Baraggan Luisenbarn
Baraggan Luisenbarn (漢字起軌輝, che tradotto dal dialetto bretone significa "Vecchiaccio Logorroico ed Estremamente Modesto") è un personaggio della serie manga e anime Candeggina realizzata da . O forse dai Nirvana. Non si sa per certo. In ogni caso, lui è l'Espada numero 2, cioè il secondo capo cosca più potente nell'armata di Salvatore Aizen, anche se fino all'ultimo ha creduto di essere il primo.
Vita Terrena
Barragan Luisenbarn, quando era in vita, rispondeva al conosciutissimo nome di Don Vito Corleone, o, più semplicemente, di "Il Padrino". Nato in Sicilia[1], Vito emigra negli USA per fare carriera, e scopre di avere un grande talento per il male, diventando il più temuto e potente boss mafioso della città di New York. Tra un pizzo e l'altro, dopo molte peripezie (che non stiamo qui a raccontare perché ci sono i film e gli articoli appositi), Vito si ammala gravemente. Prima di morire decide di tornare nella sua terra natìa, la Sicilia, per morire sereno sotto gli alberi di limone in compagnia della sua collezione di pupi. In Sicilia fa la conoscenza del boss mafioso che è salito alla ribalta sull'isola mentre lui esportava il Made in Sicily tra quei minchioni degli americani. Ovviamente si parla di Salvatore Anselmo, malvagissimo criminale e terrone conosciutissimo anche oltre lo stretto di Messina. I rapporti tra i due sono di reciproco rispetto: per Don Vito, Don Salvatore rappresenta la nuova generazione, per Don Salvatore invece Il Padrino rappresenta un'eroe di gioventù, da ammirare nonostante la vecchiaia lo avesse un po' rincoglionito[2]. Vito si spegne di vecchiaia alcuni anni prima che Salvatore crepi per avvelenamento da cannolo.
Vita spirituale: Padrino di Hueco Mundo
Avendo fatto un offerta che non poteva rifiutare al guardiano dell'Inferno, Don Vito riesce a sgattaiolare fuori e giunge a Hueco Mundo dove diventa un mostruoso hollow. Ma dopo un'esistenza passata a spadroneggiare e farsi rispettare persino dalle pietre, egli di certo non se ne sta buono nell'anonimato degli spiriti cattivi. Esattamente come quando arrivò in America dalla Sicilia senza un penny in tasca per poi diventare tanto importante dall'avere tre film tutti per sé, allo stesso modo Il Padrino risale alla ribalta dal nulla delle sabbie di Mondo Buco e in breve tempo diventa il capo assoluto di una nutrita schiera di hollow, da cui si fa costruire un proprio palazzo, un trono, e una riproduzione in oro vero trentamila carati della corona dei re Borbone. Ma se sei il sovrano di un mondo intero, tutti ti rispettano e non hai un cazzo da fare, figurati quando sei il sovrano di un mondo semivuoto. Insomma, per Vito sono tempi di noia mortale.
Un giorno, però, arriva un certo Salvatore Aizen a rompere la monotonia, accompagnato da Sorriso Magicus e da un marocchino cieco. Baraggan è inizialmente felice di incontrare il boss della nuova generazione, degno erede delle tradizioni mafiose, e lo ringrazia per avere rotto la monotonia (anche se forse si poteva risparmiare di rompere la testa alla sua guardia del corpo). I due parlano del più e del meno con amicizia e rispetto finché Aizen esce con una veramente enorme: chiede al Padrino di diventare un suo Picciotto! Don Vito è abbastanza incredulo, un boss famoso in vita come nel Mondo Buco come lui sottostare a un misero boss nato in provincia di Trapani? Proprio no. Il Don perde la pazienza ed invita Salvatore a levare le tende. Ma siccome Aizen è un bastardo insistente, cerca di convincerlo dicendogli che sarà secondo solo a lui[3] e che, infatti, porterà il titolo di "Espada Numero 2" (nascondendogli il fatto che ciò in realtà significa si secondo... ma tra i suoi picciotti, non in generale), oltre a conservare il suo titolo classico. Inoltre potrà usufruire di tanti vantaggi a Las Noches, come sala hobby, frigobar sempre pieno e picciottini potenti che gli facciano far sempre bella figura... O questo, o gli avrebbe massacrato tutti i picciotti lì intorno e lo avrebbe preso pesantemente per il culo: a lui la scelta. Don Vito decide così di unirsi all'armata di Salvatore come suo secondo aspettando il momento buono per staccargli quella testa di bastardo. Perché mettersi contro il Padrino significa firmare la propria condanna a morte!!!
