Dirigente centrale
- Tizio sul Frecciarossa : Mi scusi, perché siamo restati fermi a Ficulle per quaranta minuti?
- Capotreno : A quanto ho capito dovevamo dare la precedenza ad un treno merci carico di cartongesso, ma sono decisioni che prende il dirigente centrale.
Il dirigente centrale delle ferrovie (in gergo ferroviario Diccì, o anche coordinatore) è una figura poco conosciuta fra gli utenti dei trasporti ferroviari, e questo per garantirne l'incolumità. A questi individui è affidato il compito di ottimizzare, nei limiti del possibile, la circolazione dei treni. I soliti individui predisposti alla critica sterile diranno che i risultati sono deludenti, ma va considerato che ci stanno lavorando da appena novant'anni, diamogli tempo. I coordinatori operano lontano dal contatto con il pubblico e in un luogo segreto, sconosciuto anche ai familiari perché, se quest'ultimo venisse rivelato, la specie andrebbe incontro all'estinzione. Incuranti di questo pericolo, e delle sporadiche ma garbate proteste, svolgono il loro lavoro con serenità[1].
Storia
A Bologna, il 3 marzo del 1927, furono selezionati i dirigenti movimento che costituirono il primo Nucleo dirigenti centrali. A ricordo dell'avvenimento rimane un quadretto con i volti e i nomi di questi precursori, numerose scritte irriguardose nei confronti delle loro madri, ed altre che alludono ad un maldestro uso delle facoltà mentali. Dopo sei mesi di attività le minacce di morte erano quotidiane. Quando trovarono un macchinista crocifisso al portone, con un cartello appeso al collo con la scritta "Giocheremo a polo con le vostre teste", capirono che forse tendevano al concreto.
Approfittando del favore delle tenebre l'ufficio fu spostato in segreto loco. Il tentativo di rintracciarli utilizzando Belfagor, un pluripremiato cane da riporto di Zola Predosa, si rivelò infruttuoso. Il fazzoletto intriso di sudore, fatto annusare alla capace bestia, apparteneva ad un facchino della ditta "La Sveltina" che si era occupata del trasloco. Come per la costruzione delle piramidi, degli operai che vi parteciparono non se ne seppe più nulla. Finalmente al sicuro, la ghenga dei coordinatori tornò a compiere il quotidiano scempio. Durante la seconda guerra mondiale il traffico ferroviario aumentò, i treni militari che trasportavano truppe avevano ovviamente la precedenza, il Duce in persona elogiò l'impegno e la perizia dei Diccì. L'unico "piccolo errore" lo fecero il 26 luglio 1944, nel corso della cacciata dei crucchi dalla provincia di Ancona. Cinque compagnie della 184ª Divisione paracadutisti "Nembo", trasferite dalla Sicilia per dare manforte ai partigiani della Brigata Maiella, finirono in cenere ad Auschwitz. Nel periodo della ricostruzione si rilassarono, la guerra aveva spazzato via il 78 % dell'intera rete ferroviaria. I quindici paraculi si organizzarono per lavorare a turno: uno lavorava, quattro andavano alla bocciofila, sei giocavano con i tappi, due a tennis e altri due a rubamazzo. Da allora hanno continuato così.
I loro compiti
I treni si rompono, è un dato di fatto. Sembra strano che un ammasso di acciaio, orgoglio dell'industria pesante, possa avere così tanti problemi, ma li ha. A questi si aggiungono: passaggi a livello che non si aprono, macchinisti che hanno l'infarto, semafori che non si accendono, scambi che non funzionano, vacche che attraversano i binari come nulla fosse, suicidi che stanziano sui binari come nulla fosse, e magari un controllore a cui vola il cappello fuori da un finestrino. Tutte queste tragedie accadono, i pendolari sanno bene di cosa stiamo parlando, accadono.
Di fronte a questi eventi imprevedibili[da verificare] un solo uomo ha le competenze necessarie per gestirli, risolverli e renderli poco più che un fastidio, il dirigente centrale.
