Destino dell'universo
Il destino dell'Universo è uno dei campi di ricerca fondamentali per l'uomo, in quanto i diversi sviluppi potrebbero influenzare in modo veramente pesante il ciclo riproduttivo dei lombrichi tra 20 miliardi di anni.
Nel prevedere il destino dell'Universo gli astrofisici vorrebbero schiacciarlo, stirarlo, strapparlo, congelarlo, risucchiarlo, bollirlo o infuocarlo. Questo articolo si propone di sensibilizzare l'opinione pubblica contro questa violenza insensata.
Il calcolo della massa critica
Per capire cosa succederà all'Universo tra venti miliardi di anni, uno dei dati fondamentali da tener presente è la massa critica. Questa massa, pari a quella di una chiappa di Galeazzi, determina l'equilibrio tra le forze presenti nell'Universo e lo aiuta a recuperare la sua naturale regolarità. Se la massa dell'Universo supera il valore della massa critica, la forza di gravità riuscirà a prevalere sull'inerzia dell'esplosione del Big Bang e convincerà il cosmo a mettersi a dieta.
La prima teoria: il Big Crunch
L'ipotesi del Big Crunch avrà luogo se la massa dell'Universo sarà superiore alla massa critica, in pratica quando Giuliano Ferrara sarà talmente ingrassato da non riuscire più a stare nel suo spazio-tempo (scientificamente noto come Qui Radio Londra).
La gravità finirà per far implodere l'Universo, secondo la legge "Se Maometto non va al monte, il monte va da Maometto". Discuteremo con gli ormai pericolosamente vicini alieni su come passare i nostri ultimi istanti di vita assieme[1]. Noteremo con stupore che, mentre tutto collassa, c'è sempre quel deficiente che si domanda se ha chiuso il gas. Infine ci ritroveremo tutti appiccicati appassionatamente in uno spazio così piccolo da non poter far finta di niente se qualcuno scoreggia...
Nelle ultime ore, sempre che non ci sia ancora piombata addosso qualche pulsar assatanata, potremmo godere di energia a palate, un sacco di energia che non potremmo neanche utilizzare perché fallirebbe la Shell. Continueremo a estrarre petrolio anche se un centimetro quadro di fotovoltaico produrrà abbastanza energia da ricostruire Pompei, far eruttare di nuovo il Vesuvio, disseppellirla e vederla crollare di nuovo.
Seconda possibilità: Big Freeze
Questa ipotesi si avvererà nel caso la massa critica sia uguale a quella dell'Universo. Dato che questa è la possibilità meno probabile, sembra proprio essere la più accreditata tra gli astrofisici.
Il cielo diventerà sempre più nero, le stelle sempre più piccole e lontane, le bollette della luce costeranno sempre di più e non si troverà un grammo di calore neanche tuffandosi nel Sole in costume da bagno.
Ci ritroveremo a dover bruciare il cemento delle Torri Gemelle per bollire un uovo. Cominceremo a bruciare tutto ciò che ci capita a tiro: bruceremo accendini, stufe e caldaie se sarà necessario. Staremo al fresco, ma finalmente faremo un po' di pulizia.
Terza ipotesi: Big Rip
Questa teoria prevede che la massa dell'Universo sia minore di quella critica. Determinanti affinché questo avvenga sembrano essere i neutrini, gli scavezzacollo recentemente multati per eccesso di velocità nel Tunnel Gelmini[2]
Il suicidio dell'Universo: quando decide di farla finita, si mette a espandersi sempre più velocemente fino a scoppiare. Tutto si concluderà in un minuscolo "puff" in mezzo a miliardi di altri universi.
Per altri 20 miliardi di anni[3] non succederà una beneamata minchia. Poi in meno di mezz'ora salterà tutto in aria, anche l'aria salterà, tutto si metterà a saltare e chi non salta rossonero è! è! A quel punto diventeremo tutti interisti polverizzati fini fini.
Dell'Universo rimarrà una gigantesca poltiglia informe, ma almeno anche gli astrofisici e Beppe Grillo subiranno la stessa sorte.
Ipotesi quattro: Big Mac
Voci correlate
- Universo
- Big Cumshot
- Teoria della relatività
- Entropia
- Nonbooks:Sopravvivere alla fine del mondo: solo gli ultimi paragrafi.
Note
- ^ magari anche pacificamente
- ^ Fonte:Nonnotizie:Per uscire dalla crisi alla velocità della luce servono le grandi opere!
- ^ Campa cavallo che l'erba cresce
- ^ La foto qui illustrata è puramente dimostrativa, non si garantisce la reale commestibilità del prodotto servito nei punti vendita.
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