Dialetto milanese
Milanées | |
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La principale causa d'estinzione del dialetto milanese | |
Classificazione scientifica | |
Regno | Dialecti |
Phylum | Abbastanza |
Famiglia | Lingua lombarda |
Genere | O mia bela Madunina |
- Utente medio nei gruppi di Facebook dedicati al dialetto milanese : Ahahaha, mi su parla' el dialèt ma so mìga me se fa skrif ahahaha[1]!
- Milanese che sa scrivere in dialetto milanese in risposta a quello di sopra : Ma allora, pòrco d'on can, se te seet minga scrivell, o te imparet oppur te scrivet minga, ignorant[2]!!!
Il dialetto milanese (0 gennaio di tanto tempo fa, Milano, Padania - Ufficialmente deceduto al primo sbarco dei terroni, sempre a Milano) è la variante snob e spocchiosa del ramo occidentale della lingua lombarda. Difatti, nell'eventualità che qualcuno si presentasse e affermasse di conoscere un altro dialetto lombardo non meneghino, come il Comasco, il Chiavennasco, il Bustocco o il sempre troppo sottovalutato Bregagliotto, è altamente probabile che i parlanti milanese gli sputino in un occhio. Ma solamente nelle giornate buone, in quelle storte può darsi invece che si proceda direttamente alla lapidazione.
È tutt'ora parlato dal signor Brambilla, dal Fumagalli e dalla sciura Ambrongina, ultimi tre milanesi puri rimasti, attualmente rinchiusi nella riserva per milanesi del Parco Lambro.
Diffusione
È risaputo dai più il famoso adagio, che ogni giorno che il Signore ci manda sulla Terra muove il riso di vecchi, infanti, donne e risaie pure:
Conosciuto anche sotto questa variante:
Ora, va però affermato, che la situazione riportata dal proverbio potrebbe essere incorretta: il dialetto milanese è ancora ben vivo e conservato all'interno della città meneghina.[senza fonte] Uno dei principali punti focali sollevati dai linguisti, riguardo al problema del decadimento del dialetto, è che il milanese viene parlato solamente dai cosiddetti Terroni, popolazione barbarica di origine berbera, ed, al massimo, da qualche sparuto vecchio di provincia ad andar bene. A sostegno di queste teorie vi è anche il fatto che negli ultimi decenni il Milanese è stato difeso soprattutto da personaggi il cui retaggio non sarebbe esattamente di pura origine meneghina; tra questi difatti si annoverano:
- Enzo Jannacci, di origine calabrese.
- Franco Loi, di origine sarda.
- Lino Patruno, di origine calabrese.
- Pietro Mazzarella, di origine campana.
- Giovanni D'Anzi, di origine pugliese.
- Giorgio Strehler, che magari non era proprio terrone, ma che con quel cognome lì sicuramente non era milanese.
Tuttavia bisognerebbe altresì contare anche Dario Fo, Nanni Svampa e Walter Valdi; ma essendo i primi due comunisti e il terzo brianzolo vengono comunque volentieri ascritti al registro dei terroni.
Caratteristiche principali
Risvolti interessanti riguardanti Milano vengono anche sollevati da ulteriori adagi tramandati oralmente:
No, non era questo, la redazione si scusa per l'errore. Ma siamo comunque vicini:
Errore di nuovo. Ah, eccolo:
Quanto sollevato è innegabilmente vero. Gli stessi Milanesi in effetti, sotto sotto, sembrano fieri di aver questa di questa fama, nonostante poi si lancino in sperticati elogi alla vita tranquilla. Infatti anche Tricarico è nato a Milano. E non a caso anche lui ha un cognome meridionale.
Ma il punto cruciale è tuttavia un altro: il Milanese, essendo lo specchio della propria popolazione, è una lingua fatta apposta per le persone che van di fretta. È semplice e diretta, e non le manda a dire. Ad esempio:
Come volevasi dimostrare.
