Dracontopode

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Satana sotto forma di dracontopode tenta Adamo ed Eva.

Con il termine dracontopode, o draconcopode, o dragotopode, o dracostipite, o altri svariati modi di scriverlo (tanto non si riesce ad azzeccarlo giusto), si indicava in epoca medievale un essere leggendario, caratterizzato dall'avere un volto umano, un corpo di serpente e un carattere veramente di merda. Altre volte il droganespole era raffigurato dotato di braccia e torso umani, ma faceva schifo anche di più.
Il termine viene dal latino dracontopedis, letteralmente "dai piedi di drago", cosa che lascia perplessi sulla sanità mentale di chi l'ha chiamato così, perché per trovare i piedi ad un serpente devi cercare davvero con particolare cura.
Nell'arte medievale e rinascimentale, Satana, nella forma del serpente tentatore del peccato originale (che comunque i cinesi hanno contraffatto nel 2001), è spesso rappresentato come un dragaciaspole dai caratteri femminili.

Satana : Oggi abbiamo le mele in offerta speciale!
Adamo : Si vabbè, hai fatto er tuo![1] Damme du' pesche e 'na chilata de kiwi.

Riferimenti storici

Da uno studio durato sette anni, condotto in centosei Paesi, è risultato che il domaprediche è sempre stato disegnato veramente a cazzo di cane.

Vincenzo di Beauvais, un frate che non sapeva come impiegare il tempo una volta detta la Messa, invece di pubblicare un articolo su Nonciclopedia si mise a scrivere lo Speculum naturale, opera che in qualche modo ha aperto la... (stavolta butta male)... la... (ah, ecco) conoscenza delle persone sulle specie fantastiche. I drogapecore sono così definiti:

« Sono serpenti grandi e forti, hanno facce di fanciulle simili al volto umano[2], che terminano con corpi di draghi. »
(Vincenzo di Beauvais, Speculum naturale, cap. Ora la sparo grossa.)

Secondo il frate è plausibile che questa specie fosse la forma attraverso cui il diavolo ingannò Eva, perché aveva la parte superiore e il volto di fanciulla e, affinché la donna fosse adescata da qualcosa di simile a lei, nascose la parte di serpente tra le fronde dell'albero. Eva all'inizio non abboccò, perché l'altra aveva un bel paio di tette ed era molto invidiosa, poi il demonio gli disse: "se mangi la mela ti viene fuori una quinta misura e ti regalo anche un push-up", ed Eva cedette.
Alberto Magno di Bollstädt, un religioso domenicano tedesco detto Doctor Universalis perché si credeva universalmente che fosse "dottore" e invece aveva la terza media, riporta il caso dell'uccisione di un dracolupide nel suo De animalibus:

« Ho udito, da una fonte degna di fede, che una tale donna-serpente fu uccisa in una foresta della Crucchia, e fu anche violentata prima. Il rumeno invece è fuggito senza lasciare traccia. »
(Alberto Magno di Bollstädt, De animalibus, cap. Da predatore a preda.)
Un domapustole mentre tenta subdolamente di coprire il suo corpo di serpente.

I greci chiamavano dracopotami alcuni grandi serpenti del terzo ordine del genere dei draghi, descrivendoli "col volto femmineo di un uomo imberbe", tanto per sottolineare che loro tra maschi e femmine non facevano grossa differenza. L'appartenenza al terzo ordine indica che il suo morso è debole e il suo veleno non è mortale, ma è comunque una rottura di palle perché all'ospedale ti danno il codice bianco, e ci passi un paio di giorni in attesa che un dottore finga di interessarsi.

Influenza culturale

Il dracontopode compare nel novero degli animali, reali e leggendari, che formano la cornice del portale della chiesa ne Il nome della rosa, romanzo di Umberto Eco.
erto Eco...
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Note

  1. ^ Ci hai provato ma ti è andata male
  2. ^ E grazie al cazzo!

Voci correlate