Giovanni Keplero
Giovanni Keplero (Johannes Kepler in tedesco; Ioannes Keplerus in latino; Sgorbio o Gobbetto per gli amici) fu un astronomo, musicista e iettatore tedesco.
Vita, morte e miracoli
Keplero nacque a Weil der Stadt (Sassonia) il 27 dicembre 1571[1] in concomitanza con un'epidemia di peste e una di mucca pazza. Pare che fece pipì nella fonte battesimale, durante la cerimonia di battesimo.
Il giovane dimostrò subito una spiccata intelligenza cominciando ad articolare le prime parole in dialetto sassone all'età di quattro anni, fatto ancora più impressionante se si considera che stava imparando a parlare anche in tedesco. Educato secondo la rigida morale protestante (niente donne, né alcool, né droghe) il ragazzo crebbe malformato e sbilenco tanto che si cominciò a dire in giro che portasse sfiga. Raggiunti i vent'anni cominciò lo studio di teologia a Tubinga[2] e si laureò, unico nel suo corso. Tutti gli altri studenti erano morti di tumore al testicolo. Fresco di laurea decise di andare ad insegnare matematica e astronomia[3]; durante le sue lezioni si dimostrò estremamente dotato nell'arte della confusione: confondeva continuamente i pianeti con le note musicali, un'abilità che gli resterà per tutta la vita. Durante questo periodo si dedicò alla stesura di numerosi oroscopi predicendo carestie, rivolte, invasioni turche e quant'altro. Tutte le sue previsioni si avverarono, accrescendo la sua cattiva nomea. Perse il lavoro dopo soli cinque anni quando predisse stupidamente al suo capo, il barone di Wittengstein, una morte violenta, e così fu. La settimana dopo. Il nostro eroe ora privo di lavoro, senza un soldo, con la gobba sempre più sporgente, i vermi nelle orecchie (e non solo) e la gente che gettava acqua santa ovunque cercasse una nuova occupazione.
Per fortuna lo accolse un noto svitato dell'epoca, Tycho Brahe, che si era fatto costruire un osservatorio su un'isola dal re di Danimarca [4]. Il giovane fu ingaggiato come astronomo e la sua presenza sull'isola si fece subito sentire: Brahe morì due anni dopo (nonostante godesse di una salute di ferro prima dell'arrivo di Keplero) per l'esplosione della vescica[5], la moglie di Kelpero tirò le cuoia (prima che le capitasse di peggio) e anche il gatto dell'osservatorio affogò. Rimasto solo tra i cadaveri Keplero prese il posto di Tycho come astronomo reale e si diede alla saggistica scrivendo anche varie lettere a Galileo il quale non gli rispose mai e pare abbia commentato:
Nel 1620, dopo quasi nove anni di vita felice, a parte la sordità dovuta ai vermi nelle orecchie, le ossa che si sgretolavano e la vista danneggiata dall'osservazione diretta del sole, la iattura lo colpì di nuovo: il regno di Danimarca perse una guerra, l'osservatorio fu smantellato e Keplero messo alla porta senza pensione, la madre fu accusata di stregoneria e rinchiusa per essere torturata e il suo nuovo gatto fu colpito da un fulmine. Ah, Keplero rimase anche zoppo. Accorrendo in soccorso della madre spese tutto il suo denaro pagando mazzette per farla uscire di galera. Ci riuscì ma, poco dopo, la vecchia morì. Il giovane astronomo (o quello che ne era rimasto) si trascinò per anni attraverso la Germania cercando i suoi debitori per farsi pagare. Inutilmente.
- Keplero: “Salve, sono Keplero, lei mi deve dei soldi”
- Debitore: “Mi spiace, io conosco un sacco di Kepleri”
- Keplero: “Sì, ma quanti sono mezzi ciechi e sordi, zoppi e con la gobba?”
- Debitore: “Mi scusi, ora devo andare (rumore di porta sbattuta).”
