Gabon

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Gabon
(Bandiera) (Stemma)

Motto: Per done, sghei e aqua, i omeni se mazza.
Inno: Bingo Bango Bongo

Il Gabon è sotto l'equatore e sopra le palle agli altri.
Capitale Libreville
Maggiori città

Port-Gentil e Port-Stronzett


Lingua ufficiale

Frocese


Governo Repubblica delle Banane
Capo di stato Ali "Bingo" Bongo Ondimba
Area Poca, veramente poca
Popolazione

Poco visibile al buio


Moneta Zanne di elefante
Religione

Culto del Grande Cocomero


Sport nazionale

Caccia grossa



Il Gabon, in veneto Xebon, è uno stato dell'Africa Centro-sinistra, la tua sinistra... è proprio sotto la parte sporgente... nella conca che si forma tra...

« Cazzo e guarda la mappa! »
(Ce l'avrò pure messa per una ragione.)

È un paese molto caldo perché è attraversato dall'equatore, dalle scorribande dei contrabbandieri di avorio e da uno scirocco che non ti dico.
Confina a nord con il Camerun, a nord-est, est e sud col Congo, a occidente si affaccia invece su via Palmiro Togliatti, che è anche il suo lungomare. Il Gabon è uno stato ricco di monti, fiumi e basta. L'unica attività che offriva prospettive lavorative, fino al 1984, è stata il commercio dell'avorio, poi gli ultimi sette elefanti si sono rivolti a Greenpeace e al WWF, ed è finita la pacchia. Nella provincia di Ngounié sopravvivono le ultime tribù di pigmei bakoya, abilissimi sarti da cui si serve Renato Brunetta. Per secoli, a contendersi i territori (in estenuanti partite al gioco dei tappi[1]) furono proprio questi minuscoli ominidi, che erano in contrasto con gli altri pigmei Baka e Babongo. A metà del 1800 arrivarono i francesi e ne fecero un protettorato, che è (come suggerisce il nome) come il rapporto tra pappone e mignotta: o si fa come dice lui o sono cazzi. Quando i Baka li videro arrivare, a bordo delle loro grandi navi, li descrissero con: "loumbou mièné n'komi", che nel loro antico idioma significa "gigante bianco infrocito". L'ammiraglio francese Louis Edouard Bouet-Willaumez, dopo aver esplorato quel territorio, si affrettò a comunicare in patria le sue prime impressioni:

« A parte alcune bestie feroci, o molto velenose, in questo posto non c'è altro. Il Belgio si è preso il Congo con le sue miniere d'argento, l'Inghilterra si è appropriata dell'Egitto e dei suoi tesori, possibile che a noi toccano sempre e solo gli scarti?
L'unica nota positiva sono le native, riescono a farti un pompino stando in piedi. »
(L.E. Bouet-Willaumez, Rapporto 71 Alla volé, 9 dicembre 1848.)

Dalla sua indipendenza dalla Francia, ottenuta il 17 agosto 1960, il Gabon ha introdotto un sistema multipartitico sul modello italiano. Nel 1964 avevano già il debito pubblico talmente alto che anche i neonati erano preoccupati dallo spread e, alcuni di loro, si suicidavano ingoiando la tettarella del biberon. Dopo aver riscritto una nuova costituzione, prendendo spunto dal Manuale delle giovani marmotte, le cose andarono a posto. Il Gabon è il primo stato del mondo ad essere guidato da un Lupetto.
La lingua ufficiale continua ad essere il francese, mentre la musica che proveniva dalla Francia è stata vietata per legge, questo per contrastare la preoccupante diffusione di gravi forme depressive.

Storia

A sinistra: un turista tedesco visita una tribù di pigmei Baka.
A destra: un pigmeo Babongo assieme ad un pigmeo francese.

