Giallo classico all'inglese
Il giallo classico all'inglese è non solo la principale causa di morte tra la borghesia britannica, ma anche il motivo per cui molti, nel Regno Unito preferiscono non avere un maggiordomo.
Struttura di un giallo classico all'inglese
All'inizio di ogni buon giallo classico all'inglese, un certo numero di irritanti arricchiti dai nomi altisonanti e la puzza sotto il naso si ritrova in una villa principesca sperduta nella campagna per festeggiare qualcosa. Anche se tutti sanno che la "festa" in questione è solo un'interminabile orgia scambista tra vecchie contesse avvizzite e prestanti giardinieri minorenni, faranno tutti finta di essersi riuniti per celebrare il compleanno della figlia di Lord Qualcuno o Lady Qualcun altro.
Ad un certo punto qualcuno muore, stranamente non di vecchiaia, nonostante l'età media della comitiva si aggiri intorno al millennio. Si tratta di un omicidio. Generalmente il cadavere rimane sulla scena per 0,5 secondi e poi scompare, perché non si intona con la tappezzeria della sala da té. L'arma più utilizzata nei gialli classici all'inglese è il veleno (in genere cianuro, stricnina e Italia amore mio); non vengono praticamente mai utilizzate pistole o armi da taglio perché ai britannici il sangue fa schifo, ricorda loro troppo il mestruo ed è poco chic.
Dopo la scoperta del corpo, interviene Scotland Yard, che ha la peculiarità di mettere a capo di delicatissime indagini la persona più stupida del loro organico, che in genere ha un nome che riflette la sua ignoranza, tipo ispettore Dumbass o sovrintendente Douchebag. L'ispettore Dumbass, al termine di indagini frettolose e fatte alla cazzo di cane, se ne esce con una frase tipo: "Ah, chist' è 'n omicidio passionalo" (anche se la vittima è morta in un attentato terroristico o durante una rapina in banca) e solitamente arresta la madre/moglie/sorella/nonna/zia della vittima, senza peraltro avere alcuna prova.
Interviene quindi l'investigatore privato, il cui intervento è sollecitato da una vecchia rompicoglioni che non si rassegna all'esito delle indagini (questo a meno che l'investigatore privato non sia la vecchia rompicoglioni, vedi Miss Marple). L'investigatore privato puntualmente scopre indizi che alla polizia erano sfuggiti e in un quarto d'ora risolve un caso che aveva tenuto in scacco Scotland Yard per mesi. Ma non rivela subito l'identità dell'assassino: in nome della teatralità, riunisce prima tutti i sospetti per far vedere loro quanto è bravo e intelligente.
Il gruppo di indiziati è riunito in un salotto, nella hall di un albergo o nelle cucine di un sottomarino in crociera sul Gange - questo a seconda di dove si svolgono le indagini - e, mentre il maggiordomo suda copiosamente pensando: "Speriamo non dia la colpa a me, speriamo non dia la colpa a me...", il detective spiega ( o meglio, decide) chi è l'assassino e perché ha ucciso la vittima.
Generalmente le motivazioni standard sono cinque:
- La vittima era il padre segreto della figlia dell'assassino, che si è vendicato di quando quella volta ha venduto la bambina in un supermercato di Bangkok per dei buoni sconto sulla carne macinata e ha covato odio segreto per anni e anni.
- L'assassino è il maggiordomo, che non è veramente un maggiordomo ma una spia nazista infiltrata in segreto in Inghilterra per scoprire il segreto della più potente arma di distruzione di massa britannica, ossia il Fish & Chips, ma la vittima l'aveva scoperto e il nazi-maggiordomo ha dovuto ucciderlo per proteggere il suo segreto.
- L'assassino è in realtà la vittima, che sta fingendo la propria morte per ottenere il divorzio dal coniuge che non intende concederglielo e dedicarsi alla sua vera passione: l'allevamento di scarabei stercorari.
