Fidel Castro
Fidel Castro (L'Avana, 13 aprile 1926 - L'Avazza, 25 novembre 2016) è stato un rivoluzionario cubista e un dittatore politico cubano, nonché celebre controtenore castrato, conosciuto con il nome d'arte di Farinelli.
Biografia
Fidel Castro si avvicina al traguardo dei trent'anni baldanzoso come quando era ventenne. Sarà proprio il giorno del suo compleanno che il Lider Maximo festeggerà con i compagni cittadini i due anni dalla presa del potere del proletariato.
Da quando è stato eletto il compagno Fidel si è dedicato incessantemente al lavoro per migliorare le già ottime condizioni di vita della magnifica isola invisa agli Stati Uniti per i quali rappresenta, oltre che il maggior avversario dal punto di vista economico e militare, il modello sociale al quale aspirano.
Non solo la Riforma della Sanità, fiore all'occhiello del governo cubano riconosciuto persino in Europa, e la lotta alla criminalità, senza mai usare il pugno duro come da altre parti, ma anche il meno pubblicizzato Programma Spaziale, che ha portato Cuba per prima sulla luna (con il beffardo cammeo della posa, da parte dell'astronauta Nello Bracciofuerte, della bandiera americana sulla superficie lunare, come a dire
[Fonte Granma].
N.B.: se usassimo come fonte documentale solo la voce ufficiale di Cuba, queste sarebbero le informazioni in nostro possesso. Fortunatamente qualcuno ha scavato ben più in profondità ed è in grado di scrivere una castrografia reale.
Biografia non censurata del compagno Fidel Castro
NonNotizie contiene diffamazioni e disinformazioni riguardanti Fidel Castro.
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Fedele La Rosa nasce a Castrovillari in una data imprecisata - i documenti in nostro possesso discordano lievemente - tra il 12 febbraio 1734 e il 26 giugno 1899.
Figlio di madre ignota (per comodità d'ora in poi M.ignota, N.d.A.) e Padre pio, entra ben presto in contatto con la mafia e ne scala le gerarchie diventando podestà. A seguito di numerosi ed efferati crimini, compiuti peraltro maldestramente, è ricercato dalla polizia del Nord che è ormai sulle sue tracce quando, grazie alla complicità di quello che chiameremo il Mister X[1], riesce a riparare a Cuba.
Cuba a quel tempo, siamo nei primi anni del Novecento, è una bellissima città (sic!) piena di negozi sfavillanti, fabbrichette operose e gente che si fa il culo lavorando dalla mattina alla sera.
Con l'arrivo di uno sfaccendato e delinquente come il calabrese La Rosa, i teppistelli del luogo trovano un punto di riferimento che li porta a organizzarsi in bande. Il lampagnone barbuto chiama a Cuba alcuni dei suoi compagni di merende italiani come Giangiacomo Feltrinelli, Prospero Gallinari e Romano Prodi, e insieme ordiscono un piano eversivo per impadronirsi del potere che è l'unica cosa che, da che mondo è mondo, interessa ai comunisti.
Per meglio mimetizzarsi, il La Rosa prende - come già fecero Don Vito Corleone a New York e Martin Palermo a Buenos Aires - il nome del proprio paese d'origine: muta Fedele in Fidel e diviene il famigerato Fidel Castro.
Ed eccolo cominciare a rompere i coglioni a destra e a manca impedendo al governo dell'illuminato Batista di lavorare ed attuare le riforme che il popolo perbene, quello del nord di Cuba, chiedeva a gran voce. Arrivò perfino al punto di tirare una statuetta del duomo dell'Avana in testa al Presidente rischiando di ucciderlo.
Castro e i suoi compari (in seguito rispediti in Italia per tentare di instaurare anche da noi una dittatura del proletariato), spalleggiati da Stalin, Togliatti, Gambadilegno e Prodi, massacrando i vecchi, stuprando le donne e affogando i bambini nel sangue delle stesse madri, s'impadronirono della Moncada[2], decapitarono Batista e se ne cibarono per cena.
Stalin e Prodi, quindi, misero Castro a capo del nuovo governo cubano e, manovrandolo come un burattino, fecero di lui l'ultimo baluardo contro l'esportazione della democrazia nel Sudamerica.
