Daniele De Rossi
Daniele De Rossi (Ostia 1983 - Ove sarà, Quando dovrà essere) è uno stimato collezionista di cartellini rossi di tutto il mondo, attivo come calciatore desiderato da tantissime e fortissime squadre europee, ma che, per qualche oscuro motivo, continua a rifiutare offerte sempre più sostanziose per rimanere dov'è, cioè a raschiare il fondo del barile della serie A con la Rometta, venendo ripetutamente convocato in nazionale nel ruolo di stampella di centrocampo per i giovini, forti e soprattutto sanissimi compari Pirlo e Gattuso.
Biografia
Danieletto "Core de Ostia Core de Roma Capitan Futuro Er Gladiatore etc. etc." nasce ad Aostia nell'anno dello scudetto romanista. La sua venuta al mondo è un segno, cioè quello che tutti i tentativi di far tornare la squadra giallorossa alla gloria appena conquistata saranno eternamente vani. Così, mentre Brunetto er Nanetto e l'ottavo re di Roma si danno una lunga e profonda grattata ai maroni, il bimbo Daniele dice le prime paroline: "mamma", "cacca", "CUCS" e "resterò per sempre alla Roma".
I genitori, visibilmente terrorizzati, decidono di portarlo a visitare dal dott.Sandro Mayer, noto prosopicopsicologo e rabdomante. Il verdetto del dottor Mayer è gravissimo: il ragazzino è affetto dalla sindrome di House, una rarissima malattia del sistema nervoso che colpisce un bambino su 50 milioni, provocando, in ordine di gravità:
- Rigurgito nervoso, facilmente diagnosticabile nelle conferenze stampa, dove sembra sempre sul punto di ruttare o di vomitare su giornalisti, fotografi e cameramen.
- Difficoltà di apprendimento generali, con tendenza alla quadratura del pallone.
- Spasmi articolari agli arti inferiori i quali si drizzano e si dirigono verso gli stinchi di qualsiasi cosa osi deambulare nel raggio di tre metri.
- Sbalzi d'umore, irascibilità ed insubordinazione con particolare attrazione verso i colori giallo e rosso, in cartoncini 12x9.
- Abbattimento delle facoltà sinaptiche e conseguente perdita della logica e l'elaborazione di ragionamenti sensati con conseguenti slanci d'amore come l'attaccamento alla maglia di una squadra capace di pareggiare 3-3, rimontata, contro gli slovacchi del Kosiçe, paragonabili in Italia alla Solbiatese o al Fincantieri Palermo
- Schizofrenia, passata a tutto lo spogliatoio giallorosso, diagnosticata anche in Philippa Mechés e Mastro Lindo sgrassatore contro il grasso fa furore
I genitori di Daniele tentano il ricovero presso l'Istituto Infantile d'Igiene mentale di San Voldemort, ma il bimbo li tramortisce e fugge alla volta del paese dei balocchi.
Carriera
Il De Rossi fuggitivo si perde lungo le strade di Spagna, di Francia e di Bretagna, ma il destino è clemente e bonario con lui. Così, in una fredda notte dell'inverno 2001, l'ormai adolescente Daniele, vicino al confine con la Lettonia, dove aveva intenzione di farsi una dormita, viene quasi arrotato da un'automobile di grossa cilindrata. Il guidatore della macchina è niente di meno che Fabio Capello, di ritorno dalla Russia con due suoi scagnozzi, Emerson e Panucci, in trasferta per sfruttare la fauna locale. Il giovine comincia a distruggere il macchinone a pedate per vendicarsi del tentato asfaltament. L'allenatore romanista, nella furia omicida del ragazzo, nota una potenza inusitata e una tecnica formidabile e decide di portarlo nel vivaio della Roma, dopo averlo dovutamente fatto legare e imbavagliare da Panucci, che viene però morso dal giovane e si prende la rabbia. Pensate che a tutt'oggi Capello è considerato uno dei migliori allenatori al mondo. Danieletto inizia così la sua carriera fruttuosa, feconda, longeva e costellata di successi nazionali e internazionali[citazione necessaria], incontrando, nella primavera romanista, l'amore della sua vita: Alberto Aquilani.
I primi successi
Il mister Capello decide di mettere il biondo ragazzotto a giocare in mediana, dopo aver verificato che come difensore o terzino avrebbe provocato milioni di rigori contro e come attaccante sarebbe stato troppo lento, alto, incapace di testa e a tenere palla. Oltre al calciatore, inizia a formarsi anche l'uomo-De Rossi, che si manifesta con i primi rosicamenti e le prime espulsioni (33 in due partite di Campionato Primavera). Ma forse questo giocatore non sarebbe sbocciato se non fosse stato per un uomo come Francesco Totti, che incontra il futuro mediano della Nazionale durante una gara di rutti all'EUR e lo prende subito sotto la sua ala, proteggendolo dai continui tentativi di stupro di gente di malaffare della prima squadra romanista come Lima o Peppe "Sono qui per caso" Guardiola. Nonostante il quadro poco confortante che lo circonda, Daniele comincia a comportarsi bene in campo, facendo anche vincere un mondiale per club (Primavera, mica quello vero...) alla sua squadra e guadagnandosi la chiamata tra i titolari. In poco tempo il giovanottone biondo si guadagna il posto da titolare nel centrocampo romanista a fianco di mia nonna, rubando il posto a campioni del calibro di Tommasi, Delvecchio e Amortino Mancino. Venendo anche convocato in Nazionale per pulire la cuccia di Gattuso insieme a Totti, col ginocchio ancora fresco di Bostik, Simone Perrotta.