Basiche regole grammaticali
Di seguito verranno dunque riportate in breve alcune basiche regole grammaticali del dialetto che si è autonominato "Miglior Dialetto Della Lingua Lombarda Parlato Correntemente A Milano Come Lingua Della Popolazione Urbana Dalla Nascita Delle Lingue Volgari Sino Alla Diffusione Dell'Italiano A Causa Dell'Immigrazione Dal Mezzogiorno E All'Influenza Dei Mass Media Quali La Televisione E La Radio".
Legge delle vocali che fanno la parte del leone
Pur senza arrivare agli sbrodolamenti vocalici del Bergamasco (A ó a èt èt i àe ìe), o al più tremendo Dialetto fiorentino (ad esempio: Aiuole), è visibile che nel Milanese le vocali la fanno comunque da padrone. In Milanese infatti, come in tutti i suoi dialetti cugini, si è instaurato un trend che i linguisti chiamano "Raddoppiamento delle vocali". E che vuol dire? Che le vocali raddoppiano.
Lingua italiana | Dialetto milanese |
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Pensato
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Pensaa
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Cuu
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Tradito
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Tradii
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Pedriöö
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Cassüü
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Tra l'altro sono state anche introdotte due nuove amiche, le vocali /ü/ e /ö/. Un pensiero che potrebbe sovvenir spontaneo sarebbe che, finché si trovano in fine di parola, le vocali possono fare tutto quello che vogliono. D'altronde, i liberali ci hanno insegnato che la nostra libertà finisce dove inizia quella altrui. Tuttavia i Milanesi di queste cose se ne fregano altamente, perciò allungano le vocali anche in mezzo alle parole:
Lingua italiana | Dialetto milanese |
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Pàas
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Téemp
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Puunt
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Milanese
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Milanées
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Vivo
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Viif
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Nuovo
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Nööf
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E ora dove sono i vostri preziosi princìpi liberali, eh?
Comma delle vocali ambigue
Tanto per mischiare un po' le carte, i Milanesi hanno pensato di mettere un po' di ambiguità nella pronuncia di alcune vocali. Perciò:
La A ogni tanto si può pronunciare O | La I ogni tanto si può pronunciare E | La E ogni tanto si può pronunciare A | La U e la A si scambiano per par condicio | La U ogni tanto si pronuncia E |
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Altro:àlter/òlter | Umile: ümil/ümel | Vetro: véder/védar | Borbottare: burbutà/barbutà | Telefono: teléfun/teléfen |
Alto: alt/òlt | Possibile: pussìbil/pussìbel | Sempre: sémper/sémpar | Saltare: saltà/sultà | Filosofo: filòsuf/filòsef |
Verrebbe spontaneo pensare che siano quisquilie, ma i vecchi milanesi, per riconoscere un vero milanese da uno falso, fanno 'sti giochetti stronzi, facendo attenzione a come vengono pronunciate le parole da parte di sospetti infiltrati, guardandoli con commiserazione e sentenziando con:
E se il sospetto non capisce nemmeno questo, allora è proprio bollato. Nel senso che probabilmente viene da Bollate, comune dell'hinterland[3].
