Gata Carogna

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La sola vista della Gata Carogna interrompe le gravidanze e devia le comete.

La Gata Carogna è una creatura ripugnante della tradizione impopolare della Lombardia. Da un recente studio, svolto con estrema riluttanza e lontano dai pasti, risulterebbe nata dall'incrocio tra un Gatto Mammone e una gatta siamese in agonia, appena stirata sull'asfalto dalle ruote gemelle di una bisarca.
Viene descritta di pelo rossiccio e irsuto, di mole corpulenta e con uno sguardo "tra il malvagio e l'idiota"; siamo probabilmente di fronte al solito pregiudizio sul rutilismo, ma la descrizione è unanime. Questo porta a considerare che possa esistere realmente, o che Giuliano Ferrara vada spesso da quelle parti[1]. Nella tradizione assale i viandanti per rubargli l'anima, un buon sistema per difendersi è gridare a gran voce: "L'ANIMA DE LI MORTACCI TUA!", la bestia va subito in confusione.
Come spesso accade con altre creature di questo tipo, anch'essa funge da spauracchio per tenere sotto controllo i bambini esuberanti. Una delle frasi più usate è: "Smetti subito, altrimenti arriva la Gata Carogna e ti ruba l'anima". Con molti funziona, ma se il pargolo ha appena dato fuoco al cane del vicino, probabilmente l'ha già venduta a Satana in cambio di un cacciavite per rigare le fiancate alle auto in sosta.

« Gata carogna, gata carogna, torna presto nella fogna,
torna presto coi toponi e non rompe li cojoni! »
(Filastrocca della provincia di Bergamo (forse bassa).)

Caratteristiche

La Gata Carogna non si fa intimidire.

Il mito è riconosciuto in tutto il territorio lombardo, almeno quanto quello che Renzo Bossi sia laureato. Nella provincia di Sondrio la chiamano Gigàt, ma non è accertato che sia la stessa creatura. Il Gigàt infatti non si nutre di anime, di hentai e manga, ma di bestiame al pascolo. Nella sua dieta troviamo gli ovini, i suini, i caprini e (se ben pagato) le suocere. Ha anche tentato di sbranare Francesco Rutelli mentre raccoglieva la cicoria in Valtellina, quando ha capito che era un politico l'ha sputato immediatamente. Oltre alle caratteristiche fisiche già descritte, l'animale è dotato di un fine olfatto, tanto che da una scorreggia è in grado di capire cosa hai mangiato e la data di scadenza dell'alimento. Gli artigli sono lunghi e affilati, in un solo anno una Gatta Carogna spende in manicure l'equivalente del PIL del Gibuti. Le zampe solitamente sono quattro, a volte otto. Gino Battiston, che viene chiamato nel paese "Gino 6 Litri", l'ha giurato sulla tomba del suo ex vicino di casa. L'udito è il senso meno sviluppato, il Creatore (nella sua infinita bontà) ha voluto risparmiargli le urla delle sue vittime mentre le dilania. Già che c'era, poteva fare le prede mute, o magari farsi una pennichella di venti minuti e saltare del tutto il capitolo: Felini del cazzo. Durante la stagione degli amori, che va da novaio a magosto, cerca disperatamente un Gatto Mammone per accoppiarsi. Lo zoologo austriaco Mario Skuffebmajer, grazie all'ausilio di telecamere fissate con le viti su alcuni scoiattoli, è riuscito a filmare la vomitevole scena, e l'ha descritta nel suo ultimo libro.

« L'accoppiamento è simile alla battaglia di Stalingrado, ma con più sangue. »
(Mario Skuffebmajer, Trapanate selvagge, Collana: "Non solo i ricci", Vienna 2006.)
Gata Carogna che ha finito di fare la stronza.


Fonti

  • Pandoro da Fornetto, Donna Ginulfa e altre bestie con parecchio pelo, Cademartoli 1234, Ed. Lo Sgrullo.
  • Fiorenzo Triglia de' Calamari, Miti e visioni tra i consumatori di Barolo sfuso, Fraschetta 1555, Ed. Lando.
  • Alcesso Sforza-Parecchio, Il Rinascimento tra miti e mitomani, Pisa 1883, Pucciosi Editori.
  • Mary Highway, "Italian urban legends and other dicks", London 1964, Mc Ohiony Edition.
  • Egidio Mona, E questo come lo stacco dal paraurti?, Collana "I pratici", Pedate sul Ghigno 1969, Ed. Imbruttiti.

Note

  1. ^ Avvistato tricheco nelle acque del Lago Maggiore. Corriere della Sega, 21 marzo 2003.

Voci correlate