De Rossi gioca una partita e mezzo, avendo la sfiga di trovare, nel match contro Bushlandia, un cugino di Kurt Angle che si fa esplodere una capsuletta di sangue finto sulla fronte e lo fa espellere. Rientra appena in tempo per la finale contro Baguettonia, raggiunta grazie alle grandi parate di Peruzzi, alle instancabili sgroppate sulle fascia di Oddo e ai micidiali colpi di Barone. In quell'occasione, dopo i tempi regolamentari e i supplementari, per una durata totale di circa sei giorni, si ricorre alla lotteria dei rigori. Danieletto tira giusto il suo, poi scaracchia sul dischetto e fa sbananare come un babbione Tresseghé, regalando i Campionati del Mondo a noi poveri rincos, che dopo quattro anni e mezzo, dimentichi di altre due competizioni internazionali fallite miseramente, ancora esultiamo POO POPPO POPPOPOOPPOO!
L'inizio della fine
La stagione 2006/07 sembra l'inizio della "Golden Age" per il calcio italiano: la Rubbentus è stata retrocessa in Serie B e Don Luciano Corleone è stato estromesso dal calcio e condannato. L'Inter vince uno scudetto (a scala quaranta) dopo quello del 8413 a.C. La Roma è tra le squadre favorite nella corsa al titolo, grazie alle risorse del nuovo allenatore Lucino il Lampadino e ai nuovi grandi acquisti giallorossi, tra cui spiccano il maniscalco Julio Sergio, la coppia difensiva Cassetti-Tonetto, noti rattoppa-calzoni e il mediano Ricardo Faty, un nome, un: chi?.
Sembrerebbero delle ottime premesse, ma la sindrome di House, rimasta silente per molto tempo, si riaffaccia in De Rossi, sporgendosi dal balcone del cervello urlando: "Neuroni, rientrate tutti che è pronta la cena!" Il rendimento atletico di Daniele diminuisce vistosamente: smette di segnare, di tirare e di pressare, ma anche più semplicemente di passare palla o di muoversi in campo e l'allenatore è costretto ad affiancargli in mediana un indigeno indigente, David Pizarro, ex bidone interista e suonatore di padella andina. L'alternativa è il fidanzato Alberto Aquilani, che, lodando Iddio, si sfragna le gambe un partita sì e l'altra pure. Starà praticamente fermo per tre anni, poi verrà spedito in Inghilterra per la rottamazione, ma, a Liverpool, si innamorerà di Fernando Torres e si sposerà con lui, lasciando il povero De Rossi solo a Roma. Alla faccia della favorita, la Trastevere F.C. riesce in questa stagione a compiere due imprese storiche. La prima la fa in Champions League: infatti, dopo aver eliminato il fortissimo[senza fonte] Olympique Lione agli ottavi grazie ai gol del pizzettaro Amantino Mancini, viene sorteggiata contro il Manchester United.
Dopo la partita d'andata che, per la favorevole congiunzione di Giove e "sia...che...", è vinta dai giallorossi in casa, i nostri eroi contemporanei si fanno interrare dai Red Devils all'Old Trafford, in una partita in cui va a segno perfino Patrick Evrà, che in Italia aveva giocato nel Marsala e nel Monza (e ci sarà stato un motivo...). In quel massacro, finito 77 a 1 per i mencesterini, Danielozzo realizza il gol della Roma, venendo poi sputtanato ripetutamente da un effeminato a caso di quelli là.
La seconda impresa romanista è quella di riuscire a battere l'Inter in casa, rendendosi poi conto che, pur occupando il secondo posto, i capitolini sono in svantaggio di 94 punti dai meneghini nerazzurri ormai campioni d'Italia già dal Natale precedente.
Salvo il furto della Supercoppa 2007 ai danni del settore pulcini dell'Inter, dove il nostro ancora sapeva tirare i rigori, la stagione è una rincorsa all'Inter stessa, corredata da esaltanti figure di merda contro equipés pluriscudettate come il Livorno e il Siena, alternate con sorprendenti vittorie contro organici modesti come il Parma F.C. o il Milan. In quest'annata il De Rossi pianta le radici in prossimità del dischetto di centrocampo dell'Olimpico e non si schioda da lì, tanto che, per le trasferte, Totti e Giuly devono espiantarlo personalmente e reinserirlo nel terreno dello stadio avversario, nonostante le grida di: "Sono nato in questo cerchio di centrocampo e morirò in questo cerchio di centrocampo!".
Stagioni prossime, future, profuture e, si spera vicina, fine della carriera
Nonostante sia ancora giovane, gli anni passano pure per il nostro Daniele. Infatti, come ad aggravare la sindrome di House, si manifesta una rara forma di arteriosclerosi, che causa un rincoglionimento precoce nel giocatore. Questa malattia lo porta a rifiutare una corposa offerta di lavoro da parte del Mila, fresco vincitore della Cempion Lig, proposta avanzata nei primi giorni di luglio del 2007, a cui ne faranno seguito, negli anni a venire, altre dal Mannie Utd. (2008, 55 milioni di euro), del Cesso F.C. (2009, 50 milioni di euro) e del Real Mandrilli (2007, 45 milioni di euro; 2008, 70 milioni; 2009, 40 milioni).
L'omaggio dell'International Board
Per celebrarne la carriera, l'international board della FIFA ha promesso di intitolargli i cartellini Rossi, ridenominandoli cartellini DeRossi.
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