I primi abitanti dell'area furono delle tribù pigmee dedite alla caccia grossa; capirono sin da subito che non era alla loro portata e iniziarono a cacciare roba più piccola. Agli inizi del XIII secolo ci furono però le migrazioni Bantu, che in parte assorbirono le popolazioni pigmee. Dall'incrocio delle due razze vennero fuori due nuove etnie: gli Mpongwe (piccoli grandi uomini) e gli M'bédé (grandi piccoli uomini), difficilmente distinguibili tra loro.
I primi visitatori europei del Gabon erano commercianti provenienti dal Portogallo, che giunsero nel XVI secolo. Non ci misero molto a capire che in quella terra, a parte la manodopera a costo zero, non c'era altro. Nei successivi tre secoli il litorale si trasformò quindi in un polo fieristico, punto di riferimento per tutti gli operatori del settore Schiavitù. All'Expo Estuaire del 1848, nel corso dell'asta, fu battuta una partita di trenta watussi provenienti dall'Uganda, a cui erano abbinati anche venti pigmei Baka. L'acquirente era una ricca proprietaria terriera della Georgia, che respinse la fornitura con la seguente motivazione:

« La prossima volta chiudete meglio la stiva, quasi la metà di questi neri si sono ritirati per l'umidità. »
A sinistra: l'austera sobrietà di auto e palazzo presidenziale.
A destra: il presidente Bongo, immortalato mentre cerca invano di scorreggiare.

Questo episodio segnò il punto di non ritorno per l'economia gabonita... boh, forse gabonese[2] , quel vile commercio iniquo e coloniale fu abbandonato. Nel 1849, a seguito dell'arrivo dei francesi, venne fondata la capitale, chiamata Libreville in quanto destinata a residenza degli schiavi liberati (analogamente alla città di Freetown in Sierra Leone e al comune di Liberi in provincia di Caserta[da verificare]).
Gli esploratori francesi penetrarono nelle dense giungle del Gabon fra il 1862 e il 1887. Il più famoso di loro fu Pietro Savorgnan di Brazzà, di origini friulane, determinato a trovare le sorgenti del fiume Congo. Presso una tribù Bassimbika trovò invece un distillato, ricavato dalle bacche di Catha edulis, da far impallidire anche la grappa di Picolit prodotta dalla Toppo Florio. Del grande esploratore si persero le tracce, di lui ci restano: la hit estiva "Me 'mbriago de sgnapa" e una sua frase ricorrente, "per done, sghei e aqua, i omeni se mazza", di cui il Gabon ha fatto il suo motto.
I territori dell'Africa equatoriale francese divennero indipendenti il 17 agosto 1960, dividendosi in quattro stati indipendenti: Repubblica Centrafricana, Ciad, Congo e Gabon.

Secondo alcune classifiche e hit parade, la democrazia gabonita è migliore di quella italiana.
Secondo alcune classifiche e hit parade, la democrazia gabonita è migliore di quella italiana.

Il primo presidente, il filofrancese Lèon M'Ba, restò vittima della crisi del settimo anno con il suo vice Omar Bongo e, dopo una furibonda lite in cui volarono piatti e pesanti offese agli antenati, quest'ultimo gli succes succedu soffiò il posto. Omar Bongo instaurò un regime democratico a partito unico e fu rieletto alla presidenza anche nel 1979. Nel 1990, a seguito delle proteste popolari, delle pressioni internazionali e di un'inaspettata moria delle vacche, Bongo instaurò un sistema multipartitico. Lui era però il leader di tutti gli schieramenti e fu sorprendentemente rieletto nel 1993 e nel 1998. Lo strapotere di Bongo terminò l'8 giugno 2009, assieme alla sua vita. Si andò immediatamente alle elezioni, nelle quali prevalse Ali Bongo Ondimba (già Ministro della Difesa e figlio del defunto presidente). Qualcuno tentò di gridare al broglio elettorale ma, vuoi perché i mass media erano di proprietà della famiglia Bongo, vuoi perché è difficile gridare con la canna di un AK-47 in bocca, la protesta finì nel nulla. Ancora oggi il Gabon è rappresentato da questo fervente "paladino della democrazia", il fatto che Freedom House abbia collocato l'Italia al di sotto del Gabon è probabilmente un errore di trascrizione della classifica.