Tutto ciò che gli restava da fare era cambiare il suo nome in uno impronunciabile (requisito assolutamente necessario per essere un Espada) e fu così che divenne Baraggan Luisenbarn.
Ruolo in Bleach
Essenzialmente è troppo "maestoso" per farsi vedere, almeno per gran parte della seconda saga. Facciamo la sua piacevole conoscenza ad una fallimentare riunione in cui Aizen cercava di illustrare ai suoi picciotti i principi del marketing. Già allora si presenta come abbastanza arrogante da criticare le parole e le buone intenzioni del sommo boss e da affilare un coltellaccio a serramanico giusto sotto il tavolo... Baraggan ha infatti passato gli ultimi anni a spacconeggiare ed esigere rispetto da tutti quelli con cui poteva farlo, incluso Coyote Stark, pur essendo questi, in quanto Primo Espada, a lui superiore. Baraggan era infatti convinto, e tale convinzione avrà fino alla fine dei suoi giorni, che quello scazzato con l'aria da cowboy fosse solo l'Espada 9, che l'Espada 9 fosse l'Espada 10, e che l'espada 10, cioè quel ciccione che le prendeva da tutti e che rispondeva al nome di Yammy Rialgo fosse solo un grosso sacco da pugile ambulante a disposizione dei picciotti più importanti quando volevano sfogarsi. E infatti Baraggan si sfogò diverse volte sul poveretto, che doveva sopportare di prenderle anche senza motivo alcuno apparente! Di fatto, non potendo essere il numero uno come in vita, Vito-Baraggan cercò di sfruttare il più possibile il suo essere secondo solo al capo supremo, che poi non era neanche vero! Come fracciòn volle unicamente hollow di quelli che in vita erano stati fedeli a lui e/o al cugino Totò Riina, e pretese da esse di essere definito "Imperatore", perché "Re" non gli bastava più.
Tutto questo per abituarsi al momento in cui farà secco Aizen e sarà di nuovo lui il capo! Riassumendo: se la tirava più lui di George Bush, Simona Ventura, Valerio Scanu, Berlusconi e i vincitori e le vincitrici del Grande Fratello messi insieme!
La battaglia della Karakura Taroccata
Fa il suo ingresso in scena comodamente seduto su di un trono in oro e madreperla, portato dalle sue fracciòn a mò di schiavi dell'antico Egitto. Quando si scopre che grazie a un barbatrucco sono in una città taroccata, è il primo a prendere iniziative e manda i suoi quattro picciottini migliori contro i guardiani dei quattro bastoni di Mago Forest, in modo che fossero cavoli amari per tutti, mentre lui resta comodamente seduto a mangiare cannoli e guadare una videocassetta del film "Gli Intoccabili" sul televisore portatile. Bisogna però notare che i suoi "picciottini migliori" sono:
- Un culturista transgender
- Un tifoso della Lazio
- Un biondino che se la tira quasi quanto lui
- Un grosso atleta cinese parente di Yao Ming
E guardacaso vengono sconfitti tutti.
L'unico che resiste di più è il colosso cinese, che, battuto un sosia di Mastro Lindo, ha l'onore di essere fatto fuori dal Capitano Rex che, avendo finito i bocconcini alla Scooby-Doo, era venuto a menare un po' le mani. Baraggan si incazza al punto che prova ad alzare il suo di dietro italo-americano dalla poltrona, ma le ultime due fracciòn che gli sono rimaste, ansiose di farsi valere, lo convicono a continuare col film e il dessert che al resto ci pensano loro.
