Cammello magico
Il cammello magico è un prodotto artigianale in terracotta tipico della Tunisia e in particolare dell'isola di Djerba. Ne esite anche una versione in Marocco, ma costa una cifra perché hanno travisato il concetto base di quello originale, ed usano un cammello vero. È per molti versi simile allo stereopazzetto, ma l'uso come chiave per armadi interdimensionali sfugge ai suoi stessi creatori.
La tecnica usata per fabbricarlo rappresenta una delle grandi domande senza risposta, al pari di: "Quanti diavolo sono i Segreti di Fatima?", "Come hanno fatto a costruire le piramidi?" e "Che fine ha fatto l'ultima figurina di Pizzaballa?"
Per decenni si è tentato di conoscere il segreto del suo funzionamento, il tentativo di romperne uno per studiarlo non porta a niente, il fragile meccanismo interno finisce immancabilmente distrutto. Alla fine, si è reso necessario rapire il primogenito di Abderraouf Khelifa (Gran Maestro Vasaio di Guellala) e stuprargli la moglie, ma siamo fieri di aver raggiunto lo scopo, ora sappiamo.
Descrizione
Il cammello magico è sempre presente nei souk dove si acquistano i souvenir. La smaliziata guida turistica che vi ha condotto in quel luogo ne è consapevole, come del fatto che non resisterete alla tentazione di averlo, e che la sua ricca percentuale sfamerà in serata la numerosa prole. Il fatto che rende l'oggetto "magico" è che vi si possono introdurre liquidi sia da un'apertura in alto (sulla sommità della "gobba"), sia da quella alla base dopo averlo capovolto, senza che il contenuto si versi. Non solo, i due liquidi escono poi perfettamente miscelati dalla bocca del cammello.
Nel presentarlo all'acquirente, l'astuto venditore decanta il prodigio mentre compie quello che sembra uno strano rituale, si gratta le palle ed inizia a scaccolarsi con un tubo da mezzo pollice, tanto per conferire un alone di mistero all'oggetto. Poi introduce del latte sopra e del caffè sotto, da una scrollata al manufatto, pronuncia una sorta di preghiera ("Abū Zakariyyā Yahyà, Ibn Abi Umara, Abd al-Mumin" ) e poi vi versa un cappuccino vomitevole in un bicchiere lercio, da cui hanno probabilmente bevuto tutti i turisti dal 1957 ad oggi (e non è stato ancora lavato). Unitamente al cammello magico vi vende: il tubo di piombo (che vi verrà ritirato in aeroporto), un "prezioso" papiro con la formula magica (che in realtà sono i nomi di tre calciatori dell'Étoile du Sahel), due barili di latte di capra e mezza quintalata di caffè Zākiq (ottenuto da una bacca autoctona discretamente tollerata dall'uomo).
La spesa è stata folle, ma quando lo farete vedere alle vostre amiche schiatteranno d'invidia, e questo non ha prezzo.
Come funziona
Il fantasmagorico effetto[citazione pagata in datteri] è ottenuto mediante un sistema di tubi interni ed alcuni meccanismi idraulici (inventati nel dopoguerra da un idraulico della Nintendo), che partono dalle due estremità (superiore e inferiore) e impediscono ai liquidi di uscire da dove sono entrati. La fabbricazione di questa grandiosa meraviglia dell'artigianato tunisino[citazione ancora da pagare], che esige la preparazione di tubi di terracotta molto sottili, fatti a mano sulla ruota del tornio, richiede una grande perizia.
Il principio di funzionamento è illustrato chiaramente[1] nella figura a lato:
- i due liquidi vengono inseriti nelle aperture contraddistinte dalle frecce a destra, identificate dalle diciture IN;
- i due cosi (C1 e C2), che chiameremo Coso 1 e Coso 2, li forzano nel collettore principale ad una pressione di circa nove atmosfere e spicci;
- le due piccole pompe (P1 e P2) li aspirano imprigionandoli nelle tubature di ritenzione, chiamate tubature a senso unico;
- due sofisticati meccanismi (M1 e M2), che per comodità chiameremo fatine, compiono la miscelazione perfetta;
- il liquido risultante esce dal tubicino di sortita suscitando stupore (ed altre sensazioni di appagamento difficilmente ottenibili senza pagare una puttana di alto bordo).
La parola all'esperto
Se solo fosse possibile replicare questo prodigio su larga scala, i suoi impieghi sarebbero davvero infiniti, o comunque, almeno un paio. A tale proposito abbiamo intervistato Gino Favazuppa, titolare della ditta "Tu mi tubi" di Gargaglione Scalo (Boh), massimo esperto italiano di "umidità e dinamica del reumatismo".
- Inviato: “Perché è così importante farlo su larga scala?”
- Gino: “Se la scala è larga ci vogliono almeno un paio di elementi.”
- Inviato: “Perché?”
- Gino: “Altrimenti si scalda solo un pezzo.”
- Inviato: “Ma di cosa sta parlando?”
- Gino: “Dei termosifoni da mettere sulla scala.”
- Inviato: “Ma noi ti abbiamo chiamato per il cammello magico.”
- Gino: “Io avevo capito compensatore idraulico.”
- Inviato: “Vabbè, non ci siamo capiti mi spiace, arrivederci.”
- Gino: “Arrivederci un cazzo! Se non mi paghi la chiamata ti smonto la capoccia col giratubi!”
Note
- ^ se non lo capisci non è colpa mia