Economia

La valuta usata nel Gabon sono le zanne di elefante.
Nella foto: il caveau della Banca Centrale Gabonese.

Il redditizio traffico delle zanne d'avorio è oramai un ricordo del passato, i pochi contrabbandieri rimasti sono stati costretti a cambiare lavoro, alcuni sono diventati guide per safari, altri esportano all'ingrosso pene d'ebano, altri ancora sono emigrati all'estero e lavorano fuori dei supermercati dove, svolgendo un importante servizio sociale, aiutano le persone a posare il carrello per fottersi l'euro.
L'economia del Gabon è oggi basata soprattutto sull'esportazione del petrolio e del legname. Col primo si sono arricchiti solo alcuni politici disonesti e le multinazionali, col secondo invece la camorra gabonese ed alcuni politici diversamente onesti (e le multinazionali). Il 70% del legname del Gabon viene esportato in Camerun, dove permane una forte presenza di frigoriferi a legna.
L'agricoltura è poco sviluppata, nonostante la grossa spinta per il suo incremento voluta dal Ministero del Caporalato, che ha recentemente ordinato una fornitura di 200 trattori Superlandini del '34. Nonostante ciò, il Gabon possiede uno dei redditi pro capite più alti d'Africa, con un leggerissimo sbilanciamento nella distribuzione di questa ricchezza: il 6% della popolazione ne detiene il 72%, il resto è affetto dalla sindrome da deficit monetario. Molto diffuso è infatti il bushmeat, un "arrosto misto di foresta" che rappresenta l'unica fonte di proteine per i gabonesi poveri. Il piatto è diventato anche una delle specialità gastronomiche più apprezzate dai turisti, alla Taverna M'Buto (uno dei locali segnalati dal Gambero Rozzo) viene servito un trittico composto da: lombata di gorilla, costolette di antilocapra e spiedini di è meglio non chiedere.

Fauna

La fauna del Gabon è molto ampia, almeno quanto la possibilità di esserne vittima.

La maggior parte degli animali presenti in Gabon rientra nella peculiare dieta degli abitanti, le eccezioni sono rappresentate da alcuni cosi volanti che nessuno ha mai assaggiato e altri che vivono fuori dall'acqua e non hanno piedi. È d'uopo segnalare alcune tra le specie endemiche presenti sul territorio.

  • Il gorilla del Gabon è un grosso primate dal caratteristico pelo nero e folto, a volte può averlo rossiccio e diventa lo zimbello del branco. I gabonesi lo chiamano "zhebuè muok leconi" che significa: "eccolo che carica". Di norma è pacifico e tranquillo ma, soprattutto in presenza dei cuccioli, può diventare minaccioso. Fortunatamente è possibile capire in anticipo le sue intenzioni: quando decide di staccarti la testa per giocarci a cricket ti guarda in malo modo. Se invece prende un arbusto e inizia a strofinarlo nervosamente sul terreno, vuole avvisarti che sente un certo languore e quindi: o frughi velocemente nel tuo tascapane e gli dai tutta la frutta che trovi, oppure non avrai più le braccia per frugare niente e nessuno.
  • Il pappagallo cenerino è generalmente considerato tra le specie di uccelli più intelligenti del pianeta. L'ornitologa "ad honorem" Sara Tommasi, nel corso dei suoi studi sugli uccelli scuri, ha dimostrato come questi pappagalli siano capaci di associare alcune parole umane con il loro significato, almeno parzialmente. A riprova del fatto: ogni volta che la studiosa pronunciava il suo nome l'animale rispondeva "troia" tutte le volte.
  • La vipera del Gabon è un serpente riconoscibile per la sua livrea art déco. Nel paese è chiamata anche "la morte vestita a festa", appellativo che farebbe stare tranquilli se non fosse per il termine morte. È infatti molto velenosa e piuttosto "robusta", nella parte centrale è grande come un tubo dell'autospurgo ed ha una testa come una vanga. Con i suoi due metri di lunghezza è la più grande vipera esistente, ha i denti veleniferi più lunghi di qualsiasi altro serpente e il carattere di Vittorio Sgarbi. È l'unica forma di vita del Gabon più odiata del presidente Bongo.
  • L'elefante delle foreste è molto simile a qualsiasi altro elefante africano, l'unica differenza è che suda di meno.
  • La triglia radioattiva del golfo di Guinea rappresenta il sogno proibito di ogni pescatore. Gli spurghi della lavorazione dell'uranio, provenienti dalla Nigeria, giungono sulle coste del Gabon tramite le correnti atlantiche, questo ha portato alla mutazione genetica di una triglia locale in un mostro fosforescente di ragguardevoli dimensioni. Il motivo per cui è molto ricercato è semplice, un solo pesce è in grado di fornire 50-100 MW all'ora.

