Avellino
Avellino è un comune di qualchemila abitanti e, suo malgrado, capoluogo dell'omonima nonché sfigatissima provincia situata nella Terronia nord-occipitale.
Celebre località piovosa di importanza mondiale praticamente nulla, è nota ai più per aver ripetutamente vinto il premio di "Posto più inutile del Monte" e "Pisciaturo d'Italia". Riconoscere Avellino è facile: nessuna città al Monte ha un rapporto cantieri/rotonde per abitante così elevato. Avellino non è nient'altro che un ammasso di cantieri e infinite rotonde per spostarsi fra questi.
Definita dagli studiosi "città più brutta d'Italia", si ritiene che l'unica cosa buona che abbia sia il pullman per andare a Napoli che passa ogni mezz'ora. Gli avellinesi, infatti, vorrebbero entrare nella provincia di Napoli ma questi ultimi non li vogliono. Per questo hanno ripiegato su Benevento.
Storia
La ridente cittadina di Avellino fu fondata nel millenovecentonovantadieci da Lino Banfi[1]. Il nome deriva dall'esclamazione Ah! V’è Lino! di alcuni presenti in loco alla vista del suddetto fondatore. La denominazione di Pisciaturo d'Italia è ampiamente riconosciuta e documentata. Il pisciaturo è una specie di vaso da notte per fargli la pipì dentro. In dialetto campano si suole dire: "Avellino è il pisciaturo d'Italia" per indicare che è una città dove piove sempre.
La felicità dei primordiali indigeni viene presto sconvolta dall'arrivo del branco più giovane, più letale e più stupido che si sia mai visto finora: i bimbiminkia.
Non vi fu nessuna guerra fra le due stirpi.
Nel giro di 12 secondi, comunicando principalmente a gesti accompagnati da monosillabi gutturali ("una lunga ed estenuante conversazione", come riportano gli annali di parte), le due popolazioni si fusero in una sola festeggiando con il già noto rito della Ceres in due bicchieri; ancora oggi le due stirpi sono solite ripeterlo nel Sacro Platani[2], ricevendo come ricompensa per il loro patriottismo, tamarrissimi braccialetti al neon.
Geografia
Avellino si trova in Terronia, situata tra Napoli e Philadelphia Light. Il giovedì confina con il Pakistan, ma non nelle feste. Qualcuno dice che, non distante da Avellino, si trovi il Molise; chiaramente è una menzogna dato che, come tutti sanno, il Molise non esiste. E anche se esistesse, tu non potresti mai dimostrarlo. Pare che il commento più frequente della gente che l'ha vista dall'alto sia "Uh, guarda, c'è anche una città tra quelle rotonde".
Comuni e luoghi della provincia e dell'hinterland avellinese
- Montoro: Paese noto per una confusionaria uscita autostradale e per l'annuale Sagra della Patata Banzanese e del Fungo Porcino
- Sant'Agata Irpina: Solofra sta più avanti, circolare!
- Solofra: Capitale della concia, ci stanno più concerie che case abitate. Santo Patrono: San Michele o San Michaè!
- Mercogliano: Ci sta la funicolare che porta al santuario.
- Santuario di Montevergine: Mamma Schiavona proteggici tu!
- Nusco: Ciriaco De Mita comanda!
- Montella: Io castagno, io ho castagnato, io castagnai, io castagnerò.
- Lago Laceno: rinomata località sciistica irpina, è una sorta di Cortina d'Ampezzo ma molto più economica. Dovevano fare un'autodromo, ma poi ci ripensarono e costruirono piste da sci e baite a go-go.
- Passo di Mirabella: paese per lo più conosciuto per Dotolo Mobili.
- Materdomini: San Gerardo proteggici tu!
- Caposele: Capo de che?
- Ariano Irpino: ultimo centro che chiude la provincia di Avellino, da un lato andrete verso Foggia, da un altro andrete verso Benevento e le sconfinate lande del Molise
Abitanti
La noia è il principale nemico del popolano. Per combatterla, l'assessorato comunale ha pensato bene di costruire tante rotonde per intasare il traffico e così impegnare le ore dei cittadini. In aggiunta, e per non farsi mancar nulla, si è deciso di aprire cantieri in numero variabile tra zeromila e più infinito.
L'occupazione principale dell’avellinese medio è quella di lamentarsi. Il tipo di lamento dipende dall'età:
- Il giovine ventenne avellinese si lamenta perché i giochi della pleistescion costano troppo e perché "Quella puttana non me la vuole dare e poi si scopa mezza Avellino". E lui puntualmente è nell'altra metà.
- Il trentacinquenne avellinese si lamenta perché i giochi della pleistescion costano troppo e perché "Quella puttana non me la vuole dare; è proprio una puttana"
- Il settantenne avellinese si lamenta perché i giovani non fanno un cazzo tutto il giorno e perché "Quella puttana non gliel'ha mai voluta dare; era proprio una puttana". Solitamente quest'ultima lamentela la si può ascoltare davanti a un manifesto mortuario.