Legge delle consonanti che subiscono e stanno zitte
In seguito a una dura battaglia contro le vocali, le consonanti hanno subito una tremenda sconfitta di cui ancor oggi pagano lo scotto. Le vocali infatti hanno imposto dure condizioni di pace per scongiurare lo sterminio:
Tutte le doppie sono cancellate | La V è ricercata e latitante in buona parte delle parole | Ma guarda caso spunta dove non te l'aspetteresti | La Z, per evitare ritorsioni, è scappata trai dialetti del nord e non ha lasciato tracce di se stessa. A sostituirla venne chiamata la S. | La GL è considerata fuorilegge e tutti sono autorizzati a sparare a vista se la vedono | Parimenti, ma solo per mere questioni di budget, le consonanti D, G, GH, B e V non possono permettersi di andare in fine di parola |
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perfetto: perfèt | tavolo: tàul | aiutare: vütà | attenzione: atensiùn | tovaglia: tuàja | fede: féet |
rallentare: ralentà | lavorare: laurà | alto: volt | Zucchero: sücher/cantànt emiliàn che 'l gh'ha 'me cìfra artìstiga quèla de plagià i cansùn di àlter e fà créet a tücc de vèss un géniu del blues | famiglia: famìja | viaggio: viàcc |
uccello: üsèl | uvetta: üghèta | uno: vün | pancia: pansa | svegliarsi: svejàs | credere: créet |
Si pensa che questa carenza di vocali sia dovuta al fatto che queste siano probabilmente scappate via, dando trovato nuova linfa e vitalità nelle lingue del Sud Italia, ove sono raddoppiate, se non triplicate.
Legge delle vocali collaborazioniste
Vi fu però una fazione di vocali che considerò troppo dure le condizioni di pace imposte dalle proprie compatriote. Così costituì una fronda e si ribellò. Ma mal gliene incolse. Furono tutte sterminate.
Le vocali finali sono quasi tutte sparite (tranne la A e alcune I ed U) | Il suono della O chiusa è stato cancellato | Alcune A iniziale sono state eliminate dopo un processo sommario | Anche alla E è stato interdetto il soggiorno in fine di parola. Ma in questo caso la E è consenziente, in quanto non ha mai amato quella zona delle parole, così soggetta a correnti fredde e ai rumori della strada |
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Amico: amìs | Terrone: terùn | Allegria: legrìa | Ape: àva |
Dolce: duls | Sole: Sù | Alessandro: Lissànder | Carne: càrna |
Cane: can | Ombrello: umbrèla | Abbiategrasso: Biagrass |
Legge del maschilismo linguistico
In milanese il plurale femminile è identico al plurale maschile. I Milanesi, difatti, hanno un bel dire che sono più avanzati e meno retrogradi dei terroni, ma poi ne combinano più di Carlo in Francia o di Silvio ad Arcore:
- I gatti: i gat; le gatte: i gat.
- Tanti: tant/tanti; Tante: tant/tanti.
- Magri: magher; magre: magher.
Legge degli apostrofi messi alla cazzo
Sempre per questa mania tutta milanese di fare in fretta, si è sentito il bisogno di abbreviare le parole ancora di più di quanto non lo fossero. Al giorno d'oggi si usa un linguaggio simile:
Ma i Milanesi son dei gran signori di gran classe, sicché hanno trovato una soluzione ancora più nobile: l'apostrofo. Quel segnino insignificante acquista una grande importanza nel vernacolo ambrosiano, visto che a lui è affidato il compito di falciare senza pietà parole intere.
- Ancora: anca mò ⇒ anch' mò ⇒ an' mò ⇒ amò
- Come: 'me
- Tanto come: tant cùme ⇒ tan' 'me ⇒ tàme
L'ortografia milanese
Il Milanese ha una letteratura antica e rinomata; quindi sicuramente non poteva permettersi di avere un'ortografia da quattro soldi, basata sulla pronuncia italiana delle parole e via discorrendo. Doveva avere per forza un'ortogorafia ambigua che non permetteva a nessuno di comprenderla di primo acchito e che sotto sotto contraddiceva tutte le proprie regole fonetiche tipiche.
