Gioco della bottiglia
Il Gioco della Bottiglia è il primo sistema di approccio sessuale pre-adolescenziale documentato dagli antropologi[citazione necessaria], in parole povere un sistema di abbordo con percentuali di successo dell'otto per mille.
Storia
Origini
In principio Dio creò l'uomo. Poi, in un momento di dormiveglia creò la donna. Per farli procreare e moltiplicare nel giardino del suo superattico inventò il gioco della puzzola, che divenne, dopo l'invenzione dei succhi di frutta tasky, il gioco della bottiglia.
Quando l'adamitica coppia fu cacciata dall'Eden, il gioco si diffuse fra i loro discendenti come prontuario programmatico di affinità elettive fra loro e le scimmie - che erano le uniche che gliela davano.
Nel mondo antico il gioco della bottiglia fu sostituito, nei simposi, dal gioco dell'oinokoé, che galeotto fu per gli amorazzi di Socrate, Platone e i vari galanti maschioni di turno.
Nel medioevo, il gioco fu proibito dalla bolla papale di Palpatine I perché immorale, ma fu allegramente praticato in Vaticano fra gli alti prelati.
Vasari ci narra inoltre che il gioco della bottiglia fu il passatempo preferito di Michelangelo Buonarroti, che lo elesse suo passatempo numero uno post-sbronza.
Dopo un periodo di buio lungo quanto il Barocco, ritroviamo il gioco fra i cicisbei della decadente Francia pre-rivoluzionaria, e poi come strumento privilegiato del Terrore per la scelta dell'ordine delle esecuzioni alla Ghigliottina.
Dalla rivoluzione romantica al postmoderno
Durante il Romanticismo, il gioco della bottiglia divenne strumento primo nei giochi d'amore solitari dei Romantici. Goethe, in un passo del suo Divano occidentale-orientale lo esalta come infallibile strumento per approcciare le donne sposate, dopo averne ubriacato i mariti con il contenuto della bottiglia.[citazione necessaria]
Nella prima e nella seconda Grande Guerra, alla bottiglia fu sostituita una molotov, e alle strafighe da salotto gli asini, i cavalli, i cani e gli altri bei soldatini del reggimento.
I figli dei fiori ampliarono la gamma di applicazioni del gioco deputandolo anche al sesso di gruppo.
Negli anni ottanta il gioco della bottiglia fu il preferito dei discotecari e, infine, nei novanta, entrò a far parte degli sport olimpici.
Si dice che i campioni sopra elencati si siano esercitati per anni nelle loro case, come attualmente fanno i giuovinetti che amano riunirsi il sabato sera a giocare come sfigati, per cercare di cavare un bacetto alla racchia di turno.
Tipologie di giocatori
- Il truzzo scoglionato, che racconta a tutti delle sue fantomatiche avventure nelle discoteche per tredicenni aperte solo il pomeriggio. Passa tutto il tempo a fingere di essere annoiato dalla compagnia.
- La pornobimba, tredicenne così allupata che potresti usare i suoi capezzoli per appenderci le foto delle ultime vacanze estive in Nebraska.
- Il nerd, capitato nel bel mezzo del gioco per aver seguito il suo fratellino truzzo, sua unica compagnia nei disperanti sabato sera. Generalmente a lui capitano le penitenze più imbarazzanti, nonostante spasimi per baciare il porro di turno. Al termine della serata lo si può trovare impiccato in bagno
- Il maniaco, uomo sulla quarantina, generalmente apparentato con il padrone di casa, che finge di avere un'età inferiore ai sedici anni per poter approfittare della pornobimba di turno.
Premi e penitenze
- Baciare la gnocca della serata.
- Baciare il nerd repellente che sbava alla vostra destra.
- Fare con la ragazza che vi sta di fronte ciò che fate con la bottiglia protagonista del gioco.
- Fare con la bottiglia ciò che fareste con la vostra ipotetica ragazza.
- Fare i compiti di tutti i partecipanti.
- Pulire le scarpe di tutti i partecipanti con la lingua.
- Farsi le ragazze di tutti i partecipanti.
- Restare a guardare gli altri partecipanti farsi la tua ragazza, mentre tu resti legato e imbavagliato in un angolo.
- Mostrare il proprio culetto bellamente ricamato dall'acne giovanile.
Varianti
- Gioco dello scalpo: diffuso fra i pellerossa, che sostituivano la bottiglia di Brandy dei coloni con lo scalpo di questi.