Campobasso

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Lo stemma della città, come si può notare appunto campo basso.

Campobasso, anche nota con il nome di "Sconfort City", è il capoluogo della fantomatica regione del Molise e della omonima provincia altrimenti nota come Basso Molise per il livello culturale dei suoi abitanti e per la sua posizione geografica rispetto all'Alto Molise, con capoluogo Isernia.
In generale quest'ultima interpretazione viene spesso screditata dalla gente del luogo in quanto troppo complessa per essere compresa dagli autoctoni.
Campobasso conta circa 50000 abitanti, di cui una buona metà non appartiene alla specie Homo sapiens sapiens.

Popolazione

A quanto pare i campobassani sono una sorta di strano essere mutante venuto fuori dalla fecondazione della nonna di Smigol da parte di un lupo malato di rabbia e sifilide. Da questo la denominazione di "lupi" con conseguente canzoncina:

« I lupi non sono italiani ma sono una massa di... »

È incerta la discendenza di una piccola fazione dell'aristocrazia molisana: quelli con la "r" moscia. Si suppone che questa caratteristica sia stata mantenuta grazie alla presenza di più di dodici denti e alla puzza sotto il naso. Probabilmente trattasi di una eredità genetica acquisita dagli avi Sanniti e Sunniti, giunti in terra di Puglia durante le invasioni saracene e spostatisi nel vicino Molise in cerca di asparagi.

Sport

Il termine sport sembra essere sconosciuto alla stragrande maggioranza dei "cambuasciani" visto che tutte le squadre del villaggio fanno letteralmente schifo in qualsiasi disciplina. Nonostante l'esistenza di ben tre squadre di calcio, nessuna di esse è riuscita a cavarsela neanche nel girone dilettanti.
In compenso, se si è attenti nell'osservare la fauna locale, si possono vedere gli indigeni cimentarsi nel "mazz'e piuz'", gioco ereditato direttamente dagli avi Sanniti.

In alcuni sport però l'abilità particolare di questi Sanniti, come amano farsi chiamare i campuasciani bazzicanti i GDR, diventa innegabile. Al primo posto indiscusso il salto della cavallina, ossia la ragazzetta porca di turno. Al secondo posto l'atletica leggera perché quella pesante è stancante.

Economia

La moneta corrente nello pseudopaese in questione non è, nel senso che si usa il baratto.
La merce scambiabile più prestigiosa è la mozzarella, mangiata quotidianamente e voracemente dal cambuasciano doc almeno quattro volte al giorno. Altro prodotto molto apprezzato è il baratto di salumi e affettati "della casa", nel senso che fatti da e con loro parenti (i.e. suini). Altro scambio vantaggioso è il birra e salsiccia o, come si dice nell'idioma locale, Birr'e Sausicc', la cui contropartita solita è un pezzo di passera o un tocco d'erba di zia Maria.

Con grande stupore da parte di molti economisti, sembra molto apprezzato nelle campagne campuasciane il motto Keynesiano di "pagare gente per fare le buche e poi ricoprirle". In realtà quel che accade è che molta gente si dimentica il perché stesse scavando ancor prima di avere finito e, per uno strano meccanismo di dejà-vu, ribalta la propria cognizione temporale nella comprensione dei meccanismi di causa-effetto e inizia a credere che in realtà stesse ricoprendo una buca, per cui rimette la terra là dove l'aveva appena tolta.
La cosa ancora più sconvolgente è che colui che li aveva assunti per scavare, e magari costruire una casa, si dimentica di tali motivi e quando vede i propri operai tornare, tutti contenti e soddisfatti per l'immane opera di "ricoprimento" appena compiuta, si rallegra pure lui ed invita tutti al bar a bere. E magari gli paga pure la giornata. In questo modo la macroeconomia molisana gode di una notevole liquidità ed un'equa distribuzione della ricchezza tra operai, geometri, baristi e buche nel terreno. Tutto ciò però va a discapito dell'edilizia e dello sviluppo delle infrastrutture: ponti e cavalcavia lasciati a metà, case costruite per metà oppure metà da una parte e metà da un'altra, eccetera.