Nel suo mestiere è indispensabile avere doti non comuni:
- capacità di rispondere alle situazioni di stress senza andare nel panico, o in posizione fetale sotto la scrivania;
- velocità di analisi delle emergenze e di chiusura della finestra sul sito porno;
- spiccata predisposizione all'uso del metodo deduttivo e del testa o croce;
- sacro rispetto delle norme di sicurezza, della procedura operativa
e del benessere dei viaggiatori.
La distrazione non è ammessa, per assurdo un treno potrebbe finire sullo stesso binario in cui procede un'altro, ma ovviamente ciò non accade mai così spesso.
Le situazioni sono a volte davvero drammatiche, occorre agire in fretta e riprogammare tutta la circolazione dei molti treni, con precisione chirurgica. Nella sala operativa si rincorrono le voci:
Alla fine:
- i passeggeri sul notturno per Zurigo si svegliano a Catanzaro,
- una partita di tonni destinata a Milano si spiaggia sulle coste baresi,
- un politico tedesco, che aveva un'udienza privata col Papa, si ritrova a Genova a prendere manganellate durante il G8.
E arriva l'immancabile: "Ci scusiamo per il disagio".
I loro mezzi
Vista l'importanza e la delicatezza del lavoro che sono chiamati a svolgere, i loro computer sono il meglio che si possa trovare sul mercato, dell'usato. Tutte le unità sono state modificate per adattarle alle peculiari esigenze lavorative:
- processore potenziato (abbastanza) proveniente dal Commodore 64;
- considerando l'enorme mole di dati che devono elaborare è stato migliorato anche il sistema di raffreddamento, la borsa col ghiaccio è garantita a tenuta stagna;
- sistema operativo Windows $vista versione per ciechi (tre di loro hanno le cataratte da anni);
- Pover Paint per le elaborazioni grafiche;
- Google Chrome per le ricerche dei video porno;
- schermo Braille e tastiera ergonomica[2]
- manuale per sopperire velocemente alle anomalie della tastiera.
Non sempre le decisioni sono facili
Solo per dare un'idea delle gravose decisioni che sono tenuti a prendere quotidianamente, e per bacchettare bonariamente quelli che li maledicono anche durante il sonno, è d'obbligo un esempio. Ovviamente, i nomi delle stazioni sono di fantasia, così come pure la soluzione adottata.[da verificare]
- Premessa: La tratta Roma Termini-Velletri ha un solo binario e, per garantire la circolazione i treni, essi si incrociano nelle stazioni (dove invece i binari sono due). Molte stazioni hanno una banchina ridotta, quindi i treni possono avere massimo sei carrozze, altrimenti resterebbero incastrati per l'eccessiva lunghezza. Sulla stessa tratta viaggiano i treni Roma Tiburtina-Velletri.
- Emergenza: sulla tratta si è bloccato uno dei passaggi a livello. Per il ritardo accumulato, i due treni che procedono verso Velletri (quello da Termini e quello da Tiburtina) non possono viaggiare accodati perché ostacolerebbero la manovra di scambio nelle stazioni. I due treni hanno in comune come prima stazione quella di Ciampino. Il treno proveniente da Termini è un modello Vivalto a due piani, composto sei carrozze e pieno zeppo di gente. Il treno da Tiburtina è composto da cinque carrozze ad un solo piano ed è semivuoto.
- Soluzione logica: Il treno proveniente da Termini (che viaggia in anticipo sull'altro di venti minuti) si ferma a Ciampino e aspetta l'arrivo del secondo. Appena arriva, le poche persone presenti vengono invitate a passare nel primo treno e in pochi minuti si riparte.
- Soluzione adottata: le molte persone sul primo treno vengono invitate a scendere a Ciampino, restano esposte alle intemperie per circa venti minuti, vengono invitate a salire su un treno ad un solo piano e con una carrozza di meno, si ammassano come deportati e bestemmiano (in sanscrito) gli antenati di chi prende decisioni palesemente a cazzo di cane.
Come recita il titolo del capitolo: "non sempre le decisioni sono facili", o almeno, non per tutti.
Note
- ^ in alternativa era possibile usare un sinonimo: menefreghismo
- ^ quella fatta strana, che ti viene da vomitare a guardarla a lungo