Diego Armando Marachella
Diego Armando Marachella è stato un maldestro tentativo del calcio italiano di riottenere un campione che gli eccessi di struffoli e pasta alla carbonara hanno gettato nel lastrico: Diego Armando Maradona.
Contesto
Era l'estate del 1994, anni difficili per il calcio italiano: Italia 90 era andata a farsi fottere e pure la speranza di riscatto in USA era andata a farsi fottere. A seguito di ciò, anche il divin codino andò a farsi fottere e il trapano italiano si ritrovò senza una punta di perforazione. Lo smarrimento e la paranoia cominciarono a serpeggiare nella panchina azzurra. Non si intravedeva una soluzione per sostituirlo. Riva era troppo vecchio, Balotelli era troppo giovane, Zola era sardo e nel '94 La Sardegna non era ancora italiana. Si era in fase di stallo, quando un'uscita di Costacurta sembrò sbloccare la situazione come la soda sblocca un vater ingolfato di zozzerie:
NO NO NO NO NO NO momento momento momento errore!
Non era questa, l'uscita, ma quest'altra:
Sembrava una di quelle frasi che si dicono dopo la terza media, quando l'alcool comincia a solubilizzare i neuroni, e invece una lampadina si accese sopra la testa di Sacchi. Non era l'allarme antincendio, bensì un'idea pazzesca e irrealizzabile, che vide la sua realizzazione pochi mesi dopo: la clonazione di un argentino panzone.
Il miracolo biotecnologico
Il progetto avrebbe rappresentato il più grande sforzo in termini di risorse tecnologiche e umane mai affrontato dall'uomo, al pari del programma Nemesis e il progetto un cervello per Borghezio. Ma questo, a differenza degli altri due, non poteva e non doveva risolversi in un totale fallimento. C'era in ballo il prestigio della nazionale e, soprattutto, tanti, tanti milioni. Milioni di tifosi che meritavano di vedere una bella Italia. Serviva solo un pezzettino di DNA del grande campione, ma non era un problema: bastava raccogliere un po' dell'abbondante sputo che Diego aveva lasciato allo stadio Olimpico a Italia 90.
Primavera 1995: dai laboratori di biogenetica del Gran Sasso esce una figura ancora impregnata di brodo primordiale artificiale e senza ombelico. Si vedeva che era senza ombelico perché era nudo. Ed era nudo perché fuggì dai laboratori senza dare il tempo alle guardie di dire cazzabubù. E non ebbero il tempo di dire cazzabubù perché l'individuo aveva riempito di narcotico le loro borracce.
Quell'essere non era ubriaco. E non era pazzo. Era semplicemente Diego Armando Marachella.
La breve carriera sportiva
Nonostante la fanciullesca ma poco rassicurante esuberanza di new-Diego un allora affabile e allegro Trapattoni, alto, abbronzato e con una fluente chioma nera pece, volle schierarlo fin da subito come centravanti in un'amichevole contro il Burkina Faso. Fu un disastro: la partita prese subito una brutta piega per la squadra azzurra dopo che ignoti avevano scritto sulla sua fascia per capelli di capitan Totti la barzelletta del gelato al carciofo. Ogni calciatore che lo guardasse in faccia si metteva a ridere e si distraeva, dando l'opportunità all'avversario di approfittarne. Quindi tutti tranne i burkinabè, che non capivano l'italiano in quanto analfabeti e rifilarono ben 149 pere al povero Pagliuca, che da quel giorno, per la vergogna, cambiò totalmente vita e ora si chiama Veronico Militello e fa il barbiere a Lampedusa. Anche Totti si infuriò moltissimo quando scoprì cosa gli avevano scritto sulla fascia. In seguito un gigantesco lavoro mediatico e tante bustarelle riuscirono a stravolgere le vicende facendo ricadere l'onta in un campionato minore, ma questa è un'altra storia.
