Béla Tarr
Béla Tarr è un regista Funeral Doom Metal Ungherese, autore di film particolarmente allegri e, soprattutto, avvincenti e pieni di ritmo.
Vita
Tarr viene concepito nel 1925 e nasce nel 1955 (gravidanza rallentata) in un triste e nebbioso pomeriggio ungherese. Da bambino ha qualche difficoltà nelle amicizie con i suoi coetanei per via della sua propensione a giochi particolarmente noiosi come le partite a Rugby giocate correndo sulle ginocchia o le gare dei lombrichi su piste lunghe chilometri. Il giovane Tarr cresce come un ragazzo solitario e introverso che ama i tristi e nebbiosi pomeriggi ungheresi e i viaggi in autostrada a piedi (anche perché in auto viene continuamente multato per infrazione dei limiti minimi di velocità).
Il suo amore per la slow-life gli porta qualche difficoltà nel laurearsi, così presto Tarr trova un impiego a lui congeniale in un agenzia di pompe funebri. Purtroppo viene licenziato subito perché prima che il carro funebre giunga a destinazione la salma aveva già completato il processo di decomposizione.
La vita del nostro cambia quando ascolta per la prima volta un disco Funeral Doom Metal e, pur trovandolo un po' troppo veloce per i suoi gusti, decide di formare una band chiamata "Tánc a tánc az ördög a magyar Alföldön szomorú és ködös" ("Ballando la danza del demonio nella triste e nebbiosa pianura ungherese"). L'anno successivo realizza il primo demo della band composto da un'unica traccia in 23 CD. Durante il suo primo concerto il pubblico si suicida prima che abbia terminato di suonare il primo riff (circa 37 minuti). Insomma: un successo.
Carriera cinematografica
Sempre più consapevole del proprio talento (omicida), il nostro eroe comprende che la sua via non è la musica, bensì il cinema. Si procura così una cinepresa amatoriale e realizza la sua prima opera, un cortometraggio di 190 minuti che testimonia la lunga e straziante agonia del suo gatto Szomorúság-a-pikk. Il film è considerato dagli esperti una toccante riflessione sulla vita delle classi disagiate nonchè, ovviamente, un omaggio alla triste e nebbiosa pianura ungherese (com'è noto, infatti, in Ungheria non spunta mai il sole e inoltre il mondo è in bianco e nero).
È in questo periodo che Tarr conosce lo sceneggiatore Giacomo Leopardi. I due scoprono notevoli affinità tematiche e decidono di avviare un progetto per un nuovo film che si intitolerà "A boldogtalan paraszti élet egy olyan világban, ahol az Isten halott, és mi több, mindig esik az eső" ("L'infelice vita dei contadini in un mondo in cui Dio è morto e perdipiù piove sempre"). La sceneggiatura del noto poeta e sceneggiatore italiano raccontava una storia epica che tocca tutte le grandi tematiche del pessimismo cosmico ma tutto ciò che si sa sul film è che si apre con un piano sequenza di circa sei ore in cui delle vacche pascolano in un prato. In un'intervista recente Béla Tarr ha rivelato che quella scena era in realtà una sequenza introduttiva antecedente i titoli di testa, ma il resto del film non è stato mai girato dato che nessuno lo avrebbe visto. Lo stesso Leopardi dopo aver visto i primi cinque minuti della pellicola decise di lasciar perdere tutto e darsi ad una vita di gioia e divertimenti.