- L'assassino è il primo marito della vittima creduto morto venti anni prima in un incidente ferroviario, anche se nessuno, nemmeno la vittima, sembra averlo riconosciuto, eppure i due si frequentavano. Questa è in genere la scusa che il detective adopera quando è lui l'assassino e vuole far allontanare i sospetti da sé.
- Tutti sono colpevoli: odiavano profondamente la vittima da tempo, a causa della sua mania di accaparrarsi eredità altrui e/o fare sgambetti. Probabilmente hanno collaborato, probabilmente avevano in progetto qualche altro omicidio e probabilmente condivideranno la stessa cella e si scanneranno a vicenda.
Infine tutti tornano alla vita di sempre, ovviamente esclusi i colpevoli. L'atmosfera post-conclusione del caso dura di solito 10 pagine/10 minuti di inutilità assurda. La conclusione comprende talvolta riflessioni sulla vita e sulla morte, contemplazioni di spettacoli naturali quali tramonti o uragani oppure, nel peggiore dei casi, un'altra uccisione misteriosa avvenuta sullo yacht "Scotter Marber" con presenza sconvolgente di ben 2 maggiordomi e stordimenti e veleni e pistole senza colpi e mozziconi di sigari e rossetti beige eccetera eccetera.
In quest'ultimo caso avete pregustato un delizioso sequel.
Esempi celebri
Giallo classico alla Arthur Conan Doyle
I romanzi di Sir Arthur Conan Doyle sono universalmente riconosciuti come i primi veri romanzi gialli, anche se vengono letti prevalentemente da terrestri. Protagonista di gran parte dei romanzi e dei racconti è il più famoso detective del mondo, nonché alter-ego dell'autore stesso, ossia il detective Conan, un ragazzino petulante che semina morte al suo passaggio. Scrisse anche di un certo Sherlock Holmes, ma stranamente questi è assai meno famoso del primo.
Un'importante caratteristica dei romanzi di Conan Doyle era il ricorso al metodo deduttivo, che partiva dall'osservazione della scena del crimine per risalire all'identità dell'assassino. Sembra banale, ma prima dei romanzi di Conan Doyle i delitti si risolvevano quando il poliziotto puntava a caso il dito tra la folla e gridava: "È lui! È lui!". Quando anche il metodo deduttivo falliva, in genere si passava alla cocaina.
Giallo classico alla Agatha Christie
Agatha Christie, considerata da molti la scrittrice più sexy dopo Melissa P., scrisse i suoi romanzi gialli mettendo al centro non solo gli aspetti psicologici dei protagonisti, ma anche la figura del detective, personaggio al quale il lettore si affezionava nel corso delle avventure, nonostante gli investigatori della Christie fossero tutti persone intollerabili.
Il primo romanzo della Christie vedeva come protagonista Hercule Poirot, famoso investigatore franc... belga che risolveva casi al posto della polizia inglese, rendendosi quindi antipatico contemporaneamente ai sospettati e alle forze dell'ordine. L'arma vincente di Ercole Porridge erano le sue "piccole cellule grigie", un altro nome per indicare la cocaina, e il sapiente utilizzo di frasi in francese per confondere i sospettati:
- Poirot : In che rapporti era con la vittima, cher ami? Non menta, les jeux sont fait. Citroen, Air France, Brigitte Bardot.
- Sospettato : Eh? Cazzo ha detto? E va bene sono stato io!
Dopo Poirot, Agatha Christie generò per partogenesi un'altra celeberrima detective: la nonna di Jessica Fletcher. Peculiarità di questo personaggio, che indagava sui delitti che avvenivano a St.Mary Mead, immaginario villaggio di sette persone nella campagna inglese con un tasso di criminalità da fare invidia a Napoli, era di usare la sofisticata tecnica di indagine del razzismo. L'assassino, infatti era un forestiero, e con forestiero si intende extracomunitario, meglio se nero.
Giallo classico alla Stephen King
Una variante del giallo classico all'inglese è il giallo classico alla Stephen King. In questo tipo di indagine si bypassano tutte le indagini e la figura del detective e ci si focalizza soltanto sulla morte dei personaggi. Alla fine si scopre che l'assassino era un demone.
