvirato", un patto che prevedeva che Bud e Terence avrebbero aiutato Augusto a diventare imperatore, mentre quest'ultimo, una volta raggiunte le vette politiche romane, li avrebbe ricompensati con tanta figa. Rimaneva solo una cosa da fare per farsi figo agli occhi dei cittadini romani: giustiziare gli assassini del padre adottivo. Anche qui, Ottaviano, si trovò davanti non pochi problemi, difatti i veri assassini di Cesare non erano ancora stati trovati. Augusto, allora, per non far brutta figura, decise di addossare tutta la colpa dell'omicidio a Bruto e Cassio, i maggiordomi di casa Cesaroni.[3] Scovato il nascondiglio dei due membri della servitù, Ottaviano li fece ammazzare di botte da Bud e Terence e lasciò i loro cadaveri esposti a testa in giù a piazzale Loreto.
La battaglia di Azio
La fama di Augusto aveva raggiunto vette inimmaginabili ma proprio mentre si stava apprestando a farsi incoronare imperatore si trovò a sgarbugliare una matassa degna di Tempesta d'amore: Marco Antonio, il marito della sorella di Ottaviano, si era perdutamente innamorato di Cleopatra, ex-amante di Cesare, a sua volta padre di Augusto e figlio segreto di Ridge e Brooke.[4] Come se non bastasse Antonio e Cleopatra avevano già riempito di carrarmati tutto l'Egitto con l'intenzione di sottrarlo al dominio di Augusto. È lo stesso Lucrezio che ci riferisce la più accreditata versione dei fatti che si svolsero in seguito:
Fu così che, dopo questa incredibile carneficina, Augusto si preparò a vestire i panni dell'imperatore.
Il principato
Il problema del Senato e l'investitura
Gli antichi romani erano un popolo di uomini che adoravano la politica; praticamente ogni cittadino era tesserato ad un partito. Si può quindi dire che il Senato rappresentava per gli antichi cittadini di Roma un po' quello che oggi rappresenta per noi un bar; cioè un luogo dove andarsi ad ubriacare con gli amici e dimenticare almeno per un paio d'ore la moglie rompicoglioni che ti sta aspettando a casa. Un tale punto di riferimento nella vita di ogni singolo uomo non poteva di certo essere cancellato, ma qui, Augusto, rimediò con un ingegnoso stratagemma: non distrusse il Senato, ma lo privò semplicente del suo potere; in questo modo chiunque avrebbe potuto entrarci a far baldoria ma nessuno gli avrebbe più rotto i coglioni con la libertà di parola. Dopo aver ucciso con il Death Note Bud Spencer e Terence Hill; il 16 gennaio del 27 a.C. Augusto divenne finalemente imperatore.
Roma al centro del mondo
Purtroppo per il giovane Ottaviano non era ancora finita. Dopo la ribellione della provincia d'Egitto; la Macedonia, la Skoda Dacia, il paesino di Don Matteo, la Segonia e molte altre provincie capeggiate dalla Padania avevano creato un'alleanza atta a dichiarare l'indipendenza da Roma. La bomba nucleare non esisteva ancora ed Augusto non si poteva permettere, essendo appena stato eletto, di radere al suolo le regioni ribelli; doveva perciò scendere a patti col nemico. Cosa poteva interessare ai rivoltosi? Era ovvio che l'unica cosa che volevano era l'indipendeza. Qui probabilmente si scopre la grandezza di Augusto: fermò la rivolta nominado onorevole Umberto Bossi, leader della lega delle regioni indipendentiste, e promettendogli di concedergli il federalismo prima o poi.[5] Fu così che Augusto riuscì a fare di Roma il centro del mondo conosciuto (infatti all'epoca la Toscana rimaneva un luogo ancora inesplorato).
Riorganizzazione dell'esercito e politica interna
Augusto riorganizzò l'esercito legionario ed ausiliario. Introdusse un esercito permanente di volontari, disposti a servire la patria con ogni mezzo; insomma svuotò le finanze romane per riformare l'esercito. E siccome doveva fare pure il figo impegnò i soldati su tutti i fronti possibili, ma l'incredibile è che ebbe la meglio nella maggior parte dei conflitti intrapresi, il che portò Roma a livelli di grandezza inimagginabili. Nella politica interna Augusto tolse l'ICI dalla prima abitazione, mandò a casa loro tutti i romeni e ripulì Napoli dai rifiuti, nominando Gigi D'Alessio governatore della città stessa.
Il problema della successione
La successione fu una delle più grandi preoccupazioni della vita di Augusto. Ottaviano, era sposato Livia Drusilla, ex-moglie di un certo Tiberio Claudio Nerone. Per alcuni anni Augusto sperò invano di avere come erede il genero Marco Claudio Marcello, marito della sua unica figlia Giulia. Due anni più tardi Marcello moriva ed Ottaviano fu costretto a ridare in moglie la figlia a Marco Vipsanio Agrippa, designandolo come proprio successore. Ma, manco a farlo apposta, Agrippa morì inseguito ad una violenta diarrea e Giulia, la figlia di Augusto, non volle più sposarla nessuno, perché convolare a nozze con lei voleva sicuramente dire andare incontro a morte certa. Augusto, allora, designò come eredi i nipotini Gaio e Lucio, prole di Giulia e del defunto Agrippa, ma morirono due minuti dopo la decisione del nonno.[6] Ottaviano infine nominò come successore l'odiato Tiberio, figlio del primo matrimonio della moglie Livia, sperando che anch'egli morisse; ma si sa, il fato è un gran burlone! Il Tristo Mietitore si dimenticò di andare a bussare alla porta di Tiberio, dandogli così la possibilità di diventare imperatore alla morte del patrigno Augusto. Paura eh?
♪♪♪ Note ♪♪♪
Voci correlate
Preceduto da: Giulio Cesare con Pompeo |
Console Romano con Se stesso 59-44 a.C. |
Succeduto da: Caio con Sempronio |
Imperatore Romano 27 a.C. - 14 d.C. |
Succeduto da: Tiberio |
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