Francesco II delle Due Sicilie
Francesco II di Borbone (per gli amici Checco II di Borbone, Cesco II Di Borbone o L'ultimo dei Borboni Di Borbone[1]) è stato re delle Due Sicilie per 4 anni filati, finché non si scocciò e disse la celebre frase "Vado a comprare le sigarette, appena torno continuo a governare", per poi andarsene senza lasciare traccia.
Biografia
La sola nascita di Francesco II di Borbone portò nella famiglia Di Borbone varie sciagure tra cui la morte della madre, della nutrice, dello zio di primo grado, dello zio di secondo grado, del cugino, della nutrice del cugino e del fruttivendolo nella piazza adiacente. Il padre allora[2] rinchiuse suo figlio in convento sperando che almeno così non avrebbe portato sfiga. Non l'avesse mai fatto. Di lì a pochi giorni infatti il buon Ferdinando di Borbone fu colto da numerose disgrazie, tra cui la rottura della caldaia durante la doccia e l'arrivo dei testimoni di Geova durante la notte, che culminarono poi con la sua morte a causa di una buccia di banana, scena degna dei migliori cartoni animati ottomani.
Nel 1898,98 con 8 periodico, il nostro eroe sposa la principessa Sissi la quale aveva un carattere, diversamente dal marito e dal cartone animato, molto incazzoso e masochista. Famoso è l'episodio in cui tentò di portare, senza divenire cianotica, un fuseaux taglia 40, nonostante portasse da quando era adolescente la 52. Il matrimonio però non fu tra i più felici. Infatti, come possiamo vedere dal numero 11 di Vanity fair, Sissi dichiarò:
I giovani sposini però resistettero e decisero di non divorziare. Poco tempo dopo, Francesco II di Borbone salì al trono, ma fu un re troppo buono, così una certa Maria Sofia[3] prese le redini del regno ed entrò in contrasto con la matrigna del re, Maria Teresa, iniziando così una diatriba che durerà addirittura 8 minuti finché lo stesso Francesco II di Borbone[4] non s'arrabbierà e dirà "Qua comando io, tornate in cucina, donne inferiori! La parità dei sessi non è ancora stata inventata!", e infatti egli regnò per ben un anno sul trono di Napoli, varando tantissime riforme, tutte inutili. In quanto a politica estera il signor Di Borbone attuò il classico piano Pariamoci il culo in vista del nemico.
Il tramonto del regno
Dopo qualche giorno di duro lavoro, re Francesco II di Borbone venne a sapere da un suo consigliere che di lì a pochi mesi sarebbe arrivato, armato di spingarda e spiedo per polli, un certo Peppino Garibaldi con 1000 uomini a far casino. Dopo un sonoro "Ecchisenefotte!", Francesco II di Borbone continuò a governare facendo finta di nulla. Non si sa il perché di quella reazione. Molti ipotizzano che, durante la notizia, in TV ci fosse la finale di Champions Impero Astro-Ungarico-Prussia. Altri invece si limitano a sostenere che il consigliere si fosse rivolto al re chiamandolo semplicemente "Sua maestà" e non "Sua maestà Di Borbone" e ciò causava al re reazioni come crisi epilettiche o sordità improvvisa, come nel nostro caso.
Appena Peppino e i suoi 1000 sbarcarono a Calatafami con i loro forconi, falci e mietitrebbie[5], furono accolti da 3000 soldati borbonici armati con spade, fucili, bazooka, bombe atomiche e carri armati. Nonostante i borbonici avessero armi più tecnologiche e potenti, si ritirarono perché tutti affetti dalla famosa cacarella prebellica. Garibaldi allora arrivò in Calabria e Francesco II di Borbone decise di combatterlo. Scelse tra il suo esercito i 12000 uomini migliori, tutti super-uomini capaci nell'uso delle armi, nella lotta libera, nel karate, all'uncinetto, in grado di battere un rinoceronte a mani nude e di far passare un cammello per la cruna di un ago.