Morì solo e abbandonato nel 1630 e il suo corpo fu scaricato in una fossa comune, poi la fossa fu bruciata, le ceneri messe in un cannone e il cannone sparato nello spazio per evitare che la sua tremenda sfiga potesse affliggere qualcun altro.
Tutto è musica e la musica è tutto
Avendo soffiato il posto a Tycho, Keplero ebbe l'intera isola tutta per sé e vagando in quegli immensi spazi e inumani silenzi e... No, quello era un altro, dicevo: non avendo nulla da fare tutto il giorno se non guardare il sole per ore, arrivò alla conclusione che la musica controllasse tutto l'universo. Immaginò una gloriosa sinfonia universale dove ogni pianeta veniva rappresentato da uno strumento, di tale bellezza da commuovere i cuori dell'umanità intera. Il giovane si mise a scrivere spartiti di buona lena, senza concedersi un attimo di tregua, nonostante fosse ormai quasi sordo. Purtroppo non raggiunse i risultati dell'altro grande sordo e la sua composizione (edita dopo 18 anni di fatiche) - Sì, come musicista faceva schifo - era composta di cinque battute per strumento. Per sette strumenti totali.
La creazione del dado
Una sera mentre giocava a Dungeons & Dragons con i suoi amici (il cadavere di Brahe, quello della moglie e la carcassa imbalsamata del gatto) Keplero ebbe un'idea guardando rotolare i dadi. E se, si chiese il brillante fisico (facendo finta di non vedere il quindicesimo 1 naturale di fila), tutto l'universo non fosse altro che una matrioska di dadi? Infervorato da questa intuizione, Keplero scrisse un tomo monumentale di meccanica celeste, indagando fin nei minimi dettagli tutti i possibili moti dei pianeti e delle stelle. Già che c'era aggiunse un paio di predizioni riguardo l'11 settembre, il terremoto d'Abruzzo e la fine del mondo il 21 dicembre 2012. Sfortunatamente il libro fu distrutto nell'incendio appiccato dalla carcassa in fiamme del gatto folgorato nel 1620 e se ne salvarono solo pochi frammenti; sappiamo però che persino Newton ne venne in possesso e i pochi dati riportati gli suscitarono una tale ammirazione per il collega tedesco che affermò:
Le tre leggi di Keplero
Giovanni Keplero è famoso soprattutto per aver formulato le tre leggi della roboti astronomia sul moto dei pianeti. Ci arrivò dopo 17 anni passati ad osservare pazientemente il cielo ogni notte, altra dimostrazione della sua intelligenza.[6] Le tre leggi lo resero famoso nel mondo accademico, che a quell'epoca contava più o meno tredici persone. Il che spiega come mai sia rimasto un miserabile.
- Prima legge: I pianeti si muovono su orbite ellittiche e il sole occupa uno dei due fuochi.[7]
- Seconda legge: Il raggio vettore che unisce il centro del Sole con il centro del pianeta descrive aree uguali in tempi uguali.[8]
- Terza legge: Il quadrato del tempo di rivoluzione di un pianeta è proporzionale al cubo della sua distanza dal suo sole.
- Quarta legge: In ogni caso la Morte Nera non avrebbe potuto distruggere un pianeta.
- Quinta legge: In ogni caso non si sarebbe potuto sentire il botto, visto che nello spazio il suono non viaggia.
- Sesta legge: A me quel film nemmeno è piaciuto.
Riconoscimenti
Nel 2009 la NASA ha lanciato in orbita un telescopio gigante battezzato con il nome del famoso astronomo. Due ore dopo l'entrata nell'orbita terrestre il telescopio è stato distrutto dall'impatto con il cannone contenente le ceneri di Keplero.
Note
Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media. È stata miracolata come tale il giorno 25 ottobre 2009 col 62.5% di voti (su 24). Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto. Proponi un contenuto da votare · Votazioni in corso · Controlla se puoi votare · Discussioni |