Capo

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(Rimpallato da Il capo)
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Disambiguazione – Vorresti essere altrove? C'è anche quella scatola vuota, posizionata sul tuo collo, utile solo a tenere separate le tue orecchie o a portare a spasso i tuoi capelli, vedi Testa.
«Il tuo lavoro, ti piaccia o no, è di fare quello che io ti dico. Così come il mio lavoro, mi piaccia o no, è di dirti quello che tu devi fare (ed è un lavoro che mi piaccia, altroché se mi piaccia!).»


Quelli che non hanno il senso dell'umorismo s'arrangino, perché su Wikipedia sono presenti articoli che parlano di tutti i tipi di "Capo" tranne che del soggetto qui descritto.
« Fatturare! »
(Esclama il capo, esortando lo spirito di gruppo e la buona volontà dei dipendenti.)
« Ti ricordo che il capo, qui dentro, sono io! »
(Il capo su qualsiasi obiezione.)
« Sì, ma chi è il capo qui dentro? »
(Sempre il capo su qualsiasi obiezione (ma dopo pranzo, mentre sta digerendo).)
« Quest'anno avremo un programma di stock-options, incentivi mirati e ... »
(Capo, mentendo spudoratamente all'assunzione di nuovo dipendente.)
« E se ti dessi una penna? »
(Esordisce il capo, alla richiesta di aumento di un dipendente.)


Inviato sulla Terra da forze oscure e maligne, con la missione di rendere il più detestabile possibile il tuo lavoro (come se non lo fosse già abbastanza), il capo è quell'essere posseduto dal demonio che ogni giorno, per 8 ore (salvo straordinari), tormenta la tua esistenza, mettendo a dura prova la tenuta del tuo sistema nervoso, nonché di quello testicolare.
In molti vivono del proprio lavoro e questo conferisce al capo potere di vita e di morte su tutti gli impiegati che sono ai suoi comandi, tanto da trasformare l'azienda in un tempio edificato al nome del Megadirettore Galattico, col capo suo sacerdote dell’Inquisizione.

Dati biografici

Il capo nacque qualche anno prima di te, nello stesso ospedale, ma a differenza di te che alternavi poppate e sonnellini con qualche attacco di pianto, lui, appena partorito, ispezionò attentamente tutto il reparto maternità, distribuì questionari di valutazione alle partorienti e a tutto il personale medico e paramedico, controllò che tutte le attrezzature in dotazione fossero provviste di certificazione a norma di legge e, per finire, stese una lunga e dettagliata relazione da presentare al primario e al direttore dell'ospedale, fissando con entrambi una riunione per il giorno successivo:

Si capì sin da quel giorno che lui avrebbe fatto carriera, perché capi si nasce e lui modestamente lo nacque. Capoclasse a scuola, era incaricato di scrivere sulla lavagna i nomi dei cattivi. Rappresentante di classe alle superiori, decideva lui i giorni di "sega" collettiva.

Caporale sotto le armi, contava le flessioni dei suoi commilitoni. Capo-contestazione all'università, convinse tutti ad occupare la facoltà per poi decidere sempre lui la fine dell'occupazione, dopo essersi arruffianato il professore che lo raccomandò proprio a quell'azienda in cui oggi fa il capo.

Tu, intanto, preferivi approfittare dell'occupazione per cogliere altro genere di occasioni ed è stato per questo che a te non è toccato uguale destino: tu hai voluto disconoscere quella antica perla di saggezza popolare secondo cui "Cumannàre è megghiu ca fùttere". Ora lui ti comanda e, all'occorrenza, ti fotte pure!

Il suo ruolo

Il tuo capo ha urgentemente bisogno di una persona che svolga un entusiasmante lavoro di catalogazione documenti e inserimento dati.
E, da come ti sta guardando, sembra proprio che abbia già trovato quella persona.

Se fin dai tempi della preistoria ogni tipo di comunità (rurale, industriale, commerciale o criminale) ha sempre avuto un capo, è evidente che, del capo, non se ne può proprio fare a meno:

infatti il capo è quello che decide come affrontare tutti quei problemi che sorgono a livello organizzativo, tutti i vari ostacoli di natura fisica e tutte quelle complicanze procedurali che in assenza del capo neanche esisterebbero, dal momento che è il capo stesso a crearli per dare maggior significato al suo ruolo.

