Calimero di Milano
se stanno a seccà tutte le piante.
Saranno du' mesi che nun piove mai,
mannace l'acqua sinnò so' guai. »
San Calimero (Da qualche parte, boh – Milano, 280) è stato vescovo di Milano dal 270 a quando è finito ad ingrassare i lombrichi.
Il suo nome latino era Calimerius, che significa "è un'ingiustizia però", ma tutti lo chiamavano "er Moretto". Una tradizione medievale lo indica come vescovo dal 138 al 191, ma se smettessero di sparare numeri a caso sarebbe meglio, altrimenti si fa confusione.
Viene invocato durante i periodi di siccità, soprattutto dai contadini e dalle donne in menopausa. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e da quella ortobotanica.
Gli succedette San Mona, ulteriore prova che i milanesi scelgono i nomi dei santi con estrema superficialità[1].
È morto dopo essere stato gettato in un pozzo.
Secondo la leggenda: se osservi il suo santino per un minuto di seguito, dopo sette giorni arriva Samara.
Biografia
Sulle sue origini sono state formulate alcune ipotesi:
- c'è chi lo ritiene un romano di nobile famiglia, convertito e battezzato dai santi Ava e Comelava;
- altri lo indicano come greco, educato alla fede cristiana da papa Telesforo;
- altri ancora come un vagabondo di Carosello, un comune nell'entroterra calabro.
Fonti decisamente più accreditate lo collocano sotto il Vescovo Castriziano, figura carismatica (ma allo stesso tempo che incuteva un certo timore) all'interno del clero meneghino del III secolo. Alla morte di quest'ultimo furono gli stessi milanesi ad acclamare Calimero come vescovo, che tuttavia intendeva rifiutare. La consuetudine dell'epoca prevedeva che il candidato passasse del tempo in preghiera, ascoltando la sola parola del Signore senza interferenze e distrazioni. Venne quindi incatenato in una cripta, a digiuno, fino al momento della consacrazione episcopale.
Parte minoritaria della storiografia, forse influenzata da alcune chiacchiere da taverna, ritiene che fosse stato vescovo di Milano dal 139 al 192. Di questa retrodatazione della vita di Calimero sono state fornite due spiegazioni:
- nell'XI secolo i milanesi, in disaccordo con Roma al tempo della lotta per le investiture, retrodatarono la storia della loro diocesi per dimostrare una "pari anzianità" con l'altra;
- una partita di vino al metanolo aveva fottuto il cervello ai 2/3 della popolazione della Lombardia.
Entrambe spiegherebbero perché molti santi, come Anatalone[2] e Caio, venissero collocati ancor prima della nascita di Cristo. Gli stessi pazzi vision storiografi ci parlano anche di un certo San Nefertario, che avrebbe predicato in Egitto mentre costruivano la piramide di Cheope.
Sulla morte invece le due versioni concordano: è stato ammazzato. In vita era un fautore del battesimo coatto dei non cristiani, quindi andava in giro con una pompa per il ramato piena d'acqua benedetta, schizzando chiunque non si facesse il segno della croce al suo passaggio. Purtroppo per lui, qualcuno non ha gradito la cosa. Magari sarà stato un barbone allergico al lavarsi, un demente che si credeva un gatto o forse un vampiro, fatto sta che è finito gettato in un pozzo e ci ha tirato le cuoia. Comunque, una parte di colpa Calimero se la deve prendere: se
paghi il maestro di nuoto a giornata, e gli dai anche un sacco di soldi, è normale che la prenda parecchio comoda.
La morte a mezzo acqua era chiaramente un contrappasso per la sua attività di battezzante e inoltre, il pozzo era sito in quella che i pagani ritenevano l'area sacra al dio Belenos. Quindi furono arrestati i Celti, ma della loro colpevolezza non ci fu mai modo di esserne celti[3].
Forse fu lui a scrivere la Lettera di Barnaba, ma quel cafone non gli ha mai risposto.
Il culto
Calimero era molto amato dai cittadini di Milano, tanto che fu costruita una basilica per onorarlo. Essa è tuttora presente ed ospita nella sua cripta le ossa del santo. Nell'VIII secolo il vescovo Tomaso, durante una ricognizione a quest'ultima, trovò il suo scheletro immerso nell'acqua e si diffuse la credenza che quelle acque fossero miracolose. Tuttavia non se ne ebbe mai la certezza, perché era un'infiltrazione del condotto fognario e nessuno volle berle, nemmeno i malati di peste in punto di morte.
In passato, durante i periodi di siccità, una bottiglia con l'acqua del pozzo veniva consacrata durante la messa e rovesciata sul sagrato. Ciò propiziava l'avvento del maltempo e l'uscita delle persone sedute nelle prime tre file di panche.
Alcuni defic genitori particolarmente devoti chiedevano espressamente che fosse utilizzata per il battesimo dei figli. Nel 74% dei casi, la prima parola pronunciata in seguito dal bambino era "vaffanculo".
San Calimero è venerato da una schiera di fedeli molto eterogenea, che comprende:
- persone in grado di affogare anche nella piscinetta di gomma dei bambini;
- persone che hanno un pozzo;
- persone che hanno un pozzo senza fondo;
- persone che hanno un pozzo e ci finiscono dentro;
- persone che sono un pozzo di scienza;
- persone che hanno un pozzetto frigo;
- Renato Pozzetto;
- persone di nome Samara.
Note
- ^ se il loro Patrono porta un nome da maggiordomo ci doveva essere un motivo!
- ^ vabbè, questa è la conferma
- ^ Vabbè, è vecchia ma dovrebbe funzionare lo stesso. Comunque, ad uno che non ha riso si sono scambiati di posto i testicoli con le tonsille