Foresta amazzonica
La Foresta Amazzonica o Amazzonia situata in Sudamerica è la più grande foresta pluviale del pianeta, si estende per decine di millemila metri quadrati e in ben 16 stati dell'America latina per lo più in Brasile, Guyana, Cile, lo Stato Libero di Bananas, Venezuela e in quello stato sudamericano dove MacGyver si faceva sempre catturare.
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Scoperta della foresta
L'esistenza della Foresta Amazzonica divenne nota all'uomo bianco nel XIIVM18 Secolo. La sua scoperta è dovuta ad Amerigo Vespucci che durante uno dei suoi viaggi trovò la foce del grande fiume sul cui bacino idrografico sorge la foresta; siccome era in anticipo di 6 ore sulla tabella di navigazione per via dei fusi orari, decise di risalire un po' il fiume. Dopo 1 ora di navigazione 4 marinai avevano contratto la malaria cerebrale, 2 erano stati uccisi dalle zanzare tigre, 1 dalle rane velenose, 3 da mosche assassine, altri due non si sa bene perché e un altro vomitava verde dopo che gli era caduto il naso. Vespucci con una mano sul timone e l'altra sulle balle tornò in fretta in mare aperto, chiamò quel fiume Rio degli Ammazzati e di conseguenza la sua foresta prese il nome di Foresta Amazzonica. L'Amazzonia era comunque già nota in precedenza alle popolazioni del centro America che la chiamavano Chapawappaq ovvero “Gran posto di merda”.
Biodiversità
La Foresta Amazzonica è il posto al mondo più ricco di specie dopo i laboratori della Monsanto.
Nella regione vivono circa 2,5 milioni di specie di insetti inutili, almeno 40.000 specie di piante velenose, 3.000 specie di pesci assassini, 1.294 specie di uccelli nocivi, 427 specie di mammiferi feroci, 427 specie di anfibi in pelle (ottimi per borse e scarpe) e 1012 specie di rettili dannosi, insomma decisamente troppi contando che sono tutti ostili all'uomo. Senza contare le specie non ancora classificate a causa della scarsità di carta su cui scrivere (colpa della deforestazione, vedi oltre). Per anni gli scienziati hanno voluto salvaguardare questa biodiversità nella speranza di cazzeggiare con i soldi dello stato trovare specie utili all'uomo, come una nuova varietà di Cannabis o un enzima di qualche insetto per rendere dei Nerds come loro attraenti al sesso opposto. Oggi però con le nuove biotecnologie si è perfettamente in grado di creare artificialmente tutte le specie desiderate con un semplice copia-incolla genetico. La Comunità scientifica si esprime quindi favorevolmente a riqualificare il territorio delle foreste pluviale in base alle necessità delle popolazioni locali.
Animali rari dell'Amazzonia
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Un esemplare di Orsus Spelosus, anche detto orsetto Busone, vive solo in Amazzonia dove preda i bambini degli Indios.
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Un esemplare di Pirahna vulgaris; se camminando fra la melma della foresta amazzonica sentite dolore a quello che una volta era il vostro tallone, probabilmente è colpa sua.
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Archaleptum Banalis rarissimo uccello senz'ali; il suo habitat sono le fronde degli alberi più alti, la sua vita dura tra lo spazio del primo volo dal nido fino a terra, tragitto che compie urlando terribilmente.
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L'Anaconda è il più grande serpente del mondo: sarebbe in grado di ingoiare una scolaresca in un solo boccone e cagarla fuori in soli 2 stronzi.
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Un esemplare di Carpediem Orribilis una vera macchina di morte: dopo essere stato colpito da svariate pallottole, ancora continua a braccare il povero fotografo.
Deforestazione
Fin dall'antichità il sogno dell'uomo è sempre stato distruggere e assoggettare la natura. Siamo ormai vicini a un avvenimento storico: oggi il 92% della superficie terrestre è stata manipolata dall'uomo. Vi sono poche zone come l'Antartide, la Tundra o la Maremma che ancora non presentano miglioramenti.
La zona selvaggia più grande è però proprio l'Amazzonia; per poterla distruggere riconvertire, già da anni è in atto una grande campagna di deforestazione, campagna che purtroppo procede a rilento a causa delle difficoltà socio-economiche degli stati sudamericani. Ad oggi solo un terzo della foresta è stato sanato, e vi sono ancora 3.067.000.000 di tonnellate di legname di buona qualità ancora inutilizzato, uno spreco che con l'attuale scarsità di materie prime risulta inaccettabile. Secondo le recenti proiezioni, se non si cambierà subito rotta entro il 2065 la foresta potrebbe essere ancora in piedi.
