C.A.F.
Il C.A.F. è stata una delle più mostruose aberrazioni politiche che mente umana potesse mai concepire: esso era sostanzialmente un triumvirato politico composto da Bettino Craxi, Giulio Andreotti e Arnaldo Forlani e già questo dovrebbe fugare ogni dubbio sul fatto che tale alleanza fosse oltremodo aberrante.
Nascita
Dopo essere stato barbaramente defenestrato da Palazzo Chigi, il giovane Sith Bettino Craxi si mette subito all'opera per cercare di rimettere il suo sederone nella poltrona di Presidente del Consiglio. Purtroppo alle elezioni del 1987 Bettino sarà obbligato a rimanere in disparte permettendo al barone di Avellino Ciriaco De Mita di accaparrarsi l'ambita poltrona grazie all'astuto utilizzo del "Porcospino di Troia". Furioso e amareggiato il cinghialone socialista si ritirerà a scolare birre in una sudicia bettola alla periferia di Roma, insieme al suo ex luogotenente Arnaldo Forlani e ad altri rimasugli del suo governo.
Il tutto dura fino a quando all'interno del locale non irromperà la losca figura di Giulio Andreotti, anche lui in astinenza da poltrona presidenziale, il quale propone al leader socialista una indicibile accordo: allearsi per scalzare De Mita sia dal governo che dalla guida della DC e formare un orribile governo di coalizione per governare l'Italia e farsi i fatti loro. Craxi senza pensarci due volte si buca un dito e firma col sangue l'accordo propostogli da Andreotti, ma anche Forlani, che aveva captato il discorso nonostante fosse in coma etilico, decide di stare nella partita e afferra un coltello per incidersi il dito e poter firmare anche lui, finendo per tagliarsi via due falangi.
E così nacque il Triumvirato C.A.F., che segnò nei fatti la fine della democrazia politica dell'Italia; prima era allo stato di malato terminale.
L'arrivo al potere
Invece che gettarsi a capofitto in uno scontro con De Mita, il triumvirato giocherà una partita di logoramento, da prima facendo perdere al premier avellinese la poltrona di segretario DC in favore di Forlani e in seguito consolidando la posizione di Craxi con la segreteria del PSI. Ciò avverrà al LXII congresso socialista dove con lo slogan: «se non mi eleggete spacco la faccia a tutti» ottiene l'ambita poltrona con una maggioranza schiacciante. A questo punto la trappola era tesa sotto i piedi del governo, al quale venne fatta pervenire una mozione che sfiduciava l'esecutivo; suddetta mozione venne enunciata dal fedele galoppino Claudio Martelli con la famosa frase:
La quale suonava tanto come una velata minaccia nei confronti di De Mita, le cui amicizie camorriste nulla potevano contro le alleanza mafiose di Andreotti e che dunque correva il rischio di ritrovarsi a dormire sui binari dell'intercity Avellino-Napoli se non si fosse tolto di torno il più infretta possibile.
Capita l'antifona, Ciariaco De Mita rassegna le dimisioni ritirandosi nel suo feudo di Nusco, consegnando la poltrona di premier ad Andreotti, che insieme ai suoi due compari formerà nel 1989 il primo governo C.A.F.
Il governo C.A.F.
Gli anni di governo del C.A.F. saranno ricordati dagli storici come anni di assoluto immobilismo, in cui il governo nulla farà per l'Italia se non ritirare lo stipendio e fare accordi con la mafia e Berlusconi; sarà proprio il governo del C.A.F. ad approvare la legge Mammì e di fatto renderà Merdaset tv di stato con potere assoluto sull'etere. Da li a poco il malcontento popolare inizierà a farsi sentire, accentuato dalla scoperta delle varie porcate fatte da Cossiga e dal Gladio negli anni precedenti, spingendo Craxi a fare il doppio gioco per fottere Andreotti e piazzarsi al suo posto. Lo strappo inizierà proprio con l'approvazione della legge Mammì e la fuoriuscita dal governo dei ministri di centro sinistra, con conseguente pretesa di Craxi di dimissioni del governo in suo favore, a cui Andreotti rispose:
A quel punto venne eseguito un rimpasto di governo che permise ad Andreotti e continuare a sopravvivere nonostante i continui tentativi di Craxi di farlo capitolare. Ma i due litiganti erano così presi dal suonarsele di santa ragione che non si resero conto delle condizioni pietose in cui avevano fatto finire l'Italia e nemmeno del fatto che era scoppiata Tangentopoli.
