Frisbee
Il frisbee è un disco volante; ma non è un UFO. A prima vista sembra un piatto, presenta bordi rialzati e accoglie comodamente una margherita. Probabilmente è stato concepito proprio con questo scopo, ma siccome i piatti erano già stati inventati, si rese necessario trovare una destinazione d'uso differente. Dopo alcuni tentativi di farlo passare per cappello, ruotino di scorta e coperchio per tombini, fu lanciato lontano allo scopo di disfarsene. Solo allora fu chiaro il motivo della sua esistenza. Le grandi scoperte avvengono sempre per caso[citazione necessaria].
Probabile origine
Ipotesi aliena e ipotesi NASAle
L'ipotesi sulla provenienza aliena del frisbee è stata abbandonata da tempo. Recenti studi hanno dimostrato che nessuna forma di vita intelligente avrebbe potuto impiegare un piatto per attività ludiche, escludendo ovviamente moglie e marito durante un litigio. Permangono tuttavia numerosi dubbi. Sappiamo per certo che la NASA ha lavorato al progetto di un velivolo a forma di disco, sapendo bene che, una volta atterrato, i soldati avrebbero passato circa dieci minuti a vomitare e almeno altri venti per riuscire a stare in equilibrio. Ma allora:
La risposta a questa domanda non è stata mai trovata, come non è stato possibile far volare il prototipo della NASA. Questo fallimento doveva in qualche modo essere occultato. Quando il Congresso pretese delle spiegazioni, soprattutto riguardo i settordici miliardi di dollari investiti, il generale "Buck" Turgidson tirò fuori un frisbee e lo fece volare per tutta l'aula. Mentre un grosso punto interrogativo andava delineandosi nello sguardo di tutti i presenti, il generale disse:
La maggior parte emise degli "Ooooh" di meraviglia, tanto per non fare la figura di quello che non aveva capito, e firmò per l'ulteriore finanziamento di diciassei miliardi. Non visto, il senatore dell'Arizona Andy K. Craddock, titolare della fabbrica di giocattoli Wham-O di Flagstaff, strappò un foglio con un disegno dal rapporto Turgidson e se lo mise in tasca frettolosamente.
Restando con i piedi per terra
Molto più realisticamente, il frisbee ha origini terrestri. Oggetti piani circolari, di forma simile, si ritrovano in documenti antichi, ad esempio nei lanciatori del disco dell'Antica Grecia. Lo storico ellenistico Fetapodio di Souvlaki afferma, nei suoi Prolegomeni ad una riscrittura totale delle balle di Erodoto e Polibio, che il celebre Discobolo di Mirone non rappresenta altro che un campione di ultimate. Si sa che nel Medio Evo era usanza diffusa, nei grandi banchetti, lanciarsi i piatti di legno in cui si era appena mangiato. Si credeva che ciò tensse lontano il cimurro. Negli anni della Rivoluzione industriale gli operai delle prime acciaierie, sottoposti a turni di lavoro massacranti, traevano qualche momento di svago lanciandosi cerchi di latta, che potevano avere un pericoloso effetto-ghigliottina: ciò garantiva quel tocco di adrenalina che elevava lo spirito e la pressione. Nel XX Secolo andavano per la maggiore dischi di plastica rigida, ancor meglio i recenti coperchi di fustini per detersivi. Lanciarsi a vicenda oggetti contundenti ha sempre fatto parte del divertimento dei giovanissimi.
L'origine del termine risale alla seconda metà del 1800, dal nome di una ditta statunitense del Connecticut (la pasticceria Frisbie Pie Co.) fornitrice di crostate per mense scolastiche, le cui teglie circolari di latta venivano riutilizzate per lo svago degli studenti del New England. Le crostate invece venivano utilizzate come purgante punitivo sugli studenti troppo esuberanti.
Il concetto moderno di frisbee nasce però dalla mente farneticante di due veterani della Seconda Guerra Mondiale, tali Warren Franscioni (i cui nonni erano di Ceppaloni) e Walter Morrison, che dopo ripetuti tentativi ottennero un disco di plastica perfettamente aerodinamico. Certo, avevano perso il lavoro, erano socialmente rovinati e le rispettive mogli li avevano scaricati, ma ne era sicuramente valsa la pena[Hasta la victoria siempre!]. Nel 1948 misero in commercio la loro creatura, battezzata "Flying disc" ("Disco volante"). A partire dallo stesso anno si verificò un aumento esponenziale di avvistamenti di Ufo, fenomeno che perdura ancora oggi.