Dalla morte di Stalin in poi, le redini che dirigono la politica di Castro sono tenute saldamente da Romano Prodi, saltuariamente coadiuvato da Pecoraro Scanio e da Luxuria. È davanti agli occhi di tutti il bordello che, dopo quasi due secoli ininterrotti di castro-prodismo, è diventata Cuba: un luogo di terrore, morte e disperazione. [Fonte Il Giornale]
N.B.: anche in questo modo, leggendo Feltri, non avremmo una versione corretta di ciò che è stato e rappresenta tutt'oggi Fidel Castro. È necessario rivolgersi a degli storici più autorevoli come l'autore di questo articolo.
Biografia ragionata e autorevole
Fidel Castro nasce a Guantanamera nel 1926 da una famiglia di ricchissimi braccianti. Frequenta la scuola dei Gesuiti fino ai tredici anni, quando decide di averne avuto abbastanza; non sarà peraltro un addio definitivo ai banchi di scuola perché, appena asceso al potere, farà tredici anni in uno conseguendo la laurea in giurisprudenza.
Fidel passa l'adolescenza tra i bar e i bordelli della città, ed è proprio in questi ambienti pregni di cultura che forma il suo pensiero politico basandosi sull'esperienza sovietica che proprio in quel momento vive il suo massimo fulgore sotto la guida di Stalin.
La dittatura di Batista, già maggiordomo di Paperone e fondatore dell'omonima Chiesa, gli diviene sempre più insopportabile e Castro teorizza di sostituire quell'opprimente regime militare con un'opprimente dittatura comunista.
I quindici anni di galera ai quali fu condannato per questo tentativo, gli fecero capire che non sarebbe stato facile attuare il suo piano. L'attacco americano alla Baia dei Porci, che peraltro con c'entrava un cazzo, lo rafforzò nelle sue convinzioni contro il capitalismo e lo spinse a cominciare una marcia che, partendo da Guantanamera in quattro gatti, avrebbe dovuto condurre nella capitale migliaia di rivoluzionari raccattati unitisi per strada. Quattro mesi e duemila morti più tardi, finalmente Castro entrò a Santiago e s'impossessò del palazzo presidenziale.
- Il presidente: “Cazzo volete?”
- Castro, marziale: “Il palazzo è nostro, la capitale è nostra, il Paese è nostro, e Voi siete deposto!”- Il presidente: “Tanto piacere! E chi sareste?”
- Castro: “L'Esercito di Liberazione Cubana, per servirla."”- Il presidente: “Bene, allora avete camminato troppo, qui siamo in Cile”
I barbudos impiegarono svariati mesi per riguadagnare l'isola ma finalmente, grazie anche alle indicazioni di qualche passante, giunsero al L'Avana, conquistarono il Palazzo presidenziale giusto e deposero Batista.
Fidel fu acclamato Presidente e subito nominò suo fratello Raúl ministro degli Interni e sua sorella Chanel ministro per le Pari Opportunità. Al Che Guevara fu assegnato il Ministero degli Esteri e a Snoopy quello per i Rapporti con il Parlamento. Poi, vista la scarsa efficacia di Snoopy, assieme al Ministero fu soppresso anche il Parlamento.
Politica castrista
Il primo atto della politica estera di Castro fu la rottura delle relazioni diplomatiche con gli USA, tanto per far contento Stalin che, purtroppo, era però morto senza prevenire Fidel, mentre il suo successore Kruscev faceva lingua in bocca con gli americani. Questa presa di posizione gli valse comunque il plauso di Mao Zedong che gli inviò un cabaret di involtini primavera in segno di riconoscenza. Stabilì poi un'alleanza con il venezuelano Chavez e il brasiliano Lula che non andò troppo avanti perché quei due, che frequentavano ancora la scuola materna, non è che avessero poi tanto potere.
Negli affari interni, si dedicò alla fortunata Riforma Sanitaria (estrasse a sorte diverse proposte e uscì proprio il primo numero sulla ruota di Bari), alla lotta contro l'abigeato e contro tutte le altre parole di etimologia sconosciuta.
Sviluppò la cultura della figa imponendo alle cubane elastici costumi sessuali, ma allo stesso tempo scoraggiò il turismo sessuale pretendendo tariffe minime di 50 euro per le prestazioni con gli stranieri.
Legge elettorale cubana
Per non tediare troppo il popolo, Castro decise fin da subito di non ricorrere troppo spesso alle elezioni. Una volta ogni quarant'anni sarebbe stato sufficiente per garantire la necessaria alternanza democratica.
La legge elettorale attualmente in vigore, il cosidetto Fidelcastrum, prevede che al partito che prende il maggior numero di voti sia assegnato un premio di maggioranza pari al 100% dei seggi, in modo da assicurare una discreta governabilità. Per candidarsi alla presidenza della repubblica è sufficiente aver compiuto i settant'anni, aver governato per almeno trentanove anni e vestirsi abitualmente in modo ridicolo.