Trasporti

A sinistra: un tipico autobus del Gabon. A destra: una equipe di ingegneri gabonesi mostrano orgogliosi una loro concept car.

Vista l'impossibilità di sviluppare una rete ferroviaria, a causa dell'elevato numero di monti, fiumi e disperati che assalterebbero i treni per sopravvivere, la maggior parte dei trasporti avviene su Big Babol gomma. Il trasporto pubblico è garantito quindi da ben più economici autobus ma, nel 2004, ci fu un preoccupante aumento delle rapine alle fermate dei bus, determinato da una semplice considerazione furfantesca: "mal che vada, se aspetti l'autobus, qualche spicciolo dovresti averlo".
Per ovviare al problema si decise di togliere le fermate, quindi i passeggeri dovevano rincorrere il bus per tre isolati e saltarci sopra in un momento di titubanza dell'autista, oppure al primo semaforo rosso. Fu un palliativo, anche i ladri sapevano correre e rapinavano la gente direttamente sul mezzo. Visto che era qualche anno che non si faceva guerra a nessuno, il munifico Bongo decise di riciclare alcuni mezzi dell'esercito ed adibirli al trasporto pubblico, con tanto di scorta armata.
Preso dall'entusiasmo, il lungimirante presidente pensò di spostare alcuni bombardieri all'aviazione civile. La sua praticissima idea di "sganciare le persone direttamente nel centro città", si scontrò con la dura opposizione della potente lobby dei piccioni.

Sport

Lo sport nazionale è la caccia grossa, praticata (nella maggioranza dei casi) per fame. Altro sport molto amato è il calcio. La Nazionale di calcio del Gabon ha sfiorato la qualificazione ai mondiali del 2010, questo incoraggiante risultato ha indotto la Fédération Gabonaise de Football a giocare il tutto per tutto, permettendo ai giocatori di avere addirittura uno stipendio. Può contare già su calciatori affermati all'estero, come:

  • Didier Janvier Ovono Ebang, portiere che ha militato nella Dinamo Tbilisi, società della capitale della Georgia, che fu acquistato perché molto visibile in caso di neve.
  • André Biyogo Poko, attuale centrocampista del Bordeaux che, come suggerisce il nome, non parte quasi mai titolare.
  • Willy Aubameyang, attaccante già conosciuto dal mister nella sua sfortunata stagione nel campionato italiano, quando era al Milan.
  • Pierre-Emerick Aubameyang, fratello del precedente e attualmente in forze al Borussia Dortmund. Per molti era il vero obiettivo del mister, ma sono fratelli ed entrambi molto abbronzati, a confondersi ci vuole poco.

Nella storia delle Olimpiadi il Gabon ha conquistato un'unica medaglia, l'argento nel taekwondo a Londra 2012, grazie ad Anthony Obame, sconfitto in finale dall'italiano Carlo Molfetta.

« Però non è giusto, guardatevi le riprese, mi ha menato anche con i piedi! »
(Dichiarazione "a caldo" di Anthony Obame.)

Note

  1. ^ giuro che ho scritto gioco dei tappi senza pensare che stavo parlando dei pigmei
  2. ^ a piacere

Voci correlate