Fedina penale

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia libera... finché non ci beccano!
(Rimpallato da Fedine penali)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
«No, non so proprio cosa sia!»
« Oh, caro, ti sta davvero un amore! »
(Moglie al marito.)

La fedina penale è...
No, forse è meglio spiegare prima cosa non è.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente la pagina Fedina penale. Ma si tratta di un redirect errato.

La fedina penale non è quel documento cartaceo, che si richiede in tribunale, sul quale sono descritti tutti i peccati commessi in barba alla legge. Per lo meno, quelli che sono stati sgamati. Quel documento in realtà si chiama certificato penale. La gente lo chiama impropriamente fedina penale perché è fondamentalmente stupida e, diciamocelo francamente, non capisce una benemerita mazza.

Chiarito questo inghippo di portata incommensurabile, andiamo a spiegare una volta per tutte cos'è in realtà la fedina penale.

La verità svelata

Una fedina penale da 50 carati.

La fedina penale è dunque una fede, non nel senso di credo religioso, ma di anello, allo stesso modo della fede nuziale. L'aggettivo penale non si riferisce all'astrazione relativa al corpus giuridico in vigore, bensì al più prosaico concetto di pene, volgarmente detto cazzo, oggetto del desiderio di un sacco di troie. Il diminutivo fedina indica peraltro una verità scomoda e per questo sottaciuta: nella realtà i peni sono molto più piccoli di quanto si voglia far credere.
In pratica, la fedina penale non è altro che un semplice anello del cazzo. Anzi, per il cazzo.

Storia e utilizzo

Le prime notizie sulla fedina penale risalgono al periodo in cui non esistevano ancora i lacci per le scarpe e neanche le scarpe, quindi parecchio tempo fa. In quel tempo uomini e donne si adornavano con anelli di varia fattura ogni parte del corpo. I materiali di fabbricazione potevano essere i più disparati: dai metalli preziosi alla mollica di pane. Questo accessorio tipicamente maschile doveva indicare lo status sociale di chi lo indossava, ma soprattutto che costui era proprietà privata della donna da cui l'aveva ricevuto in dono. Ovviamente, si tratta di un retaggio tipico delle società matriarcali dell'antichità, in cui il maschio era casalingo, faceva il bucato, partoriva con dolore, cucinava ed era asservito ai capricci sessuali della consorte, che non di rado indossava i pantaloni e portava i baffi.

Dunque, la fedina penale costituiva un pegno d'amore e una condanna certa alla schiavitù perpetua. Liberarsi dalla fedina penale non era affatto semplice, poiché l'unico modo per farlo era liberarsi anche di qualcos'altro: non tutti disponevano del coraggio necessario. Fu grazie al sacrificio di alcuni martiri volontari che, molto lentamente, il maschio si affrancò dal suo infimo stato di subalternità, facendo cadere in disuso la fedina penale.

Ai giorni nostri

Oggi la fedina penale sopravvive nel segreto delle alcove per dare quel non so che di frizzante durante gli incontri ravvicinati. Eppure ha mantenuto un po' del suo significato originale: la donna che ne fa dono al suo compagno sa che rappresenta il simbolo di un amore saldo ed incrollabile; il maschio, dal canto suo, sa di avere a disposizione un valido aiuto che gli consente di fare la figura dello stallone, salvaguardando l'unità della coppia e mandando sul lastrico intere schiere di avvocati divorzisti.

Voci correlate