È degna di nota una pregevole iniziativa della ditta americana World's Trade Wood.Inc, che permette a ognuno di dare il proprio contributo al risanamento dell'Amazzonia: basta 1 euro per abbattere un albero, mentre con soli 20 euro permetterete ai volontari della WTW di radere al suolo ben 100 m2 di foresta pluviale; è inoltre possibile elargire una donazione annua di 50 Euro per adottare a distanza un Bulldozer.
I simpatici locali
L'uomo nella sua evoluzione ha colonizzato ogni angolo del pianeta, e l'Amazzonia non fa eccezione. Un esempio lampante è l'antico popolo dei Maya. Essi non vedevano nella foresta pluviale una minaccia, ma ben sì una risorsa, uno dei pilastri della loro civiltà, e convivevano in pace con la foresta. Quando i Conquistadores arrivarono in America, della civiltà Maya non erano rimaste che rovine: non sempre la foresta ha voglia di convivere con l'uomo, a prescindere da quanto sia buffo il copricapo di piume che indossa.
A parte questo, vivono nella foresta ancora 140 tribù Indios, alcune mai contattate dall'uomo bianco, altre contattate, ma ancora senza Adsl, costrette a una rudimentale esistenza e a una connessione a 56kakka.
Il 90% di esse è composto da cannibali o cacciatrici di teste. La loro cultura è totalmente diversa da quella occidentale, ne è esempio il loro gusto estetico: sporcizia, barba incolta, odori acri, strani tatuaggi e voci gutturali sono la norma nei villaggi, e se questo vi sconvolge guardate la sera quando finita la caccia anche gli uomini tornano al focolare. Tuttavia alcune cose sono universali: anche gli Indios preferiscono le tette grandi, ancora meglio se arrivano fino ai piedi.
Un ambiente di merda per l'uomo
Più bestie feroci che allo zoo, più insetti e parassiti che nel tuo treno locale, più afa che in val padana, più malattie che nel parchetto dei drogati e più fango che alle Terme di Montegrotto. Viene spontaneo chiedersi come mai qualcuno voglia anche solo avvicinarsi a un posto simile, infatti fra l'uomo bianco solo pochi avventurieri o sfigati hanno affrontato il cuore della foresta amazzonica, non sempre con buoni risultati.
Nel 1970 il regista italiano Deodato si addentra nella foresta per girare un documentario, Cannibal holocaust, inutile dire che il film si trasformò presto in uno Snuff movie. Un solo sopravvissuto, Luca Barbareschi.
Nel 1978 un piccolo velivolo privato con a bordo 9 persone cade nel cuore della giungla Amazzonica, nessun sopravvissuto.
Nel 1981 Mr Crocodite Dundee effettua il suo primo viaggio risalendo il corso del Rio degli Ammazzati. Si troverà così bene che ci tornerà spesso a Natale o altre feste comandate.
Nel 1984 altro incidente aereo, un Boeing 737 della Mbombo Aerlines precipita nella giungla. Molti passeggeri scampano alla morte, ma devono fare i conti con tutte le pericolosissime schifezze tipiche dell'Amazzonia. Questa volta c'era però fra i passeggeri il noto avventuriero James Landoweck, esperto di sopravvivenza in condizioni estreme, e Tom Morrighan, chiamato l'uomo dalle sette vite. I due decidono di scortare i superstiti fino al fiume per discenderlo, arrivare alla foce e fare l'autostop da qui fino all'Europa attraverso la corrente del Golfo. Nessun sopravvissuto, ma l'idea era buona.
Nel 1987 Un elicottero colombiano con a bordo 3 narcotrafficanti e MacGyver va in avaria e precipita sulla foresta Amazzonica. Dalla caduta dell'elicottero (con relativa esplosione ritardata) si salvano, oltre al nostro geniaccio, 2 trafficanti, una graffetta, del ghiaccio secco, uno specchietto e un elastico recuperati all'ultimo dal velivolo. Un solo sopravvissuto, MacGyver, che fugge il pomeriggio stesso con una mongolfiera costruita dopo pranzo con quel che aveva.
Nel 1999 Due guide brasiliane, Miguel Hernandez e Juan Ferao, e un ricercatore britannico, per emulare il successo di Mr. Crocodite Dundee, tentano di risalire il Rio Negro per raccogliere dati sulla sorgente del fiume. Vincitori del Darwin Awards 1999.
7 consigli per salvare il culo in Amazzonia
Per chi ancora volesse soggiornare nella foresta pluviale abbiamo raccolto 7 consigli pratici di chi prima di voi ha avuto successo.
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