Valide alternative
Con l'arrivo dei primi frisbee nei negozi, inspiegabilmente costosi, i ragazzi dell'epoca si trovarono a dover risolvere un problema che si poneva come l'amletico "Essere o non essere". L'equazione, in termini squisitamente matematici, era
F = C + L + 6(S)
dove:
- F era ovviamente il frisbee,
- C era il costo del cinema,
- L era lo stecco di liquirizia,
- S erano i soldatini della Atlantic.
Di fronte a questo tipo di scelte i più indecisi entravano nel panico, quelli che restavano lucidi ricorrevano all'italico genio per "salvare capra e cavoli", e reperire un surrogato accettabile. Dopo aver tentato di far volare di tutto, rotto il vetro della cucina della signora Mafalda e ricevuto un ceffone da proprio genitore, seduti nel pensatoio, ecco apparire in un angolo la soluzione: il fustino rotondo del detersivo, ma soprattutto il suo coperchio. Fatta l'opportuna verifica sul campo, risultava avere le giuste caratteristiche: impugnatura ergonomica, ottimo rapporto peso/resistenza, profilo liscio e bordo ripiegato per una discreta portanza. Nel giro di un mese, in tutta la penisola, volavano solo coperchi del detersivo. Quelli che avevano acquistato un vero frisbee lo tenevano nascosto, per evitare di far la figura dei pollastri. Dopo due mesi i frisbee venivano venduti come sottovasi, o come scodelle per le pappe dei neonati. Quando un coperchio si rompeva si doveva attendere che la propria madre, o quella di un compagno di giochi, acquistasse un nuovo fustino. Per favorire il processo, ci si rotolava spesso nel fango oppure, nei periodi di siccità, ci si sporcava volutamente col sugo della pasta. La pacchia però non era destinata a durare. La Wham-O, industria americana che produceva i frisbee, si accordò segretamente con la Procter & Gamble e con la Henkel & Cie, che producevano rispettivamente i detersivi Dash e Dixan (gli unici col fustino rotondo). La prima passò alle scatole a forma di parallelepipedo, la seconda ripiegò invece su un coperchio di cartone, che si deformava massimo al terzo lancio. La loro furbata non poteva restare impunita. Per ripicca ci si strofinava nell'ortica e poi si accusavano i due detersivi di fastidiose reazioni allergiche. Le loro vendite calarono del 26%. Tiè! Beccatevi questa, brutti infamoni!
Discipline
In Italia il frisbee, inteso come gioco, fu introdotto, nei primi anni '70. Non siamo in grado di spiegare i motivi che spingono alcuni esseri umani a cimentarsi in queste boiate, soprattutto non esiste una ragione plausibile del perché abbiano poi seguito. È comunque un fatto che dobbiamo accettare, tanto più oggi che l'uso del frisbee si è diversificato in varie discipline, alcune importate dagli States e altre inventate proprio nel nostro paese.
- Frisbee Viscid Beach: si affrontano due squadre, con l'obbiettivo di eliminare man mano gli avversari. Le regole sono simili alla palla avvelenata, ma nemmeno tanto. La squadra di turno lancia il frisbee nel campo avversario, se tocca terra viene eliminato il giocatore più vicino, se viene afferrato c'è il "cambio piatto" e a lanciare sono gli altri, se sfugge di mano però viene eliminato il maldestro individuo. Per aumentare le probabilità di successo il disco può essere passato sotto le ascelle, al fine di renderlo ostile alla presa.
- Frisbee Handisk: una sorta di pallamano fatta col disco. Lo scopo è banalmente quello di segnare nella rete avversaria, ma non prima di aver colpito l'arbitro in un occhio. Il gioco finisce allo scadere dei 90', o quando l'arbitro diventa cieco del tutto.
- Frisbee Scapestrat: disciplina individuale, variante nostrana del Freestyle americano. Il disco può essere afferrato solo facendo un salto mortale all'indietro, la presa è considerata valida solo se si atterra sulla testa o si riporta almeno una lesione ad una vertebra. Vince la competizione il primo che resta paralizzato per almeno dieci minuti.
