Foresta amazzonica

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Una veduta della Foresta Amazzonica, pensate che questa macchia verde ricopre un'area grande quanto l'Europa
« Io dicevo Salviamo la Foresta Amazzonica, ma solo perché non c'ero ancora stato, la Foresta Amazzonica è veramente una merda! »
(Operatore di Greenpeace si ravvede dopo un viaggio da incubo in Sud America)
« Gran bella località, io ci passo sempre le vacanze di Natale »
(Mr. Crocodile Dundee mentre sorseggia un Daiquiri sdraiato sopra a un caimano)
« Mi hanno detto che la Foresta Amazzonica è la più grande macchia verde esistente sulla terra, allora deve essere cancellata! voglio un continente americano pulito io »
(George W. Bush mentre continua a mantenere sicuro il nostro pianeta)
« La Foresta Amazzonica non è poi un così brutto posto, per esempio ieri ho catturato una pantegana, sta sera gran cenone!  »
(Un Indio ci illustra le bellezze della foresta pluviale)
« Vattene Amèdeo, perché mi ti avvinghi? Tanto anche biondo non sei uguale a Stinghi! Lui fa i concerti per l'Amazzonia, tu la Mazzonia la vuoi dare a me... »
(Mietta su spiegazione ad Amedeo Minghi delle ragioni per le quali non accettò le sue avance)

La Foresta Amazzonica o Amazzonia situata in Sudamerica è la più grande foresta pluviale del pianeta, si estende per decine di millemila metri quadrati e in ben 16 stati dell'America latina per lo più in Brasile, Guyana, Cile, lo Stato Libero di Bananas, Venezuela e in quello stato sudamericano dove MacGyver si faceva sempre catturare.

NonNews

NonNotizie contiene diffamazioni e disinformazioni riguardanti Foresta amazzonica.


Scoperta della foresta

In Amazzonia non solo gli animali ma anche le piante possono essere particolarmente ostili.

L'esistenza della Foresta Amazzonica divenne nota all'uomo bianco nel XIIVM18 Secolo. La sua scoperta è dovuta ad Amerigo Vespucci che durante uno dei suoi viaggi trovò la foce del grande fiume sul cui bacino idrografico sorge la foresta; siccome era in anticipo di 6 ore sulla tabella di navigazione per via dei fusi orari, decise di risalire un po' il fiume. Dopo 1 ora di navigazione 4 marinai avevano contratto la malaria cerebrale, 2 erano stati uccisi dalle zanzare tigre, 1 dalle rane velenose, 3 da mosche assassine, altri due non si sa bene perché e un altro vomitava verde dopo che gli era caduto il naso. Vespucci con una mano sul timone e l'altra sulle balle tornò in fretta in mare aperto, chiamò quel fiume Rio degli Ammazzati e di conseguenza la sua foresta prese il nome di Foresta Amazzonica. L'Amazzonia era comunque già nota in precedenza alle popolazioni del centro America che la chiamavano Chapawappaq ovvero “Gran posto di merda”.

Biodiversità

L' isola di Lost a confronto con l'Amazzonia è un villaggio vacanze

La Foresta Amazzonica è il posto al mondo più ricco di specie dopo i laboratori della Monsanto. Nella regione vivono circa 2,5 milioni di specie di insetti inutili, almeno 40.000 specie di piante velenose, 3.000 specie di pesci assassini, 1.294 specie di uccelli nocivi, 427 specie di mammiferi feroci, 427 specie di anfibi in pelle (ottimi per borse e scarpe) e 1012 specie di rettili dannosi, insomma decisamente troppi contando che sono tutti ostili all'uomo. Senza contare le specie non ancora classificate a causa della scarsità di carta su cui scrivere (colpa della deforestazione, vedi oltre). Per anni gli scienziati hanno voluto salvaguardare questa biodiversità nella speranza di cazzeggiare con i soldi dello stato trovare specie utili all'uomo, come una nuova varietà di Cannabis o un enzima di qualche insetto per rendere dei Nerds come loro attraenti al sesso opposto. Oggi però con le nuove biotecnologie si è perfettamente in grado di creare artificialmente tutte le specie desiderate con un semplice copia-incolla genetico. La Comunità scientifica si esprime quindi favorevolmente a riqualificare il territorio delle foreste pluviale in base alle necessità delle popolazioni locali.