Il successo
Conclusa la collaborazione con Leopardi, Tarr comincia a progettare quello che dovrebbe essere ricordato come il suo capolavoro: il monumentale "Végre itt a végén az egészet, de ez túl lassú" ("E' finalmente arrivata la catastrofe, ma è troppo lenta"). Ecco un breve riassunto dell'opera:
Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler. Gli spoiler rendono il testo più aerodinamico aumentandone la velocità, quindi attenzione ai colpi d'aria. |
Atto I
È un triste e nebbioso matino nella pianura ungherese. Il contadino Vesztes si sveglia, sbadiglia, si stiracchia, sbadiglia di nuovo, si gratta dietro l'orecchio, cerca i pantaloni, trova i pantaloni, si mette i pantaloni. I pantaloni sono scuciti. Cuce i pantaloni. Abbottona i pantaloni. Cerca la calza sinistra, trova la calza sinistra, mette la calza sinistra. Cerca la calza destra, non trova la calza destra, cerca ancora la calza destra, trova la calza destra, mette la calza destra. Sbadiglia di nuovo. Si gratta la schiena, non riesce a grattarsi la schiena, riprova a grattarsi la schiena, non riesce ancora a grattarsi la schiena, cerca qualcosa con cui grattarsi la schiena, trova un rametto, si gratta la schiena. Cerca la camicia, trova la camicia, si mette la camicia, sbadiglia, si stiracchia, sbadiglia di nuovo, si gratta dietro l'orecchio (ha le pulci). Cerca la scarpa sinistra, trova la scarpa sinistra, mette la scarpa sinistra, allaccia la scarpa sinistra. Cerca la scarpa destra, non trova la scarpa destra, cerca ancora la scarpa destra, trova la scarpa destra, mette la scarpa destra, allaccia la scarpa destra. Sbadiglia ancora. Cerca la giacca, trova la giacca, mette la giacca, cerca la sciarpa, trova la sciarpa, mette la sciarpa. Cammina. Apre la porta. Esce. Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora (mbè? ti stai annoiando? pensa al poveraccio che fa sta vita tutti i giorni mentre tu stai al calduccio a casa tua a leggere sta roba. ma non ti vergogni?). Arriva. Cerca l'accetta, trova l'accetta, comincia a tagliare la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna (lo vedi che vita fa sto povero cristo? ma lo vedi si o no??).Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna (cioè, una tragedia). Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce (colpo di scena). Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce ancora. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Torna verso casa. Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Arriva. Mette sul fuoco una pentola. Si scotta. Cuoce dei fagioli. Aspetta che siano cotti. Li mangia. Si scotta la lingua. Pulisce la pentola. Sospira per la durezza della sua esistenza. Esce di casa.Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora . Arriva. Cerca l'accetta, trova l'accetta, comincia a tagliare la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna (cioè, una tragedia). Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce ancora. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Torna verso casa. Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Arriva. Si spoglia. Si toglie la sciarpa. Si toglie la camicia. Si toglie i pantaloni. Si slaccia la scarpa destra. Si toglie la scarpa destra. Si toglie il calzino destro. Si slaccia la scarpa sinistra. Si toglie la scarpa sinistra. Si toglie il calzino destro. Sbadiglia. Sbadiglia di nuovo. Si corica. Si addormenta.
Atto II
È un altro triste e nebbioso mattino nella pianura ungherese. Il contadino Vesztes si sveglia, sbadiglia, si stiracchia, sbadiglia di nuovo, si gratta dietro l'orecchio, cerca i pantaloni, trova i pantaloni, si mette i pantaloni. I pantaloni sono scuciti. Cuce i pantaloni. Abbottona i pantaloni. Cerca la calza sinistra, trova la calza sinistra, mette la calza sinistra. Cerca la calza destra, non trova la calza destra, cerca ancora la calza destra, trova la calza destra, mette la calza destra. Sbadiglia di nuovo. Si gratta la schiena, non riesce a grattarsi la schiena, riprova a grattarsi la schiena, non riesce ancora a grattarsi la schiena, cerca qualcosa con cui grattarsi la schiena, trova un rametto, si gratta la schiena. Cerca la camicia, trova la camicia, si mette la camicia, sbadiglia, si stiracchia, sbadiglia di nuovo, si gratta dietro l'orecchio (ha le pulci). Cerca la scarpa sinistra, trova la scarpa sinistra, mette la scarpa sinistra, allaccia la scarpa sinistra. Cerca la scarpa destra, non trova la scarpa destra, cerca ancora la scarpa destra, trova la scarpa destra, mette la scarpa destra, allaccia la scarpa destra. Sbadiglia ancora. Cerca la giacca, trova la giacca, mette la giacca, cerca la sciarpa, trova la sciarpa, mette la sciarpa. Cammina. Apre la porta. Esce. Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Arriva. Cerca l'accetta, trova l'accetta, comincia a tagliare la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce ancora. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Torna verso casa. Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Arriva. Mette sul fuoco una pentola. Si scotta. Cuoce dei fagioli. Aspetta che siano cotti. Li mangia. Si scotta la lingua. Pulisce la pentola. Sospira per la durezza della sua esistenza. Esce di casa.Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora . Arriva. Cerca l'accetta, trova l'accetta, comincia a tagliare la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna (cioè, una tragedia). Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce ancora. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Torna verso casa. Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Arriva. Si spoglia. Si toglie la sciarpa. Si toglie la camicia. Si toglie i pantaloni. Si slaccia la scarpa destra. Si toglie la scarpa destra. Si toglie il calzino destro. Si slaccia la scarpa sinistra. Si toglie la scarpa sinistra. Si toglie il calzino destro. Sbadiglia. Sbadiglia di nuovo. Si corica. Si addormenta.
