Giocatore di calcio a 5
Il giocatore di calcetto potrebbe apparire agli occhi dei profani come una figura innocua e addirittura simpatica; ma in realtà si tratta di un personaggio pericolosissimo la cui malattia è destinata a crescere in modo esponenziale condizionando la vita di chiunque incroci la sua esistenza.
Occorre fare però dei distinguo.
Il giocatore occasionale
Il giocatore di calcetto occasionale non è una figura realmente pericolosa, non più di tanto, almeno.
Si tratta di un individuo di età compresa fra i 14 e i 30 anni, generalmente dedito all'impegnativa attività di studente, che fra una sbronza e l'altra un esame e l'altro riesce a ritagliarsi un piccolo spazio da dedicare all'attività fisica fra amici. Egli radunerà nel giro di venti minuti altri nove fancazzisti studenti come lui, prenoterà il campo in un orario confortevole e compatibile coi suoi orari di sveglia studio (fra le 18 e le 20) e si presenterà rigorosamente già in divisa da gioco mezz'ora prima dell'inizio della partita nel tentativo di scroccare qualche minuto in più al gestore dell'impianto.
I dieci giocatori occasionali non avranno mai con sé il pallone, anzi chiederanno al custode una dotazione di: palloni, guanti da portiere, pettorine, parastinchi, ghiaccio istantaneo per eventuali contusioni e nei casi più disperati anche le scarpe da calcetto.
Alla fine di una partita fra giocatori occasionali si calcolano una media di centosei vaffanculo nei più disparati dialetti, dodici fratturati, quattro feriti gravi e una pensione d'invalidità civile.
Ma non è il giocatore occasionale a interessarci. L'unico vero giocatore di calcetto è
Il giocatore abituale
Il giocatore di calcetto abituale ha un'età compresa fra i 30 e i 60 anni, generalmente è ammogliato, cornuto e col quoziente intellettivo di un bradipo malato di meningite.
Egli si preoccuperà, appena rientrato dalle ferie, di prenotare il campo una o due volte a settimana per i successivi undici mesi, generalmente in un orario molto gradito al custode[l'ha detto Voyager!] (dalle 23 in poi) e di costruire una ramificata rete di contatti tale da non far mai e poi mai[citazione necessaria] saltare la sua partitella settimanale per mancanza di uomini. Nessuno sfugge al suo giogo. Il cassiere del supermarket come il fattorino del salumiere, l'incaricato del corriere espresso come l'infermiere del bisnonno con un piede già dentro la fossa; in ogni essere umano che egli incontri vedrà sempre e comunque un potenziale compagno di gioco.
Il vero giocatore di calcetto abituale è infatti quasi sempre l'organizzatore del gruppo.
Requisito necessario per ricoprire questo delicato ruolo è quello di sapersi mimetizzare perfettamente nell'ambiente di lavoro per non far accorgere il capo che le proprie giornate sono dedicate esclusivamente a stilare formazioni, inviare messaggi di posta elettronica per convocare gli altri giocatori, inviare sms agli stessi per chiedere conferma dell'avvenuta ricezione del messaggio di posta elettronica, chiamarli al telefono per accordarsi sul colore delle maglie da indossare la fatidica sera, ritelefonare il giorno della partita per ricordare a tutti orario di gioco e indirizzo del campo (sebbene invariati da anni).
Nomisma ha stimato che il conto telefonico di un giocatore di calcetto abituale potrebbe coprire interamente le spese previste dal Dpef 2010.
La sera della partita l'organizzatore si presenterà al campo da gioco con quindici minuti d'anticipo rispetto al resto del suo gruppo, impiegando questo tempo per salutare calorosamente il gestore (che lui ritiene suo amico ignorando come quest'ultimo lo odi a morte) ed esibirsi in ridicoli salutari esercizi di riscaldamento.
Una volta raggiunto dal resto del gruppo si vedrà se il soggetto in esame è o non è un giocatore di calcetto professionista: in quanto organizzatore spetterà a lui l'onere di raccogliere la cifra utile a pagare il campo.
Si presentano due ipotesi:
- Il giocatore riesce a raccogliere la cifra esatta e, al limite, a farci pure la cresta: non è un vero giocatore di calcetto abituale. La sua infatuazione durerà solo qualche mese, dopodiché tornerà a pensare a cose più importanti.
- Il giocatore riesce a mettere insieme 2/3 della cifra sborsando il resto di tasca sua: ecco, lui è un vero giocatore di calcetto abituale.
Una volta conteggiati i presenti (che potranno essere 7 o 16, mai comunque 10) si darà l'inizio alle ostilità. Alla fine di una partita fra giocatori abituali si calcolano una media di centosei vaffanculo in dialetto locale, dodici palloni perduti o bucati, quattro arresti cardio-respiratori e uno smartphone dimenticato in campo.
La fine della partita fra giocatori abituali
Allo scoccare dell'ora esatta di gioco il povero custode che ha passato le ultime nove ore a gonfiare le palle dei clienti (e a farsi gonfiare le proprie dai medesimi) si presenterà perentoriamente a bordo campo per intimare ai rompicoglioni giocatori di uscire.
Egli si sentirà invariabilmente rispondere una (o più) di queste frasi:
- Ma abbiamo cominciato dieci minuti dopo! (Non è vero: il giocatore di calcetto è più bugiardo di un pescatore e un cacciatore messi assieme).
- Siamo pari, chi fa questo vince! (Potrebbe essere vero: sono così scarsi da essere 0-0 dopo un'ora di gioco e assecondare la loro richiesta potrebbe portare ad altre sei ore d'attesa)
- Facciamo l'ultima azione. (Questa si può anche assecondare: nel 99,9% dei casi l'azione si concluderà dopo un secondo e mezzo netto con un tiro di collo pieno, il pallone disperso ai confini della provincia e le squadre che escono dal campo a capo chino)
A questo punto scatta il momento critico delle docce: i giocatori, nonostante siano dotati di otto capelli complessivi, rimarranno negli spogliatoi per almeno cinquanta minuti durante i quali si accuseranno l'un l'altro dell'eventuale bruciante sconfitta o della vittoria troppo striminzita o dell'inglorioso pareggio. Il custode, nel frattempo, si procurerà del napalm per mettere fine alla straziante esperienza.
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