Giuda
Giuda Iscariota (Arcore, 1 gennaio 0 - Su un albero, un giorno imprecisato del 33 d.C.), detto "L'Escargota" per la sua lentezza nel mangiare la lattuga, è stato il primo politico, magistrato e imprenditore italiano e guida ideologica per tutti i successivi politici, magistrati e imprenditori.
Etimologia del nome
Il nome "Giuda" è comunissimo in Giappone, terra in cui gli uomini hanno il nome che finisce con la "A"(es. Akira, Ryoga, Tetsuya, Minkia) e le donne con la "O" (Rumiko, Fujiko, Tomoko, Sukacazo). Razza di pervertiti.
"Iscariota" invece è un toponimo che deriva da "Isse", pronome partenopeo del tardo periodo ellenico, e "Cariota", cioè originario de Il Cario, la capitale dell'Egitto[1].
Vita
Secondo il Vangelo secondo Matteo, arrivato secondo nel concorso per secondini perché assecondato da un secondo secondino che a seconda del secondo si condiva sei condoni secondari, Giuda si distingueva dagli altri apustoli[2] per le sue strabilianti doti artistiche nell'esporre parabole con i rutti. Egli riusciva a sintetizzare non solo il concetto espresso dalla parabola, ma anche a trasmetterne la curvatura (in genere un banale ) modulando opportunamente tono, frequenza e intensità. Fu così che Gesù, impressionato dalla carica emotiva e gassosa dei concerti di Giuda, lo nominò Capro espiatorio dell'allegra combriccola: a lui sarebbero state destinate nei secoli tutte le bestemmie lecite e approvate dalla Chiesa Cattolica, compito che fu affidato già dallo stesso Dio a Eva nel Cretacico superiore. In cambio Giuda avrebbe ottenuto il dono di saper fare le bollicine nel latte. Di polipo.
Il Vangelo di Giuda
In una recente puntata del noto programma televisivo di Paolo Limiti, "La Mummia - serie TV", è stato riesumato un Vangelo apocrifo attribuito allo stesso Giuda. Il cosiddetto "Vangelo di Giuda", scritto a quattro mani con uno stenografo precario, pochi anni dopo la morte di Gesù e molti anni prima della sua assunzione a tempo indeterminato. L'opera racconta una storia parallela ben diversa a quella narrata sul più noto "Tirammolla". Il Vangelo di Giuda ci è pervenuto in milletrecentosettordici rotoli di papiro, un particolare tipo di carta ruvida ricavata dalla pelle umana scottata che si stacca al sole. Purtroppo il tetramanoscritto è molto rovinato, dato che è passato fra le mani di alcuni idioti che credevano fosse "carta da culo". Solo perché c'è scritto Foxy su ogni foglio.
Si narra che Giuda avesse una moglie molto civettuola per quei tempi: essa era solita elargire schioccanti bacetti a tutti gli uomini che le capitassero a tiro. Colto da improvvisa e furiosa gelosia, Giuda decise di comportarsi allo stesso modo per ripagarla dei torti subiti: decise di baciare il primo uomo che avesse incontrato. Fato volle che il primo uomo a cui dette il bacetto fu proprio Gesù. In questa parte del racconto troviamo una importante smentita alla versione ufficiale: infatti, secondo il precario, non fu il bacio di Giuda a condannare Gesù, ma uno spiacevole incidente diplomatico. Giuda infatti aveva la cattiva abitudine di portare un lucidalabbra molto appariscente, che impresse una vistosa macchia sulla guancia del malcapitato. Alla lecita domanda di un soldato romano, "Wow, dove hai preso quel lucidalabbra così glamour?" Gesù rispose laconicamente "Fra le tue chiappe".
Note
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