Appena iniziata la battaglia, 10.000 di loro s'arresero e i 2000 soldati rimasti perirono sotto i colpi del mietitrebbia. Punizione divina? Probabile. Francesco II di Borbone allora chiese aiuto strisciando a Vittorio Emanuele II. È rimasta famosa la risposta di Vittorio Emanuele II: "Puppa! Ora ti invado anche io!". Così, attaccato da due diversi eserciti, il nostro amato re Di Borbone disse: "Cara, pensaci un attimo tu alla guerra, io vado a comprare le sigarette. Però le tabaccherie del napoletano non mi piacciono, quindi vado in quella di Gaeta". Non tornò più, ma inviò un SMS alla moglie dicendole di andare da lui a Gaeta ché avevano aperto un nuovo centro commerciale in cui vendevano fuseaux della sua taglia.
L'esilio
Stanco di Gaeta, Francesco II di Borbone si trasferì a Roma e visse come mantenuto del Papa per circa 3 anni. Oramai era ridotto in depressione, passava intere giornate su feisbuc a creare pagine come: "X ki odia Vittorio Emanuele II", "Garibaldi dveva rimanere a casa sua", "I 1000 puzzano" etc... Sia il papa che la famiglia continuavano a dirgli: "Trovati un lavoro, fatti una doccia, posa quella bottiglia, metti giù quella lametta... Ma lui, Di Borbone, niente, continuava a stare su feisbuc e ad ascoltare musica neomelodica rinchiuso nella sua cameretta. Dopo 3 anni il Papa si scocciò e lo scacciò dal proprio palazzo, ma Sissi gli ricordò che avevano vinto al Superenalotto il Palazzo Farnese e andarono ad abitare lì.
Anni dopo arrivarono le truppe unitarie anche a Roma e Francesco II Di Borbone in ricordo dei vecchi tempi decise di sfidarli. Così andò alla ricerca di soldati porta a porta: si presentava a casa di sconosciuti dicendo "Lei crede in Dio?... Ah, no scusate quelli sono i testimoni di Geova. Allora, Francesco II Di Borbone si presentava a casa di sconosciuti e diceva:"Che ne dice di unirsi a me in una guerra contro le truppe unitarie?", c'era chi lo prendeva per matto, chi lo picchiava, chi diceva "Ma vai a lavurà, testina!... nessuno si unì alla sua armata, così decise di abbandonare il progetto e darsi all'ippica tornando così in depressione. Sissi, per curarlo[6], lo portò a Parigi e qui arrivò una bellissima bambina. Copularono? No, la trovarono a Disneyland. Fatto sta che la bambina morirà tre mesi dopo insieme al padre.
Sissi, felicissima della morte del marito, continuerà a vivere per altri 2 anni, finché non verrà soffocata dai suoi jeans a vita bassa. Le spoglie della famiglia Di Borbone riposano insieme vicino a quelle di Garibaldi, ma la leggenda vuole che Francesco II Di Borbone e Garibaldi continuino a farsi dispetti per l'eternità ogni giovedì dei mesi dispari.
Soprannomi
A tutti gli eroi risorgimentali fu affibbiato un soprannome: Vittorio Emanuele II fu noto come "Il traditore carismatico", Cavour come "Quello che non c'entra con Francesco II Di Borbone ma citarlo fa sempre figo", Garibaldi "L'eroe dei due mondi" e Nino Bixio "Chi?". Il Sovrano delle Due Sicilie Di Borbone, sconfitto e detronizzato, si vide invece affibbiare il bellissimo soprannome di "Franceschiello". Un'ingiustizia, nevvero? Non c'è nemmeno il Di Borbone finale!
Note
- ^ Se non aggiungevi di Borbone alla fine del nome non si girava.
- ^ Famoso per avere una ventina di nomi tra cui Addolorato e Mattio.
- ^ Non si sa nulla di lei, valenti scienziati suppongono sia solo un'illusione ottica del re.
- ^ Che era in salotto a fare yoga.
- ^ Molti soldati pensavano che Garibaldi fosse un impresario agricolo.
- ^ E sperando di copulare almeno una volta.