- Frisbee Kill-Old: gioco promosso dall'INPS, che consiste nel decapitare con un frisbee ben affilato un vecchio nel parco. Per ogni anziano eliminato si acquisisce un terzo della sua pensione, che si potrà riscuotere una volta andati in pensione, se si sopravviverà al proprio turno da preda (che dura un anno).
- Frisbee Boom-Dog: gioco nato nel Massachusetts, dove i piccoli randagi stavano diventando una piaga, perché toglievano il cibo dai cassonetti e impedivano quindi ai barboni di sfamarsi. Occorre qualche mina antiuomo abilmente camuffata, grembiule e stivali di gomma, e ovviamente un botolo. Una volta tirato l'ordigno occorre gettarsi a terra tappandosi le orecchie. Successivamente bisogna recuperare la medaglietta o il chip dell'animale (ma va bene anche un pezzo della mascella) e portarlo ad un vigile urbano. Al quinto cimelio si vince un ingresso omaggio al cinema, per vedere Lilli e il vagabondo.
Nel torneo internazionale Eighth Wonder sono previste le seguenti gare:
- Umani vs Cani
- Politici vs Elettori
- Ebrei vs Rettili
- Romanisti vs Juventini
- Romeni vs Polizia
- Zingari vs Naziskin
- Piccioni vs Anziani
- Alien vs Predator
Esiste inoltre la competizione All animals, aperta a qualsiasi forma di vita intelligente. Questo ovviamente esclude buona parte della Lega Nord, il Mago Otelma e tutti i Nazisti dell'Illinois.
Altre cose che girano NO! Non sono le palle e che volano NO! Non sono gli schiaffi
Il concetto di frisbee è molto più presente nell'immaginario collettivo di quanto si possa collettivamente immaginare. Si potrebbero mostrare tanti esempi a suffragio di sì vereconda affermazione, ma per questioni di falsa modestia ci si limita all'essenziale.
Si butti l'occhio, ad esempio, sulla misconosciuta Monna Ulaoppa e 'l su' putto col piatto in mano qui a destra, opera minore di Leonardo, che mette in mostra le audacie coreografiche in voga in quel periodo. Quella che sembra una giocosa scena agreste in realtà sottintende significati che i papaboys disapproverebbero. Il frisbee tenuto in mano dal putto si contrappone al cerchio esibito da Monna Ulaoppa, che cela in realtà un messaggio di chiara natura sessuale. I critici sono discordi unicamente sulla parte anatomica cui farebbe riferimento il cerchio, mentre sul simbolismo fallico del frisbee sembra non vi siano dubbi. Si tratta di incesto? Di una milf col suo toy-boy? Non è dato sapere, anche perché sul retro del quadro non c'è scritto niente. Tuttavia doveva essere uno stile di vita piuttosto diffuso, nonostante l'Inquisizione.
Ben diverso il messaggio insito nell'inquietante figura di Oddjob, il muto e sanguinario tirapiedi di Auric Goldfinger nel film 007: Missione Goldfinger del 1964. In questo caso si assiste ad un utilizzo sadicamente ludico di una bombetta, che in realtà è un frisbee camuffato sul cui bordo è stata saldata la lama di una katana. Si tratta chiaramente di un oggetto utile nelle mani sbagliate: un salumiere o un macellaio ne avrebbero fatto senz'altro un uso più consono, anche se va ammesso che chiunque, trovandosi per le mani un aggeggio simile, rischierebbe di cadere in tentazione e decollare gente a caso, tipo la suocera. Ma d'altra parte questo è il più grande difetto delle produzioni cinematografiche degli anni '60: la spettacolarizzazione ad ogni costo anche degli oggetti più banali, come la lama di un'affettatrice. Inoltre Oddjob ha fatto una brutta fine, quindi un oggetto del genere di sicuro porta male.
Infine, ecco un ottimo esempio di cinema storico: la ricostruzione romanzata della nascita del frisbee, basata sulle stesse fonti utilizzate per la redazione del presente articolo.
Voci correlate
Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media. È stata miracolata come tale il giorno 2 marzo 2014 col 45.5% di voti (su 11). Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto. Proponi un contenuto da votare · Votazioni in corso · Controlla se puoi votare · Discussioni |