Barbarossa (film)

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La locandina promozionale del film.
« Libertaaaaaaà!! »
(Alberto da Giussano in preghiera davanti al santino di William Wallace)
« Barbarossa? Un film strepitoso! »
« È giunto il momento di ricordare loro quant'è affilata la spada dell'imperatore. »
(Un consigliere pederasta incita Barbarossa a sodomizzare i milanesi)


Barbarossa è una pellicola padana di incredibile accuratezza storica[citazione necessaria], girata dal regista non vedente Renzo Martinelli, già autore di perle cinematografiche come Carnera: The Walking Puggile, Il mercante di menhir e Non parlare con i neri. Questo lungometraggio è stato definito all'unanimità il più grande film epico di tutti i tempi[citazione necessaria] ed è stato prodotto dallo Stato Italiano. Quindi l'hai prodotto anche tu. Che ti piaccia o no.

Barbarossa nel film, interpretato da Eddie Murphy.

Il film parla dell'arrivo in Italia di Federico I Hoenstaufen, detto il Barbarossa, un immigrato slavo filocomunista intenzionato a conquistare la Padania con il suo esercito di zingari e Pakistani per portare un sacco di malattie e ottenere il monopolio della vendita di fazzoletti ai semafori. Ma un pazzo vestito da Robin Hood prode guerriero Milanese (interpretato dal cocainomane Raz Degan), schifato dagli invasori, si schiera a difesa della Lega Lombarda e fonda la Compagnia dell'Anello della Morte per ricacciare Barbarossa e i suoi scagnozzi sui loro sudici gommoni e salvare così il suo popolo.

Scheda del film

Alberto da Giussano tenta di vendere la sua spada taroccata ai passanti per potersi comprare una dose.


Interpreti e personaggi

L'intrepido Umberto Bossi in uno dei suoi 47 cammei.

Special Guest Stars

Trama

La storia si apre con Alberto da Giussano, un giovane bimbominkia figlio di un ingegnere, che scambia l'imperatore Federico I per un nero selvatico e lo minaccia imbracciando un fucile a canne mozze. Il Barbarossa, alquanto contrariato, lo violenta con la sua verga imperiale e il fanciullo fugge via in lacrime. Ventordici anni dopo, l'imperatore Barbarossa si è sbiancato grazie ad alcune operazioni suggeritegli dall'amico Michael Jackson e, dopo aver sposato Beatrice di Bologna, figlia ancora minorenne di un famoso commerciante di tortellini, mette il nord Italia a ferro e fuoco (perché è un dittatore brutto, sporco e cattivo) e marcia verso Roma con i suoi amici albanesi, pronto a vendere tonnellate di portachiavi, CD taroccati e fazzoletti davanti a tutti i monumenti storici.

I temibili soldati di Barbarossa si preparano a sbarcare in Italia con le loro possenti navi da guerra.

Alberto da Giussano, nel frattempo, è diventato un superuomo, anche se ai più sembra soltanto un incrocio tra Gesù Cristo e Aragorn del Signore degli Anelli. Questo fattone, dai capelli perennemente unti, gli occhi infossati e barba vaporosa, è talmente allucinato da innamorarsi di Eleonora, una strega visionaria che, dopo aver avuto un colpo di fulmine (letteralmente), vede il nostro eroe come un gran figo, nonostante Alberto sia in realtà un barbone con urgente bisogno di antipulci. Prima dell'attacco a Milano, il nostro eroe viveva una vita tranquilla e agiata insieme ai suoi compaesani nordici, finché il Barbarossa, consigliato da quella baldracca di sua moglie e da un arrotino che passava di lì per caso, raccatta tre o quattro catapulte caricate a proiettili digitali e rade al suolo le mura di cartapesta milanesi. Il protagonista, la moglie spiritata e altri superstiti ancora in stato di ebbrezza, tentano di salvare capra, cavoli e polenta e scappano nella foresta. Dapprima pensano che l'attentato terroristico sia stato condotto dai terùn, ma vedendo in lontananza i gommoni e lo stendardo con una lunga barba rossa a forma di falce e martello, si rendono conto che i venditori di fazzoletti, guidati dall'avo di Stalin, vogliono invadere la loro putrida terra. Preso dallo sconforto e dalla sete di vendetta, il nostro eroe si chiava due o tre volte la fidanzata (ottenendo pessimi risultati), dopodiché richiama Sauron in persona e forgia un anello del potere per conquistare la Terra di mezzo sancire l'alleanza tra i comuni del nord e ricacciare indietro il barbuto tiranno.

