Gabriel Omar Batistuta
Gabriel Omar Batistuta (Argentario, 38 dicembre 1969), soprannominato "Gabriel Battipanni" per il suo vezzo di farsi sculacciare dai compagni in spogliatoio, è un ex-calciatore con dipendenze ossessivo-compulsive dal goal: è universalmente considerato il secondo miglior calciatore argentino di tutti i tempi, il primo se si considerano solo i non tossicodipendenti.
Carriera
Nessuno è profeta in patria
Muove i primi passi come parcheggiatore nella squadra argentina del Boca Juniors, passando poi a impieghi a lui più congeniali: venditore di snack in tribuna, zerbino, massaggiatore, tornello, stopper e infine prima punta.
Il presidente della Fiorentina Vittorio Cecchi Gori, sbarcato in America per errore dopo aver cercato un nuovo passaggio marittimo per le Indie, nota le sue potenzialità e lo ingaggia nell'estate del 1492.
Alla corte dei grulli
Al primo anno in Italia Gabriel dimostra già di che pasta è fatto (fusilli per la precisione) e segna ben trentotto goal, che gli valgono l'ambito premio di Miglior Immigrato Clandestino della Serie A. Durante una sentitissima sfida contro la Juventus conquista definitivamente l'affetto dei supporters fiorentini dapprima segnando in fuorigioco ai gobbi e poi picchiando il guardalinee con la bandierina del calcio d'angolo.
L'anno seguente però Batistuta non si accontenta più, ed esalta i propri tifosi proclamando:
In quella stagione la Fiorentina retrocede in Serie B già alla seconda giornata di campionato. Batistuta, calatosi alla perfezione nei panni del leader di spogliatoio, reagisce con savoir faire: frigna, si rotola per terra e minaccia di andarsene a meno che non gli aumentino lo stipendio del 200% e non gli regalino l'ultimo modello di frullatore a spinta.
Nelle annate successive Batistuta si segnala per le camionate di gol realizzati con ogni parte del corpo (testa, denti, tibia, omero ma soprattutto culo). Nel suo palmarès individuale fanno bella mostra:
- Il titolo di capocannoniere della Copa América: 4 gol.
- Il titolo di capocannoniere della Coppa America: 6 gol, tra cui quello decisivo nella finale contro Luna Rossa.
- Il titolo di capocannoniere della Serie A: 26 gol.
- Il titolo di capocannoniere del Torneo 6 nazioni di bukkake: 26 schizzi.
- Il titolo di capocannoniere della Coppa Italia: 23 gol, tutti nel match contro l'Atalanta.
- La fascia di Miglior indossatore di cerchietti alla Fiera della Moda di Milano.
- Il titolo di Miss Corigliano Calabro (ex aequo con la bellezza locale Gennaro Gattuso).
Nel 2000 vince pure sedicimila lire al Superenalotto.
A livello di squadra invece il bottino è piuttosto magro, perché la formazione toscana ha sempre dato prova di avere la rara capacità di non vincere un emerito cazzo anche quando sembra proprio impossibile non portare a casa una misera coppetta del torneo rionale.
Nel 1998-99 la Fiorentina sfiora un miracoloso scudetto ma Batistuta, infuriato per un mancato aumento del 500%, si fa male prendendo a calci un panettone di cemento; l'attaccante di riserva Edmundo, troppo impegnato a sculettare su un palco durante il Carnevale di Rio de Janeiro, non riesce a sostituirlo degnamente e l'occasione sfuma.
Delle ventordici stagioni trascorse da Batistuta in maglia viola resta il ricordo dei 207 gol totali, delle 208 minacce di andarsene, del gavettone di collutorio e farina ai danni di Giovanni Trapattoni, dell'esultanza col dito alla bocca dopo un gol al Barcellona al Camp Nou, e della successiva corsa sotto la curva della Fiorentina per ricevere gli applausi e chiedere l'elemosina.
Parentesi romana...
Deciso a rimpolpare il suo conto in banca dare una svolta alla sua carriera l'attaccante argentino passa alla A.S. Roma, dove nel giro di un mese e mezzo vince sette scudetti e una Coppa delle Fiere e dimostra di saper parlare in un italiano molto più forbito di quello di Francesco Totti.
Gli intingoli romani, una carta di identità impietosa e non meglio precisati problemi fisici (secondo Tuttosport una caviglia che fa contatto con il gomito) lo trasformano però neanche tanto lentamente da implacabile goleador a mozzarella ciancicata. Batistuta sbaglia gol a ripetizione, tanto da far esclamare al sempre pacato Carlo Zampa:
Viene quindi acquistato dall'Inter, alla disperata ricerca di un ultratrentenne ormai finito da pagare a peso d'oro, per 150 miliardi di euro e uno stock di terzini senegalesi in esubero nel magazzino di Appiano Gentile.
... e intertriste
In nerazzurro stranamente Batistuta si rivela un bidone deludendo le aspettative: lascia comunque un segno indelebile nel cuore dei tifosi interisti nel suo nuovo ruolo di giardiniere del campo di San Siro. Vanta anche un invidiabile record: è il millesimo giocatore argentino comprato da Massimo Moratti in persona.
L'ultimo sprazzo di orgoglio
Successivamente, allettato dalla possibilità di giocare in un campionato di livello superiore e di fama internazionale, Batistuta si trasferisce in Qatar per indossare la prestigiosa maglia dell'Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu, con la quale chiude la sua carriera professionistica siglando una doppietta al suo stesso portiere (l'Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu è infatti l'unica squadra del Qatar) e chiedendo un ultimo aumento dell'ingaggio al suo presidente.
Altre notizie irrilevanti
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- Si è candidato alla carica di governatore di Santa Fe, ma è stato battuto dalla scimmia ubriaca dell'amico Edmundo.
- Per uno strano scherzo del destino Batistuta, che era sempre stato considerato scarsissimo da Aldo Biscardi, è stato successivamente idolatrato e innalzato a Dio del Calcio dal rosso giornalista quando quest'ultimo ha cominciato a lavorare nelle televisioni di Cecchi Gori.
- Era solito festeggiare un gol mimando l'atto di sparare con una mitragliatrice, in ricordo della Terza battaglia di Lepanto alla quale ha preso parte ancora quindicenne.
- I figli che ha avuto dalla moglie Irina sono tutti inspiegabilmente neri.
- Per il motivo riportato sopra si vocifera che abbia corcato di mazzate la moglie Irina e il compagno di squadra Luis Oliveira.