Clima

« Marò, fa nu'cazz e fridd uagliò! »
(Lo Yeti in Erasmus a Campitello Matese)
« Se una farfalla in Brasile sbatte le ali in Molise nevica. Se la stessa farfalla risbatte le ali in Molise non succede niente da nessuna parte »
(Ian Malcolm in Jurassic Pork, il Molise dalla preistoria ad ora)

A Campobasso ci sono dieci mesi di freddo e due mesi di fresco.
L'escursione termica tra il giorno e la notte è nelle zone interne superiore a quella registrabile nel deserto del Gobi: le sere di luglio, alle feste in paese, è bene portarsi sempre il buon vecchio maglione della nonna ed indossare sotto la maglia della salute, poiché la temperatura può scendere sotto i 5 e a volte anche sotto i 74 gradi. Di luglio, quando c'è il sole, alle due del pomeriggio è necessario cospargersi di vernice al piombo per evitare ustioni di terzo grado e tumori alla pelle. Quindi, cari amici, se state progettando una vacanza-studio a Campobasso non meravigliatevi di trovare variazioni di temperatura superiori ai quaranta gradi centigradi o dei vestiti per la strada: è gente evaporata.

Linguaggio (se così lo si può definire)

Tipico esempio di abitazione campobassana.

La lingua ufficiale è il "cambuasciano", uno strano miscuglio infernale tra ululati di lupo, linguaggio preistorico e rutti. Gli scienziati studiano tuttora i cambuasciani-lupi per capire quale fosse il linguaggio degli uomini delle caverne (anche se quest'ultimo è molto più avanzato del cambuasciano). Espressione tipica che denota stile e ricercatezza del cambuasciano è il "dunzella dunzè, vietenn' vietè". Ogni campuasciana sarà commossa se le urlerete dietro questa espressione ancestrale del capoluogo molisano.

Il campobassano medio riporta tutto al cibo. Non sarà strano sentirlo cantare, nel centro della "villetta dei cannoni" e anche allo stadio "Romagnoli nuovo" come noto coro da stadio:

« Nu scim pazz p'll cavatiell, nu piatt chin chin e tracchiulell, nu sem cambuascià, la nord è rossoblu, bevem birra Forst e nient chiùùùù....ALÈ ALÈ ALÈ ALÈ ALEEEÈ, ALÈ ALÈ ALÈ ALÈ ALEEEÈ, nu sem cambuascià, la nord è rossoblu, beem birra Forst e nient chiù! »

Ci sono più dialetti nella provincia di Campobasso che nell'intera Russia. Per uno straniero che viene in terra molisana le differenze non sono drammatiche, tutto oscilla tra il napoletano, il pugliese e (per i più colti) l'abruzzese. Tuttavia è usanza in ogni paesino della provincia deridere e beffeggiare l'accento o le poche locuzioni diverse del paese vicino.
Tra le forme dialettali di maggiore influenza del basso basso-molise vi sono il Riccese, lo Jevzino o Jevzarol' e, l'ormai protetto dall'UNESCO, Cercese. Eccezione costituiscono alcune lingue non italiche, ormai non più appartenenti nemmeno al resto del mondo, parlate in villaggi particolarmente sperduti ed isolati della provincia. Queste sono l'albanese arcaico, il pugliese senza vocali (incrociato col sumero ed il calabbrese) e l'antico linguaggio dei contadini e dei pastori, paragonabile in tutto e per tutto ad alcune forme dialettali-semplificate del neanderthaliano antico e del cromagnoniano, costituito da versi e gorgoglii prodotti perlopiù da stomaco o intestino retto, intervallati da sputi.
Quest'ultima lingua veniva utilizzata in passato dai mandriani (e mandrilli) che attraversavano i tratturi e comunicavano alle popolazioni autoctone con questo linguaggio universale (come oggi l'inglese) sentimenti di profondo ribrezzo e disgusto.