Una prode vedetta della Lega Lombarda in attesa dell'esercito nemico.

Arriviamo quindi alla sanguinosa battaglia finale, caratterizzata da interessanti[citazione necessaria] carrellate di slow motion ed effetti speciali degni di una recita scolastica. Il grande Alberto da Giussano ha la brillante idea di tendere un'imboscata all'esercito degli invasori, nascondendo dei vecchietti ubriachi su dei carri da letame e occultando il tutto con un fascio di erba e rami spesso 2 centimetri. Il Barba, sicuro della vittoria, avanza verso la trappola... e qui il regista Martinelli interrompe l'azione, chiedendo alle 5 o 6 comparse rumene di eseguire la Tecnica della Moltiplicazione del corpo. Difatti, nell'inquadratura successiva, i rispettivi eserciti non sono più composti da due poveracci con delle padelle in testa ma da un centiliardo di cazzutissimi cavalieri dai movimenti perfettamente sincronizzati. Lo scontro si fa sempre più acceso e i nostri paladini sembrano in difficoltà, finché Bossi, eccitatosi nel guardare un calendario sui Galli e sui Capponi, appare nel bel mezzo del campo di battaglia blaterando frasi incomprensibili e roteando il suo martello da guerra. I nostri eroi, rinvigoriti dalla presenza del capo tribù, fiaccano l'esercito nemico tramite un fitto lancio di polenta, formaggio (solo Grana Padano), stracotto e ossobuco. A dare il colpo di grazia agli invasori ci pensa il Calderoli, un leggendario uomo delle caverne che si diletta a mangiare neri e a prendere le impronte digitali ai bambini africani. Si giunge perciò al drammatico finale: Calderoli, fatto il pieno di porchetta, prende la mira e, al grido di Cassoeulaaaaaa!!, caga a spruzzo contro l'armatura del Barbarossa. Il despota, resosi conto di essersi sporcato parecchio, grida Ho visto cose che voi padani non potreste immaginare... e corre in un fiume a lavarsi. Egli sembrerebbe fuori pericolo, ma si sa, gli immigrati devono morire, quindi il munifico Alberto da Giussano getta prontamente nell'acqua un tostapane acceso, cuocendo a puntino Federico I, che verrà utilizzato come portata principale nel Maiale Day organizzato per festeggiare la vittoria.

Polemiche

Calderoli pronto a trasformarsi nel terribile Uomo-orso-maiale per divorare chiunque parli male del film.

Il film è stato accusato di fare propaganda al partito della Lega Nord e di descrivere in maniera distorta gli eventi. Niente di più falso! Questo epico lungometraggio mira infatti a raccontare una storia d'amore, libertà e coraggio e ha già ricevuto ventordici Oscar, tra cui il premio per Miglior fattone protagonista e Miglior città in nastro adesivo e cartapesta. I critici faziosi che hanno tentato di demolire il film sono stati perciò messi al rogo e appesi al Duomo di Milano tra gli applausi della folla. L'aspetto più criticato del film riguarda la figura del Barbarossa, che viene rappresentato da Renzo Martinelli con alcune caratteristiche non riscontrabili storicamente. Ad esempio:

  • Barbarossa è nero.
  • È pedofilo perché sposa una minorenne.
  • È comunista e ha rubato la barba a Karl Marx.
  • È musulmano.
  • È sadico, cattivo e senza scrupoli.
  • È gay e indossa un perizoma ascellare.
  • Vuole aumentare le tasse ai comuni del nord.

Curiosità

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Un brindisi non fa mai male, LA LIBBERTTTTTAAAAA!!!
  • Le comparse Rom utilizzate nelle riprese sono state realmente massacrate dai Leghisti inferociti.
  • L'edizione speciale a 2 dischi prevede una scena tagliata dove Borghezio muore per emorragia dopo essersi scaccolato con un piede di porco.
  • Il finale alternativo del film mostra la distruzione di Roma ladrona causata dai padani mediante l'esondazione del Po.
  • È in lavorazione uno spin-off del film, intitolato Bossi vs Saladino.
  • Da questo film sono stati tratti pietosi e orribili plagi, come Braveheart, Troy, 300 e molti altri.

Voci correlate

Collegamenti esterni