Fiat Seicento
Fiat Seicento | |
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Tutte le Seicento sono vendute già incidentate di serie | |
Descrizione generale | |
Costruttore | FIAT |
Tipo principale | Inutilitaria |
La Fiat Seicento è una macchina giocattolo prodotta per un periodo inspiegabilmente lungo dalla FIAT, in vendita in fascicoli nelle peggiori edicole di Caracas. Ad oggi risulta essere, insieme al Pandino verde del 1995, l'auto su cui i nonni moderni bruciano frizioni con la stessa frequenza con cui cade un governo in Italia, facendo smadonnare chi si trova dietro di loro al semaforo.
Dal 2005 il nome cambia in Fiat 600 quando gli ingegneri FIAT si accorgono che avevano già prodotto la stessa automobile nel dopoguerra con quel nome, anche se il numero risulta più difficile da leggere per i terroni, i principali acquirenti del modello.
Contesto
Il progetto della Seicento risale concettualmente all'invenzione della ruota ma è stato tenuto da parte per un po', almeno fino a quando si è reso necessario togliere di mezzo l'altro orrore partorito dalle eccelse menti del Centro Stile FIAT, la Cinquecento. La Seicento infatti non è altro che la versione bonazza della vecchia Cinquecento: più bella, più inquinante, più cara.
Prima serie
Le motorizzazioni al lancio sono due, un 900 e un 1.100, risalenti tecnicamente ai motori a scoppio dello scorso secolo e abbinati ad un cambio a 5 marce, con una quinta che nessuno metterà mai perché già alla terza sembra di stare volando nell'iperspazio. Tutte le motorizzazioni hanno di serie la retromarcia che gratta ogni volta che viene ingranata e un optional che in caso di tamponamento prevede la morte sul colpo degli occupanti, in modo da evitare il risarcimento dei danni e l'aumento del premio assicurativo. La gamma prevede più versioni delle parole dei termini contrattuali di un qualsiasi sito, sebbene tra l'una e l'altra non cambi niente ad eccezione del prezzo, ovviamente lievitato per le versioni più povere.
La versione base è la S, la quale sta per Senza visto il ricco equipaggiamento di serie: senza lo specchietto destro perché i temerari veri non usano gli specchietti, senza i fari, senza i sedili, senza il volante. Senza niente e soprattutto venduta senza sconti, con un listino a partire da 19 mila euro + IVA.
La seconda versione è la SX, una S con fantasie dei sedili ancora più merdose, acquistata perlopiù dalle casalinghe disperate che portano i figli all'asilo e che vogliono fare le fighe con i vetri elettrici. Tutti gli optional aggiuntivi vengono venduti non funzionanti già dalla firma del contratto.
La versione sportiva si chiama Sporting, con il celebre motore Fire ("fuoco", perché letteralmente prende fuoco ogni 20-25 chilometri per poi rigenerarsi dalle proprie ceneri, come le fenici) e in colore giallo piscio con pregiati rivestimenti realizzati in carta forno. Di serie l'urna incorporata nel cruscotto, in quanto è difficile uscirne vivi una volta saliti a bordo.
Nel 1999 arriva la versione Young, "giovane". Gli scienziati ancora oggi si chiedono come mai questa versione, destinata a quei giovani squattrinati che vogliono una macchinetta per uscire con la morosa il sabato sera, sia stata acquistata da vecchi prossimi alla pensione e nonnine di quartiere. Uno studio di Harvard sta facendo luce sul caso da svariati anni[senza fonte].
Seconda serie
Nel 2000 la Seicento va dal chirurgo plastico per rifarsi il look. Include il nuovo logo Fiat tanto amato dai ladri e qualche ritocchino qua e là, mentre il motore 900 va in pensione poiché inquinava troppo poco, sostituito da un nuovo 1.100 Fire studiato appositamente per inquinare di più, fumare viola dallo scarico e fondersi ogni anno bisestile. Il motore consuma solo 18 litri di benzina al chilometro, il dato più basso tra le city car di allora, ma beve più acqua di un dromedario afghano. Tutte le versioni sono equipaggiate con l'orologio digitale che non funziona e la spia di riserva sempre accesa. Gli allestimenti sono gli stessi della scorsa gamma, tranne la Young, per porre finalmente fine alla fila di anziani desiderosi di acquistarla.
Tra le serie speciali la Brush, un'orrenda carrozzeria bicolor scelta da Dolce & Gabbana al buio dal prezzo spropositatamente alto e destinata a quei tamarri con il subwoofer più grosso della macchina.
Terza serie
Nel 2005 esce l'ultima serie. La FIAT si è resa conto che i nonni si stanno dirottando sulla nuova Panda, ugualmente brutta ma più larga, così ci si può incazzare lo stesso ma in uno spazio più ampio e con l'aria condizionata. Per vendere tutte le Seicento chiuse in magazzino, si decide di: cambiare il nome da Seicento a 600, utilizzare tinte che persino un cieco schiferebbe, rimuovere le inutili cinture di sicurezza per consumare meno e soprattutto seguire la vincente strategia FIAT di diminuire i prezzi offrendo meno accessori e utilizzando materiali più scadenti per quelli rimasti, che non funzionano comunque.
Il nuovo colore di questa serie è una graziosa tonalità tuorlo d'uovo, abbinata a sedili con sudore addominale e inguinale incorporato, sui quali è cucita una grande scritta FIAT, da cui poi Matteo Salvini prenderà spunto per le sue felpe. Particolarità di questa nuova serie è il cruscotto che si sbriciola con il passare del tempo, un effetto voluto appositamente dagli ingegneri FIAT per simulare la presenza di ratti di fogna nell'abitacolo.
Produzione e vendite
La Seicento è sempre stata costruita in Polonia in omaggio a Papa Wojtyla, dato che l'auto stava insieme solo grazie alle benedizioni del Pontefice polacco. Al 2010, ultimo anno di produzione, sono usciti dallo stabilimento più di 1.300.000 esemplari, perfettamente funzionanti finché non venivano messi in moto.
Dopo dodici inspiegabili, lunghi ed estenuanti anni in commercio, la Seicento esce dalla produzione. L'italiano medio senza soldi non vuole una scatoletta per andare al lavoro in quanto preferisce indebitarsi a vita per girare in Suv. Tuttavia, la Seicento resta, particolarmente al Sud Italia, un'auto molto usata per farci modifiche illegali, installare impianti audio esagerati o semplicemente per provare il brivido di ritrovarsi senza la frizione mentre si arranca in autostrada.