Carlo Tavecchio

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Il nuovo che avanza!
« Io non sono razzista, faccio tanto volontariato! »
(Carlo Tavecchio dimostra grandi doti nel dribbling.)
« Il calcio femminile è importante. Le donne sono brave quasi quanto gli uomini! »
(Tavecchio familiarizza anche con l'autogol.)
« Optì Pobà, che prima mangiava le banane, ora gioca titolare nella Lazio. »
(Se avesse mangiato le arance, ora giocherebbe nel Palermo.)
« Ma queste cose nemmeno in Congo, dico io! »
(Carlo Tavecchio si lamenta dell'elezione di Carlo Tavecchio a Presidente FIGC.)

Carlo Aronne Tavecchio (Italia, tanto tanto tempo fa - Vivo e pimpante) è stato per un fin troppo lungo periodo di tempo presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio. No, davvero!

Biografia

Carlo Tavecchio nasce in provincia di Como, prima che ci arrivassero tutti quei terroni, e visse perciò una felice e serena infanzia. Nonostante sia diplomato in ragioneria, non è neanche capace di contare fino a 10 prima di parlare a vanvera, cosa che gli procurerà non poche grane in futuro.

Tavecchio mentre assiste ad una partita di calcio femminile.

Entrato in politica, viene eletto sindaco del suo paesello in culo al Lago di Como e si scontra per la prima volta con la realtà dell'immigrazione.

« No, no: non compriamo niente! »
(Il Sindaco Tavecchio agli immigrati che chiedevano asilo.)

Nel 1974 un ragazzino sudamericano immigrato gli rompe una finestra con una pallonata e Tavecchio si affaccia per la prima volta nel mondo del calcio, dalla finestra rotta.
Decide così di fondare una polisportiva in cui raccogliere tutti quei baluba che giocavano per strada, così che dessero meno fastidio: nasce la Società Dilettantistica Internazionale, che ancora oggi tessera moltissimi extracomunitari ogni anno. Tavecchio, col suo cuore grande e il suo animo buono, consentiva ai ragazzini di giocare coi palloni che producevano.

"MA COSA FA QUEL NERO???" - Tavecchio da giovane.

Dopo quarant'anni nel mondo del calcio, di cui buona parte passati in carcere a scontare svariate condanne per i reati di evasione fiscale, abuso d'ufficio, tentato stupro alla decenza e attentato al buon senso, Tavecchio si candida a presidente della FIGC per "rinnovare il calcio". Un po' come se Pippo Baudo si proponesse per rinverdire il Festival di San Remo.


Il caso Optì Pobà e la gogna mediatica

« Vendeva le banane sotto casa di Pogbà
Optì Pobà, Optì Pobà! »
« Optì Pobà
sei un immigrato
e col sapone non ti sei mai lavato! »
Gli amici di Tavecchio in osteria.
Carlo Tavecchio e il suo grande amico Optì Pobà ai tempi in cui entrambi mangiavano banane in Africa.

È la sera del 25 luglio 2014 e all'osteria Tel chi el terùn di Como si canta e si festeggia: Tavecchio, Adriano Galliani, Claudio Lotito e altri amici sono convinti di avere l'elezione di Carlo in tasca, e si lasciano andare alla goliardia. Un giornalista al soldo dei poteri forti registra tutta la scena e scrive la notizia.

« Optì, Pobà,

Pobà, Pobà, Pobà,
l'hanno visto sulla spiaggia,

che faceva il vucumprà! »

È l'inizio della fine: approfittando di questo scivolone si mette in moto la macchina del fango.
Televisioni, radio, siti, giornali, tostapane, politici, calciatori, dirigenti, clown: tutti si schierano contro Tavecchio dandogli del razzista, dicendogli che è troppo vecchio, che è inadeguato, brutto e pure impotente.
Alla fine di questa triste vicenda la democrazia ha trionfato e Tavecchio è stato finalmente eletto presidente.
E vissero tutti felici e contenti. Qualcuno più degli altri.

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Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno 17 agosto 2014 col 37.5% di voti (su 16).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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