Giampaolo Pazzini

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Pazzini mentre tenta di mettersi le dita nel naso.
« Ma io penzo ghe nonno passeranno molto anni prima ghe Giambaolo segnasse molti gollo. »
(Pantaleo Corvino su Giampaolo Pazzini)
« Se continua così diventerà più forte di me! »
(Simone Inzaghi su Giampaolo Pazzini)
« Questo 'un fa gol nemmen 'o le mani maremma buhaiola! »
(Tifoso della Fiorentina su Pazzini)

Giampaolo Pazzini è un noto calciatore, attualmente in forza al Milan come massaggiatore e porta-borracce.

Carriera

Nato dall'incrocio fra un muflone e una talpa, animali dai quali ha ereditato l'eleganza dei movimenti e il grande fiuto per il gol, Giampaolo Pazzini si dedica al calcio fin da bambino, nonostante i genitori tentino di indirizzarlo verso la più redditizia professione di cassapanca.

Pazzini ai tempi dell'Atalanta. È quello con la maglia bianca seduto in curva, sulla destra.

In particolare il giovane Giampaolo eccelle nel dribbling, sovente infatti si diletta nello scartare la palla con grande sorpresa degli avversari.
Il suo talento (soprattutto nell'uncinetto) è innegabile e così viene ben presto notato dagli osservatori dell'Atalanta, i quali si accordano con i genitori di Giampaolo e gli offrono un contratto da cinque milioni di lire, quando già era in vigore l'euro.

Gli anni a Bergamo

A Bergamo Giampaolo conosce Riccardo Montolivo, altra giovane promessa dell'itticoltura italiana, con il quale condivide la passione per Una mamma per amica. I due compongono una coppia d'attacco micidiale e contribuiscono a suon di gol sbagliati a porta vuota alla promozione della Dea in Serie A. Rimangono ancor oggi memorabili per i tifosi atalantini i festeggiamenti di Giampaolo, che si percuote ripetutamente i genitali con un asciugamano bagnato davanti alle telecamere di tutto il mondo. Al termine della stagione Pazzini, battendo sul filo di lana un paracarro posto davanti allo stadio di Bergamo, vince l'ambito premio di Piede di Ghisa 2004.

Il passaggio alla Fiorentina

Un recente sondaggio ISTAT ha incoronato Pazzini e Montolivo come la seconda coppia gay più celebre dopo Dolce e Gabbana.

L'esordio in A è difficile: l'Atalanta lotta per non retrocedere e Giampaolo e Montolivo, chiamati a guidare la carica, preferiscono fare le merde e passare alla Fiorentina. I due sono fortemente voluti da Pantaleo Corvino, uno tra i direttori tecnici più scaltri e oculati. Almeno prima di venir colpito da quei tre ictus. Con la maglia viola Pazzini si scatena e segna diciassette gol alla Juventus tra campionato e coppe. Non contento, investe Gianluca Zambrotta con un trattore, brucia la casa di Alessandro Del Piero e annega il gatto di Gianluigi Buffon.

La stagione seguente inizia in modo altalenante, complici un tasso di colesterolo troppo alto e l'agguerrita concorrenza in attacco di Luca Toni; apprezzato soprattutto per la sua innegabile compostezza nel sedersi in panchina, Giampaolo non si perde d'animo e quando è chiamato in causa ricorre al suo repertorio di cadute in area, lisci vergognosi e lacrimucce: grazie a lui la Fiorentina raggiunge un dignitosissimo ventottesimo posto finale.

Nell'estate del 2008 tutto cambia: Toni scompare in circostanze misteriose durante l'Oktoberfest e Giampaolo viene di fatto nominato suo erede e attaccante titolare al fianco del romeno Adrian Mutu e del pr Bobo Vieri.
Pazzini non fa rimpiangere le epiche gesta del suo predecessore e inanella una serie di prestazioni superbe che spingono la formazione toscana al quarto posto in classifica, piazzamento che vale i preliminari di Champions League e una vacanza premio a Pustole sul Glande per tutti i giocatori.