Inoltre, è scritto nel regolamento di ogni azienda che, per ogni 10 individui che lavorano, ce ne deve essere almeno uno che si limita a guardarli, standosene a braccia conserte e rompendo continuamente le palle, senza mai muovere un dito.
Sopra di lui ci sono direttorissimi e alti dirigenti, tutte persone che, come in uno strano e simpatico gioco di società, non possono parlare con individui che guadagnano meno di un ventesimo del loro reddito, altrimenti vengono penalizzati e pagano pegno.

Sono costretti, pertanto, ad usare il capo come mezzo di comunicazione con quei poveri sfigati squattrinati dei piani bassi, meglio noti come "lavoratori dipendenti". A questi ultimi, invece, è vietato rivolgersi a persone che guadagnano oltre venti volte il loro reddito; ne consegue che il capo è l'unico partecipante al gioco che può parlare con tutti e a cui tutti possono parlare.
Altro dovere del capo è quello di "programmare le attività", che non significa assolutamente "decidere chi deve fare cosa e con quali priorità"; significa invece chiamarti, elencarti tutte le attività da svolgere, farti presente che tu sei l'unica risorsa umana e materiale al momento disponibile e dirti "cerca un po' di gestire questa situazione".



Questo accade perché, secondo la mentalità del capo, il compito di "gestire un'operazione" può essere svolto in 3 semplici passaggi:

  1. Chiamare uno o due dei suoi sottoposti.
  2. Dirgli "gestisci questa operazione" (o dire loro "gestite questa operazione").
  3. Congratularsi con se stesso per l'efficienza e per la brillantezza con cui ha gestito l'operazione, meritandosi appieno quei 2000÷3000 euro che ogni mese prende più di te sulla sua busta paga.


Per contro, il capo è quello che in caso di inconvenienti o di insuccessi si assume tutte le responsabilità e tutti gli oneri del caso: in particolare, si assume sia l'onere di urlare (a danno ormai avvenuto) tutto quello che avrebbe dovuto essere fatto, sia l’onere di cazziarti dando a te tutte le colpe, sia quello di proporre al Direttore il tuo licenziamento.
È un lavoro sporco, quello del capo, ma qualcuno lo deve pur fare.

La sua versione industriale

«E anche questo week-end vi ho distrutti a fantacalcio, ah ah ah!
Ora vi devo lasciare, che un paio dei miei sono caduti dentro l'altoforno.
»

L'aspetto che più contraddistingue un capo in un ambiente di lavoro in cui tubi e macchine sostituiscono scrivanie e pc è quello costituito dal suo carico di responsabilità riguardanti la sicurezza. Infatti, da quando le varie leggi in materia di Sicurezza sul Lavoro sono state modificate dando sempre più importanza al ruolo del "preposto" (che sarebbe proprio lui, il capo), i tassi di morte e di infortunio sul lavoro sono sensibilmente aumentati.

Per il capo, la sicurezza deve venire prima di ogni altra cosa (ad eccezione della produttività, dell'integrità delle macchine utensili, dei consumi energetici, dei consumi di acqua, della qualità del prodotto finito, delle spese di manutenzione, della brevità delle pause, eccetera eccetera) e lui è il primo ad avere interesse a che nessuno si faccia male, più che altro per evitare grane con l'Ispettorato del Lavoro e coi sindacati, che (incuranti della crisi) esigono mazzette sempre più elevate per chiudere un'occhio e girarsi dall'altra parte.
In un contesto così delicato in cui nulla deve essere lasciato al caso, è fondamentale che il clima e i rapporti interpersonali siano mantenuti al giusto livello di serenità: a tale scopo, il capo è chiamato a complicare il più possibile tutte le procedure di intervento, ad accentuare le rivalità tra gli operai (rinfacciando ad ognuno di loro che almeno un suo collega è più bravo di lui a fare qualcosa) e a mantenere il volume della sua voce sempre al di sopra dei 120 deciBel. Quest'ultimo aspetto è molto importante: infatti, sono proprio le onde sonore prodotte dalle corde vocali del capo che, entrando in risonanza con i motori dei vari macchinari, portano le prestazioni di questi ultimi a dei livelli di accettabilità.
Stesso scopo di rasserenamento degli animi è quello delle frequenti riunioni di fabbrica, utili a ritardare il più possibile la fine del turno di lavoro e a rendere ogni singolo operaio ben lieto di essere informato su ciò che accade in tutti gli altri reparti, anche in quelli di cui ignora persino l'esistenza. Guardare l'orologio da polso durante tali riunioni, può comportare anche l’amputazione della mano, mediante un arnese manuale o una macchina da taglio (a scelta del capo).


