Giorgio Tosatti

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« Toglietemi tutto ma non la mia poltrona! »
(Tosatti su attaccamento al lavoro.)
« Se il Livorno continuerà a far giocare Amelia a fine anno andrà in B. »
(Celeberrima frase di Tosatti del 2004, quando il Livorno disputò una stagione strepitosa con Amelia titolare)


Giorgio Tosatti, per gli amici Il busto coi baffi, era un grande saggio del calcio. Tutti i giornalisti vengono chiamati mezzibusti, lui era busto e basta.

Vita e opere

Le origini

Dove sono le gambe?

L'unico scopo della sua vita era commentare le partite e sbrodolare merda liquida sugli allenatori e sui giocatori.
Sebbene commentasse con dovizia di particolari, il Busto non giocò mai a calcio, nemmeno una singola partita di calcetto. Questo impigrimento degli arti inferiori lo portò alla paralisi e al progressivo distaccamento di questi ultimi dal resto del corpo. Ecco perché Tosatti stava sempre seduto. Sempre. Sfido chiunque a dire di aver mai visto Tosatti in piedi. Anzi, sfido chiunque a dire di avere visto le gambe di Tosatti.

L'approdo in Rai

Dopo la perdita degli arti inferiori, venne pietosamente raccattato dai dirigenti della RAI, che danno lavoro anche a gente come Panariello, basta che siano raccomandati. Si mormora infatti che Tosatti venne assunto solo perché figlio del famoso giornalista Renato Tosatti, schiantatosi con i giocatori del Torino a Superga perché insistette per guidare l'aereo bendato. Le famose scarpe Superga presero il nome proprio dal luogo della sciagura e ne ereditarono la sfiga: basti pensare che nella finale del '94 Baggio portava quelle scarpe e sbagliò il rigore decisivo, dopo averne segnati 12658 consecutivi con un altro paio di scarpe. L'unico altro suo rigore sbagliato risaliva ai tempi del seggiolone.

Come già detto, si dice che Tosatti non capisse un cazzo di calcio e che quel poco che diceva, lo affermava sotto ipnosi o sotto l'effetto di droghe pesanti. L'unica disciplina dove Tosatti capiva qualcosa era il poker, dove, a dirla tutta, era un maestro. Famose le sue lunghissime partite contro Aldo Biscardi, Lenny e Carl, dove questi venivano irrimediabilmente prosciugati dei loro averi dalla Busta. La fama di giocatore invincibile arrivò fino alle orecchie di Wild Bill Hitchcock, che sfidò Tosatti a una epica partita, con limite il cielo o l'inferno. La partita durò sei giorni, e Giorgio decise che era giunta l'ora di terminarla. Sfoderò allora dalla gamba di legno un asso. Wild Bill però si accorse della porcheria, e fece per sparare al Busto, ma Tosatti fu più veloce a estrarre e freddò il pistolero.

La tragica fine

Dopo la parentesi come giocatore di poker il Busto baffuto tornò alla RAI. In seguito a un breve periodo dove venne usato come fermacarte, Giorgio ottenne il riconoscimento di una poltrona e una scrivania tutta per lui, su cui svolgeva tutte le sue attività. Divenne coppia fissa con Paola Ferrari, con la quale scoppiò una vorticosa e passionale storia di sesso. Al termine della trasmissione Tosatti veniva riposto irrimediabilmente, con la poltrona e la scrivania nel ripostiglio delle scope, e lasciato lì fino all'inizio di una nuova puntata di 90° Minuto. Nell'ultima giornata del campionato venne sgamato dalla Ferrari mentre la tradiva con una scopa, così venne lasciato a marcire nello sgabuzzino per il resto dei suoi giorni. Il Busto tentò la fuga, ma non riuscì ad alzare il culone dalla sedia e crepò di stenti. Da qui la nota leggenda che recita: "Si narra che, Tosatti Giorgio detto Busto, classe '37, nato a Torino, morto a Torino, venisse lasciato al termine di Domenica In nello sgabuzzino insieme alle scope, e venisse liberato la domenica successiva da Mara Venier".

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