Darko Pančev

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La Gazzetta titolò così quando seppe dell'interesse per il macedone da parte dell'Inter.
« Macché Papin. Il vero pallone d'oro sono io. »
(Darko Panč­ev su modestia e senso della realtà.)
« Il Cobra non è un serpente, ma una pippa indecente... »
(Donatella Rettore su Darko Pančev)
« In area, dategli palla ed è gol. »
« Dite che con Pančev bisogna avere pazienza perché è della Macedonia? Sarà...ma io sono della Bovisa e se sbaglia un'altra volta davanti al portiere gli spezzo i femori con un tubo innocenti. »
« Panč­ev è proprio inutile »
(Il Corriere, cinque minuti dopo il suo esordio in maglia nerazzurra.)

Darko Panč­ev è la dimostrazione vivente[1] che alla dirigenza dell'Inter non serviva Massimo Moratti per riempirsi di bidoni: ci riusciva benissimo anche prima di lui.

Carriera

Panč­ev mostra con orgoglio la Scarpa d'Oro vinta nel 2007. La UEFA decise di premiarlo con la stessa velocità dei suoi affondi.

Panč­ev era reduce da una stagione stellare, non fosse altro perché aveva giocato nello Stella Rossa Belgrado. Anche per alcuni dettagli trascurabili, come 34 reti stagionali, una Scarpa d'Oro e il titolo di campione d'Europa e dei due continenti col club jugoslavo.
Campionato, Coppa Campioni, Coppa Intercontinentale: sperava di rivincere tutto questo quando venne acquistato dall'Inter, dove contava di ricevere da Lothar Matthäus gli assist che a Belgrado gli forniva a ripetizione Dejan Savićević; nessuno però lo aveva informato che il capitano della Germania si era già messo d'accordo col Bayern Monaco per trascorrervi gli ultimi 27 anni di carriera. Anche Jürgen Klinsmann, la nota Pantegana Bionda, aveva chiesto la cessione a causa dei nuovi programmi di derattizzazione varati dal comune di Milano. Al loro posto nell'estate 1992 oltre al Cobra giunsero in nerazzurro:

  • Matthias Sammer, libero tedesco dalle ottime doti d'attacco, che Bagnoli tentò di convertire in trequartista prima con uno schieramento su misura e poi trapiantandogli le gambe del suo vecchio pupillo Di Gennaro;
  • Ruben Sosa, guizzante ala della Lazio destinata a colmare le carenze nerazzurre in materia di simulazioni in area;
  • Igor Shalimov, centrocampista tuttofare preso dal Foggia di Zeman dove si era messo in luce per il dinamismo e la completa ignoranza in fase difensiva;
  • Totò Schillaci, in cerca di rilancio dopo due deludenti stagioni alla Juventus, che a fine anno emigrò in Giappone dopo essere riuscito a perdere il posto a vantaggio di Davide Fontolan, nome con cui era conosciuto un attaccapanni con la parrucca di Klinsmann appesa sopra.

In altre parole, l'elemento più valido tecnicamente di quell'Inter doveva essere Riccardo Ferri.
Tuttavia, poiché già allora il club meneghino aveva il fiuto per gli affari di un sacco dell'umido, per assicurarsi il bomber macedone sbaragliò la concorrenza del Real Madrid e della Lucchese sborsando 14 miliardi di lire, facendogli inoltre firmare un contratto quadriennale che all'epoca offrivano soltanto ai bigliettai.
Panč­ev non volle deludere le attese e si presentò in forma smagliante al primo allenamento ad Appiano Gentile, calzando un paio di infradito che, a suo dire, lo aiutavano a perfezionare la sua proverbiale precisione sotto porta.

Trad.:"Darko Panč­ev: in Macedonia non avevamo di meglio".

I risultati non si fecero attendere: riuscì a centrare la porta col suo primo tiro. Era quella del bagno degli uomini del settore ospiti dello stadio. I tifosi nerazzurri sottolinearono il gesto balistico sommergendolo di fischi dalle gradinate di San Siro. E questo nonostante la squadra giocasse in trasferta ad Ancona.