Giallo classico alla Federico Moccia
Il giallo classico alla Federico Moccia rappresenta un tentativo di rendere nuovamente attuali le tematiche affrontate dai maestri del giallo classico, inserendoci un po' di pedofilia qua e là.
Il detective più noto creato da Moccia è senza dubbio il giovane Step, che risolve casi non grazie a ragionamenti logici-deduttivi (i quali, date le dimensioni del suo cervello, di gran lunga inferiori rispetto a quelle del suo pene, gli sono decisamente impossibili), ma andando a letto con le figlie delle sospettate - e spesso anche con le sospettate stesse. La colpevole è costretta a confessare perché "in una coppia che si ama l'ammmmmmmore deve venire al primo posto e non ci devono essere segreti tra chi si ama davvero". Così il detective Step la incastra e passa a consolare la figlia, cavalcandola.
Lo stile innovativo e raffinato ha poi contribuito al successo di questo nuovo corso della letteratura gialla:
Regole per il giallo all'inglese
Dato che al tipico gentiluomo inglese si richiede un minimo di bon ton, alcuni autori hanno stabilito delle regole di buona educazione, fighinzìa, galateo e distinzione verso l'innocente lettore.
Raccomandazioni che si possono tradurre con un sacco di "BASTA!"
- Basta con i maggiordomi! Sempre i maggiordomi, sempre loro, sempre loro! Ché ormai lo sanno pure i pupetti.
- Basta con il fratello gemello sconosciuto che salta fuori all'ultima pagina! Vi piace prendere in giro i lettori?
- Basta con il maggiordomo, dico! E neanche i parenti suoi.
- Basta con il colpevole che è uno sconosciuto che salta fuori all'ultima riga. I soldi con cui vi pagano sono veri, anche la storia ha da esserlo.
- Basta con la falsa seduta spiritica che fa scagare il colpevole e lo fa confessare!
- E non pensate neppure di fare ricorso agli spiriti veri! Ché sarebbe comodo interrogare gli ammazzati anche nella realtà, se si potesse! Niente prese in giro.
- Siringhe, pozioni magiche, elettroipnotismo per far confessare il colpevole? Via dai piedi!
- E metteteci sempre almeno un bell'assassinio. Qualcosa di grosso. Il lettore vòle sangue, omicidio, non il ladro di polli o " il mistero del parcheggio in sosta vietata".
- Niente storie d'amore, è un'altra storia. Se proprio volete mettercela, scrivete pure L'Amante di Lady Chatterly, ma lasciate perdere l'omicidio e non chiamatelo giallo. Per voi meglio il rosa, il rosso o il grigio.
- Ho detto che il colpevole non ha da esse' il maggiordomo!
- E niente veleni esotici inesistenti che trasformano le vittime in puree! Niente delitti commessi da marziani o che!
- Insomma, il lettore deve poter capire lui chi è il colpevole e averci tutti gli indizi.
- E l'investigatore non può dire che sa chi è il colpevole perché lui è "già saltato all'ultima pagina".
Come avete capito, dopo Sherlock Holmes erano saltati fuori un sacco di imitatori che... il colpevole era sempre il maggiordomo che era segretamente un fratello gemello della vittima che aveva usato una roba segreta per cosare il coso che sembrasse tutto falso, ma l'investigatore così e cosà e la seduta spiritica e "Oooh! Paura! Sìconfessosonostatoio!" fatto per un centinaio di storie finte.
Altre regole erano che ci fosse un solo investigatore, che il colpevole non fosse l'investigatore, che ci fosse un solo colpevole, che non c'entrasse la malavita organizzata, ma come sapete Agatha Christie ha fatto un sacco di soldi infrangendo tutte le regole della seconda parte.[1] E poi è arrivato Dashiel Hammett con il giallo all'americana, ma questa è 'n'altra storia.
Lista incompleta di giallisti all'inglese
Inglesi
C'è un motivo preciso per cui i gialli all'inglese sono chiamati in questo modo.
Perciò la lista comincia con gli autori di gialli all'inglese che sono veramente inglesi - e vai!