Intermezzo
Le nuvole passano in cielo (la scena dura 3 ore e 25)
"Atto III
Stavolta c'è proprio nebbia fitta che non si vede niente. Il contadino Vesztes si sveglia, sbadiglia, si stiracchia, sbadiglia di nuovo, si gratta dietro l'orecchio, cerca i pantaloni, trova i pantaloni, si mette i pantaloni. I pantaloni sono scuciti. Cuce i pantaloni. Abbottona i pantaloni. Cerca la calza sinistra, trova la calza sinistra, mette la calza sinistra. Cerca la calza destra, non trova la calza destra, cerca ancora la calza destra, trova la calza destra, mette la calza destra. Sbadiglia di nuovo. Si gratta la schiena, non riesce a grattarsi la schiena, riprova a grattarsi la schiena, non riesce ancora a grattarsi la schiena, cerca qualcosa con cui grattarsi la schiena, trova un rametto, si gratta la schiena. Cerca la camicia, trova la camicia, si mette la camicia, sbadiglia, si stiracchia, sbadiglia di nuovo, si gratta dietro l'orecchio (ha le pulci). Cerca la scarpa sinistra, trova la scarpa sinistra, mette la scarpa sinistra, allaccia la scarpa sinistra. Cerca la scarpa destra, non trova la scarpa destra, cerca ancora la scarpa destra, trova la scarpa destra, mette la scarpa destra, allaccia la scarpa destra. Sbadiglia ancora. Cerca la giacca, trova la giacca, mette la giacca, cerca la sciarpa, trova la sciarpa, mette la sciarpa. Cammina. Apre la porta. Esce. Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora (mbè? ti stai annoiando? pensa al poveraccio che fa sta vita tutti i giorni mentre tu stai al calduccio a casa tua a leggere sta roba. ma non ti vergogni?). Arriva. Cerca l'accetta, trova l'accetta, comincia a tagliare la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna (lo vedi che vita fa sto povero cristo? ma lo vedi si o no??).Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna (cioè, una tragedia). Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce (colpo di scena). Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce ancora. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Torna verso casa. Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Arriva. Mette sul fuoco una pentola. Si scotta. Cuoce dei fagioli. Aspetta che siano cotti. Li mangia. Si scotta la lingua. Pulisce la pentola. Sospira per la durezza della sua esistenza. Esce di casa.Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora . Arriva. Cerca l'accetta, trova l'accetta, comincia a tagliare la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna (cioè, una tragedia). Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce ancora. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Torna verso casa. Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Arriva. Si spoglia. Si toglie la sciarpa. Si toglie la camicia. Si toglie i pantaloni. Si slaccia la scarpa destra. Si toglie la scarpa destra. Si toglie il calzino destro. Si slaccia la scarpa sinistra. Si toglie la scarpa sinistra. Si toglie il calzino destro. Sbadiglia. Sbadiglia di nuovo. Si corica. Si addormenta.
"Intermezzo II"
Il contadino Vesztes fa un sogno strano: è un triste e nebbioso mattino nella pianura ungherese e il contadino Vesztes si sveglia, sbadiglia, si stiracchia, sbadiglia di nuovo, si gratta dietro l'orecchio, cerca i pantaloni, trova i pantaloni, si mette i pantaloni. I pantaloni sono scuciti. Cuce i pantaloni. Abbottona i pantaloni. Cerca la calza sinistra, trova la calza sinistra, mette la calza sinistra. Cerca la calza destra, non trova la calza destra, cerca ancora la calza destra, trova la calza destra, mette la calza destra. Sbadiglia di nuovo. Si gratta la schiena, non riesce a grattarsi la schiena, riprova a grattarsi la schiena, non riesce ancora a grattarsi la schiena, cerca qualcosa con cui grattarsi la schiena, trova un rametto, si gratta la schiena. Cerca la camicia, trova la camicia, si mette la camicia, sbadiglia, si stiracchia, sbadiglia di nuovo, si gratta dietro l'orecchio (ha le pulci). Cerca la scarpa sinistra, trova la scarpa sinistra, mette la scarpa sinistra, allaccia la scarpa sinistra. Cerca la scarpa destra, non trova la scarpa destra, cerca ancora la scarpa destra, trova la scarpa destra, mette la scarpa destra, allaccia la scarpa destra. Sbadiglia ancora. Cerca la giacca, trova la giacca, mette la giacca, cerca la sciarpa, trova la sciarpa, mette la sciarpa. Cammina. Apre la porta. Esce. Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Arriva. Cerca l'accetta, trova l'accetta, comincia a tagliare la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce ancora. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Torna verso casa. Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Arriva. Mette sul fuoco una pentola. Si scotta. Cuoce dei fagioli. Aspetta che siano cotti. Li mangia. Si scotta la lingua. Pulisce la pentola. Sospira per la durezza della sua esistenza. Esce di casa.Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora . Arriva. Cerca l'accetta, trova l'accetta, comincia a tagliare la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna (cioè, una tragedia). Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce ancora. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Torna verso casa. Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Arriva. Si spoglia. Si toglie la sciarpa. Si toglie la camicia. Si toglie i pantaloni. Si slaccia la scarpa destra. Si toglie la scarpa destra. Si toglie il calzino destro. Si slaccia la scarpa sinistra. Si toglie la scarpa sinistra. Si toglie il calzino destro. Sbadiglia. Sbadiglia di nuovo. Si corica. Si sveglia urlando.