Le sue prestazioni crebbero, tanto che era diventato capace di mancare la porta da qualunque posizione e in qualunque modo, con i più spettacolari ed inutili gesti tecnici che la Serie A avesse visto dai tempi di Perdomo, cioè appena due anni prima.
E quindi i nerazzurri furono costretti a cederlo, loro malgrado, in prestito al primo club tedesco dell'elenco, che purtroppo era il Bayer Leverkusen. Così lo scaricarono al Lipsia. Lì fu amato talmente tanto che i tedeschi non aspettarono fino a fine stagione pur di rimandarlo a Milano.
Ma l'Inter stava per cambiare proprietà, e Panč­ev non rientrava nei piani tecnici della società, che preferì rimpiazzarlo col migliore Dennis Bergkamp, punta olandese che durante la sua carriera mostrerà ben altra classe rispetto al Cobra, ovviamente non in nerazzurro dove trascorse gran parte dell'anno a calciare punizioni dal limite in fallo laterale. Per questo il macedone andò in cerca di fortuna e trovò, infatti, il Fortuna Dusseldorf, per poi concludere la sua strepitosa carriera a Sion, tra canti di lode e stufato di agnello.
Della sua esperienza all'Inter dirà:

« Ma come cazzo ho fatto a finire lì? Voglio dire: mi cercava mezza Europa e all'altra mezza gli rodeva il culo perché non aveva abbastanza soldi per comprarmi, mi hanno detto che andavo a Milano, potevano dirmi che era la squadra sbagliata! »
(Darko Panč­ev nella prossima reincarnazione starà più attento.)

Ha anche giocato in nazionale e non con una, ma con ben due maglie diverse, ma non ci interessa.

Carriera nel porno

Pančev nel suo habitat naturale: la panchina.

Molti faticarono a vedere il suo talento, forse perché era ben nascosto. In campo lasciava a desiderare, ma sembra che fuori fosse un vero fuoriclasse, come d'altra parte suggeriva il soprannome di Cobra che si era guadagnato a Belgrado. Un talent scout lo notò in vacanza in campo per nudisti e gli propose un contratto. Lui disse che si era ritirato, lo scrutatore disse che avrebbe percepito uno stipendio venti volte superiore rispetto a quando era all'Inter, e sarebbe stato anche più amato. A queste parole accettò, ma rimase un po' interdetto quando al posto di un campo in erba sintetica, gli chiesero di riscaldarsi nudo e dopo aver assunto del Viagra su un letto a baldacchino con cuscini di seta e una biondona ungherese.
Fu così sancito l'esordio nel cinema a luci rosse per il Cobra, che ebbe un grande successo, tanto da far capire alla Rettore che in effetti il cobra è un serpente, e anche di una certa lunghezza, e con una certa agilità.
Di seguito una lista dei suoi migliori film:

Filmografia parziale

  • Tutti frutti, soprattutto le banane Girato in patria.
  • Questa volta faccio centro! Film autobiografico.
  • Amore Internazioanale
  • Il trenino dell'amore fa ciuf ciuf e io sto dietro
  • Guarda Milano che è pieno di serpi
  • Violenta Milano Omaggio al genere poliziottesco.
  • PornoStella Rossa
  • Snakes on a Plane

Caratteristiche tecniche

Velocità, fiuto del gol, precisione sotto porta: un giorno sperava di sviluppare tutte queste qualità. La storia ci dice che quel giorno non arrivò mai.
Non disponeva di raffinati fondamentali tecnici, partecipava raramente alla manovra e non era fortissimo fisicamente, ma ciò non rappresentava un grosso problema se avesse, come i tifosi nerazzurri si auguravano, trovato rapidamente la sua collocazione in campo: a tracciare le righe.
Nonostante l'infelice avventura in nerazzurro è comunque stato eletto miglior calciatore macedone degli ultimi 50 anni, superando per una manciata di voti Goran Pandev e un innaffiatoio.

Statistiche

Ecco le impressionanti statistiche del fantastico bomber macedone:

Stagione Squadra Presenze Reti
Vardar Skopje
151
74
1988-92
Stella Rossa Belgrado
91
84
1992-93
Inter
12
1
1993-94
Inter
-
-
VFB Leipzig
10
2
1994-95
Inter
7
2
1995-96
Fortuna Dusseldorf
14
2
1996-97
Sion
5
-

I momenti più illuminanti


Note

  1. ^ Per quanto le prestazioni in campo possano far pensare al contrario.

Voci correlate