Corno
Il corno è uno strumento musicale presente nelle orchestre, nelle bande e sulla testa dei terribili demoni dell'inferno.
Forma e caratteristiche
Il corno appartiene alla classe degli aerofagi, in particolare alla famiglia degli ottoni, strumenti di metallo suonati facendo piccole scoreggette dentro un ambiguo oggetto detto “bocchino” (ed il nome certo non mitiga l'ambiguità). È costituito da un groviglio di tubi la cui disposizione è legata alle leggi del caos (teorizzate dal fisico ungherese Ambarab A.C.C. Koccò) che termina con un ampio orinatoio a forma di campana.
La sua stessa forma genera una delle principali caratteristiche del corno: la casualità. Per questa ragione il cornista solitamente è molto nervoso, perché non sa prevedere che cazzo di suono uscirà dal suo strumento: a volte (raramente) note, altre volte sibili da autoambulanza, latrati di cani, urla, rumori di sciacquone, ecc., ma più spesso pernacchie. Per questa ragione egli tiene una mano nella campana dello strumento in modo da potere stoppare il suono a pernacchia qualora non richiesto in partitura.
In orchestra il cornista è in competizione con altri due strumenti: il bassotuba e il ruttofono e spesso i suoni dei tre strumenti si sovrappongono producendo una miscela di rutti e pernacchie, perché ognuno dei tre suona per coprire il suono degli altri due.
Il corno in orchestra
La posizione del corno in orchestra è tra il bassotuba ed il ruttofono. Il timbro del corno è molto versatile: è infatti in grado di creare atmosfere romantiche ma anche pastorali, campestri, agresti, rupestri, pecoresche, capresche, mucchesche e via dicendo. In alcuni casi può anche descrivere scene eroiche, erotiche, gotiche, doriche, ioniche, lidie, frigie, laocridee e corninzie. Si tratta, comunque, sempre di pernacchie e muggiti. Al più scorregge.
Il necessario complemento timbrico al suono del corno è dato dal ruttofono, o meglio, al ruttofono segue il bassotuba che introduce il corno; in pratica si ottengono un rutto e due pernacchie, ma di diverso timbro e tonalità.
Il corno in banda
Il corno nelle bande musicali è detto in gergo “unpaunpa” perché addetto al controtempo. Tuttavia sul ruolo di questo strumento nella banda esiste ancora oggi una diatriba filologico-esistenzialista, guidata da due correnti principali:
- la prima è detta “alternatista” e sostiene che il controtempo debba eseguirsi mettendo in alternanza bassotuba, ruttofono e corno:;
- la seconda è detta “concasinista” e sostiene invece che i tre strumenti debbano suonare all'unisono motiplicando l'effetto di assonanza tra rutti e pernacchie.
Solo di recente si sta sviluppando una nuova tendenza detta “vaffanculista” la quale afferma che "il corno in banda è meglio mandarlo a fare in culo subito prima che rovini altri musicanti".
Il cornista
Gli strumentisti del corno sono detti cornisti, ma anche cornuti, cornacopie, scurnacchiati. I cornisti in orchestra sono gli unici che si guardano attorno con aria smarrita e con lo strumento poggiato sulle gambe durante l’esecuzione, chiedendo ai loro vicini quante battute devono attendere prima di fare la prossima nota. I loro vicini simpaticamente non glielo dicono, riducendoli a pietra dello scandalo musicale.
Nei rari casi in cui i cornisti suonano sono comunque individuabili seguendo la direzione delle bacchette e degli sputi lanciati dal direttore.
Anche il rapporto con gli altri strumentisti è difficile, principalmente perché i cornisti mandano a puttane tutte le esecuzioni. In orchestra esiste un dogma che recita: "è sempre colpa del corno, sempre".
Nonostante la propria incapacità a fare musica, il cornista è abbastanza caghino e permaloso, e lancia sguardi critici e giudicanti soprattutto agli scrocchi delle trombe al suono sguaiato dei tromboni. Si presuppone che il corno sia tanto specializzato nello scrocco da aver inventato lo scrocco musicale.
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