Difatti l'ortografia milanese:
È piena come un uovo di O | È piena di consonanti doppie: | Non ha né Ü né Ö, ma in compenso sfodera un invidiabile OEU[4] | Ogni tanto ci scappa qualche GL | Non segna nessuna vocale doppia all'interno delle parole | È profondamente ambigua su un sacco di parole | Le vocali D, G, GH, B, V prosperano amabilmente in fine di parola |
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Dottore: dottor | Doppia: doppia | Paura: paura | Famiglia: famiglia | Francese: frances | Ponte: pont | Senato: Senad |
Polmone: polmon | Lettera: lettera | Voglia: voeuja | Specialmente: specialment | Punto: pont | Occhio: oeugg | |
Gatto: gatt | Piemonte: Piemont | Tu sei: te seet | Fico: figh | |||
Tu sai: te seet | Brembo: Bremb |
Differenze con le altre parlate lombarde
L'utilità nell'avere una voce apposita sul dialetto milanese e non un paragrafo accorpato nella voce lingua lombarda è che tutti i Milanesi ritengono che la propria parlata sia diversissima da tutte le altre parlate lombarde, e che anzi differisca anche da quartiere a quartiere, da isolato a isolato, da casa a casa, da appartamento ad appartamento, da stanza a stanza, da persona a persona, da emisfero destro del cervello a emisfero sinistro del cervello.
Orbene, i linguisti, che come tutti gli scienziati si sentono in dovere di mandare a quel paese[5] tutte le convizioni consolidate nei cuori della gente, sostengono che in definitiva il Milanese è praticamente identico a tutte le altri varianti del Lombardo. A parte quelle al dì là dell'Adda. A parte quelle dell'estremo Oltrepò Pavese. A parte quelle della profonda Valtellina. A parte quelle delle più recondite valli del Canton Ticino. A parte i dialetti della zona Como-Lecco-Varese, che possiedono la Z e la O chiusa. A parte il Lodigiano, che possiede il plurale femminile in E. A parte il Brianzolo, che trasforma quasi sistematicamente tutte le E non accentate in A. A parte il Bustocco, che ha un sacco di parole maschili che finiscono in U. A parte i dialetti della zona Pavia-Novara, che al momento non mi viene in mente perché sono diversi ma sicuramente lo sono. A parte il Tortonese. A parte...
Però, insomma, diciamo che è quasi uguale a tutte le altre parlate lombarde.
La canzone milanese
Ora che ne sono state elencate le informazioni necessarie, uno dei modi migliori per applicare il milanese alla vita reale sarebbe proprio quello di farci su una bella canzone
Gli ingredienti per fare una bella canzone milanese sono i seguenti:
- Argomenti: la bellezza di Milano, la generosità dei Milanesi, l'amore affettuoso verso una ragazzotta della periferia/comiche situazioni cittadine/ironia verso la gente meno fortunata, come terroni, neri, nonché gente che ha la sfortuna di abitare sotto l'Adda;
- Struttura: strofa/ritornello/strofa/ritornello lievemente modificato, possibilmente tutto in rima;
- Lingua: milanese + dosi massicce di parole italiane;
- Modalità di canto: con voce strascicata, complice una generosa quantità di pregiato[citazione necessaria] vino milanese. A squarciagola, se possibile.
Quindi, una canzone milanese di base potrebbe essere così:
damm ona man a fàggh dì de sì
scerniss tutt i stell pussee sberlusent
che te gh'eet e on tocchettin de luna
tutta per nunc.
Faggh sentì a lee che l'è quasi primavera
mena chì i grill miglior a fà crì crì
prestom el ponentin
pussee malandrin che te gh'eet,
Note
- ^ Ahahaha, io so parlare il dialetto ma non so come si fa a scriverlo, ahahaha!
- ^ Ma allora, porco cane, se non sai scriverlo, o impari o non scrivi, ignorante!!!
- ^ N.d.r.: Che è peggio che essere meridionali, perché almeno a Napoli, per fare esempio, c'è qualcosa di interessante. Come droga da spacciare e motorini da rubare. Nell'hinterland invece no.
- ^ Per i servigi resi al Milanese, il trigrafo OEU è stato insignito dell'Ambrogino d'Oro
- ^ Quale? Locate Triulzi
Vos correlaa
Altri progetti
- Wikipedia contiene informazioni noiose sul dialetto milanese.
- La Wikipedia lombarda contiene fin troppe voci scritte in dialett milanes.