- Sir Arthur Conan Doyle: inventore di Sherlock Holmes di cui sapete già tutto. Quasi tutto.
- Agatha Christie: i suoi investigatori sono Hercule Poirot e Miss Marple (da cui discendono legioni di vecchiette rompiscatole). È nota per l'uso di veleni, tra cui metalli pesanti diversi dal solito arsenico, reazioni chimiche note solo agli specialisti e agli avvelenatori, nonché per vari tour-de-force, come storie in cui il colpevole è
- l'investigatore
- tutti i personaggi. Ma proprio tutti!
- lo scrittore stesso.
- il lettore[2] (che viene immediatamente arrestato quando arriva all'ultima pagina del libro. Certi piaceri hanno un prezzo).
- Gilbert Keith Chesterton, inventore di Padre Brown ma anche di investigatori appena un po' più eccentrici, come poeti astemi, giudici missionari, ciccioni volanti e altri cultori del pensiero obliquo. Notate che Padre Brown non vuole arrestare i colpevoli, li vuole confessare: molti preferiscono piuttosto consegnarsi alla polizia. Inoltre le soluzioni sono paradossali: in un caso, dopo lunghe deduzioni dello Sherlock Holmes di turno, Padre Brown scopre che il delitto non esiste (neanche un po');[3] in un altro caso, L'uomo invisibile, tutti quanti hanno visto benissimo il misterioso assassino ma hanno continuato a ignorarlo[4] come facevano sempre.[5] Chesterton ha anche considerato il caso[6] di un personaggio che contemporaneamente[7] fosse e non fosse un maggiordomo. Sempre allo scopo di mandare in palla l'investigatore deduttivo di turno![8]
- Dorothy L. Sayers; scrittrice inglese. Cos'altro dire? Il suo personaggio è l'investigatore dilettante ricco, eccentrico, raffinato, sfaccendato, rompiscatole, nobile e monocolato, Lord Peter D. B. Wimsey.[9] OK, forse riusciremo a dirvi qualcosa di più ma non è mai riuscito a diventare un archetipo, se non nelle successive prese in giro.
- John Rhode, con il suo professor Lancelot Priestley, matematico investigatore che riduceva tutto a ragionamento puro. Peccato che John, che in realtà si chiamava Cecil John Charles Street, non capisse un'acca di matematica e ogni tanto facesse dire al prof. LP: "Ho scoperto una verità che sconvolgerà il mondo scientifico! Ho appena inventato... il cavallo!!" E tutti i personaggi del romanzo a fare "Oooh! Che genio!" mentre nella realtà reale Einstein stava dimostravando l'esistenza dell'atomo. Metodo investigativo dichiarato: ultraragionamento. Metodo effettivo: il buon LP cattura un pericoloso serial killer misterioso che sta facendo impazzire tutte le polizie... inciampandogli addosso mentre ha la testa fra le nuvole. LP, detective all'inglese, di inglese ha sicuramente la nazionalità e la scelta di un nome lungo.
- Il dottor John Thorndyke è un parto della mente di Richard Austin Freeman, che lo descrive così: "Avevo spesso notato la forza pacata, l'infinita intelligenza, il fascino e il magnetismo del suo volto; ma non avevo mai apprezzato ciò che ora più mi colpiva: Thorndyke era davvero l'uomo più bello che avessi mai visto. Insomma, mi ero innamorato di lui!" Questa Mary Sue al maschile risolve inevitabilmente e indefettibilmente tutti i casi analizzando enormi quantità di terriccio grazie alle sue profonde (secondo l'autore) e inconcepibili (sempre secondo l'autore) conoscenze di geologia, ematologia, otologia, dendrocronologia, proctologia, anaftelogoproproptotetrapiloctomilologia e mill'altre cose. Gli investigatori della polizia sono il poliziotto buono, l'Ispettore Miller, che perciò va incontro al successo e l'ostile ispettore Badger, che diffida di JT e per questo motivo muore almeno una volta per romanzo.