- Le donne si lamentano sempre allo stesso modo, indifferentemente dall’età e dalla posizione geografica. Del tutto simili alle donne medie italiane, anche loro sono affette da "Ho mal di testa" e "Per me non puoi essere altro che un amico".
- Gli anziani hanno come occupazione principale, oltre al contemplare ipnotizzati i cantieri, pare sia sedersi davanti alla villa comunale ed arrattusiarsi sulle ragazzine che escono dalle scuole superiori antistanti.
Divertimento giovanile serale
I giovinotti passano metà del loro tempo a ubriacarsi e a vottà 'o piccione (vomitare), e l'altra metà a rimpiangere quanto erano ubriachi il mese/giorno/minuto prima.
Essendo sempre alla moda, hanno la sana abitudine di raccontare gigantesche cazzate. In genere, quando parlano delle donne sedotte o di quanti rum e pera abbiano bevuto è vera soltanto una parola su quattro; quasi sempre gli articoli determinativi.
L'occupazione principale dei ragazzi è darsi alle risse, lanciando oggetti trovati per strada: un po' come le scimmie, ma con meno peli e più birra in corpo.
Ecco elencati di seguito i sempre validissimi motivi per scatenare le risse:
- Mi hai guardato
- Hai guardato la mia ragazza (o meglio: 'a vagliotta mia)
- Hai guardato il mio amico
- Hai guardato Porta a porta
- Sei un metallaro
- Sei un comunista
- Sei un capellone
- Sei pelato
- Miao
- Mi hai buttato la birra addosso
- Mi sa che sei uno di quelli che un mio amico doveva picchiare
- Lascia stare la mamma (o meglio: non mettimm' 'e mamme 'mmiezo)
- Non mi devi mai correggere quando dico le cose che sto dicendo
- Non ti permettere di pensare quello che penso
- Eddai, picchiamoci!
- Sto facendo finta di essere ubriaco, quindi devo picchiarti
- Mi hai salutato troppo vigorosamente
- Non mi hai salutato. Allora l'altra volta che ti ho pestato a fare per il saluto troppo vigoroso, eh?
- Sei tu
- Amm' scenne a contesa?
- Spostati
- Non spostarti
- Ti chiami come quello che ho picchiato ieri
- Sì, anche lui si chiamava Giangiacomomaria
- Sei troppo beneventano
- Sei troppo
- Sei
- Ti ho appena visto toccare la mia ragazza e lei me lo può confermare: ora la chiamo a casa
- Piacere, Antonio
- È passato troppo tempo da quando t'ho picchiato l'ultima volta
- Lascia stare il presidente
- Lascia stare il cappello del presidente
- Voglio pariare
- I nostri sguardi si sono incrociati..........c'amma vatte
Personalità legate ad Avellino
Forse non tutti sanno che, oltre ai temporali e alle risse, la città ha sfornato nei secoli fior fior di personaggi, la cui fama è arrivata sino in Segonia. Tra i tanti volti noti è d'obbligo ricordare le troiane S.S. Milly D'Abbraccio e Sonia Aquino nonché lo scomodo giornalista e conduttore della Melevisione Gigi Marzullo. Discorso a parte, (che non verrà mai affrontato per problemi di emorrodi), merita il politico più inutile del Monte a capo del più importante mi(ni)stero della storia mondiale: Gianfranco Rotondi.[3] Tony Soprano mafioso italo-americano. Mario Barisano Capo ultrà giornalista avellinese famoso per le sue critiche contro dirigenti dell'Avellino Calcio 1912 e per la famosa affermazione dialettale "a tutti quilli puorchi che veneno ad Avellino solo pe' li sorde e pe' si fotte li megl'femmene r'Avellino!", altra sua citazione famosa è "A' televisiona mej non va a numeri di share e pubblicità, la mia TV fonziona solo c'à faccia mej"
Riconoscimenti storici
Dopo il riconoscimento di "Città più inutile del Monte", molti personaggi famosi hanno tessuto le lodi di questa garrula civitade. Da ricordare senz'altro le famosissime parole famose di Garibaldi a cavallo: «Cazzo, questa città è talmente bella che ora me ne vado»; o le sconvolgenti parole d’amore di Platinette: «Ho visto Avellino e ho deciso di truccarmi come una mignotta di 67 anni». Durante la sua visita in Andumistan, il presidente della repubblica normanna svedese disse: «Uh anema ra spaccimm! Qua state quasi ai livelli di Avellino!». Seguirono 46 minuti di peti di approvazione da parte del pubblico andumistano. Pare che da giovane Victor Hugo, durante uno scambio culturale con un Istituto agrario del capoluogo irpino, abbia trovato l'ispirazione per scrivere il suo più celebre romanzo: "I Miserabili".
Note
- ^ Lino Banfi è anche il presidente della squadra di calcio cittadina: l'Avellino Banfi
- ^ Il 62,85% del fatturato della Ceres deriva dalle vendite del prodotto nella città di Avellino.
- ^ Il cognome del ministro deriva, come si può facilmente immaginare, dalle rotonde tipiche di Avellino.