Istanbul
Istanbul (Їşţąñbül), precedentemente conosciuta come Adrianopoli, Costantinopoli o Bisanzio, è la metropoli che ha cambiato più volte nome nel corso della storia. Si prevede che tra 200 anni cambierà di nuovo nome in Nuova Foggia. Bisanziopoli è una metropoli elleno-anatolica e da sempre, per ignoranza popolare, la capitale della Turchia[1], porto multiculturale sulle sponde del Boss-foro (buco del capo) e punto d'incontro tra le due realtà storicamente litigiose di Capitalismo e Bolscevismo.
Pöpölaziönę
Gli abitanti di Istanbul sono detti Istanbulesi o Istanbuliani o Bizantini. Istanbul vanta una popolazione superiore ai 12 000 000 di abitanti. Il traffico è come quello di Milano, dell'intera Lombardia e di un paio di provincie del Veneto, compresso però tutto a Milano.
La popolazione è multietnica: Istanbul è abitata soprattutto da gatti randagi, ma si possono trovare facilmente anche cani, venditori ambulanti, irlandesi, italiani e, molto raramente, turchi.
La città è divisa in due parti, quella europea e quella asiatica. Sulla sponda orientale del Bosforo si trovano tutti quei matusa estremisti di rigida mentalità, i quali difendono con le unghie e con i denti ogni singola insulsa tradizione religiosa ormai superata da secoli (come impacchettare le donne), mentre sull'altra sponda abitano i gay tutti quelli che preferiscono uniformarsi il più possibile alla cultura occidentale dei fast food e della gnocca in bella vista.
Ęcönömia
L'economia di Istanbul si basa sul commercio nel Mediterraneo ma, dato che le attività di compravendita in questo mare sono passate di moda recentemente[2], arrotonda le entrate esportando kebab in tutto il mondo.
Il turismo è una risorsa importante, infatti per le strade si incontrano più turisti che turchi (ma comunque più gatti che turisti), soprattutto per i piccoli imprenditori, proprietari di bar e ristoranti, che si scannano a vicenda in una concorrenza spietata. In questa metropoli non esistono buttafuori bensì "buttadentro", essi vengono pagati apposta per stare all'ingresso del locale e scassare le palle al prossimo, nel tentativo di accaparrarsi il maggior numero possibile di clienti, anche con la forza o con trucchetti di illusione ottica alla Wile Coyote
Strategie dei buttadentro
Il Simpatico:
«Ciao amico! Tu Italiano? English? Espanol? No? Italiano! Ah ah ah! Io amico, tu entra amico, prego accomoda ah ah ah»
pronunciare con sorriso da orecchio a orecchio.
Il Disperato:
«Ti prego tu dà me chance! Io trova cliende o perde lavoro capisc? Ti prego tu entra in locale»
da accompagnare con supplica in ginocchio e pianto isterico.
Tutto ciò che puoi desiderare:
«tu viene qui. Mangia, beve, fuma, guarda calcio, droga, lava vestiti, dorme, fa cacca, scopa mia donna, guarda vestiti, fuma calcio, lava mia nonna, riposa, accarezza gatto, beve cacca, scopa per terra, droga gatto... »
aggiungere vasta gamma di attività improbabili a scelta.
L'ipnosi:
«tu entra! tu ora vuole entrare! Io ora batte mani tu entra»
utilizzare sguardo fisso e espressione impassibile.
La psicologia inversa:
«no tu non prova a entrare... io ha già abbastanza clienti senza te... va' via»
con tanto di sputo sulla scarpa .
L'esca:
«Italiano filio de troia!»
fuggire all'interno del locale sperando di essere inseguiti dal turista voglioso di dare cazzotti.
Ştöria
La città venne fondata nel 2679 a.B. (avanti Bin Laden) da un gruppo di felini domestici dell'Attica, cacciati dalla Grecia perché portavano sfiga sulle trireme. Arrivati al Mar di Mar-mar-mar-mara i micini ellenici si trovarono a fronteggiare le popolazioni autoctone, i gatti persiani, che non avevano intenzione di cedere il territorio. Dopo una serie di lunghe guerre (Guerre persiane), i greci, guidati dal generale e profeta Mao-Metto[ma anche no], riuscirono a rosicare una manciata di biolche sulle rive del Bosforo per fondare una città, a patto di riservare un quartiere esclusivamente ai persiani, dando così origine alla divisione Europa-Asia che dura ancora oggi.
In principio il nome della città era Bisanzio, sostantivo partorito dalla nuda e cruda fantasia dei fondatori, ma durante il periodo della Roma imperiale venne rinominata Costantinopoli, in onore del famoso tronista di mediolanum.
L'impero dei Selciucchi
Nel tredicesimo secolo Costantinopoli venne attaccata e conquistata dai Turchi Selgiuchidi (o Selciucchi), una dinastia di prepotenti mediorientali che sconfissero i gatti e li ridussero in schiavitù. La lotta fu a senso unico: le elaborate strategie militari feline erano inutili contro il pollice opponibile degli invasori umanoidi. Nonostante i turchi avessero assunto tutte le principali cariche governative, la maggior parte della popolazione era ancora composta da gatti ed erano loro a far girare l'economia. Costantinopoli entrò così a far parte dell'impero turco e, visto che il governo dei Selciucchi era basato su prepotenza e arroganza allo stato puro, gli abitanti avvertivano spesso i visitatori dicendo "cì stann' ì bull'" (tradotto dal loro dialetto "qui ci sono i bulli") che poi venne contratto in "Istanbul", che divenne il nuovo nome della città.