La fine
Il terribile governo C.A.F. crollo definitivamente il 28 giugno del 1992 con la fine della legislatura e con esso si sciolse definitivamente anche il triumvirato i cui componenti fecero le seguenti fini:
- Bettino Craxi dopo essere stato riconosciuto colpevole di corruzione e finanziamento illecito ai partiti fu obbligato a rassegnare le dimissioni di segretario del PSI, in seguito dopo aver ricevuto una bella sassaiola di monetine dai manifestanti infuriati decise di andare in vacanza perpetua in Tunisia dove morì ufficilamente di diabete nel 2000.
- Giulio Andreotti dopo essere stato riconosciuto colpevole di associazione mafiosa, corruzione, concussione e di essere il mandante di diversi omicidi venne nominato Senatore a vita, carica che ricoprì impunito sino alla presunta morte avvenuta nel 2013.
- Arnaldo Forlani dopo essere stato riconosciuto membro della P2 ed essere stato condannato a due anni e quattro mesi per lo scandalo Enimont e a tre anni per lo scandalo autostrade, tentò senza successo di rientrare in politica con Berlusconi, in seguito si ritirò da qualche parte a godersi quello che si è onestamente guadagnato.
AH! E naturalmente nessuno di loro scontò manco mezzo secondo di carcere, non sia mai.
Le conseguenze
- Il tirare a campare di Andreotti, oltre a risulatare disastroso per l'Italia risultò ancora più disastroso per la DC la quale venne disintegrata dai vari scandali emersi da Tangentopoli facendola finire nel dimenticatoio.
- Anche il PSI finì nella merda, fatto che venne aggravato dalla pessima idea di Craxi di non cercare di sostituirsi alla sinistra in seguito al crollo del Muro di Berlino; il cinghialone credeva che con il crollo del muro il PCI sarebbe morto da solo consegnandogli l'elettorato di sinistra senza dover faticare, invece il PCI non solo è morto nel 2008, ma durante quel periodo è pure riuscito ad arrivare al governo con Prodi, alla faccia del partito finito.
- Tra gli italiani crebbe a dismisura l'antipolitica, tanto da non andare più a votare alle elezioni, obbligando i partiti a dover pagare le persone per convincerle a espletare il proprio dovere civico.
- Le disastrose non-politiche del C.A.F. favorirono l'ascesa di Silvio Berlusconi permettendogli di rafforzare il suo monopolio illecito sulle pubblicità e di mandare a puttane la nazione più di quanto abbano mai fatto tutti i governi italiani dall'unità d'Italia a Oggi.
- L'esperienza del C.A.F. obbligò Cossiga a dimettersi dall'incarico, favorendo l'ingresso al Quirinale dell'ultraconservatore para-fascista Oscav Luigi Scalfavo il cui posto sarebbe dovuto andare a Nilde Lotti, con tutti i pro e i contro della cosa.
- L'Italia divenne il fanalino di coda di tutto occidente, in seguito divenne fanalino di coda anche dei paesi del terzo mondo.
Curiosità
- Inizialmente gli storici ritennero che il termine C.A.F. fosse dovuto alle iniziali dei cognomi dei tre componenti del triumvirato, in realtà esso era composto dalle iniziali dei soprannomi dei tre, ovvero: Criminale, Arraffone e Falso.
- Il C.A.F. venne definito la vera Regina d'Italia, perché Andreotti, Craxi e Forlani erano soliti indossare a turno la corona di Miss Italia, rigorosamente ottenuta a seguito di un furto.