L'esplosione (purtroppo solo metaforica) alla Sampdoria

L'arrivo di Alberto Gilardino alla Fiorentina rompe gli equilibri dello spogliatoio e priva Giampaolo del ruolo di unica pippa della squadra. Nonostante i suoi minuti di gioco siano pochi e i gol ancora meno, il DS della Fiorentina Corvino sostiene di avere sempre fiducia in Giampaolo, intavolando nel frattempo trattative di mercato con qualsiasi centravanti del mondo, compresi l'ottuagenario Dario Hubner e la salma di Silvio Piola.
Nella pausa invernale, per motivarlo, manda Pazzini in ritiro in Bielorussia. Nei campi della provincia di Gomel, ancora radioattivi, Pazzini perfeziona la tecnica di dribblare sé stesso. Tornato a Firenze, Pazzini scopre che il suo armadietto è diventato la cuccia di una famiglia di procioni e chiede alla società di prendere provvedimenti. La società non se lo fa ripetere e cede Pazzini alla Sampdoria.
In blucerchiato Giampaolo trova il partner d'attacco ideale: Antonio Cassano, delinquentello barese in perenne lotta contro l'igiene e i congiuntivi. Grazie agli assist di Cassano Pazzini realizza il suo record stagionale di marcature in Serie A, ben quasi tre.

Lo sbidonamento all'Inter...

Pazzini mentre si traveste da Zorro per intimorire i difensori avversari.

La Samp, da buona squadra genovese, deve però deve fare cassa e separa i gemelli del gol: Pazzini finisce all'Inter, Cassano a pulire i pavimenti al Gaslini.
A volerlo fortemente è l'allenatore Leonardo, che però si ricrede quando Giampaolo lo abbraccia commosso bisbigliando:

« È un onore lavorare al fianco di una delle Tartarughe Ninja! »

L'inizio dell'avventura nerazzurra è comunque galvanizzante: Giampaolo segna 11 gol, tutti al Cesena ultimo in classifica, e vince una tristissima Coppa Italia. Durante la finale contro il Palermo si mette in mostra con una bellissima sforbiciata con la quale asporta un sopracciglio a Fabrizio Miccoli. La stagione seguente è più avara di successi: sulla panchina interista arriva Gian Piero Gasperini, un talebano calcistico che impone alla squadra di giocare con uno spregiudicato 1-4-4. Pazzini, a cui il nuovo mister chiede ripiegamenti difensivi e di imparare a infilarsi i calzettoni da solo, finisce relegato dapprima in panchina, poi in tribuna e infine fuori da San Siro a fare il bagarino.
A metà stagione Gasperini viene ucciso a testate da Materazzi, che passava negli spogliatoi per caso, e la panchina è affidata a Claudio Ranieri. L'allenatore romano dimostra di credere in Pazzini e gli affida le chiavi della sua BMW, assieme all'avvertimento:

« Portamela lavata per le quattro. »

... e al Milan

Fortemente richiesto dal Milan, forse a causa di uno sbaglio di persona, Pazzini diventa un giocatore rossonero nell'agosto 2012. Il trasferimento spezza il cuore ai tifosi interisti e al presidente Massimo Moratti, che intervistato sulla vicenda non sa nascondere l'emozione e si lascia scappare un eloquente:

« Pazzini chi? »

Esordisce segnando tre gol in Milan - Bologna, partita che porta alla riapertura di Calciopoli in quanto una tripletta di Pazzini è una circostanza che può essere spiegata solo con una combine.
In Champions League contribuisce alla storica vittoria del Milan sul Barcellona lasciando il campo per infortunio dopo un minuto di gioco.

Caratteristiche tecniche

Assente giustificato dall'incontro col goal oramai da settantundici stagioni, Pazzini ha inventato un modo per dribblare le critiche feroci dei tifosi e per stordire i bordocampisti di Sky, impedendo loro di rivolgere le più ingiuriose critiche. Tale sotterfugio si basa sull'uso dell'occhio cerbiattato, tecnica derivata dalla stessa scuola degli occhi della tigre di Rocky Balboa e degli occhioni dolci del gatto con i camperos di Shrek.
Assumendo lo sguardo cerbiattato, e bisbigliando parolacce rivolte ora al pallone, ora al palo, ora al ciuffo d'erba, ora al suo marcatore, Pazzini riesce sempre a farla franca. Almeno fino alla prossima rete mancata, che mentre state leggendo è già stata sbagliata.

Curiosità

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  • Nella partita inaugurale del nuovo stadio di Wembley ha segnato tre gol, tutti durante la pausa tra primo e secondo tempo.
  • In Nazionale ha collezionato 25 presenze, 4 gol e il numero di telefono della sorella di Gattuso. Che è uguale a lui, solo più pelosa.
  • Ha partecipato ai Mondiali 2010 in Sudafrica, ma non è sceso in campo in quanto troppo scarso.