Euclide
Euclide (Εὐκλείδηςè se lo si scrive col T9) è stato forse il più celebre matematico di ogni tempo, eccetto il futuro anteriore.
Chi di noi non può dire di essersi scartavetrato i coglioni su formule, regole, postulati di codesto individuo? Nonostante questo, della vita di Euclide non si sa praticamente nulla. Qualcuno ha addirittura avanzato l'ipotesi secondo la quale "Euclide" sarebbe un gruppo di matematici riunitisi sotto lo stesso pseudonimo. Altri sono convinti che Euclide sia una donna barbuta. Neppure la data di nascita ci è nota, ma la si può dedurre molto approssimativamente, risolvendo il famoso "Problema della data di nascita di Euclide" (tuttora irrisolto) proposto da Proclo:
Cercando di risolvere questo problema, Euclide stesso dopo una serie di calcoli ne estrapolò la Magna Regola: Il 70% dei problemi si risolvono con "Chissenefrega" e il rimanente 30% con "Mavaffanculo!".
La vita
Una delle pochissime notizie certe è che Euclide, come Archimede e Apollonio, insegnò alla scuola per geometri presso la biblioteca di Alessandria, allora chiamata “Museo" a causa della presenza delle suddette cariatidi. Ivi lasciò tutti i suoi scritti, che però andarono distrutti nel corso delle abituali guerre con assedi, incendi, furti, vandalismi vari e pisciate in compagnia tipiche dei romani. Euclide impartì la prima lezione ai suoi discepoli dimostrando come per un punto passi una sola retta. Uno studente perplesso gli chiese: "Maestro, se per un punto passa una sola retta, le altre che passano sono tutte troie?"
Euclide sorrise amabilmente e rispose: "Figliolo, la geometria, al pari della matematica, non è reale, ergo le rette non esistono." Euclide insegnò triangologia per molti anni in Alessandria d'Egitto. I suoi nuovi discepoli, però, erano sempre più svogliati ed indisciplinati. Solevano masticare schiacciatine e lanciare il bolo sul soffitto per poi aspettare che si staccasse e cadesse in testa al maestro. Altri si divertivano a spiaccicargli le banane nell'astuccio dei gessetti. Un giorno Tolomeo, un allievo del primo banco, si infilò di soppiatto sotto la cattedra e gli disegnò un cazzo su un sandalo. Stufo di insegnare a delle capre e considerata l'imminente riforma Gelmini, Euclide si ritirò a vita privata e si concentrò sulla più grande passione della sua vita: il triangolo.
Le opere
Euclide è conosciuto soprattutto per il suo trattato di geometria, gli Elementi. È composto da 11 libri concernenti la geometria piana, la teoria dei numeri e la geometria solida o liquida e un paio di libri che trattano di attributi maschili giganteschi, ossia le Proporzioni e le Misure incommensurabili. Gli Elementi si aprono con la definizione di teorema, assioma e postulato. I teoremi e i postulati sono indicati da Euclide come affermazioni di partenza da cui far discendere tutte le altre con un procedimento dimostrativo, ad esempio:
Mentre gli assiomi indicano verità "evidenti" di carattere logico, ad esempio:
I postulati hanno, invece, carattere geometrico e sono considerati esatti anche se non sono dimostrabili, ad esempio:
Tra i postulati, ricordiamo il quinto detto il "postulato delle parallele", che ha dato origine a molte controversie (poi risolte, grazie ad un provvidenziale "chissenefotte" estratto dalla Magna regola di Euclide).
A lui sono stati attribuiti anche i Data, una raccolta di numeri di telefono (a fianco di alcuni di questi numeri è situata un'iscrizione: "Questa me l'ha già Data"); i Fenomeni, una descrizione geometrica degli astri tendente a dimostrare che, prendendo tre stelle a caso nell'universo, si possa tracciare un triangolo immaginario; l'Ottica, un esilarante trattato in cui, riprendendo alcune teorie platoniche, i due grandi pensatori asserivano che la vista nasce da un fascio di luce proiettato dagli occhi (un fascio triangolare, ovviamente).
Il triangolo
Euclide dedicò metà della sua vita al triangolo rettangolo e l'altra metà a al triangolo rettangolo speculare. Perché? Che cosa stava cercando in realtà Euclide? Si ipotizza che la risposta sia contenuta in una pagina del diario segreto del suo compagno di banco quand'era bambino:
Possiamo trovare un altro indizio della passione di Euclide in un dipinto di Raffaello:
Ne possiamo quindi dedurre che Euclide avesse una smisurata passione per i triangoli equilateri. Nei quali, tracciando un'altezza, si ottengono due triangoli rettangoli (fatto inconfutabile che dipanerebbe anche il mistero della sua vita).
Curiosità
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- Euclide aveva due cani che, in onore dei cateti, chiamò A e B.
- Quando morirono li fece imbalsamare dal suo amico Ippocrate e, per consolarsi della perdita, adottò una bastardina che battezzò Ipotenusa.
- Qualcuno costruì un quadrato sulla sua cagnetta.
- Un giorno Tolomeo chiese ad Euclide se non vi fosse una via più breve degli Elementi per apprendere la geometria. Euclide rispose: Ma certo che c'è! E poi morì.
- Un discepolo chiese ad Euclide cosa ci si guadagnasse ad apprendere la geometria. Euclide rispose a voce bassa e a denti stretti: Zitto, idiota! Se i romani scoprono che non serve a niente ci passano a fil di spada!