Gabriel Omar Batistuta

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« È un grande sia per le sue straordinarie qualità di goleador sia per le sue qualità umane... È grande per questa sua capacità di stare insieme alla gente in modo cordiale. È un patrimonio per la Firenze calcistica, ma anche per l'intero calcio. »
(Bruno Pizzul su Batistuta)
« Nei dieci anni in cui ho giocato a Firenze non ho mai dovuto comprare niente, mi regalavano tutto. Trovavo bottiglie d'olio davanti alla porta di casa, e a Pasqua uova di cioccolato così grandi che ci potevo infilare mio figlio dentro. Non potevo mai uscire, avere una vita privata, perché mi idolatravano solo per i miei gol. E non ho mai capito il perché. Ho cambiato casa tre volte, non potevo portare i miei figli al parco, andare in centro, cenare fuori con mia moglie. Era incredibile, mi davano sempre ragione su tutto, qualsiasi cosa dicessi. Se erano le otto di sera e salutavo con un buongiorno, nessuno diceva niente. È stato anche per questo che me ne andai alla Roma. »
(Batistuta fa sfoggio delle sopracitate qualità umane)

Gabriel Omar Batistuta (Argentario, 38 dicembre 1969), soprannominato "Gabriel Battipanni" per il suo vezzo di farsi sculacciare dai compagni in spogliatoio, è un ex-calciatore con dipendenze ossessivo-compulsive dal goal: è universalmente considerato il secondo miglior calciatore argentino di tutti i tempi, il primo se si considerano solo i non tossicodipendenti.

Carriera

Nessuno è profeta in patria

Muove i primi passi come parcheggiatore nella squadra argentina del Boca Juniors, passando poi a impieghi a lui più congeniali: venditore di snack in tribuna, zerbino, massaggiatore, tornello, stopper e infine prima punta.
Il presidente della Fiorentina Vittorio Cecchi Gori, sbarcato in America per errore dopo aver cercato un nuovo passaggio marittimo per le Indie, nota le sue potenzialità e lo ingaggia nell'estate del 1492.

Alla corte dei grulli

« Ieri ho segnato, esigo un ritocco allo stipendio! »
(Batistuta a Cecchi Gori ogni lunedì mattina per nove stagioni)
Batistuta, il secondo da destra, nella figurina ufficiale della Fiorentina (stagione 1993-94).

Al primo anno in Italia Gabriel dimostra già di che pasta è fatto (fusilli per la precisione) e segna ben trentotto goal, che gli valgono l'ambito premio di Miglior Immigrato Clandestino della Serie A. Durante una sentitissima sfida contro la Juventus conquista definitivamente l'affetto dei supporters fiorentini dapprima segnando in fuorigioco ai gobbi e poi picchiando il guardalinee con la bandierina del calcio d'angolo.
L'anno seguente però Batistuta non si accontenta più, ed esalta i propri tifosi proclamando:

« Sono qui per vincere! »

In quella stagione la Fiorentina retrocede in Serie B già alla seconda giornata di campionato. Batistuta, calatosi alla perfezione nei panni del leader di spogliatoio, reagisce con savoir faire: frigna, si rotola per terra e minaccia di andarsene a meno che non gli aumentino lo stipendio del 200% e non gli regalino l'ultimo modello di frullatore a spinta.
Nelle annate successive Batistuta si segnala per le camionate di gol realizzati con ogni parte del corpo (testa, denti, tibia, omero ma soprattutto culo). Nel suo palmarès individuale fanno bella mostra:

Nel 2000 vince pure sedicimila lire al Superenalotto.

Batistuta, abbattuto da un'entrata assassina o forse da un'embolia, trova comunque le forze per accusare apertamente Dio di masturbarsi.

A livello di squadra invece il bottino è piuttosto magro, perché la formazione toscana ha sempre dato prova di avere la rara capacità di non vincere un emerito cazzo anche quando sembra proprio impossibile non portare a casa una misera coppetta del torneo rionale.
Nel 1998-99 la Fiorentina sfiora un miracoloso scudetto ma Batistuta, infuriato per un mancato aumento del 500%, si fa male prendendo a calci un panettone di cemento; l'attaccante di riserva Edmundo, troppo impegnato a sculettare su un palco durante il Carnevale di Rio de Janeiro, non riesce a sostituirlo degnamente e l'occasione sfuma.

Delle ventordici stagioni trascorse da Batistuta in maglia viola resta il ricordo dei 207 gol totali, delle 208 minacce di andarsene, del gavettone di collutorio e farina ai danni di Giovanni Trapattoni, dell'esultanza col dito alla bocca dopo un gol al Barcellona al Camp Nou, e della successiva corsa sotto la curva della Fiorentina per ricevere gli applausi e chiedere l'elemosina.

Parentesi romana...

Deciso a rimpolpare il suo conto in banca dare una svolta alla sua carriera l'attaccante argentino passa alla A.S. Roma, dove nel giro di un mese e mezzo vince sette scudetti e una Coppa delle Fiere e dimostra di saper parlare in un italiano molto più forbito di quello di Francesco Totti.
Gli intingoli romani, una carta di identità impietosa e non meglio precisati problemi fisici (secondo Tuttosport una caviglia che fa contatto con il gomito) lo trasformano però neanche tanto lentamente da implacabile goleador a mozzarella ciancicata. Batistuta sbaglia gol a ripetizione, tanto da far esclamare al sempre pacato Carlo Zampa:

Gabriel oggi, alla perenne ricerca di monetine cadute per terra.
« Li mortacci sua, ma gli hanno montato i piedi a rovescio? »

Viene quindi acquistato dall'Inter, alla disperata ricerca di un ultratrentenne ormai finito da pagare a peso d'oro, per 150 miliardi di euro e uno stock di terzini senegalesi in esubero nel magazzino di Appiano Gentile.

... e intertriste

In nerazzurro stranamente Batistuta si rivela un bidone deludendo le aspettative: lascia comunque un segno indelebile nel cuore dei tifosi interisti nel suo nuovo ruolo di giardiniere del campo di San Siro. Vanta anche un invidiabile record: è il millesimo giocatore argentino comprato da Massimo Moratti in persona.

L'ultimo sprazzo di orgoglio

Successivamente, allettato dalla possibilità di giocare in un campionato di livello superiore e di fama internazionale, Batistuta si trasferisce in Qatar per indossare la prestigiosa maglia dell'Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu, con la quale chiude la sua carriera professionistica siglando una doppietta al suo stesso portiere (l'Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu è infatti l'unica squadra del Qatar) e chiedendo un ultimo aumento dell'ingaggio al suo presidente.

Altre notizie irrilevanti

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  • Si è candidato alla carica di governatore di Santa Fe, ma è stato battuto dalla scimmia ubriaca dell'amico Edmundo.
  • Per uno strano scherzo del destino Batistuta, che era sempre stato considerato scarsissimo da Aldo Biscardi, è stato successivamente idolatrato e innalzato a Dio del Calcio dal rosso giornalista quando quest'ultimo ha cominciato a lavorare nelle televisioni di Cecchi Gori.
  • Era solito festeggiare un gol mimando l'atto di sparare con una mitragliatrice, in ricordo della Terza battaglia di Lepanto alla quale ha preso parte ancora quindicenne.
  • I figli che ha avuto dalla moglie Irina sono tutti inspiegabilmente neri.
  • Per il motivo riportato sopra si vocifera che abbia corcato di mazzate la moglie Irina e il compagno di squadra Luis Oliveira.