Due petosecondi dopo sono morte, uccise da una lesbica e dal suo luogotenente obeso.
A questo punto il Re di Hueco Mundo si decide a mettere in pratica il detto "Chi fa da sé fa per tre".
Dopo qualche schermaglia inutile attacca con uno dei suoi lunghi discorsi fracassaballe, credendo che a qualcuno possa interessare che gli Espada rappresentano ciascuno un modo di morire se ti metti contro la mafia o che gli ornitorinchi fanno le uova. Finita la sua non richiesta conferenza alla Piero Angela rilascia la sua zampakuto, trasformandosi in un mostruso essere che ricorda Ghost Rider con la corona diamantata. Soifon prova ad attaccarlo, ma al vecchio scheletro basta aprire la bocca e fiatare perché il braccio le si decomponga! Forse Soifon doveva prestare maggiore attenzione al suo discorso, specie nella parte in cui spiegava che il suo potere consiste nel suo mefitico alito, rovinato irrimediabilmente da una dieta ricca di agnello al forno e sigaro toscano quando era vivo. Con tale arma si vantava[4] di aver sconfitto persino i ricercatori Oral-B! La capitana omosessuale è costretta a chiedere aiuto ad Omaeda affinché le tagliasse il braccio, poiché quell'odoraccio corrosivo le stava impregnando anche i vestiti e rischiava di ridurla a un mucchietto d'ossa peggio di una fotomodella milanese. Vista la malaparata poi, Omaeda si caga sotto (letteralmente) solo a guardare il nemico e fugge dal campo di battaglia con il biglietto di sola andata per la Nuova Zelanda che si era comprato prima della battaglia per usarlo in caso d'emergenza.
Pur contenta di essersi finalmente liberata di quel sacco di trippa puzzolente, Capelli-a-Scodella non può far altro che constatare che ora erano fighe amare!
Soifon usa allora il proprio bankai[5], Giacomo Raikoben. Tuttavia, poiché questo ha la forma di un missile balistico, e se il fiato pestilenziale di Baraggan l'acchiappa la riduce in zombi poi in scheltro e poi in polvere, non si rivela una mossa saggia: dovendo schivare la ventata odorosa di tabacco pressato, carne trifolata con cipolle e rabarbaro, trementina, topo morto in decomposizione e chissà che altro, non solo prende male la mira, ma Baraggan si fa acchiappare apposta per poter disintegrare il suo missile col suo alito, riducendolo a un petardo natalizio: deve far vedere che lui è IL RE dopotutto.
La saffica capitana sarebbe stata certamente sconfitta se non fossero intervenuti quei fricchettoni dei Vizard, (shinigami mascherati da hollow) al momento propizio. Il carnevalesco rinforzo che le tocca è un ciccione in smoking verde acqua coi capelli rosa, Hachigen Ushoda, ma che da qui in poi chiameremo col suo soprannome, ovvero Giampiero Galezzi. Trattasi di un prestigiatore espertissimo nell'aprire, ma soprattutto nel chiudere, gabbie, barriere e affini. Il piano è semplice: lui lo intrappola, e lei gli ficca il suo missile su per il culo. Il piano funziona solo fino ad un certo punto: effettivamente il missile fa saltare in aria Baraggan rinchiuso in una boccia per pesci, ma l'unico risultato apprezzabile è quello di farlo incazzare tremendamente. Vito Baraggan inizia a ciarlare e urlare come un matto su quanto sono degli essere meschini, inferiori e miserabili in confronto a lui, e su come dolorosamente la pagheranno per avergli rovinato il mantello firmato e asportato mezza faccia... Si libera come niente della boccia e sputa dalla bocca un impetuoso uragano che agguanta Galeazzi e gli decompone il braccio[6]. Sembra la fine, ma figurarsi se non c'è sotto un barbatrucco.
