Gianluca Zambrotta

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Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Gianluca Zambrotta
Zambrotta cerca di ricordare se ha indossato le mutande questa mattina.
« Secondo me è il miglior terzino che abbia mai allenato. E poi c'ha una moglie bona. »
(Marcello Lippi su motivi della convocazione di Zambrotta ai Mondiali di calcio.)
« Se sono diventato il giocatore che sono oggi lo devo solo alla Juventus. Per questo non la abbandonerò neppure in serie B! »
(Gianluca Zambrotta poco prima di andare al Barcellona)
« Se mi sono ripreso fisicamente lo devo solo al Barcellona. Per questo non lo abbandonerò mai! »
(Gianluca Zambrotta poco prima di andare al Milan.)

Gianluca Zambrotta (quel ramo del lago di Como, 1977 - Berlino, estate 2006) è un invalido civile che nonostante le evidenti deformità agli arti inferiori ha ricoperto il ruolo di difensore di fascia nel Milan e nella Nazionale di calcio italiana.

Caratteristiche tecniche

Gianluca Zambrotta è stato un terzino vecchia maniera, nel senso che correva come un ottantenne debole di vescica. Molto apprezzato per il suo gioco di gambe ubriacante, per i calibrati assist agli attaccanti avversari e per la precisione dei suoi cross, che finivano puntualmente in tribuna per la gioia dei tanti spettatori alla ricerca di cimeli.
Possedeva anche un buon tiro dalla distanza, e sovente le sue conclusioni si rivelavano micidiali per gli steward a bordo campo.

Carriera

Vedendo le gambe di Zambrotta un fisioterapista su dieci ha esclamato: "OMG!"

Como

Zambrotta è cresciuto nelle giovanili del Como, in cui nei primi anni della sua carriera ha ricoperto svariati ruoli offensivi: esterno di centrocampo, ala, centravanti di sfondamento, per poi trovare finalmente la sua posizione congeniale in tribuna.

Bari

Giunto in quel di Bari al termine di una mesta peregrinazione come venditore porta a porta di enciclopedie, Zambrotta viene notato da un dirigente sportivo mentre prende a calci un barbone per sottrargli gli spiccioli. Affascinato dalla potenza delle percosse, il dirigente lo mette sotto contratto: finalmente con la maglia del Bari Zambrotta ha la possibilità di ciccare palloni sui maggiori campi della Serie A!

Juventus

La sua indiscussa maestria nel cadere in area di rigore a ogni minimo refolo di vento lo porta a essere l'oggetto del desiderio dei dirigenti della Juventus, che una notte entrano in casa sua, lo infilano in un sacco di iuta, gli svuotano il frigo e lo portano a Torino.
Con la maglia bianconera Zambrotta vince quattro scudetti, cinque dei quali cancellati dalla giustizia sportiva, e vive il suo personalissimo quarto d'ora di gloria in Champions League, competizione in cui batte il record di cross svirgolati e telecamere infrante.

Barcellona

Dopo il vittorioso mondiale del 2006 Zambrotta decide di restare fedele alla Juventus nonostante la bufera di Calciopoli e di non accettare proposte da altre squadre.
Almeno per i primi cinque minuti.
Poi il Barcellona chiama e Zambrotta risponde scodinzolando gioioso. Nel club spagnolo ha però vita dura: il mister lo usa col contagocce, e anche il suo status di fenomeno da baraccone della squadra viene pesantemente scalfito da Ronaldinho, che surclassa le sue gambe con una dentatura vietata in diciassette stati dell'Unione Europea.

Milan

Nel 2008 viene chiamato al Milan, per rivitalizzare con la sua freschezza un reparto arretrato che, per usare un eufemismo, in quel momento gioca di merda.
In rossonero si trova subito bene e instaura un grande feeling con tutti i compagni, assieme ai quali si diverte a criticare gli operai che fanno gli scavi, a giocare a briscola e a confrontare la gravità delle reciproche malattie. Insomma, le solite attività ludiche dei vecchi. Nel 2012 dice addio al calcio giocato, che dal canto suo si limita a ignorarlo.

Nazionale

Un normale passaggio di Zambrotta andato a buon fine.

Nonostante l'annuncio del ritiro, il passo claudicante, gli inevitabili acciacchi dovuti all'età e un'osteoporosi che ne sta via via sgretolando il corpo, Zambrotta è il terzino titolare della Nazionale. Sempre.
Non importa che abbia 45 di febbre, i menischi spappolati o si tratti di un'amichevole contro i pulcini delle Isole Fær Øer, Zambrotta è ugualmente in campo. Non c'è partita in cui non venga impiegato fin dal lontano 1938, quando, fresco trentacinquenne, fece il suo esordio in Italia - Prussia rilevando un esausto Giuseppe Meazza.

A ben guardare non è che si possa poi far gli schizzinosi, dato che Zambrotta è al momento l'unico difensore di fascia presente in Italia. La tradizionale penuria in questo ruolo fa sì che gli altri papabili per una maglia da titolare siano:

In vista dei prossimi mondiali il cittì Cesare Prandelli si è già premunito: nel caso Zambrotta sia impossibilitato a giocare, convocherà una giovane promessa del vivaio interista: Davide Santon Giacinto Facchetti.