Animali rari dell'Amazzonia

Deforestazione

Fin dall'antichità il sogno dell'uomo è sempre stato distruggere e assoggettare la natura. Siamo ormai vicini a un avvenimento storico: oggi il 92% della superficie terrestre è stata manipolata dall'uomo. Vi sono poche zone come l'Antartide, la Tundra o la Maremma che ancora non presentano miglioramenti. La zona selvaggia più grande è però proprio l'Amazzonia; per poterla distruggere riconvertire, già da anni è in atto una grande campagna di deforestazione, campagna che purtroppo procede a rilento a causa delle difficoltà socio-economiche degli stati sudamericani. Ad oggi solo un terzo della foresta è stato sanato, e vi sono ancora 3.067.000.000 di tonnellate di legname di buona qualità ancora inutilizzato, uno spreco che con l'attuale scarsità di materie prime risulta inaccettabile. Secondo le recenti proiezioni, se non si cambierà subito rotta entro il 2065 la foresta potrebbe essere ancora in piedi.
È degna di nota una pregevole iniziativa della ditta americana World's Trade Wood.Inc, che permette a ognuno di dare il proprio contributo al risanamento dell'Amazzonia: basta 1 euro per abbattere un albero, mentre con soli 20 euro permetterete ai volontari della WTW di radere al suolo ben 100 m2 di foresta pluviale; è inoltre possibile elargire una donazione annua di 50 Euro per adottare a distanza un Bulldozer.

I simpatici locali

La Foresta distrugge tutto ciò con cui viene a contatto..
Tipico abitante della foresta, questa Indio sta aspettando il ritorno del suo sposo dalla caccia.

L'uomo nella sua evoluzione ha colonizzato ogni angolo del pianeta, e l'Amazzonia non fa eccezione. Un esempio lampante è l'antico popolo dei Maya. Essi non vedevano nella foresta pluviale una minaccia, ma ben sì una risorsa, uno dei pilastri della loro civiltà, e convivevano in pace con la foresta. Quando i Conquistadores arrivarono in America, della civiltà Maya non erano rimaste che rovine: non sempre la foresta ha voglia di convivere con l'uomo, a prescindere da quanto sia buffo il copricapo di piume che indossa.
A parte questo, vivono nella foresta ancora 140 tribù Indios, alcune mai contattate dall'uomo bianco, altre contattate, ma ancora senza Adsl, costrette a una rudimentale esistenza e a una connessione a 56kakka. Il 90% di esse è composto da cannibali o cacciatrici di teste. La loro cultura è totalmente diversa da quella occidentale, ne è esempio il loro gusto estetico: sporcizia, barba incolta, odori acri, strani tatuaggi e voci gutturali sono la norma nei villaggi, e se questo vi sconvolge guardate la sera quando finita la caccia anche gli uomini tornano al focolare. Tuttavia alcune cose sono universali: anche gli Indios preferiscono le tette grandi, ancora meglio se arrivano fino ai piedi.

Un ambiente di merda per l'uomo

Queste feroci Cochitullum sticazzis portano verso la loro tana un incauto esploratore, per lui ormai non c'è più nulla da fare.

Più bestie feroci che allo zoo, più insetti e parassiti che nel tuo treno locale, più afa che in val padana, più malattie che nel parchetto dei drogati e più fango che alle Terme di Montegrotto. Viene spontaneo chiedersi come mai qualcuno voglia anche solo avvicinarsi a un posto simile, infatti fra l'uomo bianco solo pochi avventurieri o sfigati hanno affrontato il cuore della foresta amazzonica, non sempre con buoni risultati.

Nel 1970 il regista italiano Deodato si addentra nella foresta per girare un documentario, Cannibal holocaust, inutile dire che il film si trasformò presto in uno Snuff movie. Un solo sopravvissuto, Luca Barbareschi.

Nel 1978 un piccolo velivolo privato con a bordo 9 persone cade nel cuore della giungla Amazzonica, nessun sopravvissuto.

Nel 1981 Mr Crocodite Dundee effettua il suo primo viaggio risalendo il corso del Rio degli Ammazzati. Si troverà così bene che ci tornerà spesso a Natale o altre feste comandate.