Espressioni idiomatiche (cioè degli idi-homi, gli uomini idioti)

In alcuni dialetti del Molise più continentale, dove la popolazione è maggiormente dedita all'allevamento dei "suini" (vezzeggiativo di possesso per indicare il loro bestiame), vi sono tracce evidenti nel linguaggio del legame tra l'uomo e la bestia. Alcuni esempi:

« Quanti anni hai? »
« Teng vend'ann cchiù ddu puorc »

Traduzione: Ho venti anni più del maiale.
Significato: Ho ventuno anni. In questo sistema di misura ci si riferisce alla speranza di vita media di un maiale (un anno, tra nascita e macellazione) come metro standard e si usa indicare la propria età come il numero di anni in più di quelli del maiale.

« O megl' pesc' è semb' u puorc! »

Traduzione: Il pesce più buono è sempre il maiale.
Significato: Non c'è niente di meglio della carne di maiale. Espressione utilizzata per ribadire che la tradizione culinaria cambuasciana ha come base indiscutibile la carne di maiale in tutte le sue forme e che il pesce, alimento principale della tradizione termolese, non può lontanamente competere con questa.

« Mh fa mal' o' prosùtt... »

Traduzione: Mi fa male il prosciutto.
Significato: Mi fa/anno male il/i gluteo/i. Si vuole esplicitare in questa locuzione l'analogia tra l'anatomia dell'uomo molisano e quella del suino riferendosi alla parte anatomica del grande gluteo e limitrofa come a quella della coscia posteriore del maiale, dalla quale si effettua il taglio per ottenere il prosciutto.

Lo sapevate?

  • Campobasso fa parte delle sette cose più brutte del mondo moderno dopo Foggia, Cremona, Bari e Potenza.
  • Per poter usare il cellulare bisogna uscire dalla città e dirigersi verso la frazione di Tantocampo.
  • A Campobasso è presente un castello denominato "Castel Monqualcosa" che funge da discarica di bottiglie di birra e preservativi utilizzata dalle coppiette, gang e orde che si riuniscono lì ogni sera a discutere come generare un mondo migliore.
  • A Campobasso per chiamare altre città si usa il prefisso internazionale. In centro città il prefisso telefonico 0874 è più lungo del numero.
  • A Campuash non esistono strade con i buchi ma buchi con residui di strade.
  • Il campuashano verace deve vantarsi di scopare con le meglio truzze. Le meglio truzze sono ancora vergini.
  • Se un campuashano cade da un dirupo la morte è accompagnata da una scoreggia pazzesca.
  • Campobasso è l'anello mancante tra la tristezza e la monotonia. Almeno da quanto dichiarato da Massimo Della Noia.
  • Campobasso, anche se non sancito esplicitamente, appartiene all'area Schengen e non si rende necessario quindi per i residenti in Molise di esibire i propri documenti al passaggio nelle altre regioni. Questa delibera è stata presa poiché l'80% dei campuasciani non ha documenti di identità validi.
  • Fino a pochi anni fa, il tesserino sanitario del Molise era un foglio di cartoncino piegato con sopra la cartina del basso Molise (che molti pensavano fosse l'Italia, o una foglia d'acero), il proprio nome (più spesso quello attribuito in paese) e il nome del medico del paese.
  • Nell'intera provincia di Campobasso sono presenti solamente due autovelox e gli abitanti del luogo, incuriositi, usano fotografarli e farsi scattare foto con e da loro.
  • Se non sei del luogo contatta una guida che parli anche la tua lingua; per darsi indicazioni stradali i campuasciani utilizzano "sopra" e "sotto", "sali" e "scendi" al posto, rispettivamente, dei più diffusi "vai a destra" o "sinistra" utilizzati nel resto dell'Universo. Per gli incroci con più di due possibili scelte ci stanno ancora lavorando, sia linguisti che ingegneri civili.
  • Se qualcuno racconta di essere andato in vacanza a Campobasso, vuol dire che non è andato in vacanza.
  • Campobasso è l'unica città al mondo, dove è il dipendente a pagare il padrone che lo fa lavorare, e non il contrario.

Terronia