Giorgio Chinaglia

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Giorgio Canaglia nel pieno del suo periodo malavitoso.
« Per lo scudetto sono 10.000, per il secondo posto 5.000, terzo 2.000. »
(Il Canaglia detta le regole prima dell'inizio stagione)
« Wewè, Canagliò! E ch'ema fa qua? »
(Il Commissario Winchester prima dell'arresto.)


Giorgione "ò Giovanni luongo" Canaglia detto Giorgio Chinaglia (Carrera, 24 gennaio 1947 - Frosinone , 1° aprile 1992) è stato un calciatore, dirigente sportivo e camorrista italiano .


Soprannominato "ò Giovanni luongo" dai suoi amici del clan, ha svolto il ruolo dell' attaccante di altri clan, fino all'arresto.

Grazie ad una tangente di 10.000 fece vincere il primo e penultimo scudetto alla S.S. Lazio.

Biografia

Il Canaglia nasce in Italia alla tarda età di 0 anni, da parte di madre e padre italiani, ignari del suo futuro.

Appassionato da piccolo ai film di mafia e alla S.S. Lazio (perché proprio questi due, lascio capirlo a voi), si trasferì in America per seguire lezioni dal maestro Al Capone(il quale fu il primo a dargli il soprannome di Chinaglia) su come continuare una ottima attività criminale e successivamente a Frosinone su come imparare l'accento da ciociaro, su come guidare un trattore, distinguere le varie tipologie di formaggi e come trasportali fino a Roma, proprio come un vero tifoso della lasdie.

All'età di 18 anni però Al Capone gli inviò una lettera di trasferimento per la sua attività a Napoli per insegnarli la pratica della camorra. Qui assunse anche un leggero accento napoletano.

A 20 anni era già in grado di dire frasi come:

  • "A Roma solo lasdie"
  • "Che gielo limbido che g'è a Roma"
  • "Ma quill l'ha volut pajà ò pizz?"
  • "Il primo scudetto de a Roma gliel'ha regalato er Duce".
  • "Attenti a Saviano!"
Il Maestro guarda con aria curiosa il Canaglia novellino.

Il suo sogno laziale

Alla tarda età di 22 anni, finalmente la S.S. Lazio lo chiamò. Emozionatissimo il Chinaglia dopo aver conosciuto per bene società, calciatori e quant'altro, vedendo che i poveracci non avevano ancora uno scudetto decise di mettere in azione gli insegnamenti del suo vecchio maestro facendo vincere lo scudetto alla squadra con il pagamento di una tangente.

Divenne oramai un eroe per entrambe le fazioni.

Denaro e caciotta, le grandi passioni del Canaglia.


La cattura

La sua prosperosa attività però finì con l'entrata nel corpo di polizia del Commissario Clancy Winchester, inviato dall'acerrimo nemico del Canaglia, Roberto Saviano.

L'eroe...

Oramai fallito e depresso, il Canaglia all'uscita della prigione decise di dedicarsi ai lavori agricoli a Frosinone, in cui potrà ricordare gli unici bei momenti prima dell'arresto.


La morte

Foto palesemente photoshopata, dei due acerrimi nemici.

Il Commissario Winchester e Roberto Saviano però, non soddisfatti del loro lavoro, temendo che il Canaglia potesse rientrare nel gioco d'affari della camorra o che potesse avvelenare le caciotte ciociare per vendicarsi (Sia il commissario sia Roberto sono ghiotti per quelle caciotte), decisero di finire la loro missione anticipandolo.

Entrambi contattarono l'allora sconosciuto Claudio Lotito, figlio di uno dei più grandi caciottari del Lazio per compiere l'ultima missione. Anche Lotito non accettava

...e l'altro.

il fatto che una cosa importante come il primo scudetto della sua squadra del cuore potesse essere vinto in una maniera così subdola, quindi accettò.

La notte del 31 marzo 1992, Claudio entrò nell'abitazione del Canaglia e vi inserì nella sua scorta di caciotte del veleno.

Il mattino dopo, Giorgione iniziò la sua solita colazione di cappuccino e caciotta inzuppata.

Quella fu la sua ultima colazione.