Nel 1984 altro incidente aereo, un Boeing 737 della Mbombo Aerlines precipita nella giungla. Molti passeggeri scampano alla morte, ma devono fare i conti con tutte le pericolosissime schifezze tipiche dell'Amazzonia. Questa volta c'era però fra i passeggeri il noto avventuriero James Landoweck, esperto di sopravvivenza in condizioni estreme, e Tom Morrighan, chiamato l'uomo dalle sette vite. I due decidono di scortare i superstiti fino al fiume per discenderlo, arrivare alla foce e fare l'autostop da qui fino all'Europa attraverso la corrente del Golfo. Nessun sopravvissuto, ma l'idea era buona.

Ecco il primo piano del famoso esploratore Tom Morrigham, uno dei maggiori esperti sulla foresta pluviale

Nel 1987 Un elicottero colombiano con a bordo 3 narcotrafficanti e MacGyver va in avaria e precipita sulla foresta Amazzonica. Dalla caduta dell'elicottero (con relativa esplosione ritardata) si salvano, oltre al nostro geniaccio, 2 trafficanti, una graffetta, del ghiaccio secco, uno specchietto e un elastico recuperati all'ultimo dal velivolo. Un solo sopravvissuto, MacGyver, che fugge il pomeriggio stesso con una mongolfiera costruita dopo pranzo con quel che aveva.

Nel 1999 Due guide brasiliane, Miguel Hernandez e Juan Ferao, e un ricercatore britannico, per emulare il successo di Mr. Crocodite Dundee, tentano di risalire il Rio Negro per raccogliere dati sulla sorgente del fiume. Vincitori del Darwin Awards 1999.

7 consigli per salvare il culo in Amazzonia

Tipico parassita che vive nella frutta dell'Amazzonia, meglio se mangiate le tartarughe

Per chi ancora volesse soggiornare nella foresta pluviale abbiamo raccolto 7 consigli pratici di chi prima di voi ha avuto successo.

« La giungla è un'ambiente afoso: invece di indossare seta, lino o tessuti sintetici, preparatevi un gilè in pelle d'alligatore, indumento asciutto e rinfrescante, e poi cospargetevi di fango. Se non avete un'alligatore a casa, potete procurarvelo in loco presso un fiume: bloccatelo con una presa sotto la mascella e scuoiatelo sul posto. »
(Mr. Crocodile Dundee)
« Per proteggervi da parassiti e insetti nocivi potete utilizzare dei rimedi floreali. Procuratevi un esemplare di Arphilephethus Alba, da non confondersi con Arphilephethus Vulgaris che è invece velenoso; sono distinguibili da una particolare venatura all'interno della corona esterna, seghettata nell' Alba, a zig zag nella varietà Vulgaris. Estratto il polline, mettetelo a contatto con del ghiaccio secco che avete precedentemente preparato e accelerate la sublimazione premendo con una graffetta. Otterrete una nube di un potente insetticida che durerà per diversi giorni, spandendo tra l'altro un gradevole profumo di lavanda. In alternativa fatevi spedire un silos di Autan »
(MacGyver)
« Invece di portarvi tante razioni di cibo che pesano, trovate da mangiare nella foresta: maialini, topi muschiati, anche tartarughe da aprire con un bastone. Grazie al clima è tutto molto buono e saporito, non abbiate rimorsi: nella giungla funziona così, se ne avesse avuto la possibilità anche la tartaruga vi avrebbe mangiato. »
(Luca Barbareschi)
« Non sprecate spazio nel vostro zaino per medicinali, garze, fasciature o antibiotici. Portatevi dietro solo fil di ferro, del buon Gin e un paio di calzini di riserva, io così non ho mai avuto problemi di salute. »
(Mr. Crocodile Dundee)
« Per rendere potabile l'acqua, basta la tua gavetta d'alluminio: grattando l'alluminio con una graffetta otterrete una polverina molto infiammabile che, mischiata con della grafite e accesa, non si spegnerà e disinfetterà in maniera termica la vostra fonte d'acqua. »
(MacGyver)
« Per quanto possa sembrarvi irresistibile, dopo tanti giorni di viaggio trascorsi senza vedere una donna da quando avete lasciato San Johsè, e meglio non stuprare e uccidere eventuali indigene isolate, a meno che non vogliate scatenare le ire della sua tribù statisticamente cannibale. »
( Luca Barbareschi )
« Cielo a pecorelle pioggia a catinelle.  »
Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno 10 agosto 2008 col 37.5% di voti (su 16).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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