Bunga bunga
Dicesi Bunga Bunga una sottospecie di rituale propiziatorio di origine araba nel quale un capo di governo mafioso, pedofilo ed impotente assume viagra per endovena, si sdraia e fa passare su di sé una schiera di minorenni e future ministre[1] le quali si siedono sul suo fallo di utilizzatore finale e simulano un orgasmo anale onde ottenere, a scelta, una parte in TV, un posto tra le file del "Partito dell'Amore", un seggio senatoriale, o una combinazione qualunque dei tre premi.
Il bunga bunga e il rafforzamento dei legami di gruppo
Il parere dell'antropologo Leotardo Chelis
Il bunga bunga in terra sarda, non poteva sfuggire all'occhiuta attenzione dell'antropologo, archeologo e fantasista Leotardo Chelis, acuto osservatore dell'evoluzione dei costumi isolani. Dalle dense pagine del suo saggio apprendiamo che il rito del bunga bunga fu inventato dai Popoli del mare per rinforzare la coesione del gruppo, messa a dura prova dalle tremende condizioni di vita durante le frequenti crociere nel mediterraneo dall'antico Egitto alla Sardegna, a bordo delle famose carrette del mare.
Il rituale, si sarebbe poi trasmesso alle popolazioni affacciate sul Golfo della Sirte, venutene a conoscenza nel corso di un respingimento in mare messo in atto dalle pentecontere di vedetta libiche, coadiuvati da Celti della Padania e di generazione in generazione fino a Gheddafi e Moubarak.
A questo punto, sempre secondo la dotta ricostruzione di Melis, entrerebbe in gioco Silvio Berlusconi il quale, in uno dei momenti più alti e costruttivi della sua luminosa politica estera, avrebbe perorato la tenuta di una sessione straordinaria dell'assemblea generale interamente dedicata alla didattica del bunga bunga. Solo di fronte al consueto indecisionismo dell'ONU, avrebbe organizzato con l'amico Gheddafi degli intensi stage, a beneficio suo e della sua corte, nella magnifica tenda berbera piantata a Roma, sui prati di Villa Pamphili.
Alle intense sedute didattiche non ha potuto partecipare il presidente egiziano Mubarak, anch'egli invitato, ma costretto a declinare per precedenti, anche se meno importanti, impegni istituzionali. Per farsi perdonare, il presidente Mubarak ha inviato in sua vece la professoressa Karima Keyek al Mubarak, più nota come Ruby Bungabunga Rubacuori.
Il bunga bunga come rito di passaggio a nuove dimensioni spirituali
Il rituale può assumere in certi casi una diversa sfumatura, così sottile da essere sfuggita perfino all'acutissimo antropologo Leotardo Chelis: ciò è emerso a sorpresa durante la trasmissione Annozero di Michele Santoro. In un'intervista telefonica gentilmente concessa alla redazione del programma, la minorenne marocchina Ruby Rubacuori ha rivelato un commovente dettaglio circa la condotta del premier Berlusconi: questi, da buon samaritano, in mezzo ai tanti farisei della sinistra, avrebbe semplicemente agevolato la liberazione della ragazza dalle asfissianti catene psicologiche della sua fede originaria, permettendole di abbracciare consapevolmente la più consona fede cattolica. In questa nuova ottica, il bunga bunga si rivelerebbe come un rito di passaggio, attraverso il quale suggellare il sofferto e delicato passaggio all'esperienza spirituale della nuova fede cattolica.
La notizia ha riempito di entusiasmo gli ambienti vaticani, che si sono espressi con alte e ferme parole, per bocca di monsignor Fisichella, precipitatosi a dichiarare alle agenzie: «L'avevo detto io che il bunga-bunga andava collocato nel suo contesto!»
Di ben diverso tenore la reazione del padre di Ruby che, agitando il pugno per aria, si è lasciato andare a quello che ha tutta l'apparenza di un un potente quanto criptico anatema, indirizzato ai suoi interlocutori in un incomprensibile mix di dialetto berbero-siculo: «Minchia! Iativinn! Cca ve scuogn' 'e ccuogn! Ve scuogn' 'a mèusa»
La drammatica esclusione del ministro Brunetta, assenteista suo malgrado
Inadatto alle complesse ritualità del bunga bunga si è invece mostrato, suo malgrado, il ministro Renato Brunetta, per ovvi motivi anatomici, i quali, come crudelmente rimarcato dal cerusico di corte, il prof. Umberto Squacquagnini, ne metterebbero a repentaglio la salute: «è da escluder di sicuro, perché ha il il cuore troppo vicino al buco del culo!» Questa frase, nel crudo e asettico linguaggio medico del referto del luminare Squacquagnini, ha suggerito l'icastica sintesi con cui i probiviri del Partito Della Lapdance hanno motivato la loro meditata decisione di relegare il solerte ministro anti-fannulloni a un assenteismo, forzato e contro natura, dagli ambitissimi riti orgiastici.
Penosissimo e commovente il tentativo del ministro di eludere l'ordinanza, ingannando la sorveglianza attraverso documenti maldestramente contraffatti, con cui, nascondendo il capo sotto un blazer fuori misura, goffamente rialzato, tentava di spacciarsi per il Cavaliere senza testa, invitato a un festino della Villa di Arcore. Pensava di averla quasi fatta franca: i Carabinieri di guardia, dopo aver confrontato la conformità dei dati somatici dell'ospite con quelli risultanti dal documento, lo avevano infatti lasciato passare, ma a quegli stessi militari, accuratamente addestrati dall'Arma all'ambito mestiere di buttafuori e e-scortatori di escort dei festini porno dell'imperatore, non è sfuggito l'unico particolare sospetto, una copiosa colatura di pasta e fagioli che fuorusciva dalle tasche del blazer: riconosciuto l'imbucato, lo hanno prontamente consegnato ai funzionari della Questura di Milano, che, pressati da una sequela di telefonate del premier, hanno adottato un'insolita procedura: anziché chiuderlo per sempre in una residenza protetta, dalla quale non potesse far danni, lo hanno invece dato in affidamento all'onnipresente Nicole Minetti, di professione affidataria di minori e minorati in difficoltà, precipitatasi, come ogni notte, negli uffici della Questura e dichiaratasi «disponibile ad assolvere ogni richiesta del premier».
Le reazioni
Ecco come hanno reagito i principali schieramenti politici:
Non si è fatta attendere la reazione, ferma e con alte parole, degli ambienti vicini al Vaticano:
All'estero
La vicenda è stata osservata con grande stupore noia[2] dalle reti estere. Alcuni personaggi famosi, invidiosi della capacità di Berlusconi di buttarsi in qualunque maialata possibile uscendone sempre perfettamente pulito, hanno così commentato:
Collegamenti esterni
- La fidanzata di Berlusconi
- Il motore di ricerca preferito da Berlusconi
- Il gioco di carte ispirato al Bunga Bunga
- Sito web ufficiale del Sultanato di Bunga Bunga
Note
- ^ Spesso nipoti di un qualche emiro della Repubblica delle Banane o, in generale, nere.
- ^ Sempre le stesse cose succedono in Italia. uno scandalo qui, uno scandalo là e Berlusconi che non si muove dalla poltrona. Un paese piuttosto noioso.