"Atto IV"
È sempre e comunque un triste e nebbioso pomeriggio nella pianura ungherese, ma stavolta è particolarmente triste e nebbioso. Il contadino Vesztes si sveglia, sbadiglia, si stiracchia, sbadiglia di nuovo, si gratta dietro l'orecchio, cerca i pantaloni, trova i pantaloni, si mette i pantaloni. I pantaloni sono scuciti. Cuce i pantaloni. Abbottona i pantaloni. Cerca la calza sinistra, trova la calza sinistra, mette la calza sinistra. Cerca la calza destra, non trova la calza destra, cerca ancora la calza destra, trova la calza destra, mette la calza destra. Sbadiglia di nuovo. Si gratta la schiena, non riesce a grattarsi la schiena, riprova a grattarsi la schiena, non riesce ancora a grattarsi la schiena, cerca qualcosa con cui grattarsi la schiena, trova un rametto, si gratta la schiena. Cerca la camicia, trova la camicia, si mette la camicia, sbadiglia, si stiracchia, sbadiglia di nuovo, si gratta dietro l'orecchio (ha le pulci). Cerca la scarpa sinistra, trova la scarpa sinistra, mette la scarpa sinistra, allaccia la scarpa sinistra. Cerca la scarpa destra, non trova la scarpa destra, cerca ancora la scarpa destra, trova la scarpa destra, mette la scarpa destra, allaccia la scarpa destra. Sbadiglia ancora. Cerca la giacca, trova la giacca, mette la giacca, cerca la sciarpa, trova la sciarpa, mette la sciarpa. Cammina. Apre la porta. Esce. Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora (mbè? ti stai annoiando? pensa al poveraccio che fa sta vita tutti i giorni mentre tu stai al calduccio a casa tua a leggere sta roba. ma non ti vergogni?). Arriva. Cerca l'accetta, trova l'accetta, comincia a tagliare la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna (lo vedi che vita fa sto povero cristo? ma lo vedi si o no??).Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna (cioè, una tragedia). Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce (colpo di scena). Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce ancora. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Torna verso casa. Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Arriva. Mette sul fuoco una pentola. Si scotta. Cuoce dei fagioli. Aspetta che siano cotti. Li mangia. Si scotta la lingua. Pulisce la pentola. Sospira per la durezza della sua esistenza. Esce di casa.Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora . Arriva. Cerca l'accetta, trova l'accetta, comincia a tagliare la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna (cioè, una tragedia). Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Starnutisce ancora. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Taglia la legna, taglia ancora la legna, taglia ancora la legna. Torna verso casa. Cammina. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Cammina ancora. Arriva. Si spoglia. Si toglie la sciarpa. Si toglie la camicia. Si toglie i pantaloni. Si slaccia la scarpa destra. Si toglie la scarpa destra. Si toglie il calzino destro. Si slaccia la scarpa sinistra. Si toglie la scarpa sinistra. Si toglie il calzino destro. Sbadiglia. Sbadiglia di nuovo. Si corica. Si addormenta.
"Atto V"
Un meteorite precipita sulla casa del contadino Vesztes.
Il film ebbe un grande successo di critica[senza fonte] ma scarsi incassi, forse dovuti al fatto che fu proiettato in sole due sale ungheresi, di cui una per sbaglio. Deluso dall'incapacità del mondo di comprendere la sua opera, ad eccezione della Berlinale che la venerò prostrandosi ai suoi piedi olezzanti nel 2011 e proponendo al regista un fermaglio per la sua coda di Cavallo di Torino, Tarr decide di ritirarsi per sempre dal mondo del cinema. Con sollievo di tutti gli spettatori mondiali ad eccezione dei registi sperimentali.
Attualmente organizza tornei di Beach volley tra paraplegici.