Dorando Pietri
Dorando Pietri ( (S)Coreggio, 16 ottobre 1885 – (Festival di) Sanremo, 7 febbraio 1942) è stato un atleta italiano vincitore di centinaia e migliaia di medaglie di bronzo, argento, oro e turchese, ma ricordato dai posteri per la sola volta in cui fallì[1], in quelle storiche Olimpiadi di Londra del 1908. L'italiano difatti corse per 42 chilometri sotto il sole delle noiose e ripetitive campagne inglesi, un'impresa che ancora oggi fa tremare qualsiasi essere umano. Tagliato il traguardo con primo posto dopo quasi 3 ore di estenuante corsa, arrivò un americano che, lamentatosi del fatto che i giudici avevano aiutato Pietri a rialzarsi più volte, meritava di vincere la gara, le olimpiadi e di diventare Re di Inghilterra. Nonostante le assurde richieste, i giudici di gara accettarono il fatto che avessero interferito nella gara e furono costretti ad aggiudicare all'americano l'oro, tutti gli ori e il completo controllo della loro isola. Dorando Pietri si ritira successivamente a Sanremo per aprire un'autorimessa, ma già nel dopo le Olimpiadi a nessuno gliene frega più niente.
Quella stupida maratona di Londra
Era una calda estate del 1907. Un anno dopo, lo era ancora. Ed è qui che le Olimpiadi di Londra presero luogo. Nonostante sia più plausibile che la Regina di Inghilterra si faccia uomo piuttosto che in Inghilterra non piova, quell'estate era talmente calda che i maratoneti correvano portando con se un abbondante frigobar.
Dopo aver sorpreso tutta l'Italia con i suoi incredibili record da maratoneta (e il suo buffo aspetto), l'italiano Dorando Pietri era sbarcato nella Terra di Inghilterra con un modesto obiettivo: vincere la medaglia d'oro alle Olimpiadi. 56 erano gli atleti, fra cui Pietri ed un altro italiano non rilevante perché, anche se aveva perso, non lo aveva fatto in modo buffo. Alle 14.33 (15.33 nel superiore fuso orario del Belpaese) la principessa del Galles, figlia del re del Galles sposato con la regina del Galles e tutto il pollaio la diede il via alla maratona. Un gruppo di inglesi partì in testa, lasciando Dorando indietro. Ma Dorando sapeva bene che a comandare è chi sta dietro, e ben presto approfittò della stanchezza degli avversari per raggiungere il primo posto. Ironicamente, arrivò secondo. La gara proseguì fino a che il leader della corsa, un sudafricano così poco rilevante che nessuno si è fregato di riportare il suo nome, si mise a seguire un chioschetto di Estathé per il mare. Fu così che Dorando raggiunse il primo posto.
A pochi chilometri dal primo posto Dorando venne però colpito duramente dal caldo, dalla stanchezza e dalla ripetitività delle colline inglesi. Presto cominciò ad avere visioni mistiche che lo avvertivano di smettere di correre e dedicarsi alla religione, allucinazioni di pubblicità della Nike e miraggi di facili prostitute lungo la via. Una di quelle doveva essere reale, perché Dorando Pietri sparì dalla gara per un buon lasso di tempo, "sbagliando percorso". I giudici della corsa andarono a riprenderlo e gli diedero una spinta nella direzione giusta. Ma Dorando, sfinito, cadde a terra. I giudici allora lo risollevarono e spinsero ancora verso il traguardo. Dorando cadde ancora una volta. I giudici decisero unanimemente di smetterla di spingerlo e fu così che Dorando riuscì eroicamente a smetterla di cadere per terra. Ad appena 200 metri dal traguardo Dorando era circondato da giudici e medici che lo incitavano a non mollare e piuttosto morire dalla fatica dopo aver tagliato il nastro. Tagliato il traguardo, svenne mormorando la sua più famosa frase storica, qualcosa che all'epoca venne riportato come Andate a fare tutti in culo, ma la fonte è approssimativa.
A raggiungere il traguardo fu, non molto tempo dopo, l'americano Johnny Hayes. Questo venne accolto meno trionfalmente perché non era svenuto al traguardo dopo un'eccitante climax cinematografico, ma comunque aveva fatto del suo meglio. Forse anche troppo, in quanto decise di ricorrere in appello e di reclamare il primo posto. Dorando era stato infatti spinto, aiutato, risollevato e sostenuto almeno una trentina di volte negli ultimi 500 metri, una cosa un tantino fuori regola. Venne deciso che la medaglia d'oro spettava ad Hayes mentre Dorando mormorò le sua seconda più famosa frase storica, Andate a fare tutti in culo. Ovviamente, non solo non arrivò primo, ma venne squalificato dalla gara e martirizzato in piazza in onore della principessa del Galles. L'americano vinse la gara, tutte le olimpiadi e divenne Regina di Inghilterra.
Le reazioni degli inglesi
Il dramma della sconfitta di Dorando Pietri aveva fatto breccia nel cuore di tutte le persone presenti. Anche se Hayes si era portato a casa la medaglia d'oro, Dorando si beccò una coppa d'argento dorato dalla Regina di Danimarca (una donna sicuramente non priva di sarcasmo) e il grande scrittore Arthur Conan Doyle definì che
«La grande impresa dell'italiano non potrà mai essere cancellata dagli archivi dello sport, qualunque possa essere la decisione dei giudici.»
Ovviamente non esiste un archivio dello sport, per cui la decisione dei giudici rimane. E per provare il valore sportivo, Doyle fa una raccolta di 500 sterline[2]. Il compositore Irving Berlin, sbucato dal nulla in mezzo alla folla, gli dedica anche la canzone Dorando; mentre la Regina di Inghilterra festeggia facendosi uomo.
Nello stesso anno, Dorando Pietri e Johnny Hayes si sfidarono di nuovo a Nuova Yorke. L'italiano vinse. Nell'anno successivo, vi fu una rivincita. L'italiano vinse. Comprendendo di non essere poi tanto bravo, Hayes si levò dalle balle, mentre Dorando continuò a partecipare a tante gare che però, poverino, non perse, decidendosi quindi alla fine di ritirarsi in patria e gestire un hotel[3] e successivamente un'autorimessa. Visto che Dorando era una persona che si attirava tutte le sfighe del mondo, la RAI gli ha dedicato nel 2012 una serie televisiva.
Note
- ^ Tra gli altri personaggi storici del club degli sfigati non possiamo fare a meno di ricordare Mr. "Scusate se ho conquistato Francia, Italia, Egitto e poi mi è andata male in Russia" Napoleone Bonaparte.
- ^ All'epoca avevano ben più valore di quanto suonano oggi, credetemi.
- ^ Che fallì, perché lo gestì con i piedi.