Il passo falso di Marachella all'esordio fu solo l'inizio di una serie di terrificanti eventi:
- In una partita per la qualificazione agli europei 2000 indossò scarponi da pagliaccio, con imbottitura sulla punta che faceva le scoregge ogni volta che veniva toccata, e cominciò a mollare calci in culo agli avversari e a ridere loro in faccia. Venne espulso al sesto minuto con un calcio in culo;
- Durante un allenamento a San Siro coprì di colla i rubinetti delle docce, costringendo i compagni nudi ad attendere i soccorsi fino al mattino seguente;
- In un'amichevole contro l'Inghilterra si travestì da Maradona (quello vero), calzò un guanto gigante con scritto "1986... See you again motherfuckers!" e girò per il campo tutta la partita gridando agli inglesi give me five!. La partita venne sospesa per rissa, invasione di campo e 18 feriti gravi;
- Prima di un match contro il Marocco cancellò le righe di gesso del campo e assoldò Neil Buchanan perché ci facesse al loro posto l'illusione ottica di Ehrenstein: ci volessero quasi quattro ore per capire dove realmente fosse il dischetto del cerchio di centrocampo e cominciare la partita.
A quel punto Armando ricevette un ultimatum che prevedeva una minaccia diretta per le sue palle e lui giurò che avrebbe fatto il bravo. Non incrociò nemmeno le dita e ciò convinse il CT a tenerlo almeno come riserva in una partita contro i leprecani di Dublino. Il match stava per concludersi con un disonorevole 0-1, ma un rigore al 94' avrebbe potuto salvare la faccia degli azzurri. Purtroppo capitan Totti, un attimo prima di calciare, cominciò a ridere compulsivamente, tanto a lungo che l'arbitro fischiò tre volte senza che il rigore venisse battuto, sancendo una scottante sconfitta. Quando vennero chieste le ragioni di quel balordo evento Francesco Totti confessò candidamente:
Fu la scintilla che fece traboccare il vaso: nonostante fosse stato buono buono, al povero Marachella furono attribuite le colpe della disfatta: venne definitivamente cacciato dalla nazionale e bandito dalla FIFA dal giuoco del calcio.
Nemmeno per il Trap l'epilogo fu dei più felici: oltre che l'esonero come allenatore, lo stress da incazzatura che accumulò ebbe effetti pessimi sul suo aspetto fisico, riducendolo all'involucro raggrinzito che vediamo ancora oggi, e alla sua psiche, tanto che le sue conferenze stampa si ridussero a strepiti senza nesso logico[1].
Dopo il ritiro
Diego Armando Marachella non visse la "dolce vita da pensionato" tipica dei calciatori nababbi: in pochi mesi di duro lavoro da calciatore riuscì a diventare milionario. Il problema è che prima era miliardario... Era più mani bucate di Gesù e perciò piombò presto sul lastrico, proprio come il suo "papà".
Niente ville in qualche baia all'equatore nelle quali ritirarsi; niente coppia di mulatte procaci, una alla destra e una alla sinistra, con le quali ammirare un mare stupendo e sorseggiare un mojito ghiacciato dalle coppe dalla coppa; niente sabbia bianca finissima come l'amianto nella quale affondare il sedere nudo e sparare un nuvolone puzzolente in faccia ai pezzenti... Neanche un piccolo sfizio che ogni ex-calciatore che si rispetti possa concedersi quotidianamente.
La fine di Diego potrebbe essere descritta attraverso un parallelismo con i colici... ehm, cioè, i comici di Colorado: qualcuno sa che fine hanno fatto? Chi si ricorda di Abatantuono, oppure coso, quello lì, Pino Lallavàtrice. Dopo aver goduto come scimmie del loro quarto d'ora di nobiltà chi se li è più inculati? Ecco, Marachella ha un punto chiave in comune con essi: il saper occupare un palcoscenico[2] per fare il buffone, senza che nessun abitante di questa mondo capisse realmente il suo vero ruolo. A Pančev è successa la stessa cosa.
Burle correlate
Note
- ^ Qui non si parla a vanvera.
- ^ Di legno o di erba sintetica non è importante.