Cacajao
Cacajao | |
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Fattore di protezione 100 una sega! | |
Classificazione scientifica | |
Regno | Bestie di Satana |
Sottoregno | Animali comunisti |
Phylum | Bruciaticcio |
Famiglia | Bestie ben cotte |
Genere | Disattenzioni del Padreterno |
Il cacajao (Lesson, 1840[1]), chiamato comunemente uakari, è un genere di primati platirrini della famiglia dei Pitecidi. Nonostante questo, che avrebbe minato anche il più forte dei caratteri, non ha mai perso il suo ottimismo di fronte alle avversità della vita.
Così come per il babbuino, che però è stato abbastanza paraculo da girarsi, il cacajao ha pagato pesantemente la lunga esposizione ai raggi solari senza una crema protettiva. Questa scimmia affascina da sempre il mondo accademico, che non riesce davvero a capacitarsi di come si possa riprodurre un cesso del genere, tanto da formulare l'ipotesi che l'accoppiamento avvenga nel pieno della notte, esclusivamente in presenza della luna nuova e tra soggetti completamente ciechi. O quantomeno deficienti parecchio.
I Tatamátildha, una tribù localizzata il sabato sera al confine con la Bolivia, ritiene il bestio un demone, per metà scimmia e per metà fottuta canaglia. Tuttavia, esso viene nominato anche nella Genesi, seppur con malcelata ritrosia.
La scoperta
Il nome comune deriva dal termine "uacari", utilizzato dagli indios per descrivere in modo dispregiativo i primi coloni olandesi, che riportavano scottature inquietanti a causa dal sole cocente dei tropici. Il termine scientifico deriva probabilmente da "caca jáoh", che nel dialetto dei Negarotê significa "partorito analmente".
I primi avvistamenti documentati risalgono al 1883, ma gli indios del Rio Teverê li mangiavano da almeno due secoli, con tutto il pelo. Lo stufato di cacajao è una tipica pietanza della regione del Mato Grosso, ha sostituito recentemente quello fatto con i missionari.
La tribù degli Amikoana, al momento composta da meno di dieci individui, sono soliti stordire questi animali colpendoli con freccette imbevute di curaro diluito. I cacajao che sopravvivono vengono tenuti come animali da compagnia, tutti gli altri mangiati. Gli indios che sopravvivono al pasto continuano a fare questa stronzata, e poi si lamentano che sono sempre di meno.
Il grande esploratore portoghese Francisco João de Serpa Pinto, che si era spinto[2] fino alla fonte del Rio Adavedê, fu il primo a descrivere tale specie, trascrivendo la delirante descrizione di un indios appena incontrato. E comunque, poco prima che quest'ultimo gli tagliasse la testa per arricchire la sua collezione di capoccette imbalsamate.
- Francisco João : Perché lo ritieni un demone?
- Indios impaurito : Porque é feia como a morte![3]
- Francisco João : Anche tu sei brutto assai, pensi forse di essere un demone?
- Indios perplesso : Eu não acho que de ser um demônio![4]
- Francisco João : Infatti, sei solo un selvaggio ignorante e credulone!
- Indios nervoso : Suas palavras me ofender![5]
- Francisco João : Non ti devi offendere, è un dato di fatto!
- Indios incazzato : Filho da puta![6]
- Francisco João : Perché mi agiti davanti il machete?!
- Indios incazzato : Não se movem, caso contrário ele não é bom![7]
La parte finale della pagina era sporca di sangue, quindi non sappiamo come è andata a finire la discussione.
Descrizione
Vivono nella foresta amazzonica, in una zona delimitata a nord-est dal Rio Japurá, a ovest dal Rio Marê e a sud dalle piantagioni di caffè di Pippo Baudo.
Si tratta di animali lunghi circa mezzo metro, dei quali saltano subito all'occhio alcune caratteristiche evidenti:
- il pelo è lungo e setoloso,
- la coda è appena abbozzata,
- gli incisivi inferiori sono assai lunghi ed appuntiti.
Per il resto è identica a qualsiasi altra scimmia del pianeta che abbia messo la testa in un forno a microonde.
Il corpo sembra tozzo e massiccio, ma lo è solo in apparenza. I cacajao sono del tutto sprovvisti di accumuli di grasso sottocutaneo, tentare una liposuzione ad uno di loro equivale ad aspettarsi una risposta intelligente intervistando Maurizio Gasparri.
Nonostante l'apparenza goffa e stupida sono molto attivi e veloci, comunque sempre meno di un politico che imbosca[8] la mazzetta.
Sono capaci di spiccare balzi di sei metri di lunghezza, dimenarsi fino a notte fonda e addormentarsi solo alle prime luci dell'alba. Tutto questo, come contrariamente avviene per i primati che popolano le discoteche, senza drogarsi.
La faccia è sempre nuda fino alla sommità del cranio, questo lo fa somigliare ad un teschio umano appoggiato su un pagliericcio. In passato, vedendone uno, molti esploratori fuggivano terrorizzati, pensando di essere entrati nel territorio dei tagliatori di teste. Tutti gli altri c'erano entrati veramente e non hanno fatto in tempo a scappare.
Vivono in gruppi che possono contare fino a cento individui, condividono il cibo e c'è sempre almeno una femmina disposta ad accoppiarsi. Di natura sarebbero animali monogami, ma è maledettamente difficile distinguere una femmina dall'altra, soprattutto se la guardi coprendoti gli occhi per non vomitare.
Si nutrono di frutta, semi, foglie e germogli, ma solo perché non trovano appese agli alberi le Pringles, di cui sono ghiotti. Se gliene dai una, il cacajao ti si attacca allo stinco per tutta la vita, facendo lo stesso con un secondo esemplare finiresti per essere considerato matto, perché andresti in giro per la foresta seminudo ma con i Moon Boot di pelo.
Tassonomia
Cosa ne pensano gli altri primati
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Oddio! Ma che davero so' fatti così?! (Orango pavidis)
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Sono formidabili a raccontare barzellette sui neri. (Bertuccia ridens)
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Cacajao... cacajao... no, non mi dice nulla! (Gorilla)
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Cacajao lo dici a tua sorella! (Artocebo irascibilis)
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Sono brave scimmie, ma non vengono mai a Messa. (Colobo parrokis)
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So' de braccino corto, mai una volta che pagassero da bere! (Scimmione del Crodino)
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È l'unica specie che mi fa sentire bello! (Microcebo avvilitis)
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Mi ciulano sempre il cibo! (Sifaka avaris)
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Di mio cugino non posso che dire bene (Scimpanzuomo)
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Perché lo chiedi a me?! (Oops...)