Fidel e le donne
Uomo estremamente serio e posato, sobrio e pragmatico, Fidel Castro appena vedeva un pelo di figa perdeva il lume della ragione.
Il Lider Maximo, molto corteggiato dall'universo femminile per la sua bellezza più che per il suo potere, ha sempre fatto le cose con la massima riservatezza. Purtroppo la CIA, con i potenti mezzi a propria disposizione, è riuscita a coglierlo in un momento intimo e ha diffuso il video girato nel circuito pornografico di internet. Il filmato risale al 1995 quando una già attempata Regina Elisabetta d'Inghilterra si trova in visita ufficiale a Cuba, ospite nel palazzo di Castro. Il video inizia con la regina che prende il sole in topless a bordo piscina, indossando solo un minuscolo tanga fucsia e un cappellino sormontato da papaveri alti sei metri per proteggere il regale viso dal sole. A un certo punto arriva Fidel, la cui uniforme militare verde oliva non riesce a nascondere la poderosa erezione che, senza dire né ai né bai, le si accovaccia tra le cosce, le sfila le mutandine e si produce in un cunnilingus che porta Elisabetta all'orgasmo nel giro di due minuti. Ma proprio quando il sorriso della regina diventa più maliziosetto e sfocia in un'aristocratica allitterazione in lingua originale
che sembra invitare Castro a una visita più approfondita, il Comandante si rialza, liscia l'uniforme e, impettito, accenna un inchino e se ne va. Solo dopo essere uscito dal campo visivo della regina, si ripulisce la barba dalle ragnatele e croste rimaste impigliate.
È su questo comportamento che la CIA ha puntato per cercare di far passare il messaggio che Fidel Castro era in fondo impotente e quindi non degno di guidare non dico Cuba, ma nemmeno un'Ape.
L'abdicazione
Fermamente convinto che democrazia e lunghezza del potere siano inversamente proporzionali, Fidel Castro, già dopo due anni di governo, pensò di passare la mano a un leader più giovane e ritirarsi a vita privata ma, nonostante gli sforzi profusi nella ricerca di un degno successore, ha fallito nel suo tentativo ed è stato costretto a bere il calice amaro del potere assoluto per cinquant'anni di fila. Eppure, già nel 1962 aveva individuato il suo delfino in Pisellino, figlio di Braccio di Ferro, che però oppose il gran rifiuto. Stessa sorte ebbero in futuro le designazioni di Nino Bixio, Alan Ford e Duffy Duck.
Finalmente, nel 2008, il fratello Raul accettò la successione e Fidel potè ritirarsi.
La morte
Il 25 novembre 2016, alla tenera età di 90 anni, Castro viene colpito a amnesia e si dimentica di respirare. Lascia definitivamente Cuba nelle mani del fratello e si ricongiunge col compagno Guevara, ma purtroppo per lui nessuno indosserà magliette con la serigrafia della sua faccia.
Il programma televisivo Voyager - Ai confini della conoscenza, ha però dimostrato come Raúl, novello Norman Bates, avesse ucciso Fidel già nel 1960, l'avesse impagliato, nascosto in soffitta e tirato fuori solo nelle occasioni ufficiali facendolo muovere e parlare con l'ausilio del ventriloquo Luis Moreno.
Amici di Fidel
Fra gli amici della Cuba di Fidel vanno ricordati in particolare Ernest Hemingway che vi apprese l'amore per la vita, Gabo che vi prese l'ossessione per le puttane, e Diego Armando Maradona che a Cuba guarì dalla dipendenza dalla cocaina per buttarsi nella più proletaria eroina.
Curiosità
L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.
Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci? |
- Castrovillari, Castrocaro, castrato, Castroil, Castrucio Castracani, Goncha castoro, sono tuttii giochi di parole che si sarebbero potuti fare con Castro ma che l'autore ha preferito in parte evitare.
- Maurizio Belpietro, che ha letto in bozza questo articolo, dice di essere orientato più verso le posizioni di Feltri che verso quelle dell'autore.
- Antonio Di Pietro, anche lui lettore dell'anteprima, ha fatto un commento che il correttore automatico si rifiuta di riportare.
Note
- ^ Oliviero Diliberto, ci siamo capiti.
- ^ O come cazzo si chiama il Palazzo del Governo a Cuba...
Voci correlate
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