Giotto
Giotto è un disegnatore di cerchi poco noto. Molto più famosa è la marca di pennarelli utilizzata dai bambini per imbrattare le mura di casa.
Vita
Nato tra il 1300 avanti Cristo e 1400 dopo Maometto in un alveare di vespe, Pino Giotto[1] è stato uno dei più grandi pittori del mondo. Uno dei più grandi in quanto era largo 10 metri e alto 50 centimetri, circa 5 centimetri più di Van Ghohgh che è il secondo pittore più grande del mondo dopo Leonardo, Michelangelo e Caravaggio.
Giotto ha dipinto affreschi in tutto il mondo, cioè a Firenze e a Padova.[2]
Fu scoperto da Cimabue, mentre disegnava il suo amore per gli animali (pecore).
L'anziano pittore, vedendo il suo talento e l'affinità che aveva con lui riguardo l'amore per lo pecore, decise di tenerlo con se. Un bel giorno dipinse una mosca sul volto di un angelo, mentre il maestro non guardava. Dopo svariato tempo passato inutilmente a cercare di cacciare via la mosca, avendo Cimabue un lieve ritardo mentale, decise di prendere a fucilate il quadro e rincorrere Giotto, che dovette nascondersi dietro la sua amata pecora che teneva nella fattoria.
Dell'aspetto di Giotto si sa poco. L'unica fonte che ci è pervenuto è un ritratto fatto da un individuo che preferì rimanere nell'anonimato per la vergogna.
Opere
Iniziò a dipingere giovanissimo, disegnando scarabocchi nella placenta della madre.
La poetica di Giotto fu condizionata tutta la vita da un senso di persecuzione e di scherno che sembrava essergli attribuito dai contemporanei a causa dei suoi risaputi rapporti con ovini, come ricordato dal Vasari ne "Le Vite".
La sua prima opera fu la Cappella degli Scrovegni a Cazzago di Pianiga, un paesino tra Rovigo e Chicago. In seguito dipinse la Cappella Sistina a Roma e in ultimo curò la Cappella Settimina, che purtroppo non sopravvisse a lungo. Poi dipinse capolavori meno celebri, come la Cappella di Rocco Siffredi, la Cappella dei Cappelli e la Cappella di Geronimo Stilton. In età matura, dipinse due murales nella metropolitana di Barcellona e disegnò uno smile sul parabrezza di una Peugeot (perché c'era brina) che fu subito tergicristallato via. Negli ultimi anni di vita costruì il Centro Giotto a Padova.
Riuscì anche a disegnare un cerchio perfetto, ma tutti dicono che è stata solo una gran botta di culo!!!
Morte
Morì macellato da un battitappeto mentre dormiva steso su un tappeto in un Hotel a Piacenza, non visto dalla signora delle pulizie dell'Hotel che si giustificò in modo molto intelligente però in lingua ungherese, quindi è andata bene la giustificazione.
Il suo corpo fu pastificato in tempera, e tuttora è venduto nelle cartolerie, appunto come tempera.
Resurrezione
La realizzazione di affreschi su varie cappelle (si dice abbia affrescato la cappella del Siffredi e quella del North, tra l'altro) gli valse un buono resurrezione/riapparizione dall'oltretomba dove inevitabilmente finì dopo i controversi episodi accaduti in quel di Piacenza. Sebbene il Nostro fosse tentato di resurrezionarsi, decise di riapparire nel 2001 a Genova per affrescare le cappelle di alcuni suoi amici (e qualche trans al porto) in occasione del Gi-otto che da Lui prese appunto il nome. La sua venuta, pubblicizzata dai leader dei paesi più industrializzati del mondo, causò episodi di isteria di massa che portarono la polizia a picchiare gente indifesa nel corso di pacifiche manifestazioni pro-cappella (i cori durante le dette manifestazioni erano tutti cantati a cappella) e la gente a picchiare poliziotti indifesi durante le manifestazioni pro-cappella. In tutto il trambusto il pittore non trovò i colori a tempera (Giotto) e rimase con le mano in mano intanto che gli eventi seguivano il loro corso.
Famiglia
Ad oggi gli unici discendenti in vita del pittore sono i cugini cu-otto (Q8) che si sono specializzati in affreschi di distributori di carburanti per autolocomozione e affini provenienti dal golfo del filetto di persico. Famoso il logo della compagnia petrolifera formato da due cerchi perfetti sovrapposti che formano un otto, chiaro indice della discendenza dal pittore.