Diamonica
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La diamonica, subdolamente detta anche melodica, è un'arma di distruzione di massa nonché strumento di coercizione fisica e mentale utilizzato dai malvagi insegnanti di musica delle scuole medie per tenere la scolaresca in un costante stato di terrore.
Storia della diamonica
Durante la Seconda guerra mondiale la Honher, industria bellica tedesca, era alla ricerca di una nuova arma da dare in dotazione alle truppe d'assalto che si apprestavano ad invadere l'Inghilterra. Gli scienziati misero a punto il progetto per fabbricare la famosa V3, ma a causa di un errore di calcolo - qualcuno scambiò il segno < (minore) con > (maggiore) - i tecnici che svilupparono il progetto si ritrovarono tra le mani un piccolo oggetto simile alla parodia di un pianoforte in miniatura, con tanto di imboccatura alla quale attaccare un tubo di plastica drammaticamente somigliante ad un catetere.
Uso della diamonica
La tastiera è composta da un numero variabile e imprecisato di tasti che va da 25 a 380, la tecnica con cui il suono viene prodotto è tuttora ignota. Colui che utilizza la diamonica, solitamente, soffia con forza nell'apposito tubo di plastica e, se non collassa a causa dello sforzo, riuscirà a produrre un suono stridulo e piatto premendo dei tasti a caso sulla tastiera. Altre varianti di questo strumento sono: l'accordina, l'accendino, il vibrandoneonuneninon e il vibratore. Leggera e maneggevole, si è scoperto infine che in casi di necessità può essere utilizzata anche come oggetto contundente. Inoltre, dopo l'utilizzo prolungato, il tubo di plastica può essere roteato vorticosamente, spargendo in giro schizzi di saliva fetida.
Strumento di terrore
Tra i vari usi della diamonica c'è anche quello di scoraggiare i giovani dall'intraprendere una carriera di musicista. È risaputo infatti che il suono di questo strumento, a metà strada tra quello di un pianoforte giocattolo e il lamento di uno gnu in agonia, ha un effetto inibitore sulle giovani menti di potenziali artisti del futuro. Il suono della diamonica, infatti, è così tremendamente inascoltabile che causerà in colui che lo produce un incredibile senso di profonda vergogna, un abbassamento dell'autostima di circa il 75%, sudorazione, schizofrenia, paranoia, nausea, calo degli zuccheri e successivamente sbalzi d'umore e paura del buio. Charles Manson, oggi stimato maniaco omicida, fu una persona normale fino al momento in cui fu costretto dal suo insegnante di musica a suonare la diamonica in classe davanti ai compagni.
Gli alunni e la diamonica
È stato scientificamente provato che l'uso della diamonica risulta devastante per la sanità mentale dell'individuo medio, tuttavia se utilizzato su un alunno di età compresa dagli 11 ai 14 anni può portare al collasso psichico in circa 7 minuti. L'uso prolungato e continuato, invece, può causare depressione e successivamente tendenze suicide. Il rapporto tra la scolaresca e questo strumento apparentemente musicale è tradizionalmente conflittuale. Nel 1999 la polizia del Fantabosco, durante un'indagine che riguardava suicidi sospetti, sequestrò i diari di alcuni studenti implicati e vennero alla luce testimonianze raccapriccianti. Ne riportiamo di seguito alcune particolarmente agghiaccianti, per cui se il lettore è particolarmente sensibile è pregato di non andare oltre questo punto.
Le prossime sono, se possibile, ancora più toccanti.
Grazie anche a queste coraggiose testimonianze, probabilmente la Convenzione di Ginevra vieterà l'uso della diamonica a partire dal 2059.
I musicisti e la diamonica
Negli ultimi anni numerosi musicisti si sono avvicinati a questo strumento musicale, attirati dalla sua duttilità e dalla sua capacità di adattarsi a qualsiasi genere. Tra i più famosi spiccano i nomi di:
- Augustus Pablustus, ha dedicato la sua vita alla diamonica
- Satana, ex tastierista dei Cradle of Filth
- Demonio Albarn, musicista per sbaglio
- Donald Duck, cantante dei Vomito
- Rocco Tanica
- Petrolio Stazione, carpentiere; non ha mai suonato niente, ma se lo avesse fatto siamo sicuri che avrebbe scelto una diamonica.
Voci correlate
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