La morte
Giampiero Galezzi, con un volgare gioco di prestigio trasferisce il proprio braccio in via di decomposizione dentro lo stomaco di Baraggan. Non significherebbe nulla se ciò non portasse ad una poderosa e devastante reazione gastrointestinale: gli stessi tessuti del corpo di vito non sono immuni alle particelle mefitiche rilasciate col suo alito fetente, e che impregnano i vestiti, la pelle e il lardo del braccio di Galeazzi. La gastrite che ne consegue inizia ad effervervescere il suo corpo come una pasticca di vivinCi in un bicchier d'acqua, e Vito resta impotente a guardarsi morire a causa del suo stesso potere.
IMPOTENTE! Proprio lui che un tempo ad uno schiocco di dita tutta Little Italy si fermava.
Il suono di quella parola gli fa male ancora più del disintegrarsi e della sua puzza, che arriva finalmente a sentire. In un ultimo moto d'orgoglio, rivolge lo sguardo a colui che gli tolse la sovranità in terra come nell'oltretomba, Aizen. Dinanzi alla somma indifferenza di questi, Vito gli butta contro la sua ascia bipenne, ma il bastardo se ne sbatte e prima che questa gli arrivi addosso si disintegra, non si sa se perché ha fatto qualcosa[7] o perché, nel frattempo, Don Vito Corleone (e non Baraggan Luisenbarn, come era stato costretto a chiamarsi) aveva cessato di esistere.
Le sue ultime parole, rivolte all'odiato novellino di Buseto Palizzolo furono:
E con lui tramontò per sempre la cara vecchia mafia di una volta.
Resurreciòn e abilità
In quanto è Il Padrino possiede un gran carisma, in grado di far cagare sotto chiunque osi disturbarlo il giorno del matrimonio di sua figlia. In secondo luogo, una parlantina a livello di nonno Simpson con l'aggiunta di quel pizzico di allusività mafiosa che non guasta. Inoltre, in quanto siciliano, porta sempre una lupara con sè nascosta nella tasca di retro dei pantaloni, nel caso ci sia da restaurare l'onore della "famigghia"...
Prima del rilascio, la sua spada è un'ascia, grossa e nera, residuato bellico medioevale o, più probabilmente, un fac-simile usato da quei fricchettoni dei rocchettari satanisti per qualche concerto. Dopo il rilascio assume il significativo e azzeccatissimo nome di "Arrogante": Baraggan assume le sembianze di una sciccosissima morte, con tanto di corona del Regno delle Due Sicilie in testa con contorno di diamanti, topazi, orazi e curiazi. In tale forma la sua arma diventa l'alito, una somma di miasmi putridi di cibi, bevante, piante, animali e minerali in decomposizione nella sua bocca e nella sua gola.
Gli basta un soffio per far appassire una quercia. Conversare con lui a meno di cinque metri provoca necrosi della mucosa nasale. Se una sua fiatata ti raggiunge, soffichi e ti putrefai contemporaneamente, quindi c'è da stare attenti!
Curiosità
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- Come Aldo, è un gran tifoso del U.S. Palermo.
- È arrivato a Hueco Mundo con Aizen interessato agli appalti sui cantieri della città piuttosto che a fare a pezzi i nemici.
- Potendo far invecchiare a piacere qualcosa, la sua cantina è piena di vini pregiati che normalmente bisognerebbero stare a riposo 50 anni invece per lui solo 5 minuti.
- Ogni cosa che tocca appascisce e muore, come fa quando deve andare al bagno?
Voci correlate
Note
- ^ A Palemmo, mminchia!
- ^ Andando al cesso sosteneva di andare al bar a prendere un caffé col suo vecchio nemico Andrea Camilleri
- ^ Aizen, quando Don Vito è presente, spaccia Tosen e Ichimaru per i suoi portaborse
- ^ Ma guarda un po'!
- ^ La pazza lo pronuncia in una sola vignetta...
- ^ E sono due... ma prendere tutto il corpo no, eh?
- ^ Magari ha mollato una scoreggia, chissà...