Honda CBR 125 R
Ci troviamo negli anni in cui Federico Moccia si diletta a diffondere menzogne fraudolente e vigliacche, che ingannano i cuori speranzosi e romantici delle giovani fanciulle. Egli ha un nuovo progetto in serbo: portare ansia e sconforto anche nei ragazzi. È in riva al mare che fuma l’ennesima pianta non allucinogena, meditando sulla nuova, appassionante idea strappalacrime: "Io e te tre metri con un pieno". Dopo essersi messo in contatto con la Honda, la nota ditta che da un po' di anni a questa parte si diletta nella produzione di pedalò, gonfiabili e, talvolta, moto, inizia a lavorare al progetto, già pensando al suo futuro libro: “Io e te alla stessa lunghezza d’Honda".
Progettazione
Inizia la fase di elaborazione del progetto: la moto dovrà essere molto economica, quasi più un triciclo che una moto vera. Attraverso la raccolta differenziata vengono subito recuperate ruote anteriori di vecchi Piaggio Liberty. Le ruote vengono agganciate al telaio con forcelle create in collaborazione con la Barilla, e dette in gergo tecnico “sfogliatelle”. L’idea delle forcelle sfogliatelle affascina la Honda, che decide di assumere il principio della sfogliatella come fine ultimo e linea guida del suo nuovo progetto.
La moto sarà strettissima, così come le ruote. La motivazione? Agilità nel traffico e nella massa, concetto tuttora sfuggente, visto che corre in Ferrari. La moto mirerà però anche a un pubblico femminile, che tutt’oggi appare sostanzioso. Non si fa caso infatti alle vibrazioni durante la fase ludica di progettazione: una moto di questo tipo sarà un vero godimento per le donne che vi saliranno. La Honda ha pensato anche alla praticità di questo nuovo modello stradale-turistico-espositivo: il sottosella sarà infatti in grado di contenere guanti, catena, documenti, prove e armi del delitto, il corpo mutilato della vittima e anche il mondo di Gnagna.
La moto è quasi pronta; sono stati inseriti all’interno dei primi motori i nuovi nano cavalli grintosetti, precedentemente pompati ben bene con pillole da palestrati. L’ultimo passo prima della progettazione è quello in cui si pensa ai consumi. Tre chilometri con un litro è un' idea al limite dell' immaginazione più selvaggia anche per questi ingegneri, che per definire "moto" i loro modelli ne hanno già di per sé tanta. Moccia viene allontanato dal progetto.
I consumi di questa moto nel misto seguiranno il numero che da sempre è stato magico: 23!
È fatta, il progetto prevede una moto piccola, agile e scattante, destinata a un pubblico di sedicenni sfigati che non possono comprarsi la RS 125 o la Mito perché la mamma dice che vanno troppo veloce.
La mistica realizzazione
Tutto ebbe inizio con la forgiatura dei primi modelli. Tre furono dati agli elfi, fornitori e conoscitori delle varietà di erbe magiche e medicamentose allora esistenti; sette furono dati ai re dei nani, grandi coltivatori d’erba delle alte montagne; e nove, nove modelli furono dati alla razza degli uomini, che più di qualunque cosa desiderano il cardiopalma.
Ma costoro in realtà furono ingannati, poiché venne creato un altro modello. Livio Suppo, l’oscuro signore, realizzò un modello per controllare tutti gli altri. Un modello per fregarli tutti...
Il successo e la fortuna
I primi modelli civili riscuotono scarso successo, ma grazie all’ottima propaganda fatta dai primi acquirenti, che creano anche un forum appositamente dedicato, le vendite aumentano. Dal 2010 i motori 2T non circolano più su strada.
Mentre su pista continuano a girare tutti i tipi di moto (ricordiamo il famoso modello lazzarus del CBR Fireblade e i leggendari motori 1T), tra le 125 4T si contendono il primo posto proprio il CBR 125 R e la Yamaha R 125. La casa dei tre diapason, però, mandando in produzione il suo nuovo e affascinante modello si era dimenticata di svegliare i cavalli delle sue moto. Tutti gli esemplari infatti risultano ancora più pigri del CBR 125 R; talmente pigri da arrivare a deviare il corso della benzina direttamente alla marmitta, pur di non faticare.
Il CBR 125 R si ritrova quindi, in modo del tutto inatteso, miglior 125 stradale sul mercato. C’è da dire però che il modello forgiato da Suppo si distinguerà sempre dagli altri, perché in questo è stato racchiuso il potere desmodromico stesso. L’unico modello contiene al suo interno lo stesso spirito dell’oscuro signore e già molte volte ha dimostrato la sua superiorità rispetto a ogni altro mezzo che l’abbia stuzzicato tirando la frizione e dando due sgasate insignificanti. L’unico modello è ora in mano a un giovane hobbit alto solo dagli occhi verdi, proveniente da Motosprint. L’unico modello è riconoscibile dal numero magico posto sulla parte frontale e colorato col sangue stesso del desmo.
I traguardi raggiunti
Qui di seguito sono citate alcune delle più grandi opere al momento conosciute compiute da CBR 125 R. L’elenco è in continuo aggiornamento:
- Scivolata di 200 m a 150 km/h: argento olimpico di Calabria, categoria basse cilindrate.
- Raggiungimento dei 150 km/h senza distacco delle ruote da terra: “Botta di culo di Basilicata”, edizione 2007.
- Invisibilità agli sbirri: premio “Enrico Potte”, prima edizione a Rain City in Campania.
- Visibile aumento smisurato di cilindrata: premio “Vai sul raccordo anulare di Roma e affianca la volante senza farti scambiare per un 50”.
- Conclusione dell’ottava impennata a tre su ginocchio destro del pilota senza alzare acqua o sangue: premio “Il terzo regge la candela finché dura”, Rain City.
- Impennata di potenza di fronte ad una vigilessa che successivamente si fa fotografare con il pilota: premio “Miglior tentativo di rimorchiaggio in moto” più merito per la scelta dell’obbiettivo.
- 300 km no stop: premio “Resta in sella finché non ti si appiattisce il culo” sponsorizzato dalla Parigi-Dakar.