- Questo personaggio ebbe nei dimenticati Anni Venti un sacco di successo, di adattamenti, di fan. E oggi? Ne avete mai sentito parlare prima di capitare su questa pagina?
- La lista non finisce qui....
Giallisti all'inglese americani
D: Come fanno a essere inglesi se sono americani?
R: Per soldi questo e altro! [10]
- S. S. Van Dine, con il suo insopportabile investigatore snob Philo (Filo) Vance. Non chiedete cosa significa S.S. qui: non significa niente. Il signor Willard Huntington Wright si vergognava talmente a scrivere gialli che usava un nome falso.
- Ellery Queen, con il personaggio di Ellery Queen, e suo padre, l'ispettore Queen. Anche in questo caso il nome è falso: sono due tizi che scrivono a turno una lettera sì e una no. Quest'autore è/sono noti per i casi arzigogolati, in cui la vittima agonizzante lascia un complicato indizio cifrato che indica in qualche modo il nome del colpevole, cosa che richiederà tutta la lunghezza del romanzo. Esempio preclaro il "Delitto alla Rovescia", caso in cui detta vittima agonizzante capovolge meticolosamente tutti i mobili della sua stanza, compreso il tavolone di marmo di due quintali, pur di indicare in modo criptico il nome del colpevole prima di schiattare.[11]
- Barnaby Ross: che è sempre Ellery Queen, sono solo i due di prima con un altro nome. Il loro investigatore è Drury Lane, un grande attore shakespeariano noto per il fatto di essere sordo, cieco, muto e paralitico. Questo raro investigatore anticipa Steven Hawking e Davros, mostrando il trionfo del più puro intelletto sulla materia. Il personaggio interagisce con il mondo attraverso l'olfatto (il fiuto dell'investigatore!), e comunica le sue deduzione in tersuriano, un codice olfattivo basato sulle flatulenze.[12] Il ciclo vitale del personaggio durerà solo tre libri, peraltro intitolati comunicativamente "X", "Y" e "Z".[13]
- Rex Stout, con i suoi due investigatori Nero Wolfe (investigatore all'inglese: grasso, deduttivo, idiosincratico, geniale, pigro, grasso, inamovibile, buongustaio, misogino, grasso) e il suo assistente Archie Goodwin (detective all'americana: magro, scattante, sarcastico, famelico, pratico, donnaiolo, affascinante).[14]
- C'è anche l'ispettore Cramer, che sa risolvere casi più normali con metodi molto più semplici, interrogando direttamente i colpevoli.
- Isaac Asimov: ha scritto libri di chimica, ha scritto libri di fantascienza, ha scritto storie per bambini, perché non scrivere anche gialli? E così si è inventato il Club dei Vedovi Neri, dove questi gentiluomini sfaccendati hanno un ottimo cuoco che utilizzano per attirare sventurati ospiti che dovranno spiegargli il loro caso. Henry è l'infallibile e indefettibile maggiordomo, nonché colpevole abituale, ma anche l'unico che sappia cucinare secondo i gusti di questo sinistro gruppo.
- I Tre Investigatori:
Pippo, Pertica e PallaJupiter Jones, Pete e Bob. Serie di romanzi accreditati ad Alfred Hitchcock,[15] ma l'autore era tale ghost writer Robert Arthur. I tre giovanissimi protagonisti devono affrontare creature sacrileghe come pappagalli che balbettano, mummie che sussurrano, orologi che urlano e serpenti che cantano [16]. Alla fine della serie li raccolgono tutti per fare un bel coro e li mandano in giro per un tour per gli States.
Edgar Allan Poe, invece, sta a sé: americano, ha inventato il giallo all'inglese prima degli inglesi, Sherlock Holmes è spudoratamente copiato dal Cavalier Dupin,[17] e come se non bastasse l'abilissimo arcicriminale della terza storia del Cav. Dupin è diventato Primo Ministro, come sarebbe/è avvenuto/avviene nella realtà, invece di restare semplicemente professore di matematica come per la nemesi di Holmes.
Altre nazionalità
Non c'è solo l'America a copiare.