Il massacro nell'età moderna
Col passare del tempo i turchi diventarono sempre più numerosi e svilupparono un forte senso di appartenenza alla città. Essi erano infastiditi del fatto che gli altri popoli considerassero ancora Istanbul città felina, perciò decisero di massacrare i gatti per farci i Kebab (mischiandoli adeguatamente ad altre carni misteriose[citazione necessaria]). Nonostante gli sforzi degli umani, gli animali si trovavano in un numero troppo elevato per essere sterminati, infatti ancora oggi i gatti costituiscono il 78% della popolazione.
Męte prїnçipalї
- Moschea Blu
Originariamente chiamata con un parolone impronunciabile (qualcuno sostiene che contenesse 24 "h", 13 "j", nonché uno sproposito di "ç") si decise di semplificarne il nome chiamandola "blu", come il colore delle facce dei visitatori causato dalla puzza di piedi[citazione necessaria] non appena ci si entra. Nella moschea non si indossano le scarpe e le donne si devono coprire i capelli, questo vale anche per i turisti stronzi che se ne fregano delle religioni altrui.
- Stadio di Galatasaray
L'unico stadio che non accetta tifosi in trasferta, perché dodici milioni di tifosi di casa sono già troppi per farceli stare.
- Santa Sofia
Costruita inizialmente come tempio dedicato a Poseidone, il quale ringraziò gli abitanti donando loro acqua non potabile che fa venire la diarrea, fu poi convertita a chiesa per il più benevolente Dio cristiano, il quale li ringraziò con un'invasione di crociati. A questo punto venne trasformata in moschea e lo è tuttora nella speranza che andrà tutto bene. Sono già pronti progetti per riadattarla a tempio buddista, sinagoga e mandir.
- Il gran bazar dei tarocchi
In questa sorta di mercato a tempo pieno si possono trovare le migliori marche sempre rigorosamente taroccate: da D&T a Çalvin Klajn, da Sçvarochki a La Choşte[3][4].
- Topkapi
Il Palazzo del Sultano, grande come un quartiere. Infatti era usanza del governatore avere moltissime mogli e i maroni capienti abbastanza per sopportarne una alla volta, perciò era necessario dislocarle in edifici diversi molto lontani fra loro.
Luogo di pace e relax assoluti, a base di acqua calda e vapore a novanta gradi, in cui non vige il benché minimo senso del pudore. Qui si può fare di tutto con il proprio corpo e con quello degli altri (e quando dico tutto intendo tutto-tutto-tutto).
Införmaziöni (in)ütili
- Ad Istanbul vanno di moda le barbe incolte e i baffi alla Roberto Da Crema.
- In questa città il clacson è un aggeggio che serve per passare il tempo divertendosi mentre si aspetta in coda, gli automobilisti lo utilizzano per ogni quisquilia.
- Il videogame Prince of Persia inizialmente doveva essere ambientato ad Istanbul, ma poi i produttori ebbero qualche battibecco col sultano con tanto di taglio di teste, perciò il set venne spostato a Babilonia.
- Come pratica religiosa vengono diffusi cinque volte al giorno, attraverso altoparlanti, i lamenti di un uomo in evidente stato di sofferenza (forse post-pera) che durano per circa mezzora. La gente dovrebbe inginocchiarsi a pregare ma in realtà non lo caga nessuno.
- Atatürk morì di infarto in un ostello a Istanbul mentre si faceva una delle mogli del sultano che aveva deposto.
- Mentre in Italia esiste un solo tipo di kebab, a Istanbul sono state ritrovate tredici nuove specie. Gli studiosi affermano che ne esistono molte altre non ancora scoperte.
- In questa metropoli è molto comune trovare ristoranti identici, in edifici adiacenti, gestiti da due diversi proprietari. Non soffermatevi nel mezzo o i buttadentro si metteranno a litigare strattonandovi per le braccia in modo da accaparrarsi almeno le membra.
- Non è opportuno accarezzare i gattini, sembrano carini ma hanno sviluppato volontariamente malattie infettive per contagiare gli esseri umani.
- Un tempo la poligamia era ammessa ma ora è difficile trovare anche una sola donna, perciò ai maschietti conviene ritornare a casa dalla cara vecchia mano.
- Nella parte europea si possono trovare famosi fast food come McDonald, Burger King e Burger Türk[5].
- È usanza culinaria preparare le varietà più prelibate di carne macinandole tutte assieme con un fottio di spezie e pressandole in "pseudo-polpette" di ogni forma in modo da renderle indistinguibili.
- Dolci tipici del posto sono ottime torte e frittelle categoricamente inzuppate fino all'esasperazione in un liquido trasparente simile nel sapore e nella densità alla tachipirina.
- Per fumare il narghilè bisogna avere almeno quattro anni.
- A differenza di quanto sostengono i pregiudizi degli occidentali, a Istanbul non esiste il terrorismo[come no].