Ilda Boccassini
Ilda Boccassini (nata il 7 dicembre 1949 a Napoli) meglio nota come Caterpillar o Palle d'acciaio dalla sinistra italiana e come Puttanone mediatico dalla destra italiana, è una donna, e già questo, di per sé, la dice lunga. A ciò va aggiunto il fatto, gravissimo e inaccettabile, che sia nata a Napoli. Oltretutto è anche considerevolmente vecchia e racchia, reato gravissimo e immorale. Inoltre, e qui si raggiunge l'apice[1] della cialtroneria e della turpitudine morale, è un magistrato stanziato come Procuratore Aggiunto presso Milano. E poi si chiama Ilda. Che cazzo di nome è Ilda!?[Sdegno necessario]
Biografia
Primi anni
Dopo essersi laureata in Giurin-Giurello entra nel Comitato Sovietico Magistrati Comunisti (C.S.M.C.) che la stanzia dapprima a Brescia e poi a Milano. Subito inizia a lavorare su casi che coinvolgono la criminalità organizzata, collusioni della politica in attività criminose e ladri che rubano caramelle ai bambini. Durante i pericolosissimi anni '80 riuscì ad evitare le pettinature troppo cotonate alla Bon Jovi e i vestiti dai colori fastidiosi, come il viola neon o il rosa shocking. Svolse le prime indagini degne di nota durante l'inchiesta denominata Duomo Connection; tale inchiesta si occupava dei legami tra l'edilizia di stampo mafioso ed i suoi risvolti. Grazie alla sua collaborazione si evitò che la Madunina venisse stuprata da numerosi mafiosi. In questi anni cominciò a collaborare anche con Giovanni Falcone con il quale ebbe una relazione amorosa[2].[Fonte non confermata]
Gli anni 90
All'inizio degli anni '90 viene defenestrata dalla procura di Milano per via di contrasti interni in seno al C.S.M.C. che la porteranno a vagabondare in giro per questure questuando un posto di lavoro. Chiede ed ottiene il trasferimento alla procura di Caltanissetta, dove rimane fino al '94 per indagare sulla morte di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino senza però riuscire a trovare una pista decente che sia una. Torna a Milano in pompa magna riuscendo a farsi odiare da tutti, ma proprio tutti, collaborando alle indagini sull'inchiesta detta Mani Pulite[3] subito dopo le dimissioni di Antonio di Pietro dalla magistratura. Ovviamente questa comunistella ne approfitta per concentrare l'offensiva giudiziaria sul povero Cesare Previti e sull'ancor più povero Silvio Berlusconi.
Oggi
Attualmente indaga sul caso riguardante l'affidamento di una giovane monaca marocchina pudica e casta, definito giornalisticamente "Caso Ruby", nota negli ambienti della politica e della moda, che avrebbe compiuto alcuni furti ma soltanto - e di questo ci sono prove più che provate - per donare ai poveri, come è solito fare d'altra parte il nostro Cavaliere. L'inchiesta interessa, tra gli altri, il presidente del Consiglio dei Ministri italiano l'illustrissimo Silvio Berlusconi che, secondo l'accusa, infamante e ridicola, avrebbe esercitato indebite pressioni sulla questura di Milano per ottenere il suo rilascio e che l'avrebbe pagata in cambio di prestazioni sessuali quando era ancora minorenne. A causa di quest'incarico e di altre attività che hanno impegnato le procure della Repubblica nell'accusare l'onorevole e onoratissimo Silvio Berlusconi di essere autore di reati quali concorso esterno in associazione mafiosa, prostituzione minorile, concussione, corruzione, strage, appropriazione indebita, traffico di droga, riciclaggio di denaro sporco, abuso d'ufficio, frode fiscale e falso in bilancio, la consideriamo a ragion veduta fra gli appartenenti ad una frangia, ampia quanto il Gran Canyon, della magistratura sovietica e comunista che strumentalizza in maniera evidente le procure a fini eversivi nel tentativo di interdirlo dalle funzioni politiche e di governo.
Verbali e quisquilie varie
Caso Ruby SCENA - Questura di Milano. Uffici del procuratore capo Edmondo Bruti Liberati. Il 2 Luglio 2010 Ruby si presenta in questura per rispondere alle domande di Ilda Boccassini mentre gli altri in ufficio si spippettano guardando Ruby. Entra vestita in maniera elegante di un rosso acceso, così acceso che qualcuno dal palazzo accanto vedendo strani riflessi rosati dalle finestre ha chiamato i pompieri. Mandati via i molesti ma efficienti pompieri l'interrogatorio comincia.
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L'epilogo:
Voci correlate
Note
- ^ O l'Apicella, che di si voglia...
- ^ Ringraziamo Il Giornale per aver fatto luce su questo mistero nelle sue ultime inchieste.
- ^ Mani tutto fuorché pulite...