La sua versione agricola

Ricorda un po' il buttafuori all'ingresso dei locali notturni, ma qui ha il compito opposto: ributtare dentro qualche nero che tenta di imboscarsi.

È colui grazie al quale ogni anno centinaia di migliaia di extracomunitari vengono invogliati a trasferirsi nel nostro paese, in vista di un qualificato impiego come braccianti agricoli alla gratificante paga di 20 euro al giorno, più un alloggio in qualche lussuosissima baracca a stretto contatto col verde. Il suo soprannome di "caporale" non rende adeguatamente l'idea di quello che è il suo duro lavoro quotidiano di reclutamento, formazione, sorveglianza e retribuzione dell'accozzaglia umana di cui si serve per far arrivare ogni giorno frutta e verdura di stagione sulla tua tavola. Per le modiche cifre di 5 euro a tramezzino e di 2 euro a bottiglietta provvede anche a dare ristoro e refrigerio ai suoi lavoratori-agrituristi.

Oltre ai vari oggetti d'oro che addobbano la sua persona (orecchini, catenine, catenone...), spesso dà l'impressione di avere anche un cuore d'oro. Infatti, a differenza della figura industriale vista prima, il caporale ha dei modi di fare molto più distesi, dal momento che lui non ha alcun bisogno di alzare la voce per farsi rispettare: gli basta semplicemente, alla fine della giornata, retribuire con banconote da 0 euro tutti quelli che hanno sgarrato qualcosa.
Qualora una bracciante-donna desideri passare dalla raccolta nei campi alla lavorazione dei prodotti all'interno dei capannoni, è sufficiente che si rivolga a lui e sarà subito accontentata, previo il pagamento di un piccolo contributo di natura non pecuniaria. Da buon samaritano, si prodiga anche nell’autotrasportare al Pronto soccorso il bracciante a cui capitasse di riportare qualche ferita o altro tipo di infortunio sui campi, raccontando agli infermieri di aver trovato quell’uomo a lui sconosciuto, dolorante, sul bordo della strada e di non aver capito dalle sue parole quale incidente gli fosse capitato (e ricevendo dai camici bianchi dei complimenti come “Ah, se tutti si comportassero così civilmente come lei!”).
Da Aprile del 2011 la sua professione è diventata illegale, ma nessuno lo ha avvisato.

La sua versione femminile

«Stai parlando con una che si è conquistata questo posto con dei titoli: una tesi di laurea sul "Maltrattamento sostenibile", un Master sulla "Gestione dei rifiuti umani", anni di gavetta nell’Ufficio Ricatti e Vessazioni... e soprattutto tante scopate col Direttore Generale. Tutti titoli di cui non mi risulta che tu sia in possesso!»

Dopo le avvocatesse, le soldatesse e, ovviamente, dopo le donne in politica, le donne-manager costituiscono la peggiore conquista delle pari opportunità uomo-donna che la storia abbia regalato al genere umano. Chi non l'ha mai sperimentato, può credere che avere una donna come capo possa essere un'esperienza interessante e magari anche piacevole... nulla di più illusorio!

La capa viene solitamente programmata dalla Microsoft e ha al suo interno parti di software che tu già conosci e che le conferiscono le seguenti caratteristiche:

  • La stessa appiccicosità di tua madre e la sua stessa attitudine a farti domande a raffica quando ti ha sottomano.
  • La stessa esosità della tua ragazza e la sua stessa pretesa di comandarti a bacchetta.
  • La capacità che entrambe le due donne citate hanno di fare critiche su tutto e su tutti
  • Con la variante (rispetto alle due donne citate) che la tua capa non ti rimboccherà mai le coperte la sera, non cucinerà mai nulla per te e soprattutto non verrà mai a letto con te.

Ogni piccola obiezione alle sue affermazioni, anche il farle sommessamente notare che gli asini non volano, viene da lei tacciata di maschilismo, di mancanza di rispetto nei suoi confronti, di villaneria e di toni da scaricatore di porto. In sua presenza è tassativamente vietato parlare di calcio; per contro, a lei è consentito trascorrere tre quarti della giornata a parlare dei suoi bambini, di quanto velocemente hanno imparato a memoria tutte le tabelline e di quanto le loro maestre d'asilo sono soddisfatte delle loro opere in plastilina, istigando tutti i maschi presenti in ufficio all'infanticidio (unica soluzione per farla tacere o almeno per farle cambiare argomento).
A differenza dei suoi pari-grado di sesso maschile (che la sera, tornati a casa, disconnettono completamente tutte quelle parti di cervello dedicate alle questioni aziendali), per la capa sarà assolutamente indispensabile affrontare in casa sua un epilogo della sua giornata lavorativa, esponendo in maniera dettagliata ai suoi famigliari (tutti entusiasti di ascoltarla) tutte le scaramucce avvenute nelle ore precedenti, con tanto di dialoghi riportati testualmente e di suoi commenti a margine. L'unica persona che avrà per lei parole di consolazione, sarà la giovane domestica ucraina:

« Purtroopo è destino di noi doone non avere mai giusta considerazione. Ora, però, cerchi di dimenticare, sinioora, e si rilaasi: beva quacosa di forte e stai stesa qui su divano a guardare televisione, che intanto penso a tuuto io (a piaati, a bambini e a suo marito). »

La sua versione statale o parastatale

Nel pubblico impiego, il sindacato può proteggere anche da questo tipo di molestie da parte di un capo. Ma consiglia vivamente di abbozzare.

In questo àmbito di lavoro, molto di quanto detto finora si ribalta completamente. All'interno di palazzi in cui il disbrigo di una pratica è subordinato al buon funzionamento della macchinetta del caffè e in cui l'esito di una partita a battaglia navale tra ragionieri può risultare decisivo anche a determinare le sorti di un'intera nazione, la figura del capo assume tutt'altra rilevanza. Sia che parliamo del Catasto, sia che parliamo del Dipartimento della Regione Sicilia contro il trollaggio o del Ministero per l'Avvistamento degli Iceberg nel Mediterraneo, il capo è cosciente che la struttura da lui gestita deve mantenere un preciso equilibrio di ruoli e di tempi sia col Sistema che l’ha messa in piedi, sia con tutte le altre strutture messe in piedi dallo stesso sistema. Il capo diventa così responsabile del rallentamento di tutte le pratiche e decide (a seconda dell'andamento delle borse e degli ascolti del suo reality preferito) la quantità dei documenti da smarrire. Questo perché una burocrazia efficiente è tipica di molte dittature e pertanto costituisce un pericolo per la democrazia. Hitler aveva una burocrazia efficientissima. Vi andava bene Hitler?

Tutte le discussioni su calcio e politica vanno avanti finché il capo ha piacere di ascoltarle; poi si deve parlare solo di figa, aprendo il dibattito su chi è la più bbòna tra quelle presenti nel palazzo; in caso di parità di consensi fra due di esse, vince quella che piace di più al capo. Aumenti di stipendio e altri avanzamenti contrattuali vengono decisi in base alla prontezza con cui si risponde, quando il capo legge ad alta voce una definizione delle sue parole crociate.
Una pacca sulla spalla, data ogni tanto a quell'unico fesso che lavora, sarà sufficiente al capo per meritarsi, nel giorno della pensione, una carriola piena di targhe, onorificenze e gadget ministeriali, per “la passione profusa quotidianamente nell'adempiere al dovere di condurre operosamente, ma con profondo senso di umanità, la squadra alle sue dipendenze a servizio dello Stato”.

Curiosità

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Di notte, mentre tu fai sogni erotici, il tuo capo sogna di scalare i vertici aziendali.
E si sveglia pure con le mutande bagnate.
  • Quando in azienda tutto va liscio è solo merito del capo. Quando qualcosa va storto, è solo colpa tua.
  • Dio perdona, il capo no.
  • Il capo ha licenza di uccidere.
  • Il capo non si assenta, fa check-in da casa.
  • Una delle tante cose che fanno incazzare il capo è accorgersi che ci provi con una tua collega. Ma non perché ha paura che la cosa ti distolga dai tuoi impegni, né tanto meno perché vuol difendere lei dalle tue grinfie; ma semplicemente perché, con lei, ci sta già provando lui.
  • Per poter fare il capo, occorre una precisa predisposizione genetica, è necessario, cioè, avere gli appositi geni nel proprio DNA; ed è SOLO per questo fattore genetico, che spesso il figlio del capo diventa anch'egli un capo a sua volta. Mai per altro.
  • In questo momento, anche se non te ne sei ancora accorto, il tuo capo è alle tue spalle e sta osservando con un bel po' di disappunto che tu, anziché lavorare, stai cazzeggiando su internet e, per di più, leggendo battute idiote su di lui. Chiudi immediatamente questa finestra e mettiti subito a lavorare, è meglio per te!

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