- Jean Ray: per complicare le cose, questo è un belga. E, prima che lo pensiate, sì, il suo nome è falso.[18] Jean Ray ha scritto storie fasulle di Sherlock Holmes per il mercato francese dopo che si era stufato di tradurre le storie fasulle di Sherlock Holmes prodotte in Germania.[19] Alla fine si è inventato Harry Dickson, "lo Sherlock Holmes americano", facendogli affrontare casi assurdi come quello delle case scambiate, della cospirazione dei gatti, mummie assassinate, scienziate pazze sexy in abito vittoriano. Apprezzatissimo dai surrealisti, come già altri scrittori svergognati.
- Gōshō Aoyama: eh sì. Dall'onomatopea si può dedurre che la sua nazionalità è nipponica. La sua presenza in questa pagina conduce inevitabilmente al genere giallo. L'analisi spettrale della pagina attuale produce il bisillabo Conan con frequenza massimale. La conclusione, ottenibile anche con un filo da pesca e un nastro biadesivo, lo indica come il colpevole e perpetratore della serie a fumetti Detective Conan, che tra nome, tecniche delittuose e metodi investigativi adoperati rientra a merito quasi pieno nel giallo all'inglese, solo che è giapponese.
Note colpevoli
- ^ Meno l'ultima. E gli spiriti.
- ^ Sì. TU.
- ^ E a quel punto la vittima si alza in piedi ridendo in faccia a tutti.
- ^ Da veri snob.
- ^ Che era anche il movente.
- ^ "Il passo strano". Proprio strano!
- ^ E coerentemente con la meccanica quantistica.
- ^ Perché la tesi di Chesterton è che i vecchi preti la sanno più lunga. E ne sanno anche più delle vecchie zitelle!
- ^ Alterazione di Whimsy: significa capriccio, ghiribizzo, grillo, grillo per la testa, strambo.
- ^ Almeno finché Dashiel Hammett non ha inventato i gialli all'americana: più brutti, più sporchi e più cattivi.
- ^ Scriverlo no?, direte voi. Semmai, io avrei chiamato un'ambulanza!
- ^ Silenziose.
- ^ In questi romanzi il colpevole schiatta sempre nella penultima pagina, mentre Drury Lane ha quasi finito la sua spiegazione del caso. Sì: è morte per asfissia.
- ^ Non è casuale che sia lui il narratore.
- ^ Che ci metteva solo la firma e si pigliava i soldi.
- ^ Assumere un otorinolaringoiatra no?
- ^ Compreso l'uso di droghe.
- ^ Era anche ricercato dalla polizia. Il suo vero nome era Raymond Jean Marie Flanders Alix R. Bantam Sailor John De Kremer.
- ^ E gli eredi di Conan Doyle avevano dei mastini feroci. Il suo falso nome aveva motivi molto più seri del pudore invocato da Dine, Queen & Co.
Voci sospettamente correlate
- La signora in giallo
- Grande rapina al treno del 1855
- I Simpson
- Riccardo Finzi: praticamente un detective. Concepito come l'italica risposta ad Humphrey Bogart, dimostra di essere in realtà un finissimo deduttore di alto livello. Nella versione cinematografica è interpretato dalla figura sensibile e carismatica di Renato Pozzetto, l'unico con presenza paragonabile allo schizzatissimo Sherlock di Benedict Cumberbatch. Si attende con trepidazione il crossover con il confronto tra i due.[1]
- Sindrome della Signora in Giallo: alcuni degli investigatori sono continuamente coinvolti in omicidi a causa della loro professioni, es. sono poliziotti, altri non hanno nessuna giustificazione, ma dovunque vadano, gli autoctoni rivelano subitamente pulsioni omicide sotterranee e capacità strategico-diaboliche prima insospettate! Agatha Christie, nel suo giallo: "Sipario. L'ultima avventura di Poirot" prende di mira questi personaggi e suggerisce, come soluzione migliore, quella di ucciderli prima che contagino anche voi!
- Cina
- Rosso
Notine alle vocine
- ^ Alla faccia degli anacronismi.